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SCENA VII.

Rime

PoeTree.it

1.1E così, t'ha detto Tonchio che non ci sia rimedio?
1.2Alcuno.
1.3E che tutta scoperta sia la nostra pratica?
1.4Tutta.
1.5E ch'ei sanza trovar altra scusa è fuggitosene?
1.6Fuggito.
1.7Grand'errore ha fatto, perché pur si cuoprono
1.8Talor le cose con qualche bugia, ma verisimile.
1.9È il diavolo, Attilio, il vedersi innanzi testimonii,
1.10E 'l viso crucciato del padrone, e 'l tutto difendere:
1.11Non è Achille, che non si sbigottisse in ultimo.
1.12Anzi è pur che voi fate il bravo lontan dal pericolo,
1.13Il quale sopraggiunto, più vil sete ch'un cuculio.
1.14Egli è pur ch'i vostri pari sol parole ci mettono,
1.15E come il proverbio dice, i cani all'erta confortano.
1.16Or lasciane ir; compassione ho estrema di Ippolito,
1.17Ma più di me, ché l'ira del padre si rappacifica
1.18Agevolmente in simili accidenti; ma chi può mai
1.19De' danni ricompensarmi, che sopra oggi mi cascano?
1.20Che danni son questi?
1.21Sono, oimè! danni mortalissimi.
1.22E quali?
1.23Ho inteso staman, Lumaca, ché Virginia
1.24Si marita.
1.25A chi?
1.26Ad un figliuolo di Bonifazio.
1.27Tanto meglio.
1.28Perché?
1.29Perché così forse potrebbesi
1.30Veder pur talvolta, ove in questo stato mai non vedesi,
1.31Et io so, che tu sei degli amanti de la quaresima.
1.32Non so che amanti di quaresima; so ch'io morrò prima
1.33Che comportar mai di vederla davanti agli occhi miei
1.34Ne l'altrui letto.
1.35Or che adunque pensi di fare?
1.36Andrommene
1.37In parte, ov'io non senta dire il nome di Virginia.
1.38E per questo vuoi abbandonar gli amici e la tua patria,
1.39E la tua madre, che per passion morrà di subito?
1.40Chi non tien conto di sé stesso, poco d'altri curasi.
1.41Deh dimmi un poco, sei tu però così matto e semplice
1.42Che tu sperassi sposarla? tu sai ch'ella è ricchissima,
1.43Tu sei povero; ella è di parenti, e di sangue nobile;
1.44Tu, per dir ver, non pari a lei; e se tutto consideri,
1.45Non hai ragione di tanto dolerti.
1.46Lumaca, pensati
1.47Che quel che tu vedi tu, veggo ancor io; ma per conchiudere,
1.48Amor vuole ch'io me ne vadia altrove; e per certo giuroti
1.49Che stando qui farei qualche pazzia sì memorabile,
1.50Ch'a me e a' miei tutti sarebbe rovina perpetua.
1.51E dove hai tu lasciato il primo senno, che suol essere
1.52Timone, e calamita, e stella a quei che smarriti sono,
1.53Et or nel mezzo del porto lasci annegar te proprio?
1.54È nel viso di Verginia, né d'indi il posso svegliere,
1.55E 'n vero anco non vorrei; né più di questo parlisi.
1.56Ma ecco a tempo Ippolito, che ne viene a congiungere
1.57I nostri dolori insieme, ma tu, Lumaca, guardati,
1.58Guardati di non parlar di Virginia, né di amore, ché sapendolo,
1.59Mi terrebbe matto, e forse anco ne verrebbe in collera.
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