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SCENA I.

Rime

PoeTree.it

1.1Sì che tu vedi, et intendi, Lumaca mio, in che termine
1.2Io mi trovi; e quanto io sia nel fuoco per Virginia
1.3Di Simon figlia, e sorella del mio amico Ippolito.
1.4Al quale non penso io però di fare alcuna ingiuria,
1.5Perché Dio sa ch'io l'amo con quel buono et onesto animo,
1.6Che amar si possa figliuola.
1.7Sì, io intendo di quel propio,
1.8Del quale si ingrossa.
1.9Io so ben che molti nol posson credere,
1.10Che son come te pieni di affetti bassi, e bestialissimi.
1.11Deh, di grazia, ditemi, perché cagion l'amate voi?
1.12Per vederla e parlarle, s'io potessi, contemplandola
1.13Come cosa celeste e come una purissima angiola,
1.14Non per piacer del corpo, ma solamente dell'animo.
1.15E ben, non le tocchereste voi un po' volentieri la mano?
1.16Sì veramente.
1.17Oh non sapete voi che non si toccano
1.18Gli angeli che non hanno corpo; secondo che un filosofo
1.19Mi disse un giorno fuor di proposito? e bene avveggiomi
1.20Che tutti gli amori vanno a un segno, ma si ritrovano
1.21Diverse strade chiuse, e sotto varii veli si ascondono
1.22I desir vostri; onde vi prego meco che alla libera
1.23Confessiate le voglie, e che avreste gran desiderio
1.24Di possederla alcuna volta, siccome Flamminia.
1.25Non veramente.
1.26Ben credo io che per moglie legittima
1.27Più tosto la vorreste, come quel che ben conto fate,
1.28Ch'oltra al diletto grande, poi parentado onorevole
1.29Guadagnereste e ricchezze; onde a ciò non spinge l'utile,
1.30Non l'onestade, e non l'amor che mostrate platonico.
1.31Or lasciamo andar questi tuoi dotti discorsi; e dicoti,
1.32Ch'io non posso ad altro pensare, e non posso più vivere
1.33Sanza vederla. Oimè! che giorni quattro già sono,
1.34Ch'io non la vidi.
1.35E quando la vedete, n'è il medesimo,
1.36Ch'ella non ne sa cosa alcuna; e forse anco sapendolo,
1.37Che il peggio ne saria, ch'ella mi pare vie più salvatica
1.38Che alcuna cerva.
1.39Egli è certo, e dico che di scoprirgliele
1.40Non ardirei, perch'io son sicuro che altro che perdere
1.41Non si potrebbe, e che ella non vorrebbe mai lasciarmisi
1.42Più riguardare.
1.43Or che disegno adunque, semplice, fate?
1.44Di morir tacendo, o ver sol viver per lei di lacrime.
1.45O che voi sete matto: quanto era me' con Flamminia
1.46Darvi buon tempo, che vi ama molto più che gli occhi suoi!
1.47Non è men bella di lei, non bisogna cerimonie,
1.48E non si fa ad alcun dispiacere, non ci è alcun biasimo;
1.49Ma voi altri sprezzate le cose, se non son difficili,
1.50Vietate, di perdimento di tempo, o di pericolo,
1.51Et ogni altra parte fuor che diletto si considera.
1.52Ma ecco l'Agata, che par tutta affannata, e cercavi,
1.53Per quel ch'io creda.
1.54Certo, oh come volentieri ascondermi
1.55Vorrei! ma far nol posso, perché l'ingratitudine
1.56Troppo è gran vizio, e riconosco pur infiniti obblighi
1.57Dalla Flamminia, e bramo veramente ristorarnela
1.58Per qualche modo un giorno.
1.59Troppi vi mettete carichi
1.60Sopra le spalle, a voler sodisfare a un tempo a due.
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