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1.1O fiamma eterna, guai a chi t'accende!
1.2guai a colui che di tal foco avampa!
1.3Pianghino i sensi, il corpo, il spirto e l'alma!
1.4Ben dee percuoter l'una e l'altra palma,
1.5perdendo quel che 'l cielo e Iove ostende,
1.6dov'è marchiato poi d'infernal stampa.
1.7O miseri dannati, nullo scampa!
1.8Chi in questo vizio la sua mente regge,
1.9di Dio rompe la legge,
1.10offendendo se stesso e la natura:
1.11non è cosa più oscura.
1.12Guai a colui il qual non si corregge!
1.13D'un paese si legge
1.14che ne perì con Soddoma e Gomorra;
1.15or più che mai ciascun par vi trascorra.
2.1Quel che 'l commette pel gran puzzo fugge.
2.2Quanto esser dee a noi maggior fastidio?
2.3Pensil ciascun, ch'io per me dir nol posso.
2.4Guai a chi è da tal vizio percosso,
2.5che più ch'altro peccato fonde e strugge
2.6l'anima trista d'eternal micidio!
2.7Ogni giustizia, pena e ogni martidio,
2.8che riceve nel mondo, è men che poco;
2.9e non che basti il foco,
2.10ma cosa merta ch'io nol saprei dire.
2.11Tutti abbiamo a morire,
2.12né mai pensiamo il quando o in qual loco;
2.13onde pietade invoco
2.14al glorïoso Idio che ci corregga
2.15ed a sì bestial vizio omai provegga.
3.1Ahi, lorda brama, rea, vituperevole,
3.2ché non si specchia qui l'umana mente,
3.3come Idio gli occhi a noi con pietà leva?
3.4Non diè un garzon a Adamo, anzi diede Eva
3.5per compagnia con legge convenevole,
3.6e così seguir dee tutta la gente.
3.7Pianga chi fa il contrario e stia dolente;
3.8pensi che ogni virtù di lui si dole!
3.9Scurane i cieli e 'l sole,
3.10la luna e stelle, e ognuna par che pianga,
3.11onde convien s'affranga.
3.12Qual scusa aver mai posson sue parole?
3.13Facci quel che si vole
3.14che all'altissimo Idio mai satisfaccia,
3.15né può far cosa poi che più gli piaccia.
4.1Beato esser gli par chi più si sazia;
4.2ahi, sventurato a lui che non sa bene
4.3quanto tormento allor gli s'apparecchia!
4.4Sempre pianger dovria, ma non si specchia
4.5come da Dio riceve tanta grazia
4.6che può, se vuole, il cielo o vuol le pene.
4.7Guai a chi s'empie di grazie terrene
4.8e spezialmente d'esta infamia lorda,
4.9vituperosa e ingorda,
4.10per cui si lascia il giusto matrimonio.
4.11Guai a chi si fa demonio
4.12d'uom razionale, onde se stesso morda,
4.13ché non può sciôr la corda!
4.14Io non ne potrei dir quanto bisogna,
4.15ed a parlarne più m'assal vergogna.
5.1Amor si duol con parole angosciose,
5.2che nol comprenderian le menti nostre,
5.3veggendo farsi ogni dì tanta ingiuria.
5.4Non per le donne più si move a furia
5.5le prove che solean maravigliose
5.6schermir tornïamenti ed alte giostre:
5.7chi più può pe i garzoni or fa sue mostre.
5.8Ma d'acqua il mondo prima ebbe sentenza,
5.9or per questa semenza
5.10divampar si vedrà di foco a tondo;
5.11e è sì corrotto il mondo
5.12che non che questo sol fusi in Fiorenza,
5.13ma in Francia ed in Provenza
5.14è tanto sparto che nessun riguarda,
5.15ben che de' cento milia un se n'arda.
6.1Moveransi da' ciel le fiamme e i dardi
6.2e fia l'arsiccia rena il tristo ospizio
6.3a ricever tal pioggia e tal tempesta.
6.4Guai a colui che aspetterà la festa,
6.5qual fia a lui per tempo e non già tardi
6.6a ritrovarsi a sì aspro giudizio!
6.7Come si pote mai trovar tal vizio
6.8che tanta umana gente si dannasse,
6.9e in bestia trasformasse
6.10quell'anima che fu da Dio creata,
6.11fatta da Lui beata,
6.12e per tanta miseria sé oscurasse?
6.13Né par che si pigliasse
6.14essemplo mai di quel che ho detto pria:
6.15onde guai a qual segue soddomia!
6.16— Canzone, io penso ben che spiacerai
6.17nel mondo a gente assai,
6.18ma armata di virtù starai sicura,
6.19ché del ver dir non si dee aver paura.
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