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ELEGIA PRIMA.

Rime

PoeTree.it

1.1Vergine alta ed umìl, Vergine e Madre,
1.2Cui sola al mondo per albergo volse
1.3Quel Figlio Eterno che di tutto è Padre;
1.4Deh! se vero pentir colpa disciolse,
1.5Se mortal prego la tua mente pia
1.6Al vil nostro terren giammai rivolse,
1.7Al mio lungo fallir, dolce Maria,
1.8Perdon m'impetra, ch'io sospiro e piango
1.9Che ancor non vidi mai la dritta via.
1.10Oggi, e non pria, conosco esser nel fango
1.11D'esta palustre vita, in ch'io m'avveggio
1.12Che omai sommerso senza te rimango.
1.13Oh come neghittoso in lei m'asseggio!
1.14E tal cieco letargo gli occhi vela,
1.15Che appena ov'io mi son talvolta veggio.
1.16Lasso! pur so ch'io sono ove si cela
1.17Quanto di ben quaggiù portò il tuo Figlio
1.18Che ordir vede alla sua contraria tela.
1.19So pur ch'io sono ove talor vermiglio
1.20Veggio il terren dell'innocente sangue,
1.21Ove soli hanno i buon doglia e periglio;
1.22Ove Fede e Giustizia oppressa langue
1.23Dall'empia forza in mille estremi inganni,
1.24Ove sempre tra i fior si trova l'angue;
1.25Ove ciascun per altrui morte e danni
1.26Veggio ingordo sfamar pensieri avari
1.27E in affanni cercar posa d'affanni;
1.28Ove fenici, e s'esser può, più rari
1.29Son quei che gemme, argento, oro e tesori
1.30Di virtude e d'onor tengan men cari;
1.31Ove invidia mortal, cacciando fuori
1.32Degli uman petti ogni leggiadra voglia,
1.33Ha posto in bando i primi bei lavori,
1.34E del dritto saver le menti spoglia,
1.35Tal che sovente lor vergogna e morte
1.36Metton, folli, in oblio nell'altrui doglia;
1.37Ove al nostro passar son duci e scorte
1.38La gola e il sonno, e chi si volge altrove
1.39Prende al creder quaggiù le strade torte;
1.40Ove assai più d'onor che Apollo e Giove,
1.41Venere e Bacco ne riportan seco:
1.42Tanto d'essi valor nel mondo piove.
1.43E chi vive or fra noi, che non sia cieco
1.44Del van disio d'Amor? chi non s'inganna
1.45Delle lusinghe sue, dical qui meco!
1.46Chi non suda talor, chi non s'affanna
1.47Per aver quel da lui, che avuto poi
1.48A penitenza e duol tutti condanna?
1.49Chi non sa quanto Amor co' lacci suoi
1.50Intra speranza dubbia, e certa tema,
1.51Assai più val che noi medesmi in noi?
1.52Chi non sa con che forze annodi e prema?
1.53Chi non sa come ben ragione ancida?
1.54Chi non sa come in un s'affoca e trema?
1.55Chi non sa qui quanto si piange e grida
1.56Del ben che duole? e del suo mal che piace
1.57Come avvien ch'altri poi s'allegri e rida?
1.58Io 'l seppi certo, e 'l so, che forse pace
1.59Trovar non posso ancor, Madre pietosa;
1.60Tu stessa 'l vedi come aggrava, e spiace.
1.61Arsi ed ardo per due: qual verso o prosa
1.62Scrisse simil giammai? qual occhio il vide?
1.63E qual alma a pensar sarìa stata osa?
1.64Arsi per due, che le mie stelle fide
1.65Chiamai dieci anni, e mille carte e mille
1.66San per che strade Amor fin qui ne guide.
1.67Vivon dentro il mio cor doppie faville
1.68Che fan doppio desio, che doppio il pianto
1.69Vuol che con doppio duol per gli occhi stille.
1.70Or mi risveglio, or ben m'accorgo quanto
1.71Poco alberga qua più di dolce e bene,
1.72Ch'è fumo ed ombra che diletta alquanto.
1.73A te pur drizzo ogni mia voglia e spene,
1.74Vergine Santa, e te sol priego umìle,
1.75Squarcia il nodo d'amor che a sé mi tiene.
1.76Deh! porgi al mio pensier sì basso e vile
1.77Della tua grazia la cortese mano,
1.78Che far sol ella il può chiaro e gentile.
1.79Alzalo sì, che sempre stia lontano
1.80Dal tristo incarco suo che a fondo il mena,
1.81E il mondo i lacci suoi gli tenda invano;
1.82E l'una e l'altra del mio cor sirena
1.83Con tanto amaro che sì dolce appare
1.84Nol tornin poscia alla seconda pena.
1.85Mostragli il varco ove convien passare
1.86Al piè devoto, che ubbidir consente
1.87A lui che il ciel creò, la terra e 'l mare.
1.88Mostragli il calle in cui veggiam sovente
1.89Gir travïando l'uom, che troppo crede
1.90Al mondo, al volgo rio che il ver non sente.
1.91Vergin Madre Maria, la pura fede
1.92Ch'io volgo tutta in te, m'addrizzi al porto,
1.93Là 've del bene oprar troviam mercede.
1.94Ieri er'io nel fallir sepolto e morto,
1.95Oggi viver mi fa l'alta speranza
1.96Che al tuo per me pregar piangendo porto.
1.97Per me non sian fuor dell'antica usanza
1.98Chiuse le braccia del tuo Frutto chiaro,
1.99La cui pietà nostro peccare avanza.
1.100Pregal, che se non fu in quel tempo avaro
1.101Nel proprio sangue per gli error d'altrui,
1.102Ch'ei prenda in grado ogni mio pianto amaro.
1.103E s'oprai sempre ai sacri detti sui
1.104Contrario effetto, ei che mi fe sì frale
1.105Perdoni a quel ch'io sono e quel ch'io fui.
1.106L'acerba età, che ne conduce a tale,
1.107Trovi mercè, ché di Saturno al corso
1.108Non giunser gli anni miei rotando l'ale.
1.109Bench'io sia spesso vaneggiando scorso
1.110Dal verace sentier, piano e divoto
1.111Poni oggi all'alma di ragione il morso.
1.112Non sia, Madre Maria, d'effetto vôto
1.113L'umil pregar ch'io fo; non venga indarno
1.114Il mio sommo sperar che t'è sì noto.
1.115Rendici tosto al mio bel fiume d'Arno,
1.116Che sai ben se a ragion da sé ne scaccia,
1.117Dentro al gran nido ond'io mi struggo e scarno.
1.118Ivi avrò lunge quanto in terra allaccia
1.119I semplicetti cor, Vergine Madre,
1.120Finché per grazia tua le sante braccia
1.121M'accolgan poi del tuo gran Figlio e Padre.
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