about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Dal centro al cerchio, e sì dal cerchio al centro
1.2movesi l'acqua in un ritondo vaso,
1.3secondo ch'è percossa fuori o dentro:
2.1ne la mia mente fé sùbito caso
2.2questo ch'io dico, sì come si tacque
2.3la glorïosa vita di Tommaso,
3.1per la similitudine che nacque
3.2del suo parlare e di quel di Beatrice,
3.3a cui sì cominciar, dopo lui, piacque:
4.1"A costui fa mestieri, e nol vi dice
4.2né con la voce né pensando ancora,
4.3d'un altro vero andare a la radice.
5.1Diteli se la luce onde s'infiora
5.2vostra sustanza, rimarrà con voi
5.3etternalmente sì com'ell'è ora;
6.1e se rimane, dite come, poi
6.2che sarete visibili rifatti,
6.3esser porà ch'al veder non vi nòi".
7.1Come, da più letizia pinti e tratti,
7.2a la fïata quei che vanno a rota
7.3levan la voce e rallegrano li atti,
8.1così, a l'orazion pronta e divota,
8.2li santi cerchi mostrar nova gioia
8.3nel torneare e ne la mira nota.
9.1Qual si lamenta perché qui si moia
9.2per viver colà sù, non vide quive
9.3lo refrigerio de l'etterna ploia.
10.1Quell'uno e due e tre che sempre vive
10.2e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno,
10.3non circunscritto, e tutto circunscrive,
11.1tre volte era cantato da ciascuno
11.2di quelli spirti con tal melodia,
11.3ch'ad ogne merto saria giusto muno.
12.1E io udi' ne la luce più dia
12.2del minor cerchio una voce modesta,
12.3forse qual fu da l'angelo a Maria,
13.1risponder: "Quanto fia lunga la festa
13.2di paradiso, tanto il nostro amore
13.3si raggerà dintorno cotal vesta.
14.1La sua chiarezza séguita l'ardore;
14.2l'ardor la visïone, e quella è tanta,
14.3quant'ha di grazia sovra suo valore.
15.1Come la carne glorïosa e santa
15.2fia rivestita, la nostra persona
15.3più grata fia per esser tutta quanta;
16.1per che s'accrescerà ciò che ne dona
16.2di gratüito lume il sommo bene,
16.3lume ch'a lui veder ne condiziona;
17.1onde la visïon crescer convene,
17.2crescer l'ardor che di quella s'accende,
17.3crescer lo raggio che da esso vene.
18.1Ma sì come carbon che fiamma rende,
18.2e per vivo candor quella soverchia,
18.3sì che la sua parvenza si difende;
19.1così questo folg¢r che già ne cerchia
19.2fia vinto in apparenza da la carne
19.3che tutto dì la terra ricoperchia;
20.1né potrà tanta luce affaticarne:
20.2ché li organi del corpo saran forti
20.3a tutto ciò che potrà dilettarne".
21.1Tanto mi parver sùbiti e accorti
21.2e l'uno e l'altro coro a dicer "Amme!",
21.3che ben mostrar disio d'i corpi morti:
22.1forse non pur per lor, ma per le mamme,
22.2per li padri e per li altri che fuor cari
22.3anzi che fosser sempiterne fiamme.
23.1Ed ecco intorno, di chiarezza pari,
23.2nascere un lustro sopra quel che v'era,
23.3per guisa d'orizzonte che rischiari.
24.1E sì come al salir di prima sera
24.2comincian per lo ciel nove parvenze,
24.3sì che la vista pare e non par vera,
25.1parvemi lì novelle sussistenze
25.2cominciare a vedere, e fare un giro
25.3di fuor da l'altre due circunferenze.
26.1Oh vero sfavillar del Santo Spiro!
26.2come si fece sùbito e candente
26.3a li occhi miei che, vinti, nol soffriro!
27.1Ma Bëatrice sì bella e ridente
27.2mi si mostrò, che tra quelle vedute
27.3si vuol lasciar che non seguir la mente.
28.1Quindi ripreser li occhi miei virtute
28.2a rilevarsi; e vidimi translato
28.3sol con mia donna in più alta salute.
29.1Ben m'accors'io ch'io era più levato,
29.2per l'affocato riso de la stella,
29.3che mi parea più roggio che l'usato.
30.1Con tutto 'l core e con quella favella
30.2ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto,
30.3qual conveniesi a la grazia novella.
31.1E non er'anco del mio petto essausto
31.2l'ardor del sacrificio, ch'io conobbi
31.3esso litare stato accetto e fausto;
32.1ché con tanto lucore e tanto robbi
32.2m'apparvero splendor dentro a due raggi,
32.3ch'io dissi: "O Elïòs che sì li addobbi!".
33.1Come distinta da minori e maggi
33.2lumi biancheggia tra ' poli del mondo
33.3Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi;
34.1sì costellati facean nel profondo
34.2Marte quei raggi il venerabil segno
34.3che fan giunture di quadranti in tondo.
35.1Qui vince la memoria mia lo 'ngegno;
35.2ché quella croce lampeggiava Cristo,
35.3sì ch'io non so trovare essempro degno;
36.1ma chi prende sua croce e segue Cristo,
36.2ancor mi scuserà di quel ch'io lasso,
36.3vedendo in quell'albor balenar Cristo.
37.1Di corno in corno e tra la cima e 'l basso
37.2si movien lumi, scintillando forte
37.3nel congiugnersi insieme e nel trapasso:
38.1così si veggion qui diritte e torte,
38.2veloci e tarde, rinovando vista,
38.3le minuzie d'i corpi, lunghe e corte,
39.1moversi per lo raggio onde si lista
39.2talvolta l'ombra che, per sua difesa,
39.3la gente con ingegno e arte acquista.
40.1E come giga e arpa, in tempra tesa
40.2di molte corde, fa dolce tintinno
40.3a tal da cui la nota non è intesa,
41.1così da' lumi che lì m'apparinno
41.2s'accogliea per la croce una melode
41.3che mi rapiva, sanza intender l'inno.
42.1Ben m'accors'io ch'elli era d'alte lode,
42.2però ch'a me venìa "Resurgi" e "Vinci"
42.3come a colui che non intende e ode.
43.1Ïo m'innamorava tanto quinci,
43.2che 'nfino a lì non fu alcuna cosa
43.3che mi legasse con sì dolci vinci.
44.1Forse la mia parola par troppo osa,
44.2posponendo il piacer de li occhi belli,
44.3ne' quai mirando mio disio ha posa;
45.1ma chi s'avvede che i vivi suggelli
45.2d'ogne bellezza più fanno più suso,
45.3e ch'io non m'era lì rivolto a quelli,
46.1escusar puommi di quel ch'io m'accuso
46.2per escusarmi, e vedermi dir vero:
46.3ché 'l piacer santo non è qui dischiuso,
47.1perché si fa, montando, più sincero.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)