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ELEGIA.

Rime

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1.1Flora, il sommo valor, l'invitto onore
1.2Del tuo nome gentil, Ciprigna Dea,
1.3Donna del terzo ciel, madre d'amore;
1.4Flora, ch'or fa sembrar men grave e rea
1.5Al t¢sco fiume ogni sua sorte acerba;
1.6Come a tempi miglior beato il fea;
1.7Quella, che quante ha il ciel bellezze serba;
1.8Quella, che ha più virtù dentro al suo petto
1.9Che il più leggiadro april fioretti ed erba.
1.10Quella, da poi ch'ogn'alto suo diletto
1.11Le involò 'l ciel, che 'l suo più chiaro amante
1.12Ha lungamente a' suoi desir disdetto;
1.13Me speglio antico, che l'altere e sante
1.14Beltà sue le mostrava, amico e caro,
1.15Al santo volto tuo pone oggi avante.
1.16Né più i begli occhi (poi che il mondo avaro
1.17Le fu d'ogni suo ben) cura ella omai
1.18Di mirar nel mio sen tranquillo e chiaro.
1.19Te sommo Sol degli amorosi rai
1.20Prega che 'l voto suo cortese prenda,
1.21S'amor, bellezze e fe pregiasti mai:
1.22E a lui, per cui convien più l'alma incenda
1.23Quanto più sta lontan, tal porga aita;
1.24Prega umìl poi, che nulla mai l'offenda.
1.25L'onesta voglia sua tosto compita
1.26Sia quanto brama, e sol noia gli porga
1.27L'esser lunge da lei, che fu sua vita.
1.28E tal sia sempre, che Durenza e Sorga
1.29Non gli aggradin più là, ch'Arno e Mugnone;
1.30Né di novello amor desio gli sorga.
1.31E del suo dipartir l'empia cagione
1.32Tosto si spegna, affinché veggia il mondo,
1.33Che la forza non può contr'a ragione.
1.34Prendi, o lume d'amor sacro e giocondo,
1.35Questo onorato dono; e il ciel poi sia
1.36Teco oggi insieme al suo bramar secondo.
1.37Oh qual più dolce sorte era la mia!
1.38E sia con pace tua, Venere bella,
1.39S'io parlo appien quanto mio cor disia.
1.40Tu sei somma beltà; tu, Dea, sei quella
1.41Cui più di tutte il sommo Olimpo onora;
1.42Tal virtù vien dalla tua vaga stella.
1.43Ma quando mi sovvien ch'io lascio Flora,
1.44Quasi in odio mi vien la terza luce,
1.45Cipro, Pafo, Citera, e chi gli adora;
1.46Quantunque io speri andar là dove luce
1.47L'alta corona, o dove fur le chiome
1.48Poste a Boote per eterno duce.
1.49So ben che 'l ciel per te, Ciprigna, come
1.50Or sostien d'Arianna e Berenice,
1.51Vorrà di Flora aver più dolci some.
1.52Oh quanti altri sarian ch'oggi felice
1.53Chiamerian l'esser mio, pensando avere
1.54Sede chiara, immortal, che a pochi lice!
1.55E sopra il dorso suo sempre vedere
1.56Le vestigie calcar d'Apollo e Giove,
1.57E di tutte con lor le sante schiere,
1.58Dolce specchiando le celesti e nuove
1.59Bellezze di Giunon, di Palla insieme,
1.60E di te, Dea, donde ogni grazia piove.
1.61Ma che mi giova, ohimè! se più mi preme
1.62Desio di Flora, che di star con voi,
1.63Con voi, che 'l ciel sostiene, inchina e teme?
1.64Amico albergo, ove i begli occhi suoi
1.65La bella donna in me fermò sovente,
1.66Te sol vorrei, né mi cal d'altro poi.
1.67Ben sai come venia già dolcemente
1.68A consigliar le sue bellezze meco,
1.69Ch'esser mai non dovran per nome spente.
1.70Quante fïate ripensando seco
1.71Al fido amante suo, lieta mi disse:
1.72Foss'io sì bella poi com'or son teco!
1.73Quante tenendo in me le luci fisse,
1.74Or questo in fronte, or quel cangiando giva,
1.75Né scerner sapea ben qual più gradisse!
1.76Quante a se stessa non piacendo schiva
1.77Guastar vid'io quel ch'avea prima adorno,
1.78Ed a me pur piacea più d'altra diva!
1.79Ma s'era mai per mia ventura un giorno,
1.80Che avesse in grado l'alta sua beltate,
1.81Come allor lieta m'abbracciava intorno!
1.82Che dolci baci, in che soavi, ornate
1.83Parole mi rendea grazie immortali!
1.84O chiaro tempo andato, ore beate!
1.85Ben s'accorgea, che i tuoi pungenti strali
1.86Più che d'altronde dolorose prede
1.87Fean da' begli occhi, cui non vedi eguali.
1.88Cieco è colui che follemente crede,
1.89Che vaga donna onesta apprezzi poco
1.90Quella cara beltà, ch'ella possiede.
1.91Né pensi alcun ch'ella si prenda in gioco
1.92L'alte sue lodi, e ch'ogni ardente sguardo
1.93Non trovi in cor gentil pietoso loco.
1.94L'occhio presto al vedere, al volger tardo,
1.95Scorge ben tutto, e 'l saggio orecchio intento
1.96A quanto uom di lui parla ha sol riguardo.
1.97Oh come meco già lieto e contento
1.98L'almo mio Sol tornando al chiuso albergo,
1.99Ragionò tal, ch'ancor lo veggio e sento!
1.100Tu benedetto ond'io mi specchio e tergo,
1.101Poi ch'ogn'alma gentil di me s'accende,
1.102E del mio nome tante carte vergo.
1.103Ché tale oggi a cantar mie lodi spende,
1.104Che malgrado di voi, vecchiezza e morte,
1.105Questa vita immortal da voi difende.
1.106Così del chiuso cor m'apria le porte,
1.107A me parlando quel ch'altrui si tace,
1.108Fin che mi fe cangiar signore e sorte.
1.109Ma chi il potria fuggir, se a quella piace,
1.110Che non gli amanti pur, ma l'aria e l'onde
1.111Pon, quando più le aggrada, in guerra e in pace?
1.112Già la vid'io seccar l'erba e le fronde
1.113Talor con l'ira, e poi con dolce riso
1.114Fiorir le piagge quand'april s'asconde.
1.115Pianger dunque poss'io d'andar diviso
1.116(Ma negar, lasso! no, poich'ella vuole)
1.117Dall'angelico sguardo e dolce viso.
1.118Parto a forza da voi, vivo mio Sole;
1.119Io parto a forza, per voi stessa il giuro,
1.120Per voi stessa, onde il ciel m'aggrava, e duole.
1.121Ma se tosto il cammin piano e sicuro
1.122Vi mostri Amor, tornando quello in breve
1.123Per cui l'ombra v'è chiara, e il giorno oscuro;
1.124S'al mio lungo servir grazia si deve,
1.125Alto volgendo le due luci chiare,
1.126Talor non siavi il voi mostrarmi greve.
1.127Drizzate il volto, ove Ciprigna appare,
1.128Ché sempre ivi starò nel grembo a lei,
1.129Se al ciel sormonti, o se si corchi in mare.
1.130A che men vo nel regno degli Dei?
1.131Fosse or qui dov'io son più ricca spoglia!
1.132Ed io tornassi a stare ov'è colei
1.133Che mi fe in terra dio, nel ciel m'addoglia.
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