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ELEGIA.

Rime

PoeTree.it

1.1Quando esser deve, omai dimmelo, Amore,
1.2Ch'io torni a riveder quel chiaro loco
1.3Che mi tien del suo sen chiuso di fuore?
1.4Quando gli occhi vedrò dond'uscìo il fuoco
1.5Che m'arde tal, che mille monti e fiumi,
1.6Campagne e colli al mio fuggir son poco?
1.7O divin portamento, alti costumi,
1.8O celesti o santi atti, o bella Flora,
1.9Ove or son vôlti i duo miei dolci lumi?
1.10Sovvien lor più di me, piangonmi ancora?
1.11Cercanmi intenti? o fidi antichi amici,
1.12Quanta in voi già pietà scòrsi io talora!
1.13Deh perché i tempi miei lieti e felici
1.14Vôlti hai, Fortuna, in sì doglioso pianto?
1.15Son questi d'Arno i lieti colli aprici?
1.16È questo il mio terren, ch'io chiamo tanto?
1.17È questo il nido, in cui piangendo andai
1.18Soave si, ch'io non ho invidia al canto?
1.19È qui il mio Sol, che gli amorosi rai
1.20Con tal vaghezza mi spiegò dintorno,
1.21Ch'altro non veggio ben, né 'l penso mai?
1.22Lasso! mi sembra qui più fosco il giorno
1.23Che là le notti, u' son le nebbie chiare
1.24Più che qua il ciel quando più volge adorno.
1.25Dai desir dolci e da speranze care,
1.26Cruda, non mi tener così lontano
1.27Tra i sospir gravi, ohimè! tra l'onde amare.
1.28Io non ti chieggio quel che 'l mondo invano
1.29Cerca ad ognor, possanza, oro e terreno;
1.30Libertà chieggio, e 'l mio bel volto umano;
1.31Stato tranquillo e d'alma pace pieno,
1.32Ove la santa Astrea con dritta estima
1.33Gastighi il troppo, e doni forza al meno.
1.34Monti pur chi 'l desia sopra la cima
1.35Dell'alta ruota tua per gli altrui danni,
1.36Ché a me sol basterìa quanto ebbi prima.
1.37Io non ho invidia a chi tra mille affanni
1.38Tien mille regni, e tra le gemme e l'oro
1.39Imperla, e indora mille e mille inganni.
1.40Possegga pur chi può quanti mai fôro
1.41Armenti, Alfeo, per le tue verdi rive,
1.42Ch'io per altro desir mi discoloro.
1.43Che di più sente chi superbo vive
1.44Ne' gran palazzi? e follemente crede
1.45Che alla gloria ed al ben così s'arrive!
1.46Che giova altero andar di sangue e prede?
1.47E di porpora ornarsi, in cui natura
1.48Sovente all'arte sua sorella cede?
1.49Fa men queta la vita e men sicura
1.50Il posseder quaggiù regni e ricchezze,
1.51Seme crudel d'ogni gravosa cura.
1.52Così poss'io goder l'alte bellezze
1.53Povero, e solo a voi giocondo e caro,
1.54Flora; il mondo di poi mi fugga e sprezze.
1.55Candido giorno, o giorno lieto e chiaro
1.56Che a voi mi renderà, dolce stagione
1.57In ch'io 'l frutto corrò leggiadro e raro;
1.58Deh! torna tosto omai, ch'è ben ragione
1.59Che trovi al mondo un lungo pianger fine.
1.60Or surge il Sol nell'Indo, or si ripone,
1.61E talor lieti fior veston le spine.
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