SCENA IV.
Rime
PoeTree.it
1.1 | Or ch'ei sen'è andato, e' mi bisogna raccor l'alito, |
1.2 | E pensar tutte le cose, e ben poi discorrere. |
1.3 | Perché danar d'altri, che da Simon, trar non si possono; |
1.4 | Et ei, benché non sia de' più astuti che si trovino, |
1.5 | Egli è pur vecchio molto, et ho sentito dire ch'il diavolo |
1.6 | È savio, perché ha vivuto assai; poi sendo avarissimo, |
1.7 | E avvezzo a esser sempre ingannato, tien sempre carica |
1.8 | La balestra contra i nimici; oltra ciò ben conoscemi, |
1.9 | E da me si guarda, sì ch'ei sarà pur malagevole, |
1.10 | Con tutti i disegni nostri, disproveduto corcelo. |
1.11 | Or sia come Dio vuole, l'imprese tentar si convengono. |
1.12 | Io gli dirò ch'ei non bisogna. Non: se ne accorgerebbe subito. |
1.13 | Ch'un mercante vuol fare un partito... nol crederà mai. |
1.14 | Che diavol farò adunque? O Giove, o Venere, o Mercurio! |
1.15 | Io l'ho trovata, io l'ho trovata, e senza dubbio sia tale, |
1.16 | Che il mio vecchio ne arà piacere, e 'l mio padrone Ippolito |
1.17 | Sarà contento, perché arà la sua Flora in dominio; |
1.18 | Et io ne avrò la mia senserìa. Or dunque restami |
1.19 | Di far prima l'accordo col ruffiano, e dar dentro. |
1.20 | Io sento aprir la porta di qui presso: forse Attilio |
1.21 | Esser potrebbe, che mi verrebbe a proposito. |
1.22 | E' non fu esso, ella è Flamminia, et ha in compagnia l'Agata. |
1.23 | Io me ne vo' fuggire, che non mi facessin tempo perdere. |