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1.1O insensata cura de' mortali,
1.2quanto son difettivi silogismi
1.3quei che ti fanno in basso batter l'ali!
2.1Chi dietro a iura, e chi ad amforismi
2.2sen giva, e chi seguendo sacerdozio,
2.3e chi regnar per forza o per sofismi,
3.1e chi rubare, e chi civil negozio,
3.2chi nel diletto de la carne involto
3.3s'affaticava e chi si dava a l'ozio,
4.1quando, da tutte queste cose sciolto,
4.2con Bëatrice m'era suso in cielo
4.3cotanto gloriosamente accolto.
5.1Poi che ciascuno fu tornato ne lo
5.2punto del cerchio in che avanti s'era,
5.3fermossi, come a candellier candelo.
6.1E io senti' dentro a quella lumera
6.2che pria m'avea parlato, sorridendo
6.3incominciar, faccendosi più mera:
7.1"Così com'io del suo raggio resplendo,
7.2sì, riguardando ne la luce etterna,
7.3li tuoi pensieri onde cagioni apprendo.
8.1Tu dubbi, e hai voler che si ricerna
8.2in sì aperta e 'n sì distesa lingua
8.3lo dicer mio, ch'al tuo sentir si sterna,
9.1ove dinanzi dissi "U' ben s'impingua",
9.2e là u' dissi: "Non nacque il secondo";
9.3e qui è uopo che ben si distingua.
10.1La provedenza, che governa il mondo
10.2con quel consiglio nel quale ogne aspetto
10.3creato è vinto pria che vada al fondo,
11.1però che andasse ver' lo suo diletto
11.2la sposa di colui ch'ad alte grida
11.3disposò lei col sangue benedetto,
12.1in sé sicura e anche a lui più fida,
12.2due principi ordinò in suo favore,
12.3che quinci e quindi le fosser per guida.
13.1L'un fu tutto serafico in ardore;
13.2l'altro per sapïenza in terra fue
13.3di cherubica luce uno splendore.
14.1De l'un dirò, però che d'amendue
14.2si dice l'un pregiando, qual ch'om prende,
14.3perch'ad un fine fur l'opere sue.
15.1Intra Tupino e l'acqua che discende
15.2del colle eletto dal beato Ubaldo,
15.3fertile costa d'alto monte pende,
16.1onde Perugia sente freddo e caldo
16.2da Porta Sole; e di rietro le piange
16.3per grave giogo Nocera con Gualdo.
17.1Di questa costa, là dov'ella frange
17.2più sua rattezza, nacque al mondo un sole,
17.3come fa questo tal volta di Gange.
18.1Però chi d'esso loco fa parole,
18.2non dica Ascesi, ché direbbe corto,
18.3ma Orïente, se proprio dir vuole.
19.1Non era ancor molto lontan da l'orto,
19.2ch'el cominciò a far sentir la terra
19.3de la sua gran virtute alcun conforto;
20.1ché per tal donna, giovinetto, in guerra
20.2del padre corse, a cui, come a la morte,
20.3la porta del piacer nessun diserra;
21.1e dinanzi a la sua spirital corte
21.2e coram patre le si fece unito;
21.3poscia di dì in dì l'amò più forte.
22.1Questa, privata del primo marito,
22.2millecent'anni e più dispetta e scura
22.3fino a costui si stette sanza invito;
23.1né valse udir che la trovò sicura
23.2con Amiclate, al suon de la sua voce,
23.3colui ch'a tutto 'l mondo fé paura;
24.1né valse esser costante né feroce,
24.2sì che, dove Maria rimase giuso,
24.3ella con Cristo pianse in su la croce.
25.1Ma perch'io non proceda troppo chiuso,
25.2Francesco e Povertà per questi amanti
25.3prendi oramai nel mio parlar diffuso.
26.1La lor concordia e i lor lieti sembianti,
26.2amore e maraviglia e dolce sguardo
26.3facieno esser cagion di pensier santi;
27.1tanto che 'l venerabile Bernardo
27.2si scalzò prima, e dietro a tanta pace
27.3corse e, correndo, li parve esser tardo.
28.1Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!
28.2Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro
28.3dietro a lo sposo, sì la sposa piace.
29.1Indi sen va quel padre e quel maestro
29.2con la sua donna e con quella famiglia
29.3che già legava l'umile capestro.
30.1Né li gravò viltà di cuor le ciglia
30.2per esser fi' di Pietro Bernardone,
30.3né per parer dispetto a maraviglia;
31.1ma regalmente sua dura intenzione
31.2ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe
31.3primo sigillo a sua religïone.
32.1Poi che la gente poverella crebbe
32.2dietro a costui, la cui mirabil vita
32.3meglio in gloria del ciel si canterebbe,
33.1di seconda corona redimita
33.2fu per Onorio da l'Etterno Spiro
33.3la santa voglia d'esto archimandrita.
34.1E poi che, per la sete del martiro,
34.2ne la presenza del Soldan superba
34.3predicò Cristo e li altri che 'l seguiro,
35.1e per trovare a conversione acerba
35.2troppo la gente e per non stare indarno,
35.3redissi al frutto de l'italica erba,
36.1nel crudo sasso intra Tevero e Arno
36.2da Cristo prese l'ultimo sigillo,
36.3che le sue membra due anni portarno.
37.1Quando a colui ch'a tanto ben sortillo
37.2piacque di trarlo suso a la mercede
37.3ch'el meritò nel suo farsi pusillo,
38.1a' frati suoi, sì com'a giuste rede,
38.2raccomandò la donna sua più cara,
38.3e comandò che l'amassero a fede;
39.1e del suo grembo l'anima preclara
39.2mover si volle, tornando al suo regno,
39.3e al suo corpo non volle altra bara.
40.1Pensa oramai qual fu colui che degno
40.2collega fu a mantener la barca
40.3di Pietro in alto mar per dritto segno;
41.1e questo fu il nostro patrïarca;
41.2per che qual segue lui, com'el comanda,
41.3discerner puoi che buone merce carca.
42.1Ma 'l suo pecuglio di nova vivanda
42.2è fatto ghiotto, sì ch'esser non puote
42.3che per diversi salti non si spanda;
43.1e quanto le sue pecore remote
43.2e vagabunde più da esso vanno,
43.3più tornano a l'ovil di latte vòte.
44.1Ben son di quelle che temono 'l danno
44.2e stringonsi al pastor; ma son sì poche,
44.3che le cappe fornisce poco panno.
45.1Or, se le mie parole non son fioche,
45.2se la tua audïenza è stata attenta,
45.3se ciò ch'è detto a la mente revoche,
46.1in parte fia la tua voglia contenta,
46.2perché vedrai la pianta onde si scheggia,
46.3e vedra' il corrègger che argomenta
47.1"U' ben s'impingua, se non si vaneggia".
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