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IX

Poesie

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1.1Quel divo ingegno, qual per voi s'infuse,
1.2onde 'l greco e latin poema uscìo,
1.3o sacre o sante e venerande Muse,
2.1s'infonda or sì nello 'ntelletto mio
2.2ch'al degno e bel prencipio, mezzo e fine
2.3ne satisfaccia tal qual io desio!
3.1O chiome illustre mirte e pellegrine,
3.2sovenite ora al servo bisognoso
3.3coll'arme fuor delle mortal vagine!
4.1O di mie vita sostegno e riposo,
4.2compatrïoti miei Dante e Petrarca,
4.3sanza i qua' di parlar non sare' oso,
5.1ponete mano alla mie fragil barca
5.2sicché, per mezzo di duo sacri lumi,
5.3di palma e lauro in porto arrivi carca,
6.1trattar volendo elezioni e costumi
6.2e legami ed effetti d'amistate,
6.3come s'apprenda mantenga e consumi!
7.1Notar dovriesi pria la degnitate
7.2immensa in tanto sublime inventore,
7.3quanto la lingua nostra ha di bontate;
8.1ma, sol per non uscir del certar fore,
8.2in me disposi tacerlo al presente
8.3per cerner tra gli amici el frutto e 'l fiore.
9.1Né in invenzion fabulose e assente
9.2dal termin dimandato vo' mie versi
9.3indarno ispender sì disutilmente,
10.1quale in opre comporre, o in diversi
10.2titoli degni a parlar per figura,
10.3sotto fizion già molti intender fêrsi.
11.1Ma perché con poetica mistura
11.2filosofia è qui ferma e 'ndivisa,
11.3tutte fizion fien fuor d'esta misura.
12.1Né per ambizïon vo' far recisa
12.2amicizia da sé, soffisticando
12.3per vari modi e sentenzia intercisa.
13.1Alcun dice amicizia regnar quando
13.2l'uno amico dall'altro utile aspetta
13.3e, quel mancato, lei venir mancando;
14.1e ch'un'altra amicizia è che diletta
14.2la vita dell'amico, e qual si volta
14.3el disiderio, tal la fa imperfetta.
15.1Così, sott'ombra d'amistà, raccolta
15.2fanno di molte e varie adulazioni,
15.3qual tedian chi le dice e chi l'ascolta.
16.1Ma a vera amicizia i miei sermoni
16.2drizzo, la qual sol per virtù s'elegge,
16.3unica, intègra a paragon de' buoni.
17.1Tant'alta gloria in sé reserva e regge
17.2questo immortale, invitto e divin titolo,
17.3che comprender nol può l'umana gregge.
18.1E se in prosa, in dialogo o 'n capitolo
18.2alcun trattonne o tratta, il caso innizia
18.3e scompigliato poi lascia il gomitolo,
19.1ché questo eccelso effetto d'amicizia,
19.2qual dee, regnando per sua conseguenza,
19.3il rigor danna e ministra giustizia;
20.1onde i mortali invan viverien senza,
20.2né necessaria cosa più ci appare
20.3pel conservar dell'umana semenza.
21.1Con costante e matur diliberare
21.2Socrate vuol ch'elegger cerchi amici
21.3con possa e voglia a fedeltà servare,
22.1e ch'amico è chi non pur ne' filici
22.2avenimenti ti vicita e proffera,
22.3ma fermo a' medïocri e a' mendici,
23.1e per l'amico amico in pace soffera
23.2qualunque cosa più greve e molesta
23.3e di nuovo sé pronto dona e offera.
24.1La vita dell'amico allegra o mesta
24.2qual la tuo propria debbi reputare,
24.3e d'un pari volere esser contesta,
25.1e volere anzi vita abbandonare
25.2pel vero amico che coll'inimico
25.3viver, credendo per lui triünfare.
