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SCENA V.

Rime

PoeTree.it

1.1Io pur cerco di Simon, né trovar possolo:
1.2Lascerollo andar, ch'omai è tempo di girsene
1.3A desinare, e se bene Scarabon ne mena
1.4Flora, sarà forse più l'util d'Ippolito,
1.5Ch'ad ogni modo gli ha ella tosto a rincrescere,
1.6E i danari in cosa trista si getterebbono.
1.7A lui dirò ch'avrò fatti di gran miracoli;
1.8Il tempo fugge, e le fantasie via passano.
1.9Tonchio, che fai tu? Tonchio che ragioni tu teco?
1.10Quand'io penso che per me qual cosa adoperi,
1.11E io ti trovo a tuo bell'agio qui discorrere
1.12Quel ch'è bene e quel ch'è male, e teco stesso fingere
1.13Le bugie che mi vuoi poscia dar ad intendere.
1.14O padron, sete qui?
1.15Ci son sì, né essere
1.16Ci vorrei avendo udito quello che credere
1.17Non avrei mai potuto credere per nulla mai.
1.18E che? ho io però cosa che così sia
1.19Per voi dannosa detta, e così biasimevole?
1.20Non so che sia, ma contro quel che promessomi
1.21Avevi è molto e contro a la fede datami.
1.22S'io v'aveva promesso far l'impossibile,
1.23Per desiderio di servirvi, non credomi
1.24Che gravar vi possa, s'ho fatto il mio debito.
1.25Né il debito, né cosa che a lui sia simile
1.26Fatta hai, se non burlarti teco di Ippolito.
1.27Ma te la renderò, te la imprometto.
1.28Come?
1.29Piacesse a Dio, ch'io mi terrei felicissimo.
1.30Or tu 'l vedrai.
1.31Et io vel mostrerò subito:
1.32In questa borsa dugento ducati sono,
1.33Ch'io ho avuti posso dir per miracolo.
1.34Anco m'uccelli?
1.35Or apritela e vedretegli.
1.36Ei son pur essi! Com'hai tu fatto? dimmelo.
1.37Vel dirò poscia là in casa di Flamminia.
1.38Leviamci di qua, che trovati non fussimo
1.39Da Simone, il qual sempre è sospettosissimo.
1.40La porta è aperta: entriam or, che nessun vedeci.
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