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SALMO SESTO.

Rime

PoeTree.it

1.1Dal cieco abisso d'esto mondo infermo
1.2Chiamo a te, Padre, ch'al mio pianto intenda
1.3Senza cui nulla val con morte schermo.
1.4Pregoti, alto Signor, che in me s'accenda
1.5Quel santo spirto che là su conduce,
1.6E che 'l nemico invan suoi lacci tenda.
1.7Presenta all'alma quella eterna luce
1.8Ch'oggi pur veggio, o di veder mi sembra,
1.9Di penitenza ch'è mio specchio e duce.
1.10Piango, Signor, che tardi mi rimembra
1.11Che mille offese in ricompensa ho dato
1.12Alle tue sol per noi piagate membra.
1.13Fui pur da te più di te stesso amato,
1.14Che per pace a me dar portasti pena:
1.15Io ch'altro son che sconoscente e ingrato?
1.16Ch'altro son io, che nel tuo nome appena
1.17Spendo del giorno e della notte un'ora
1.18E di cure mortai tal volta piena?
1.19E quando ognor dall'una all'altra aurora
1.20Umìl piangessi i tuoi portati affanni,
1.21Che parte di dover compita fôra?
1.22Dico durando ancor mille e mill'anni,
1.23Send'io vil verme, tu del ciel signore;
1.24Sendo nostro il fallir, tuoi soli i danni.
1.25E noi siam ciechi, e sì del dritto fuore,
1.26Che ben per poco avvien ch'ira e disdegno
1.27Molto più che ragion ci avvampi il core.
1.28Ahi! quante volte che al mio van disegno
1.29Non pervenne il desir, con detti ed opre
1.30Spregiai il gran nome tuo, schernii il tuo regno.
1.31Mentre il cruccioso ardor mi scalda e cuopre
1.32La mente offesa con che folle ardire
1.33Accusiam tuo valor che nulla adopre!
1.34E in noi talor di poco biasmo udire
1.35Tal furor nasce, che donar perdono
1.36A chi 'l domanda pur non può soffrire.
1.37Dunque io, Signor, se tal fui sempre e sono,
1.38Come or potrò nell'alta tua presenza,
1.39Quel che altrui già negai, chiederti in dono?
1.40Con qual vergogna, oimè, con qual temenza
1.41Per queste umil preghiere a te richiamo
1.42Le quai mostrasti a chi non fu mai senza!
1.43Cancella, Padre, quanto a te dobbiamo
1.44Come noi cancelliam chi deve a noi,
1.45Né delle tentazion ci apprenda l'amo.
1.46Sien sempre lunge i fier nimici tuoi,
1.47E noi fa' d'ogni mal sicuri e scarchi,
1.48Per tua santa pietà mostrando poi
1.49Come al tuo regno di quaggiù si varchi.
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