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SCENA V.

Rime

PoeTree.it

1.1È come t'ho detto, Simon: nessun dubbio è d'Attilio,
1.2Che mio nipote non sia, poi che de lo sposalizio
1.3Ne appar contratto stipolato dal Boccanin proprio,
1.4E mia moglie subito nato lo allogò in guardia
1.5A Susanna, ove sempre l'ha avuto innanzi a gli occhi suoi.
1.6Che cosa sent'io dire? certo sarà pur vero, che Attilio
1.7È ricco, e nobile, come si pensava, e non più povero.
1.8Drizza l'orecchio, Tonchio.
1.9Di questo assai m'assicuro;
1.10Ma di Flora, che certezza hai?
1.11Più che non si può credere.
1.12Parla di Flora ancora: che diavol sarà?
1.13Dimmel, pregoti,
1.14Non perch'io sia più di te saggio, ma per tutto intendere.
1.15Quando nacque in Palermo, mandaila subito a balia
1.16In un castel solitario, ov'ella stette benissimo,
1.17Et io quasi ogni settimana una volta, e tal or due
1.18L'andava a vedere: e durò questo ben dieci anni almeno:
1.19Tal ch'era omai sì grande, che non ha mutata effigie,
1.20Et or che l'ho veduta, m'è parsa quella medesima.
1.21Oltra ciò m'ha riconosciuto ella, che conosceami
1.22Ottimamente, non già per padre, ma per dimestico
1.23Di sua madre, ché così pensava esser la sua balia;
1.24E poi m'ha oggi mostrato una voglia, che ha nell'omero
1.25Sinistro, di una mora sì ben fatta, che dipingere
1.26Meglio non si potrebbe, e che ben ho nella memoria:
1.27Poscia ha nome Flora, che io per amor della mia patria
1.28Le posi, del qual la balia et ella consapevoli
1.29Sol'erano, né ciò si poteva già Scarabon fingere;
1.30Il quale se ingannare ne avesse voluto, non Ippolito,
1.31Ma me cercato avrebbe.
1.32O padron mio, che beato sei.
1.33Ma com'è così venuta sanza guida?
1.34Or intendilo:
1.35La fortuna ha così voluto, perché di Sicilia
1.36Partendomi io la lasciai a un Domenico dell'Oria
1.37Che volendo venire con una sua caracca a Genova,
1.38La mi portasse, e che la facesse a Livorno scendere,
1.39Ove a chi quella mandasse avea dato buon ordine;
1.40Ma sopra il Monte Argentario venendo l'assalirono
1.41Fuste di Mori, di che il capitano fu Cacciadiavoli,
1.42E dopo assai combatter preser la nave e uccisero
1.43Quel Domenico, e Flora con tutta la presa a Tunisi
1.44Portaro; ove essendo riscattata, a Messina e Napoli
1.45Menata dopo cinque anni, or da Scarabon condottaci
1.46L'aviam, Dio lodato, in man; e se a te piace ch'Ippolito
1.47La sposi, oltra il farla io con gran solennità legittima,
1.48Le darò tanta dota, quanta vorrai.
1.49Tonchio, allegrati.
1.50Non saprei negar cosa tanto onesta.
1.51Adunque facciasi
1.52Così, che si chiami incontinente Attilio e Ippolito.
1.53Io voglio un po' far le tranquillità di costoro torbide,
1.54Parlar forte, e d'esser qui solo arrivato fingere.
1.55Ma ecco Tonchio, che qui menargli fia a proposito.
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