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Rime

PoeTree.it

1.1Cari Signor, che per voler divino
1.2Dopo sì lunghi passi
1.3Fuor del credere uman qui siete insieme,
1.4La bella Italia che languendo stassi
1.5Col viso umido e chino
1.6E tra i dubbi pensier sospira e teme,
1.7Poscia ch'ogni sua speme
1.8In voi ripone, e di tutt'altri è schiva,
1.9Riverente ed umil, qualunque io sia,
1.10Pregando a voi m'invia
1.11Per oprar, se si può, che ancor riviva
1.12Quella pietà ch'apriva
1.13Sì dolcemente i petti
1.14De' vostri antichi a' suoi bisogni accinti
1.15Nei primi tempi eletti,
1.16Quando vide i peggior cacciati e vinti.
1.17E per nome di lei piangendo chieggio
1.18Ch'alle sue piaghe interne
1.19Drizzate con amor gli occhi e la mente,
1.20E che non sia come si dice e teme,
1.21Né più di male in peggio
1.22Vada il suo travagliar con l'empia gente,
1.23E si lamenta e pente
1.24Che le sovvien che i gialli aurati fiori
1.25Pur malgrado di lei sovente offese,
1.26E in sé medesma accese
1.27Quella fiamma crudel che dentro e fuori
1.28I suoi sublimi onori
1.29Ha poi distrutti, tale
1.30Che ormai poca è di lei memoria appena.
1.31Chi si procaccia il male,
1.32Merta spesso pietà, non nova pena.
1.33Non ha posto in oblio l'afflitta donna
1.34Che mille volte almeno
1.35Fu dai Gallici re furata a morte,
1.36E che mill'altre poi squarciata in seno
1.37La sua purpurea gonna
1.38Divider vide alle francesche scorte,
1.39E che tranquilla sorte
1.40Sotto il vostro valor ritrovò sola,
1.41E le voglie in altrui di rabbia piene.
1.42Ma sovente addiviene
1.43Che il cielo al peccator la vista invola,
1.44Onde a' suoi danni vola
1.45Cieco senz'altra guida,
1.46Credendo ir al cammin di sua salute.
1.47E così mal s'affida
1.48Chi per troppo desir lasciò virtute.
1.49Ma che più ragionar? non è ventura
1.50L'esser talor offeso,
1.51Che dà cagion di perdonar altrui?
1.52Non fia dunque da sdegno mai conteso
1.53L'entrar per via sicura
1.54L'alta vera pietà, Francesco, in vui.
1.55Non fermi i passi sui
1.56Finché possa trovar l'alma gentile
1.57Che domandi mercè delle sue colpe,
1.58E che s'accusi e incolpe
1.59Senza menzogna con preghiera umìle.
1.60È a riputarsi a vile
1.61Il procurar vendetta
1.62Contra chi si ripente e inferma giace,
1.63E che nuda e negletta
1.64Com'or l'Italia mia, domanda pace.
1.65E tu, sommo Pastor, che con l'insegne
1.66Delle celesti chiavi
1.67Guidi al santo cammin le gregge umane,
1.68Deh rivolgi la mente all'aspre e gravi
1.69Sozze lordure indegne
1.70Che vilmente sostien da sera a mane.
1.71Vedi come ha lontane
1.72Quelle antiche dolcezze e 'l viver chiaro
1.73Che solieno onorar l'Atlante e 'l Gange.
1.74Vedi che or chiama, e piange
1.75Che non le sia di buon voler avaro,
1.76E del suo stato amaro,
1.77Dei dolorosi omei
1.78Disciolga, e scarchi la spietata soma,
1.79Poiché chiamato sei
1.80Gran Vicario di Dio, Rettor di Roma.
1.81Non sai tu ben quanti suoi chiari amici
1.82Fuor de' nativi liti
1.83Vede quest'angosciosa, e quanto affanno!
1.84Quante misere spose i suoi mariti,
1.85Quante madri infelici
1.86Chiamano i figli suoi che altrove stanno.
1.87All'infinito danno,
1.88All'infinito mal pon fine omai!
1.89E con pietoso oprar dimostra come,
1.90Non sai mentire il nome
1.91Ma che insieme con lui Clemente avrai
1.92Il cor nelli altrui guai,
1.93E sperin poscia indarno
1.94Quei che di crudeltà son troppo vaghi,
1.95Sì che il Mugnone e l'Arno
1.96I suoi primi desir con l'opre appaghi.
1.97E se mai fu che nelle oneste voglie
1.98Benigno il cielo avesse,
1.99Ben sei tu quel, se si riguardi al vero.
1.100Poi che teco è colui che l'orme impresse
1.101Ove ogni ben s'accoglie
1.102Sempre al vero de' buon destro sentiero,
1.103Quel che sostien l'impero
1.104Delle altere virtù Francesco Pio,
1.105Onde il gallo splendor più d'altro luce.
1.106E se l'avrai per duce,
1.107Vedrai tosto sereno il tempo rio,
1.108E porre in dolce oblio
1.109La sua passata noia
1.110Il mondo infermo che riposo chiama
1.111Per rivestir di gioia,
1.112E voi, chiari Signor, d'eterna fama.
1.113Canzon, non lunge quinci
1.114Ove il mar provenzal le rive irrora,
1.115Due possenti Signor potrai vedere.
1.116Di' lor che Italia chere
1.117Umil mercede, e si lamenta e plora;
1.118E si ricorda ognora
1.119Che Santissimo all'uno,
1.120Cristianissimo all'altro il nome ha dato;
1.121E che mai fu nessuno
1.122Senza pietoso cor dal cielo amato.
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