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CANZONE QUARTA.

Rime

PoeTree.it

1.1Se come sciolto da tutt'altre umane
1.2Qualitadi mi tieni e levi in parte
1.3Che in tutto è dal mortal uso diversa,
1.4Così porgessi, Amor, forze non vane
1.5Al desio che di porre in queste carte
1.6Brama il piacer che dentro s'attraversa,
1.7Quel ch'or tacendo versa
1.8Per gli occhi in dolce pianto il debil core,
1.9Con le tue proprie mani insieme accolto,
1.10In miglior uso volto
1.11Usciria tal, che a te di largo onore
1.12Fôra cagione, e a me di più liete ore.
1.13Ben sai, Signor, che senza la tua aita
1.14Indarno stanco le mie basse rime,
1.15E menzogna parrà quanto io ragiono.
1.16Ma tacer non mi lascia la infinita
1.17Dolcezza, e del mio canto non si estime
1.18D'altri giammai celeste il mortal dono.
1.19E tutto quel ch'io sono
1.20E scrivo, se ritrarlo, (il che m'accora)
1.21Non mi lece ad altrui, mostra tu appieno
1.22In questa fronte almeno
1.23Sì che legga palese il mondo fuora
1.24Che par non ebbe il mio gioire ancora.
1.25La notte di lucenti gemme aurate
1.26Avea cosparso il ciel già d'ogni intorno,
1.27E copria scuro vel l'umida terra,
1.28Allor che al mio bel sole alta pietate
1.29(O notte a me più chiara assai del giorno!)
1.30Riscaldò il petto, e me tolse di guerra.
1.31Certo il cielo non serra
1.32Piacer che adegui la mia festa pura
1.33Quando il volto rimembro e le parole
1.34Dell'amato mio sole,
1.35Alla cui voce ardea la notte oscura,
1.36E frenava il suo corso anco natura.
1.37Fedel, dicea, mio caro, il tempo è giunto
1.38Ch'io ti ristori d'ogni avuto oltraggio,
1.39E il porto alle angosciose tue fatiche
1.40Dimostri omai, e che non men compunto
1.41Dagli amorosi strali il mio cor aggio;
1.42E se mai le mie voglie a te nemiche
1.43Si dimostrâr, che amiche
1.44Sempre ti fur, ciò fa per maggior segno
1.45Aver del colpo, onde l'incendio nacque
1.46Che a me cotanto piacque.
1.47Or tutta in signoria di te ne vegno,
1.48Né sperar da me aver più ricco pegno.
1.49Così dicendo, le sue braccia aperse,
1.50Ché ben là dove io stava ella s'accorse,
1.51E un'aura mi spirò dal suo bel viso
1.52Possente sì, che le virtù disperse
1.53Racquistâr forze, al suo soggiorno corse
1.54Il fuggitivo core che preciso,
1.55Per star da me diviso,
1.56M'avea già tutto quello ond'io respiro.
1.57Alfin tanto d'ardire allor li diedi,
1.58Ch'io le mi strinsi a' piedi
1.59Dicendo: de' begli occhi un vostro giro
1.60M'appaga sempre d'ogni mio martiro.
1.61Ma poi che alzarmi a tanto onor vi piace,
1.62Non fia duro destin che più m'addoglie,
1.63Né mortal peso che m'ingombri o grave.
1.64Turbar si ferma e sì tranquilla pace
1.65Non potranno di me l'ultime spoglie,
1.66Così del core l'una e l'altra chiave
1.67A voi che il suo soave
1.68Sostegno siete, io sacro umilemente.
1.69Mentr'io seguia più avante, ci percosse
1.70Chi della terra scosse
1.71L'ombra col novo giorno acerbamente,
1.72La bella Aurora, il lucido Orïente.
1.73Canzon, tu puoi ben dire
1.74Siccome giustamente io desiai
1.75Che il Sol dall'onde non uscisse mai.
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