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SATIRA NONA.

Rime

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1.1Quanto più il mondo d'ogn'intorno guardo,
1.2Onorato Giulian, più d'ora in ora
1.3Di voi sempre lodar mi struggo ed ardo:
1.4E veggio più quanto è dal vulgo fuora
1.5L'invitta, onesta e chiara cortesia
1.6Che quasi in proprio albergo in voi dimora.
1.7Veggio, e per prova il so, quanto ella sia
1.8Da pregiare oggi più quanto è più rara,
1.9E quanti ha men per la sua dritta via.
1.10Come il sent'io? come la coppia cara
1.11Meco il consente? ché fuggiam per lei
1.12Due già da morte, e l'un da vita amara.
1.13Se non m'intende ogn'uom com'io vorrei,
1.14Ben m'intendo io, che la cortese mano
1.15Sentii sì larga ai gran bisogni miei.
1.16Oggi, chi cerca, s'affatica invano
1.17Per ritrovar più d'un, che in grado prenda,
1.18Più che 'l profitto, un gentil atto umano.
1.19Non manca già chi fintamente spenda
1.20Tante, sì nuove e splendide parole
1.21Quasi uno ardente amor lo sproni, e incenda.
1.22Poi che il bisogno vien, fur vento e fole
1.23Le sue impromesse, né 'l conosci appena,
1.24Sì contrario divien da quel che suole.
1.25Oggi chi mostra aver la borsa piena,
1.26Quel trova amici; e chi la porta vôta,
1.27Nulla altro scerne che travaglio e pena.
1.28Qual giace in fondo dell'ingiusta ruota
1.29Che i miglior preme sollevando i pravi,
1.30Non è vile animal che nol percuota.
1.31E tal che avanti nel tuo cor pensavi
1.32Per sangue e per amor congiunto e fido,
1.33Sovente è il primo che il tuo peso aggravi.
1.34Molti han d'amici falsamente il grido,
1.35Che veggendo venir periglio e noia,
1.36Seguon Fortuna come 'l vulgo infido.
1.37Mentre ha il ciel pace, e 'l verde tempo gioia,
1.38Stassi fra noi la rondinella vaga,
1.39Poi fugge il verno, quando il freddo annoia.
1.40Chiunque al mondo di parer s'appaga
1.41Più che d'esser nel ver fidato amico,
1.42Fugge cui colpo di fortuna impiaga.
1.43Quando Arïete ha il Sol, nel colle aprico
1.44Si veggion vïolette e frondi e fiori,
1.45Ch'è, quando torna il gel, nudo e mendico.
1.46Miser colui che in quel che appar di fuori
1.47Pon troppa fede, e follemente estima
1.48Che sempre nella lingua il cor dimori.
1.49Il saggio in sé colla credenza lima
1.50La più gran parte delle altrui promesse,
1.51Né chiama amico, che nol provi in prima.
1.52Non derelitto e sol sarebbe spesse
1.53Volte colui, che aver compagni crede,
1.54Se avanti al tempo rio così facesse.
1.55Porta danno in altrui la troppa fede,
1.56Come la poca aver, vergogna apporta,
1.57E 'l profitto e l'onor nel mezzo siede.
1.58Ma tanti veggio per la strada torta,
1.59Che più ne intende chi si appiglia al meno,
1.60E il creder tardo è più sicura scorta.
1.61Ahi! vôto di virtù, di vizi pieno
1.62Secol fallace e rio, ch'appena trovi
1.63Un amico fedel dentro al tuo seno.
1.64Or con disegni inusitati e nuovi
1.65Si vende cortesia, quella pensando
1.66Non come altrui, ma a se medesmo giovi,
1.67Immaginando il loco, il come, il quando
1.68Util più rechi, quasi merce esterna
1.69Che lunge venga il Rosso Mar solcando.
1.70Ma quanta men tra noi virtù si scerna,
1.71Più di voi lucerà chiara e cortese,
1.72Giulian diletto, la memoria eterna.
1.73Più di una penna ancor farà palese
1.74Quanto al ben più d'altrui che al proprio stesso
1.75Fur giorno e notte vostre voglie intese.
1.76E se l'alto desir ch'io porto impresso
1.77Or coll'opre adempir fortuna toglie,
1.78Le carte il pagheran ch'io rigo spesso.
1.79Sappia oggi il mondo come in voi s'accoglie
1.80Tanta chiara virtù, quanti occhi in Argo,
1.81Fido soccorso e pio dell'altrui doglie,
1.82Magnanimo, gentil, cortese e largo.
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