about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

SCENA II.

Rime

PoeTree.it

1.1Che cosa è la fortuna! s'io avessi avuto debito
1.2Con questo Attilio, o ch'il vederlo mi portasse incomodo,
1.3L'avrei trovato mille volte: or perch'io lo desidero
1.4N'ho cercato tutta la mattina, e non mai incontratolo;
1.5Ma quanto ho di buon fatto, che tutte le divozion mie
1.6Ho fornite di dire, e poi tre messe devotissime
1.7Ho udite ora in santa Maria del Fiore aspettandolo.
1.8L'Agata pensa d'ingannare i santi, come fa gli uomini.
1.9Et ho dato a certi poveri alcune limosine.
1.10Gian delle vitelle rubava i buoi, e dava per Dio
1.11Le corna a chi ne aveva di bisogno.
1.12E certe comar mie
1.13Ho visitate.
1.14Comar di preti, che tra' panni lani
1.15Si fanno a casa nostra.
1.16E tutte poi riconfortatole,
1.17Che chi ha perduto il suo amante, e chi perderlo dubita,
1.18E l'altra è stata dal marito trattata da asina,
1.19Io dico col bastone.
1.20Avesse ei fattoti il medesimo.
1.21Chi sento io che parla? oh per mia fe, ch'egli è il nostro Attilio.
1.22Et io ancora, Agata bella.
1.23O Lumaca carissimo:
1.24Quanto t'ho io cercato, Attilio.
1.25Perché?
1.26La Flamminia
1.27M'ha comandato ch'io ti trovi in ogni modo, e preghiti
1.28Che tu la venga a vedere.
1.29E s'io vi venissi, bastale?
1.30No, ché tu non se' buono a quel che egli.
1.31Miglior, promettoti;
1.32Quantunque e' sia ben vestito, et io sì mal in ordine.
1.33Or basta, ella vuol lui: che le debbo io adunque dire?
1.34Ch'io verrò subito.
1.35Quanto ben farai! ché la povera
1.36Donna non può star senza vederti, ella non può vivere:
1.37Tu hai gran torto. Ma miracol non è, che voi giovani
1.38Come avete invescata un'amorosa donna, subito
1.39L'abbandonate, ne dite male, vi viene a fastidio
1.40E prima che voi l'abbiate, dolori, affanni, spasimi,
1.41Tormenti, martirii, lacci, dardi, quadrella, fiaccole,
1.42E tante cose avete ne' vostri animi, che l'abbaco
1.43Tutto non le conterebbe, e 'n quattro notti poscia o 'n sei
1.44Sète più sani, che se fuste figliuoli di Esculapio.
1.45Pàrti che la sia dotta nell'arte sua?
1.46Dimmi, Agata,
1.47Non hai tu torto a dirmi questo? ché sai pur certissimo
1.48Che egli è 'l contrario del tutto, e che non fu visto mai
1.49Ch'io le mancassi ov'ella ha avuto di bisogno: e se ben ora
1.50Sono stato due giorni sanza andarvi, quando io le dica
1.51Le mie ragioni, so che ella meco adirata non fia.
1.52Dio 'l voglia: so ben che ella è per te sì cieca, che agevole
1.53Ti fia, come si dice, il darle per lanterne lucciole.
1.54Va' via, ti prego, e dille che poco dopo te vengone.
1.55Così farò, poi che ti piace; eh non fallir, di grazia.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)