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IV

Poesie

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1.1Miracol nuovo, che la specie umana
1.2inclita fai e molto più natura,
1.3non dimostrato qui senza gran segno,
1.4non passò sì le sue ninfe Diana
1.5come il tuo vago aspetto copre e fura
1.6ogni mortal bellezza ed ogni ingegno.
1.7Com'io fui fatto di vederti degno,
1.8conobbi Amor seder fra le tue ciglia,
1.9e, come cacciator la cerva al varco
1.10aspetta, aperse l'arco
1.11e disse: «Non fuggir, ché quel ti piglia!»
1.12Paura e maraviglia
1.13mi stupîr sì ch'io caddi semivivo
1.14e di libero arbitrio in tutto privo.
2.1Se per cruda fortuna o per distino
2.2i' fui condotto semplicetto e vago,
2.3disciolto d'ogni laccio e di paura,
2.4a veder, forse per arte mago,
2.5di perle il volto e 'l capel d'oro fino
2.6e l'angelica tua degna figura,
2.7pietosa in vista, or terribile e dura,
2.8non dovria ver me farsi, né t'è onore,
2.9con tal malizia uccider uom sì parco;
2.10né pur mi serri el varco
2.11di libero tornar, ma con furore
2.12di catene m'hai carco:
2.13ond'io di libertà mi truovo gnudo
2.14e d'un sì bel signor, e non men crudo.
3.1Misero, che, all'entrar, i' fui sì pronto,
3.2pien di dolci pensier soavi e puri
3.3nel mio eterno e doglioso aberinto!
3.4Or bramo morte, e con pensieri oscuri
3.5ad uno ad uno i tristi giorni conto;
3.6da sì spietata man sì opresso e vinto,
3.7da ira, sdegno, doglia a una spinto,
3.8trascorro dove fu la prima entrata,
3.9per uscir fuor del fuoco ov'io sempre ardo;
3.10ma, poi che intorno guardo
3.11né veggio alcuna via alla tornata,
3.12l'alma già disperata
3.13a la seconda morte si conduce:
3.14vostro è il peccato, ché ne siete duce.
4.1Ma tu che vedi ancor lo strazio iniquo,
4.2che del suo servo fa questa scherana,
4.3senza temer di te, né di tuo strali,
4.4e vedi com'è l'alma e 'l corpo obliquo,
4.5per seguir questa nuova tramontana,
4.6con martir stati mai maggior, né tali,
4.7adopra, per dio, l'arco, adopra l'ali,
4.8sì che la senta e pruovi quel che puoi
4.9e sia punita del passato scherno!
4.10Sia giusto el tuo governo,
4.11sì che non si ribelli i servi tuoi;
4.12infiamma i disir suoi
4.13de la fiamma, che i miei son per te accesi,
4.14e tanto più quanto men n'hai difesi!
4.15— Canzon, vanne dinanzi al mio signore
4.16e scuopri i tuoi martiri,
4.17i qual, s'avien che miri,
4.18di': «Qui mi manda il vostro servidore,
4.19qual, di passar Istige è già costretto,
4.20se pietà prima non vi scalda el petto».
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