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SATIRA OTTAVA.

Rime

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1.1Per quantunque dolor m'astringa il core
1.2Alessandra gentil, consorte cara,
1.3Non può dramma scemar del nostro amore.
1.4Né far potria l'empia mia sorte avara
1.5Che del santo imeneo la invitta face
1.6Non viva sempre in me più d'altra chiara.
1.7In memoria di lei sol vinto giace
1.8Ogni negro pensier, per lei ritorna
1.9L'antiqua guerra in più tranquilla pace.
1.10Ben mi sovvien quanto fu sempre adorna
1.11Vostr'alma integra di pietade e fede,
1.12Cui par non scorge il Sol, dovunque aggiorna.
1.13Ben mi sovvien che d'esse altra mercede
1.14Non aveste ancor mai, che doglia e pene,
1.15Com'or sentite voi, com'altri vede.
1.16Ma che possiam noi più, se lei che tiene
1.17Sotto sé il mondo, e noi chiamiam Fortuna,
1.18Con torta lance il mal ne dona e il bene?
1.19Del nostro buono oprar sotto la luna
1.20Eterna povertà, tristezza e scherno
1.21Oggi s'acquista, e senza grazia alcuna.
1.22Portiamo in pace; che se dritto scerno,
1.23Di più nobil tesoro e in altra parte
1.24Ci serva il premio il gran Monarca eterno.
1.25Guardate pur nel mondo a parte a parte,
1.26E vedrete Virtù negletta e nuda
1.27Fuor del comun sentier sola in disparte.
1.28E chi di lei seguir s'affanna e suda,
1.29Coll'arme del soffrir da fame e gelo
1.30Sovente è forza che si scherma e chiuda.
1.31Chi non sa che il cammin da gire al cielo
1.32È pien di spine ognor, sassoso ed erto
1.33Che cangiar face innanzi tempo 'l pelo?
1.34L'altro è sempre a chi vuol piano ed aperto
1.35Che scende in basso alla città di Dite,
1.36Onde i più vanno dietro al vulgo incerto.
1.37Per questo andati son quei c'han seguìte
1.38Ricchezze e regni, e in altrui danni e morte
1.39Le scellerate voglie hanno compìte.
1.40Ma vadan pur con le lor false scorte
1.41Tutti, ché forse più che fuor non pare
1.42Han lungo amaro, e le dolcezze corte.
1.43Ogni saggio in fra noi terrà più care
1.44Le nostre povertà, ch'oro e terreno
1.45Pien di tristezza, se ben lieto appare.
1.46Tal ride in vista, che s'asconde in seno
1.47Pianto infinito; e spesso invidia s'have
1.48Di tal, ch'è dentro di miseria pieno.
1.49Non è vita più queta e più soave
1.50Che 'l sentir seco la sua mente pia
1.51Libera e scarca d'ogni colpa grave,
1.52Morte sprezzando, e qualunque ella sia,
1.53Nel cor sicuro che speranza e tema
1.54Non ne faccia lasciar la dritta via.
1.55Che nuocer puote all'uom, cui nullo prema
1.56Desir di cosa che nel tempo pêra,
1.57E nulla speri al mondo, e nulla tema?
1.58Questo è lo scudo, e questa è l'arme vera
1.59Vêr cui niente la fortuna vale,
1.60Che ad ogni colpo suo sta ferma e intera.
1.61Il viver qui come caduco e frale
1.62Usar conviensi, fisso avendo il guardo
1.63Al viver nostro poi, vero, immortale.
1.64Ahi secol pigro al bene oprar sì tardo!
1.65Come or son pochi che al divino e al sempre
1.66Più che al breve e mortal prendan riguardo!
1.67Qual è colui che in disusate tempre
1.68Or non s'affanni in guadagnare affanni,
1.69E con pena trovar la pena tempre?
1.70Quello oggi spende saggiamente gli anni
1.71Che col suo travagliar travaglia il mondo,
1.72Cercando il suo profitto in gli altrui danni.
1.73Oggi onor porta a null'altro secondo
1.74Non chi giova e mantien, ma quel che solo
1.75O l'amico o 'l vicin più mette in fondo.
1.76Ma chi gli ha in pregio? l'ignorante stuolo.
1.77Ed io so ben che andar vilmente veggio
1.78Tal, che più d'essi riverisco e côlo.
1.79Altro onor, Giove, altre ricchezze chieggio
1.80Che non son queste, che un momento sgombra
1.81E che van di dì in dì cangiando seggio.
1.82Ch'altro è ricchezza poi, che una fals'ombra
1.83D'immaginato ben, che lunge mostra
1.84Dolce, e poi presso d'ogni amaro ingombra?
1.85E voi, consorte pia, dell'alta nostra
1.86Miseria estrema nulla doglia aggiate:
1.87Mostrisi al tempo rio la virtù vostra.
1.88Non è disnor la chiara povertate,
1.89Anzi esser non potria fregio più bello,
1.90Tra tanta nobiltà, tanta onestate.
1.91Se mancava al venir l'empio flagello,
1.92Forse Andromaca avria men chiaro 'l nome,
1.93Cassandra, e l'altre del troiano ostello.
1.94Cornelia, e quella che con brevi chiome
1.95Seguìo 'l suo sposo, eterna vita avranno
1.96Perché sepper portar sì gravi some.
1.97Tempo dee ancor venir, s'io non m'inganno,
1.98Che qual più in cima per fortuna sale
1.99Porterà invidia all'onorato danno
1.100Che il vostro alto valor farà immortale.
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