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Rime

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1.1Poi ch'il gran padre mio, l'eterno Giove
1.2Mandò la figlia sua Pandora detta
1.3Col tristo vaso al doloroso Averno,
1.4Et ella stolta oltra il dovere in terra
1.5Prevaricando al comandato offizio
1.6Volse veder che s'ascondeva in esso,
1.7Onde l'aperse, e di quel vaso sorse
1.8Dolor, doglie, martìr, tormenti, e guai,
1.9E mille altri con loro affanni e pene,
1.10Spargendosi tra voi, mortali stolti,
1.11Ma contro il voler d'essa, che non puote
1.12Come speranza al loco lor ridurgli,
1.13E con voi sono, e ci staran mai sempre.
1.14De' quai molti n'ho io condotti meco
1.15Per tormentar color, ch'entro al mio regno
1.16Condussero Beltà, Speme e Disio,
1.17Et altre, et altre lor compagne assai.
1.18Però 'l Sospetto, ch'ogni cosa teme,
1.19Sanza saper di che, d'arme ho guarnito.
1.20La Gelosia, ch'ogn'or si rode il core
1.21Con la sua propria lima, a canto stagli,
1.22E da mill'occhi versa pianto eterno.
1.23E costei qui si macilenta e macra
1.24È la Disperazion, che col suo ferro
1.25Con le proprie sue man se stessa uccide.
1.26La Fraude e la Discordia, ch'una cerca,
1.27Mostrando il dolce altrui, donargli il tosco;
1.28E l'altra discordar quanto è d'unito,
1.29E 'l fuoco e l'acqua far battaglie insieme.
1.30La Corruttela è poi, ch'attende solo
1.31Contaminar le ben pudiche menti
1.32Sotto mentiti panni e finto viso.
1.33Questi poi che tra voi sfogato avranno
1.34Parte de' dolor lor dogliosi e mesti,
1.35Ritorneranno a' tralasciati offizi.
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