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1.1Non sperai altro che periglio o morte,
1.2mentre che al van desio lo tempo spesi;
1.3lasso, ché sol me offesi,
1.4quando adempieva la impudica voglia!
1.5Quanti lunghi pensier di cose corte,
1.6quanti guai già e quanti grievi pesi,
1.7quanti aspri affanni presi
1.8per cosa ferma men che al vento foglia!
1.9S'io vi giugnea, mi s'addoppiava doglia,
1.10tal che più volte stordito rimasi
1.11a piè della sperata cosa rea.
1.12Ahi, quanto eran soventi questi casi,
1.13per vane mutazion che 'l core avea!
1.14Se non che questa idea,
1.15che com'è il ciel seren tal m'è apparita,
1.16pria mi riprende e poi mi da' baldanza,
1.17con tanto amor m'invita
1.18al ciel, ch'io la conosco esser Speranza.
2.1«Se non fusse mia madre, che va innanzi,
2.2nulla sarei», e simil per converso
2.3con un sì dolce verso
2.4cominciò il canto suo, che dir nol posso.
2.5Seguì: - Né creder mi formasse dianzi,
2.6ma dal principio siam. Tu, nel diverso
2.7mondo fallace e perso,
2.8di c'hai speranza, ben se' rozzo e grosso.
2.9L'ardente Carità, la qual ci ha mosso,
2.10nostra maggior, vedrai che dietro viene,
2.11anzi c'è dietro e innanzi ad ogni passo.
2.12Ma perché sol di me dir mi conviene,
2.13più sottilmente a lei di lei dir lasso.
2.14Leva su il sperar basso!
2.15Vedrai il popol di Ninive, che veste
2.16sacchi, sperando venia, e star nel bosco;
2.17e via maggior che queste
2.18cose dirò, se il parlar non fia fosco.
3.1Non creda il basso ingegno ch'io sia quella
3.2che l'ignorante vulgo, intra i mondani
3.3desiri iniqui e vani
3.4chiama Speranza, falsando il mio nome.
3.5Perché in me raggia ogni lucente stella
3.6di vera promission ne i santi fani
3.7a i veraci cristiani,
3.8che, ben vivendo, speran gustar come
3.9renda sapor del ciel il dolce pome,
3.10tal ch'io fei disprezzar gli aspri tormenti
3.11del gran martirio a Stefan e a Laurenzio,
3.12e in su la grata e al lapidar contenti;
3.13quel fu lor dolce e 'l mondo il tiene assenzio.
3.14Margarita e Vincenzio,
3.15Caterina, Lucia e tanti armati
3.16di me, de' quali ancor la Chiesa canta,
3.17vinsono incoronati,
3.18del ciel scandendo la spera più santa.
4.1Che cosa io sia, assai e in molti modi
4.2hanno mostrata la mia propria essenzia;
4.3e tutti a una sentenzia
4.4concludon, né esser posson discrepanti.
4.5Gli animi pasco, s'io gli truovo sodi
4.6di buon proponimento a penitenzia,
4.7di divina clemenzia,
4.8qual, impressando, gli fa venir santi;
4.9gloria par lor, sperando, aver davanti,
4.10maravigliosa, incognita e non vista,
4.11per premio de i lor giusti e degni frutti;
4.12e tanta amenità a lor core acquista
4.13questo desio, che gai tra i vostri lutti
4.14chieggono esser distrutti
4.15co' 'l Vas d'elezïone e star con Cristo:
4.16e questo è il Sommo Bene, il qual mi manda
4.17a prometter lor Cristo,
4.18ed io son, mentre vivon, lor vivanda.
5.1E poi che d'esto secol son migrati,
5.2non mi parto da lor fin ch'io gli ho offerti,
5.3merzé delli lor merti,
5.4all'eterno riposo, il qual gli aspetta.
5.5Quivi stan nella gloria de i beati,
5.6quivi del ben sperato gli fo certi,
5.7quivi son chiari e aperti
5.8del Spirto Santo i razzi, i quai saetta
5.9in ciascun'alma che in Lui si diletta.
5.10Incominciando dal primo parente,
5.11fino al fin d'ogni età mio stato cerno:
5.12per migliaia d'anni al popolo ubidente
5.13mi diei nel centro, e stetti al suo governo,
5.14fin che ruppe l'inferno
5.15Quel che nel ben sperato cor m'infonde,
5.16e fuor del cui voler nulla è mia opra.
5.17Così quelle gioconde
5.18ombre menò con seco e son di sopra.
6.1Né però il ben sperar vostro vi tolgo
6.2di cose umane, morali e decenti,
6.3che paion differenti
6.4da le spiritüali in alcun caso.
6.5Io son quella medesma, e in voi mi volgo,
6.6quando vovete voi, figli e parenti,
6.7grazia sperando attenti
6.8da Quel che sempre dà né scema il vaso.
6.9Colui, che trenta otto anni era rimaso
6.10alla piscina a sperar sanitade,
6.11prese il grabato suo ed andò via,
6.12come gli disse la Somma Bontade.
6.13Simil la flussüosa a lui dicìa:
6.14«Signor mio, s'i' ho bailia
6.15pur di toccar la fimbria de i tuoi panni,
6.16libera sono». Or qui comprender pòi
6.17che in voi son li miei scanni,
6.18ne i giusti uman pria, ne i divin poi».
6.19— Canzon, tu puoi ben dire a tua sorella
6.20che tu, non men che lei, mi se' gradita,
6.21sperando miglior vita
6.22che esta caduca, tal che, a gira a quella,
6.23già sento al cor di carità fiammella.
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