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ELEGIA QUINTA

Rime

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1.1Sia lieto il mondo, ché rivien tra noi
1.2Chi, son tre giorni, fe da noi partita
1.3Con tal tormento, e non si vide poi.
1.4O morte, oggi di te trionfa vita!
1.5Non sai tu, folle, ancor? forza mortale
1.6Non s'opri contro al ciel che l'ha infinita.
1.7Popol feroce e ingrato, or che ti vale
1.8L'usata crudeltà, se in vita torna
1.9Quel che fece morendo al ciel le scale?
1.10Un'altra volta al mondo oggi s'adorna
1.11Il vel terrestre suo del Spirto santo,
1.12E benché offeso, ancor quinci soggiorna.
1.13Cessa, o Madre Maria, cessa il tuo pianto:
1.14Spieghi le chiome il Sol, l'aria s'allumi,
1.15Posi la terra, e vesta il verde ammanto.
1.16Venga tranquillo il mar, sian chiari i fiumi,
1.17Ché tu, sommo Figliuol, già morto vivi,
1.18E la notte all'usato accenda i lumi.
1.19Stolti del tutto, e d'ogni senso privi,
1.20Forse guardaste il gran sepolcro il giorno
1.21Perché al disposto fin Dio non arrivi?
1.22O voi che foste al chiuso sasso intorno,
1.23Che diveniste allor, che il ciel si scosse,
1.24E mostrossi un di fuoco e neve adorno?
1.25Quando poi la gran pietra indi rimosse,
1.26Ah nol vietaste? e che diceste allora
1.27A chi imposto v'avea ch'ivi entro fosse?
1.28Voi, pietose Marie, che morto ancora
1.29Seguite il Duca pio, come ha già detto,
1.30Riprese il vel, né più laggiù dimora,
1.31Sgombrate tutte ogni timor dal petto,
1.32E scendete a mirar, che altrove è gito
1.33Quel giusto corpo per salvarci eletto.
1.34Dite a Pietro e a ciascun com'è partito,
1.35E che davanti a lor tosto esser deve
1.36Là verso Galilea nel santo lito.
1.37Come, udendo o vedendo, il piè fu leve
1.38Per gir lieto a narrar l'alta novella
1.39A chi il viver da poi sembrava greve!
1.40E tu, fra l'altre, gran compagnia bella
1.41De' Padri antichi, che laggiù molt'anni
1.42Da veder luce e Dio fosti rubella,
1.43Ecco venuto il fin de' nostri affanni:
1.44Apri, abisso, a chi vien l'orrenda porta,
1.45Apri a chi sol di noi ristora i danni.
1.46Apri a chi il duol passato riconforta
1.47Con propria morte e duol, che vivo or viene
1.48Per di là farne al ciel fidata scorta.
1.49Venite fuor dal fosco e dalle pene;
1.50Venite lieti, o Padri benedetti,
1.51La sù dove n'attende il sommo Bene.
1.52Di qual gioia s'empiêr gli antichi petti!
1.53Tu che a Dio già parlasti a faccia a faccia,
1.54Con qual disìo di rivederlo aspetti!
1.55Ecco che 'l vedi, ecco che il vel si straccia
1.56Per cui l'eterna luce uom qui non vede,
1.57Ecco ch'oggi dal ciel nessun vi scaccia.
1.58Guarda, se ben ti par, quel che ti diede
1.59Le sante leggi nel sacrato monte,
1.60Fermi sostegni alla sua chiara fede.
1.61Guarda se riconosci quella fronte,
1.62Che più volte t'ha fatto ghiaccio e foco
1.63Con le parole a tua salute pronte?
1.64Guarda s'esser ti sembra il tempo e il loco
1.65Che tu sovente predicasti al mondo,
1.66Che talor per suo danno il prese in gioco?
1.67Veggio dopo a costui venir secondo
1.68Un Re cantando pur celesti rime,
1.69Più che già non fea qui lieto e giocondo.
1.70Quanto fra tutti appar chiaro e sublime!
1.71Pur qualche macchia in la sua bianca gonna
1.72Si mostra ancor, quantunque il tempo lime.
1.73O del secol che fu salda colonna!
1.74Vedi colui che ne' tuoi versi appelli
1.75Come al venir per voi più non assonna!
1.76Certo ben sai, senza ch'io più favelli,
1.77Ch'egli è chi t'addrizzò il braccio a Golia,
1.78E donde hai palme assai de' tuoi rubelli.
1.79Viene appresso un per la medesma via
1.80Con una spada in man, d'arme coperto,
1.81Che par minacce il Sol che fermo stia.
1.82Mostra ben che onorando il tenga certo
1.83Che questo è quello Dio, che il dì sostenne
1.84Già presso al vespro, e di vittoria incerto.
1.85Il gran parente, che non ben mantenne
1.86L'avuto don che pria gli dette il cielo,
1.87Onde poi tanto mal nel mondo venne,
1.88Come par che sentendo e caldo e gelo
1.89Dello andar nudo ancor vergogna il prenda,
1.90Di frondi intorno a sé facendo velo!
1.91Par che parlando a lui le braccia stenda:
1.92Io son colui, per cui soffristi in terra
1.93L'alte piaghe ch'io veggio, e morte orrenda.
1.94Io son colui che volli in morte e in guerra
1.95L'antica vita e la tranquilla pace,
1.96E chiusi il ciel, che tua pietà disserra.
1.97Signor che tutto puoi quanto a te piace,
1.98Or che perdoni ogni mia grave offesa,
1.99Seguo anch'io il lume di tua santa face.
1.100Poi l'altra gente, che fu tutta intesa
1.101A predir di Maria quel frutto chiaro
1.102E del Figliuol di Dio la santa impresa,
1.103Vienne appresso seguendo a paro a paro,
1.104E ripeton fra lor le voci antiche
1.105Che il fosco mondo avanti illuminaro.
1.106Anime elette al Fattor sempre amiche,
1.107Ecco gli effetti omai del cantar vostro
1.108Giunti alfine, e di voi l'alte fatiche.
1.109Voi riposate nel celeste chiostro,
1.110Là, 've tutti più ben trovate assai
1.111Che già qui dal pensier non v'era mostro.
1.112Quanto t'allegri, o ciel, che sentito hai
1.113Premer la soglia da sì dolce schiera,
1.114Che come degna sia tu ben lo sai.
1.115E tu, luce del ciel perfetta e vera,
1.116Dolce sovran Signore e sommo Bene,
1.117Onnipotente Dio, virtude intera;
1.118Quel che fra noi mandasti, a te riviene:
1.119Con che pietoso core e con qual ciglio,
1.120Or che torna da morte affanni e pene,
1.121In ciel accogli il tuo diletto Figlio!
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