26.1Aristotile afferma che l'amico
26.2nel prosper tempo a conoscere è duro,
26.3ma presto il cerna lo stato mendico;
27.1che fuor d'amistà sia acro e scuro
27.2el vivere, e che nullo eleggerebbe
27.3di viver senza nel tempo futuro;
28.1che, tolto a' fortunati in chi vorrebbe
28.2per amistà lor ben comunicare,
28.3la lor prosperità nulla sarebbe,
29.1né potrieno atto virtuoso usare;
29.2el miser, non avendo alcun refugio
29.3d'amico, si porria morto chiamare
30.1e che 'l bruto animal, che dal pertugio
30.2sol di natura il lume attende e piglia,
30.3privo d'ogni elezion, col cervel bugio,
31.1amar si vede, effetto e maraviglia;
31.2onde amicizia nasce e si nutrica
31.3e virtù senza lei non si consiglia.
32.1Onde vuol ch'amistà virtù si dica
32.2essere in sé o tal qual virtù puote,
32.3senza la quale indarno s'affatica.
33.1Ma Teofrasto par ch'affermi e note
33.2dover l'amico anzi amar che provare
33.3s'estrema nicistà non si percuote.
34.1E Pittagora vuol che tal trovare
34.2si debba uom senz'amico, qual senz'alma
34.3corpo, possendo vivo al mondo stare.
35.1Né vuol che tu ti carchi della salma
35.2dell'adular l'amico, ch'amistate
35.3da dritto e ben parlar prencipia e calma;
36.1e che sia amico di tal degnitate
36.2ch'altri d'averlo per nimico tema,
36.3e, quando regge in gran prosperitate,
37.1l'amico tuo il vicitare iscema
37.2e va' vi raro se non se' chiamato;
37.3ma s'egli avien che 'l male stato il prema,
38.1senza chiamar debb'esser vicitato
38.2e soccorso da te col dire e 'l fare,
38.3mostrando lui, non sua fortuna, a grato;
39.1e che l'amico, quando ingiurïare
39.2si vede, tal più ch'altri si corruccia,
39.3qual freddo o caldo non può insieme stare.
40.1E se per caso amico da te muccia,
40.2nemico fatto, non speri che t'ami
40.3in etterno, ché tutti èn d'una buccia.
41.1E ben ch'amico a te si mostri e chiami,
41.2tornar cercando in tua pristina grazia,
41.3quale a' pesci t'aopra e l'esca e gli ami;
42.1né cerca per amor di contumazia
42.2volere uscir, ma per util ch'aspetta,
42.3o per me' far di te suo voglia sazia;
43.1sicché, se ben non colse la saetta,
43.2la quale a te come nemico trasse,
43.3sotto inganno me' colga e vada netta.
44.1Ed amico richiedi quel gustasse
44.2di voler tu da lui esser richiesto
44.3perch'amistà d'un sol lato non fasse,
45.1degno, giusto legame alto ed onesto
45.2esser dell'amistà la vera fede,
45.3senza 'l qual sarie 'l mondo acro e funesto.
46.1E Augustin, d'Ambrogio degno erede,
46.2in Civitate Dei vuol che l'amico
46.3ami qual l'alma che dentro a te sède.
47.1Ma 'n fra più degne cose ch'io v'isprico
47.2per distinguere il titol glorioso,
47.3qual mai non giunse moderno od antico,
48.1non vo' che 'ndietro, derelitto e ascoso,
48.2il nostro moral Seneca rimagna,
48.3d'ogni virtù, ma più di questa, sposo,
49.1qual vuol più dolce, più nobile e magna
49.2cosa non possa al mondo uom possedere
49.3ch'un amico provato in suo compagna,
50.1col quale ogni accidente, ogni pensiere
50.2possa cumunicar qual con se stesso,
50.3e di par voglia allegrare e dolere.
51.1Né vo' tacere insomma il noto espresso
51.2volume, il quale il nostro almo oratore
51.3per ciò compose; ma pur brieve il tesso,
52.1perché, ordinato a narrar tal tinore,
52.2sarie il framesso più che la vivanda:
52.3ma diànne quel ch'è di miglior sapore.
53.1Onde afferma che ciò ch'uomo addimanda
53.2siccome cose buone e singulari
53.3una disia, perché in altra si spanda.
54.1Qual per ispender si disia danari
54.2e per seguito aver, brama potenza,
54.3onor, per esser tra gl'illustri e chiari
55.1diletto dona d'allegrezza intensa,
55.2amistate per esser amicato;
55.3e così l'altre van per conseguenza.
