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Poesie

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1.1L'alma dolente in tutto si sconforta,
1.2e se dimandi il quare,
1.3Amore, io tel dirò, perché m'è licito;
1.4ed ho speranza che se ascolterai
1.5la cagione e 'l perché mia vita è morta,
1.6faratti lagrimare
1.7piatà, dov'io ti mosterrò col dicito
1.8or come se' crudel ver me; vedrai
1.9prima de' pianti assai
1.10da questa crudel donna, e de' sospiri,
1.11percosso da martiri
1.12quali ho sentiti, poi che a me mostrasti,
1.13perché la tua figura in lei formasti.
2.1Questa è la prima parte del mio pianto,
2.2e la seconda appresso
2.3è che sperne di me si fa la gente;
2.4la terza è che 'l tuo cor sempre è più fero;
2.5esce la quarta, povertà da canto;
2.6la quinta è che m'ha messo
2.7Fortuna in loco più ch'altro dolente;
2.8la sesta è che di male in peggio spero;
2.9così non fusse vero
2.10come la parte settima mi sprona,
2.11e mai non m'abandona
2.12Morte, la qual mi segue con sua rabbia;
2.13l'ottava è lebbre, malattia e scabbia.
3.1Quale è colui che non si meraviglia
3.2come tra tal tempesta
3.3la misera mia vita è viva ancora,
3.4e perché morte io non chieggo a diletto?
3.5Ché sol malinconia sì m'assottiglia
3.6dentro cotal foresta,
3.7che sopra ogni altra cosa mi martora.
3.8É da meravigliar come al dispetto
3.9mio non mi tien suggetto
3.10Morte tra gli altri soppelliti al basso,
3.11poi che m'ha privo e casso
3.12d'ogni alegrezza che vita dee dare:
3.13ma perch'io vivo, Amor ti vo' contare.
4.1Forza dal ciel si move, che mi tiene
4.2co' suoi fulvidi raggi
4.3del vago viso, e tal volta s'alegra;
4.4e questo è il cibo che 'l mio cor notrica.
4.5Io son ben certo, Amor, ch'è vana spene,
4.6perché molti più saggi
4.7non hanno avuto in lei vittoria intègra
4.8ben che puoi dir: «Perché duri fatica
4.9poi che tu hai per nimica
4.10Fortuna che t'ha messo in basso fondo?
4.11V'è che via più giocondo
4.12di te è privo del suo gran splendore».
4.13Veggio ch'è ver; ma ora ascolta, Amore.
5.1Se sua forza adoppiasse Giove o Marte
5.2o 'l cielo o sue pianeta,
5.3non potrian far che di lei non parlassi,
5.4la lingua non togliendomi o la vita.
5.5Io la vidi l'altr'ieri, Amore, in parte
5.6quella dea non discreta
5.7con pulzelette, come con lei fassi,
5.8e con tale adornezza che infinita
5.9mi paria; onde uscita
5.10di me era la mente a mirar lei.
5.11Questa moveva i piei
5.12con tanta leggiadria sul santo smalto
5.13che 'l tuo figliuolo Amor mi fé uno assalto.
6.1Nel loco dove è afigurata quella
6.2vergine madre e donna,
6.3dove la Staggia corre, ivi danzava
6.4questa pulzella con più sue compagne.
6.5Muovasi Febo con ogni fiammella
6.6e sia qui mia colonna,
6.7sì ch'io saccia ridir ciò che ascoltava
6.8e la veduta di sue luci magne!
6.9Se la mia vita piagne,
6.10non se ne meravigli chi qui legge,
6.11poi che speranza regge
6.12la mente mia, la quale è in un diserto
6.13e non si vede aver per ben far merto.
7.1Poi che danzar la vidi dov'io dico,
7.2non mi ricordo mai
7.3veder nulla allegrezza a l'alma stanca.
7.4Con una voce angelica e gentile
7.5incominciò del buon troiano antico
7.6quella a cui mi donai,
7.7d'Anchisse dico e di Venere franca,
7.8di Troiolo e Criseida, e 'l signorile
7.9Tristan, qual non fu vile,
7.10di Piramo e Tisbe e di Narcisse;
7.11ancor via più ne misse,
7.12e questo disse in una canzonetta,
7.13la qual dirò, poi che arò questa detta.
7.14— Non bisogna, canzon, ch'io t'amaestri,
7.15però che sai a chi tu ha' ' arrivare;
7.16ma se alcun ti volesse veder prima,
7.17movendo sempre li tuoi passi destri,
7.18senza la prosa tua non ti mostrare
7.19con la ballata che ha sì dolce rima.
7.20Poi fa' che con tua lima
7.21innanzi ' Amore asottigli lo 'ngegno,
7.22che ancor di grazia mi potria far degno.
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