SCENA III.
Rime
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1.1 | Io veggio Ippolito da lunge, che viene a proposito, |
1.2 | Ch'io gli parli davanti che andare a trovar Flamminia, |
1.3 | Per saper quanto di Flora è seguito, e poi intendere |
1.4 | S'ella potrà con lo Scarabone farli alcun servizio. |
1.5 | Ella sarà buona, ché l'un conosce l'altro diavolo. |
1.6 | Io l'ho pur tanto cercato, che l'ho trovato alla fine. |
1.7 | O Ippolito mio caro, come van le cose tue? |
1.8 | Con poca speranza, ma non disperate ancora. |
1.9 | E come? |
1.10 | Scarabon se ne vuol menare a Siena, a Roma, a Napoli |
1.11 | Flora, se prima che le stelle oggi in cielo apparischino |
1.12 | Non ha danari; e Tonchio è gito poco fa a parlargliene, |
1.13 | Far mercato seco, e poi per qualche via procacciarnegli. |
1.14 | Ippolito, sai che danari io non ho, né manco credito; |
1.15 | E s'io trovassi maniera di vender me medesmo, |
1.16 | Io il farei più che volentieri, e siane pur certissimo; |
1.17 | Ma seguiti che vuole, e sta' pur certo di voglia ottima, |
1.18 | Che quando tutto manchi, per viva forza torrassegli, |
1.19 | E buon mercato glie ne parrà avere, se scampa le quoia. |
1.20 | Quando io sarò sbandito di questa città, non possono |
1.21 | Farmi altro male i magistrati con tutti i lor giudici. |
1.22 | Tanto potrò io bene altrove, come anco qui, vivere, |
1.23 | Et ho più voglia di servirti, che d'ogni altro mio utile. |
1.24 | Io ti ringrazio, Attilio, et accetto l'offerta tua: |
1.25 | Non di meno vo' prima tentar tutte altre vie, e mettermi |
1.26 | Al dover col ruffiano, e veder che partoriscono |
1.27 | Le astuzie del nostro Tonchio, che debbe alle mani essere |
1.28 | Con Scarabone, e menarlo dove sarà Flamminia, |
1.29 | Per far mercato. Ben mi farai tu grazia grandissima |
1.30 | Di trovar lei prima, tutto il caso raccomandandogli, |
1.31 | Ché per amor tuo il farà volentieri, con maniera ottima, |
1.32 | Come fai in tutte le cose. |
1.33 | Or ne dimanda qui, pregoti, |
1.34 | Il Lumaca, se pur fra me stesso il pensava. |
1.35 | Certissimo, |
1.36 | Et eravamo inviati là, e veniva a proposito, |
1.37 | Ch'ella lo aveva mandato a domandar per la sua Agata. |
1.38 | Andremo adunque a trovarla. Ma eccola che viene: |
1.39 | Farassi il bisogno, et in tutto; Ippolito, vattene. |