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III

Poesie

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1.1Fra' miei tanti pensieri oscuri e torbi,
1.2pur per ritrarre a piè di questi sterpi
1.3e solver l'ale del tenace vischio,
1.4come per tempo costuman le serpi,
1.5essemplo aperto a noi veramente orbi,
1.6lo scoglio lor lasciar fra cischio e cischio,
1.7un più licito fischio
1.8volse la fantasia atenta al vulgo.
1.9Ahi lasso, ove risulgo,
1.10ov'è la fama e 'l poetico ingegno?
1.11Qual è stato ritegno
1.12de la mia debil lingua, e qual antenna
1.13ha sì tardato la debile penna?
2.1Impetri tanto il mio ingegno di grazia
2.2che le lagrime dure, al cor raccolte,
2.3tacite si dimostri in questi versi.
2.4Or hai tu, Morte impetüosa, sciolte
2.5l'iracundie tue forze e fatta sazia
2.6d'aver lasciati i pruni e i fior somersi?
2.7Ahi, uomin perversi,
2.8condoletevi, ingrati Fiorentini,
2.9di perder tal vicini,
2.10e tu, quartier de lo Spirito Santo,
2.11che ti potei dar vanto
2.12d'aver sì degna e glorïosa salma,
2.13ben che degno non fussi di tal alma!
3.1Licito fusse a me por giù l'incarco
3.2di queste abandonate e fragil membra
3.3per veder il tesoro e la mia speme,
3.4ché ancor, lasso, ov'io guardo mi rimembra
3.5tanto l'effige sua che l'alma al varco
3.6trascorre spesso per trovarsi insieme!
3.7Anzi, perché si teme
3.8di perder questo poco che ci avanza,
3.9perduta è la speranza,
3.10consiglio, ingegno, appoggio ed intelletto.
3.11Dunque perché sospetto
3.12di por giù queste fronde sanza frutto,
3.13poco lasciando, per posseder tutto?
4.1Immaginar non posso come ponno
4.2ferrar sì stretto gl'invisibil lacci
4.3di quella glorïosa alma serena,
4.4quali esser posson sì dubbiosi impacci:
4.5ne l'andar, ne lo star, almen nel sonno
4.6l'ombra non s'interponga a tanta pena.
4.7Misero, qual catena
4.8ritien lo spirto scosso dal bel velo?
4.9Forse piacer del cielo,
4.10del qual tu vedi aperto il puro core
4.11e senti il mio dolore,
4.12el qual dee conturbar la tua letizia,
4.13se forza o fé ebbe nostra amicizia.
5.1Pur se finir dovea Morte superba
5.2l'estrenua e mirabile eccellenza
5.3di quel che 'l mondo cieco anco richiama,
5.4qual destin, qual fortuna o qual potenza
5.5sì cruda fulminò la pianta acerba,
5.6che gli serbava sì perpetua fama?
5.7Ahi, Fortuna grama,
5.8che in sì piccol ingegno hai messo pondo,
5.9soverchio a tutto il mondo,
5.10a spremer la virtù del seme e l'ovre,
5.11che 'l dì venti d'ottovre,
5.12Domini mille quatrocentrent'anni,
5.13rapìa Giorgio di messer Giovanni!
6.1Pianga l'abbandonata Poesia,
6.2Arismetrica pianga e tu Gramatica,
6.3e Retorica prenda vesta nera,
6.4tu, ch'esser suol col vulgo sì salvatica,
6.5pianger sempre ten dei, Filosofia,
6.6d'aver perduta l'ultima tua spera,
6.7ché, a mio giudizio, egli era
6.8d'ogni celeste possa fido segno!
6.9Mondo superbo e indegno,
6.10quel che non conoscevi il cielo scelse;
6.11in te tal pianta svelse,
6.12che ti facea fiorir, ed or son secchi
6.13i tuoi sì sparsi rami, e pien di stecchi.
7.1O spiriti famosi, eccelsi e sacri,
7.2o incomprensibil regno, o ben nate alme,
7.3o sacrato mirabile e sì caro,
7.4or v'allegrate, e con ulivi e palme
7.5ricevete colui che me in sì acri
7.6sospir lasciò, partendo, e 'n pianto amaro!
7.7Quanto pulito e chiaro
7.8più si dimostra il ciel ov'ei dimora
7.9e 'l sol, che a ora a ora
7.10oltre a l'usato corso ivi s'arresta!
7.11Or che solenne festa
7.12gli fan dintorno quell'anime sante,
7.13ma più il Petrarca e 'l mio poeta Dante!
7.14— Canzon, come da me ti partirai,
7.15dritta a veder ten vai el bel tesoro,
7.16el qual, sempre piangendo, in terra chiamo.
7.17Quivi il vedrai con sì mirabil arte
7.18ornato in mezzo del celeste coro;
7.19e' vede or quanto i' l'ho amato ed amo;
7.20priegal che per me impetri quel ch'io bramo:
7.21di lasciar questo vulgo e questo errore
7.22e girne a' piè del suo e mio Signore.
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