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1.1«Quell'increato eccelso e ardente foco
1.2la cui fiamma d'amor già il cielo aperse
1.3allor che offerse — a noi tutta sua luce,
1.4in tenebre tal lume star sofferse;
1.5non la compreson, né gli dieron loco.
1.6Uom fu, che poco — innanzi a tanto duce,
1.7dal suo padre s'induce
1.8in testimonio, acciò che ognun credesse;
1.9per la prefata somma claritade
1.10luce non era, ma perché rendesse
1.11testimonianze espresse
1.12del Sol, che prodotta ha me Caritade.
2.1Pare ad alcun per sé gloria acquistare,
2.2altri per speme, e qual con ambe quelle
2.3sopra le stelle — il ciel toccar con mano.
2.4Con quanta fé le cerimonie felle
2.5ne i casi avversi sopra idolatre are,
2.6quando imolar — volea, il popol romano,
2.7facea, sperando invano!
2.8Socrate e Plato ed Aristotil, quando
2.9nell'ultimo partir di questa vita
2.10alla prima cagion l'anima dando,
2.11sol questi han del ciel bando,
2.12per non aver di me l'alma vestita.
3.1L'infelice giudeo, che si millanta
3.2d'aver fede e speranza, e pur sé inganna,
3.3perché s'affanna — indarno di me privo?
3.4Così all'inferno se stesso condanna
3.5chi, senza me, le due aver si vanta.
3.6Ferma la pianta, — e guarda or dov'io arrivo:
3.7per me si fece uom vivo
3.8di Dio il Figlio, ed io tra l'uomo ed esso
3.9fui mediatrice, tal che in su la croce
3.10di vostra dannazion tolse il processo.
3.11Vedi se mi tien presso:
3.12diss' al Padre: «Perdona», e io fui la voce.
4.1Perch' alcun nel mio dir non prenda errore,
4.2spianar lo voglio pria che innanzi passi.
4.3Allenta i passi, — e guarda un poco a retro:
4.4Fede e Speranza ognuna di me trassi,
4.5da Dio create, e me, di lor maggiore,
4.6luce d'amore — al vostro cammin tetro,
4.7allor che col mio metro
4.8in un punto parlâr tutti i linguaggi
4.9de i dodici la turba eletta e giusta.
4.10Per li santi profeti umili e saggi
4.11mostrai tutti i vïaggi,
4.12che fan beato ciascun che li gusta.
5.1Inde un dolce liquor nel cor distilla
5.2da un superno intelletto, che l'infonde;
5.3qui viene onde — l'uom spera ciò che crede.
5.4Io sono il frutto, ed esse due le fronde
5.5splendide e illustre; com la mia favilla
5.6in voi scintilla — a lor ch'è Spem' e Fede.
5.7Così chiaro si vede
5.8noi tre annodate d'un medesmo groppo,
5.9da Dio tessuto nel cor delli eletti;
5.10profererci a ciascuno e dar d'intoppo
5.11c'è comandato, e troppo
5.12erra chi non ci alberga ne' suoi effetti.
6.1Gran gente rossa mi dissegna e pinge,
6.2alcun vergine, altri olio in mia natura;
6.3qual m'affigura — amor, ch'è nome e verbo.
6.4Amor son io, ed è senza misura;
6.5né di color l'essenzia mia si tinge.
6.6Altri mi finge — una fiamma lucente:
6.7io son fiamma, e sì ardente
6.8che 'l mio calor la terra e 'l cielo avampa.
6.9E chi di vivo sangue m'assimiglia.
6.10Ma qual gir vuol col lume di mia lampa,
6.11dal baratro lo scampa
6.12verbo, foco, olio, virgo; e son vermiglia.
7.1Verbo son pria che l'uomo avesse forma;
7.2per me lo formò Idio a sua sembianza,
7.3poi in rimembranza — fui di foco, allora
7.4che al gran seme d'Abram, fuor di sua usanza,
7.5s'aperse il mare, onde seguîr mia norma.
7.6Certo conforma — all'olio io sono ancora.
7.7Chi d'umiltà s'infiora
7.8vedrà me nel risponder di Maria:
7.9«Ecco l'ancilla», e ciò fu contra l'angue;
7.10in lei virginil faccia fu la mia,
7.11e nella croce pia
7.12del Sommo Atleta sono il sparto sangue.
8.1D'altre significanti cose assai
8.2costruzïon m'è data pe i dottori
8.3oltra i color, — riducendoli al vero;
8.4ed in remissïon de i vostri errori
8.5qual calice son io che trovato hai
8.6fonder, né mai — stagnare. É il lor pensiero,
8.7in qual m'ha in desidero,
8.8a cui è dato
8.9farsi figlio di Dio, che non è nato
8.10per voluttà di carne né d'uom mesta,
8.11ma da Dio nasce; e questa
8.12è la cagion, ch'io solo il fo beato.
9.1Fé non sarà nell'uom, poi che fia certo
9.2del creder suo, e Speme preterisce
9.3come apparisce — pieno il suo desio:
9.4la virtù d'este due in Dio finisce.
9.5Allor che a ciascun fia col corpo aperto
9.6al buono il merto — e gravi pene al rio,
9.7ferma starò sempr' io,
9.8col Fattor la fattura sua stringendo,
9.9con sirpo che non è uom che 'l dicerna,
9.10d'uno amoroso gaudio ognora ardendo.
9.11Così, sempre crescendo
9.12nella divina essenzia, io sono eterna».
9.13— Canzone, or scorgo tue sorelle appieno
9.14nel sottil specular, pel qual m'induce
9.15questa superna luce
9.16penetrante a guardar di Dio nel seno,
9.17per quel lasciando ogn'altro amor sereno.
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