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SCENA VI.

Rime

PoeTree.it

1.1Io ho pur fatto in modo, che Simon potrà la collera
1.2Passar contro di me, tanto e tanto ho dato buon ordine.
1.3Scarabon n'ha renduti i danari, et io consegnatoli
1.4Flora, et ho poi fino a la porta accompagnato Ippolito,
1.5E Attilio insieme, i quali in poste correndo pensano
1.6In quattro ore d'aver passato Monte Lupo e Empoli,
1.7Al dì esser in Pisa et a Livorno domandassera,
1.8Ove imbarcando saranno in men di tre giorni a Genova.
1.9Senti tu, Simon, che dice Tonchio?
1.10Oimè! sì sento.
1.11E quivi su le galere qualche tempo starannosi,
1.12E Dio voglia, ciò ch'io non credo, che tosto ritornino:
1.13Ma temo più tosto che a' dalfin daranno da pascere.
1.14Deh chiamal, Simon, tosto, perché queste cose importano.
1.15Sì veramente. Tonchio, Tonchio, Tonchio, guarda, ascolta.
1.16E i lor padri e parenti, quando e' non ci sia rimedio,
1.17Spenderanno, doneranno a corrieri e portalettere...
1.18Tonchio, col malanno!
1.19Più ch'in dieci anni quelli a femine.
1.20Tonchio, ch'assordi.
1.21Et io resterò, com'io nacqui, povero.
1.22Tonchio, ch'il diavol te ne porti.
1.23Certo chiamar sentomi.
1.24Così sentistù la morte.
1.25O padron mio, perdonatemi,
1.26Ch'io pensava ad altro.
1.27Che dicevi teco medesimo?
1.28Faceva un certo mio conto di quei danari che destimi
1.29Staman, che di tutti pochi me ne manca il numero.
1.30Che danari? che sei una bestia: ov'hai lasciato Ippolito?
1.31Lasciailo, ch'era a caval montato con Attilio.
1.32Per andar dove?
1.33E' mi par ch'ei dicessero a Genova.
1.34Che Genova? va', chiamagli, e dirai lor che qui subito
1.35Venghino, ove Geri et io gli aspettiamo.
1.36Padron, credetemi
1.37Ch'ei non verranno certo.
1.38E perché?
1.39Perché gli spiritano
1.40De' casi vostri.
1.41Va', Tonchio, dunque, e assicuragli.
1.42Dirò per parte vostra.
1.43Sì.
1.44E per mia parte aggiungivi;
1.45Ma che hai tu detto di Flora?
1.46Diceva, che accordatomi
1.47Era con Scarabon, che la menasse, e che rendessemi
1.48I miei danari.
1.49Va', digli che non s'ardisca por mano
1.50Sopra di lei.
1.51Nol posso far, Geri, perc'ho promessola.
1.52Et ei mi torna indietro i miei danari.
1.53Or non mi rompere
1.54Più la testa.
1.55Or chi me gli darà adunque, per potermene
1.56Liberar da Simone, che mi minaccia d'una carcere?
1.57Or taci omai, ch'altro non ti domando; va', sollecita
1.58Di fermar Flora, e menar qui Ippolito et Attilio.
1.59Se la pace è fatta con loro, et io sia fuor di debito,
1.60Tosto sien qui.
1.61Dove son ora?
1.62In casa di Flamminia,
1.63Ben gli so, a covo.
1.64Io pur certo so, che dianzi non v'erano.
1.65Non gli vedeste voi, perché s'erano ascosi in camera.
1.66Or non partite di qui, e mi vedrete far miracoli,
1.67Che ve gli farò in un punto di questa casa uscire.
1.68Oh che razza di servo! aspettiamgli qui fin che venghino.
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