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ELEGIA TERZA

Rime

PoeTree.it

1.1O chiaro giorno! oggi nel mondo è nato
1.2Per cui quant'è nel mondo e nasce e vive:
1.3Oggi si crea chi tutto ha già creato.
1.4Vestite l'erbe e i fior, campagne e rive:
1.5O piante e boschi, e voi le verdi fronde:
1.6Rasserenate il ciel, dolci aure estive.
1.7Rendete il puro argento alle vostr'onde,
1.8Sacrati fiumi; e voi ruscelli e fonti,
1.9Il cristallo gentil ch'in voi s'asconde.
1.10Spogliate il bianco, voi canuti monti,
1.11E d'un più bel color cingete intorno
1.12Le spalle antiche e le rugose fronti.
1.13Chi non vien lieto in sì beato giorno,
1.14Quando esser puote? e quando ornar si deve,
1.15Se per colui nol fa che il fece adorno?
1.16O padre antico, il tuo peccar sì greve
1.17Fa ch'oggi umana forma al caldo e al gelo
1.18Il gran Fattor del Sol fra noi riceve.
1.19Di qual profondo abisso oscuro velo
1.20T'ombrò la mente, che di tanta pace
1.21Privasti il mondo, e di salire al cielo?
1.22Non lunge al Tigri in fra bei colli giace
1.23Loco sì colmo di diletto e gioia,
1.24Che a chi ne parla pur null'altro piace.
1.25Ivi il fero aquilon non porta noia,
1.26Non ghiaccio o nevi; e quando il verno arriva,
1.27Al suo primo apparir convien che muoia.
1.28Nasce un bel fiume di fontana viva
1.29Che irriga tal, che Capricorno stesso
1.30Non spoglia i fior dall'una e l'altra riva.
1.31Ciascuna pianta ch'è dintorno ad esso
1.32Mostra fuor tutt'i tempi e frutti e foglie,
1.33Né invidia porta al pin, faggio e cipresso.
1.34Non la spiga dell'erbe il verde toglie,
1.35Ché dall'agosto non si scerne aprile,
1.36Ma in una sola ogni stagion s'accoglie.
1.37Ivi, senza involar l'api e l'ovile,
1.38Menan correnti i fiumi e latte e mêle,
1.39Viepiù del nostro qui dolce e gentile.
1.40Non bisogna alla terra esser crudele,
1.41Che, senza piaghe aver, campagna o colle
1.42Non è che il cibo a chi il domanda cele.
1.43La sacra pianta in alto i rami estolle
1.44Con foglie di smeraldo e pomi d'oro,
1.45Onde il poter dell'aspra morte tolle.
1.46Questo, compìto ogni altro suo lavoro,
1.47Il gran Padre del ciel concesse in dono
1.48A chi prima di noi sementa fôro.
1.49Ma tal fu posto, ahi folli! in abbandono
1.50Il fren di Dio, che il santo messaggiero
1.51Venne a scacciarvi dal celeste trono.
1.52Tornò qualunque in voi vivea pensiero
1.53Sereno e dolce allor, fosco ed amaro,
1.54Tardi avveduto del cammin del vero.
1.55Nudi eran prima, e poi tutte velaro
1.56Di lor le parti che vergogna scerse,
1.57Non nata in essi ancor quando peccaro.
1.58Il crudel sen l'oscuro centro aperse,
1.59E mill'altri peccati, e invidia e inganni
1.60Tosto signori e donni al mondo fêrse.
1.61Né senza altrui sudor colmo d'affanni
1.62Porse più da nutrir la terra stanca,
1.63E la vita mortal s'arrese agli anni.
1.64L'età fugace che c'incurva e imbianca
1.65A predar cominciò gl'ingegni e forze,
1.66Di giorno in giorno, fin che tutto manca.
1.67Suggette fersi le terrene scorze
1.68A febbri e morbi, onde talor conviene
1.69Che in noi l'aura vital verde s'ammorze.
1.70Poi quel che duol più di tutt'altre pene
1.71È che tolto ne fu montar là dove
1.72Siede perfetto e puro il sommo Bene.
1.73Ma rallegriamci omai, che tanta piove
1.74Grazia nel mondo, ch'è quaggiù disceso
1.75Chi l'esilio del ciel da noi rimuove.
1.76O gran Parente che l'hai primo offeso,
1.77Ecco che vien per riportarten seco,
1.78Non d'ira no, ma di pietade acceso.
1.79Annunzia agli altri che per te son teco:
1.80Oggi è nel mondo chi le chiavi apporta
1.81Per trarne al ciel di questo abisso cieco.
1.82O santa veramente e fida scorta
1.83Che al glorïoso gran viaggio avrete,
1.84Che dell'albergo suo ben sa la porta!
1.85Tu, popol, che vivendo hai fame e sete,
1.86Vedi un che reca sì dolce esca e vino,
1.87Che non simil tra noi si coglie o miete.
1.88Sceso è dall'ovil suo l'Agnel divino,
1.89Che d'altrui fallo a se medesmo chiede
1.90Pena, e s'astringe al natural confino.
1.91E se non han di ciò miei detti fede,
1.92Guarda orïente, ove la stella luce
1.93A cui la notte il suo bel carro cede.
1.94Va' verso lei che ti fia insegna e duce,
1.95Ch'anco ai tre Saggi andò scorgendo i passi,
1.96E segui pur dove il cammin t'adduce.
1.97Vedrai la Vergin, che umilmente stassi
1.98In picciola capanna, e il figlio accanto,
1.99E il fido sposo, dal gel vinti e lassi.
1.100Poveri tal, che non han tutti quanto
1.101Basti a coprir le sante membra tue,
1.102O Frutto al nostro ben bramato tanto.
1.103Sopra il fien giaci, e l'asinello e il bue
1.104Coi caldi spirti lor tornan talora
1.105Al prezïoso cor le forze sue.
1.106Colui che il cielo, il mar, la terra adora,
1.107Umil, negletto e in tanta povertade?
1.108Ahi folle è, Povertà, chi non t'onora!
1.109Questa torna oggi l'aurea prima etade
1.110Più che fosse ancor mai lieta nel mondo:
1.111Per lei grazia rimonta, esilio cade.
1.112O dì sacro, seren, chiaro e giocondo!
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