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SELVA QUARTA.

Rime

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1.1Deh che poss'io più far, poi che il ciel vuole
1.2Che l'alma Pianta mia veder non possa
1.3Quanta è la fiamma che per lei mi strugge,
1.4E quanto il mio servir sia fermo e fido?
1.5Non giova testimon chiamar gli Dei,
1.6Non mi giova il mostrar che d'ora in ora,
1.7Stando io lontan da lei, mia vita fugge.
1.8Ahi sempre cruda voglia! ahi poca fede
1.9Che un uom s'ancida mille volte il giorno!
1.10Né se gli creda pur, se dice omei!
1.11Piagge, selve, montagne, e colli toschi,
1.12Arno al mio lamentar compagno e guida,
1.13Ditele voi per me, se io piango o rido,
1.14Ditegliel voi per me, che notte e giorno
1.15Sapete ben quanto il suo nome chiamo
1.16Tanto udito fin qui, ch'eterna forse
1.17Fia la memoria de' suoi rami in voi.
1.18Deh perché non vede or Durenza e Sorga
1.19Quel che vedete voi? perché nol vede
1.20Il suo liguro mar che n'è sì lunge,
1.21Che di me poscia le narrasse il vero?
1.22Ch'io so quanto il suo dir più fede avrebbe
1.23Che non ha il nostro, che l'è forse a sdegno.
1.24Ah che dico io? come sdegnar si deve
1.25La bella Pianta mia del canto tosco
1.26Ch'altro non cercò mai, che farle onore?
1.27Per quell'occhio divin che il giorno alluma,
1.28Per la sorella sua ch'all'ombra è luce:
1.29Per quel sommo rettor che ad ambi è padre;
1.30Per la sua figlia, onor del terzo cielo;
1.31Giuro ch'altra giammai non fu né fia
1.32Così dentro il mio cor, come voi siete.
1.33E s'io non dico il ver, divegna il vero,
1.34E voi m'odiate più quant'io più v'amo.
1.35O crudo Amor, perché cotanta indarno
1.36Mi dài pena a narrar quel ch'ogni uom vede;
1.37E più ch'io non vorrei pietà ne prende,
1.38E di che men vorrei contrario avviene?
1.39Qual mio fallo è cagion che quella fede
1.40Ch'io pur già vidi, o di veder pensai
1.41Nel vostro amato sen, Ligura Pianta,
1.42Veggia in un punto con mio danno spenta?
1.43Com'esser può che in voi loco ritrovi
1.44Pensier che accusi il mio innocente amore,
1.45O vi faccia dubbiar che d'altri sia?
1.46Son vostro sempre; e quel che a voi mi diede
1.47Appena potria far che ciò non fosse,
1.48Perch'io non più d'amor, ma vostro sono.
1.49Né potreste pur voi ritôrmi a voi.
1.50Chi non sa che sia duol, venga a vederme,
1.51E dirà ben che nulla morte è quale
1.52Il mio viver quaggiù doglioso e tristo.
1.53Dogliomi in parte ov'io non trovo aita,
1.54In parte chiamo ove non è chi m'oda,
1.55Scrivo il mio pianto ove non è chi 'l creda
1.56Stommi senza il mio cor dov'io non voglio,
1.57E tolto m'è l'andar dov'io vorrei.
1.58Che dunque resta? ah se non fosse spene
1.59Che miglior tempi e più pietà promette,
1.60Non so quel che di me si fosse omai.
1.61Non vide forse Amor fede più chiara
1.62In quanti oggi ne son, quanti ne fûro,
1.63Com'ora in me, che tanto ahi lasso! temo
1.64Di non offender voi, che più non oso
1.65Oprar, dire, o pensar cosa giammai
1.66Che non sia vostra, o che da voi non vegna.
1.67La rozza penna mia pinger non puote
1.68Se non le frondi vostre e i vostri rami:
1.69Altro non sa questa mia stanca voce
1.70Che voi qui richiamar la notte e il giorno,
1.71E pur piangendo dir talvolta omei.
1.72Altro non sa pensar l'afflitto core
1.73Che al tempo andato, e figurarvi appresso,
1.74E con l'immaginar tant'alto gire,
1.75Che ben sovente il ver sarìa men vero.
1.76Non voglion più mirar quest'occhi lassi
1.77Cosa che lieta sia, ché han tema in loro,
1.78Che non sia romper fe, prender diletto,
1.79O cosa riguardar che voi non sia.
1.80D'ogni dolce armonia son fatte schive
1.81Le triste orecchie, e si riservan sole
1.82Al santo mormorar di quelle fronde.
1.83Gli alpestri monti e i più spinosi calli
1.84Cerca il piè infermo, che calcar si sdegna
1.85Altro verde sentier, che quello stesso
1.86Che 'l conducea nel vostro vago e chiaro
1.87Almo giardin, che voi nutrisce in seno.
1.88Deh! quando dee venir quel dì beato
1.89Che mi riporti a sì tranquilli tempi,
1.90Che con la Pianta mia contento scriva,
1.91Parli, pensi, riguardi, ascolti e vada,
1.92Senza sospetto aver, senz'altra cura?
1.93Forse fia tosto: e già d'udir mi sembra
1.94L'altero tronco avvicinarsi al loco,
1.95Che al mio duro partir promise Amore.
1.96Oh che cortese dir! che note ardenti!
1.97Che dolce salutar colmo di gioia
1.98Che solo a ripensar mi fa beato!
1.99Oh se mi dona Amor tanta baldanza
1.100Ch'io le possa narrar quel c'ho sofferto
1.101Dal dì che il mio destin da lei mi tolse!
1.102Forse che allor quelle onorate fronde
1.103Per la pietà delle mie lunghe pene,
1.104D'amoroso pallor cangiar vedremo.
1.105So ben che 'l crederà, ché il volto stesso
1.106Sarà buon testimon dei detti miei.
1.107O santo giorno a me giocondo e caro,
1.108Più ch'altro fosse ancor! raddoppia il corso,
1.109Vienne or veloce a chi t'aspetta e chiama.
1.110E poi che giunto a' miei desir sarai,
1.111Fermi le ruote il ciel, non muova il Sole.
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