56.1Ma solo ad amicizia è riservato
56.2da tempo né da luogo esser rimossa,
56.3ma ti bisogna da qualunque lato;
57.1e che sempre ti segue e sempre ha possa
57.2dove acqua o foco non ti fa mestieri,
57.3e d'ogni tuo sinestro alla riscossa;
58.1tal che l'amico morto, e non pure ieri,
58.2qual prima vive nella mente al vivo
58.3amico, e 'n fama ritorni qual t'eri.
59.1E tal cosa uom per sé di fare è schivo
59.2che per l'amico fa, perch'onestate
59.3d'onor l'addorna in altri, e 'n sé il fa privo.
60.1E tutte cose, a fermezza ordinate
60.2di cielo in terra, dice Agrigentina,
60.3discordia fugge e contrage amistate,
61.1la qual tra' buon com'oro in foco affina:
61.2in par consentimento e voluntà
61.3suo forza regge e in averso ruina.
62.1Nel vecchio amico è tal più degnità
62.2che nel nuovo, qual è dal fiore al frutto,
62.3ché l'un dà speme e l'altro utilità.
63.1E vita brevitale in parte o in tutto,
63.2secondo ch'Ennio vuole, esser non puote
63.3senza benivolenza o suo costrutto.
64.1Or tutte este sentenzie sopra note
64.2per molti e varî autor, qual sai, racconto,
64.3non tutte in me son ferme né remote;
65.1ma quanto i' ne conosco e sento pronto
65.2esplicherò, non più come auctorista,
65.3ma qual per dare e per aver tien conto.
66.1Amico ver l'amico non resista
66.2per mezzo alcun, se non qual se medesmo,
66.3e 'n duo corpi un'anima consista.
67.1E quale in ciel volar senza battesmo
67.2può l'alma tal qui può regnare schiatta
67.3senz'amistà, mancandone un millesmo.
68.1Né per offesa dall'amico fatta
68.2ti debbi mai dall'amicar partire,
68.3anzi di ridur lui col ben far tratta,
69.1ché, proponendo in te, se a te fallire
69.2vedrai l'amico, che più amar nol vogli,
69.3nemico occulto ti vieni a chiarire.
70.1Perché sospetti infra due sono scogli
70.2maggior contro amistate ch'all'acquisto
70.3del paradiso rapine ed orgogli.
71.1E nell'incerto caso, lieto o tristo,
71.2qualunque amico si conosce e scorge
71.3s'egli è fin oro o rame insieme misto.
72.1Il savio sempre al prencipio s'accorge
72.2non si dover co' rei innamicare,
72.3perché tale amistà de' due l'un porge:
73.1o 'n infamia gravissima cascare
73.2pe' portamenti lor brutti e inonesti,
73.3o con odio da lor partenza fare.
74.1Prova l'amico tuo, se 'n fatti e 'n gesti
74.2amicizia, qual dee, dentro a sé sente
74.3non per profitto d'util che 'n te resti,
75.1ma sol per carità farlo gaudente
75.2di tal dolcezza, nulla possedendo,
75.3e se in lui regna in addoppiar fervente.
76.1E perché molti, non ben discernendo,
76.2carità dicono essere amicizia,
76.3qual differenza v'è chiarire intendo:
77.1sorelle son, perché ciascuna innizia
77.2da dritto amore, onde amicizia attende
77.3ad amicare e general letizia;
78.1carità quella conserva e difende
78.2contro agli assalti d'odio e di discordia,
78.3e di più sempre amar fiamma raccende.
79.1L'amico aiuta e non pur con esordia,
79.2ma col portar del suo fallo la pena,
79.3se loco in ciò non ha misericordia;
80.1però ch'Amor, la Magestà serena,
80.2e gli angeli creare e l'uom dispose
80.3e a far Maria poi di grazia piena
81.1pel peccar nostro e, tutt'altre vie ascose
81.2sendo a poter purgar tanto delitto,
81.3in croce il Figlio per l'amico pose.
82.1Onde da amicizia ogni profitto
82.2di tutte altre virtù nasce e mantiensi,
82.3senza quale ogni bene è derelitto.
83.1Però fa' che coll'alma, il core e' sensi
83.2ami l'amico e serva colla fede,
83.3la quale a te per te propio appartiensi,
84.1sempre, in qualunque caso gli succede.
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