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SCENA III.

Rime

PoeTree.it

1.1Maladetto sia Scarabone.
1.2C'hai tu detto? conoscilo?
1.3Per vista: egli è un certo forestiere che ha del piacevole
1.4E del matto.
1.5E donde è?
1.6Io mi credo, che sia di Napoli.
1.7E che fa qui?
1.8Va vivendo di quel d'altri, trovandone,
1.9E sempre ha qualche nuova invenzion da uccellar gli uomini.
1.10Tristo mestier veramente, e sbandir così fatti uomini
1.11Si doverebbe del mondo.
1.12Certo sì, ché essi non possono
1.13Far, se non male.
1.14Egli è esso, egli è Tonchio: oh come piacemi
1.15D'averti trovato prima ch'io parta! e a fe giuroti,
1.16Ch'io t'ho cercato stamane un pezzo, per meco menartene
1.17A le Bertucce, dove io ho trovato un vino, ch'è ottimo,
1.18Et ho speso co' buon compagni due ducati che mi hai
1.19Dati viniziani, due nuovi traboccanti, ch'ardevano,
1.20E ti assicuro, che stemmo ben da tre ore a tavola.
1.21Basta, or vatti con Dio, ché ho altra faccenda.
1.22Ricordati,
1.23Che mi debbi ancor venti ducati, che non gli dimentichi.
1.24Deh non mi romper la testa.
1.25Tu sei molto fantastico:
1.26Non eri così quando volevi aver Flora a credito,
1.27Che non mi lasciavi mai dì e notte, et adulavimi,
1.28Come s'io fussi stato papa, cardinale e vescovo.
1.29Che Flora è questa, Tonchio?
1.30Egli è matto, et ebro, lasciatelo
1.31Andar.
1.32Andar? io men'andrò pur troppo, ma torto fai
1.33A dirmi oltraggio, per cento scudi soli lasciandoti
1.34Io sì bella, sì netta, sì leggiadra e vaga femmina,
1.35E de' cento anco avendone tu venti in mano a credito.
1.36Che danari dice egli?
1.37Danari che ha sognati, mi penso.
1.38Sognati? guardate qui, gentil uomo, se questi sogni sono.
1.39Oimè, ch'e' son de' miei, traditor Tonchio, furfante, empio.
1.40Non vi adirate, signor, e' non spese me' danar mai,
1.41Che in questa fanciulla; fatevela un po' mostrar, di grazia.
1.42Ma io non vo' più perder tempo. Tonchio, resta con Dio.
1.43Vanne con la mal'ora.
1.44Son questi, Tonchio, e' libri tuoi?
1.45Son questi li studi e gli esercizi onesti di Ippolito?
1.46Padron, se costui è matto, perché volete credergli?
1.47Perch'io gli ho visti in mano i ducati, e riconosciutogli,
1.48Ch'è al manco vent'anni ch'io gli ho in casa, e riconoscere
1.49Gli posso bene, e gli ho, lasso! serbati per spendere
1.50In una puttana per man di Tonchio e del mio Ippolito.
1.51Padron, voi vi adirate, e non aspettate di intendere
1.52Le mie ragioni.
1.53E quai son?
1.54Son queste, che quella vedova,
1.55Da chi comperai i libri, ha in casa una sua certa balia
1.56Di Casentino, a chi una sorella troppo semplice
1.57Fu da i soldati sviata, e menata verso Napoli;
1.58Et ella ciò intendendo, per mezzo di certe pratiche
1.59Oprò che costui in qua la rimenasse, promettendogli
1.60Premio, et egli il fece. Or questa balia per far suo debito
1.61Avendo accettati ducati ottanta da la vedova
1.62De i vostri, che per i libri diedi, per meglio esserne
1.63Sicura, volse ch'io, come terzo, a costui portassigli:
1.64Io 'l feci per caritade, e questa bestiaccia pensasi
1.65Ch'ella sia mia.
1.66Dio voglia che così sia, ma pregoti,
1.67Non ti impacciar mai di cose tali, che son di scandolo,
1.68Dan cattivo nome, e son sempre di biasimo e pericolo.
1.69Ma chi è quest'altro, che così affannato mostrasi?
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