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MORTE DI ADONE.

Rime

PoeTree.it

1.1Piangiamo Adon, ché il bello Adon è morto.
1.2È morto il bello Adon, ché piange amore.
1.3Lascia, o Venere bella, il verde e il bianco;
1.4Lascia il vermiglio, e in brune spoglie avvolta
1.5Con chiome sparse, e percotendo il petto
1.6Vienne gridando: il bello Adon è morto:
1.7Piangiamo il bello Adon, che piange Amore.
1.8Giace negli alti monti il bello Adone
1.9Dal perfido cinghial percosso il fianco,
1.10E lo spirto fuggendo a poco a poco
1.11Fa piangendo gridar: Ciprigna, omei.
1.12Fuor con la vita sua distilla il sangue
1.13Che il vivo avorio crudelmente irriga.
1.14Scuransi i lumi bei, le ardenti rose
1.15Lascian le labbra che il pallore ingombra,
1.16Né più baciar le dèe chi tanto l'ama!
1.17Pur la bella Ciprigna, ancor non morte
1.18Le stringe e tocca, e tu nol senti, Adone,
1.19Come i fuggenti spirti anco richiama.
1.20Piangiamo il bello Adon, ché piange Amore.
1.21Ahi dura piaga che ha nel fianco Adone!
1.22Ahi dura piaga che ha Ciprigna in cuore!
1.23Al morto giovinetto intorno piange
1.24Il suo più fido can, piangon le ninfe,
1.25Piangon gli augei, le piante, i fiori; e l'erbe;
1.26Ma più Ciprigna assai che scinta e scalza
1.27Va pei boschi correndo, e tronchi e spine
1.28Le offendono il bel piè, le chiome e il volto.
1.29Ah perch'esser sì crudi, o sterpi, o sassi,
1.30Quei nei sacri capei, nel sangue questi?
1.31Ma poco a lei ne cal, ché nulla apprezza
1.32Bellezza o sangue, né se stessa ancora,
1.33Mentre il più caro ben tien morto innanti,
1.34E il piange e chiama, né risponde o sente.
1.35O sventurato Adon, che n'abbandoni?
1.36Che n'abbandoni? or queste dolci labbra
1.37Non conoscon le mie, che tanto amâro!
1.38Svégliati alquanto, e non ti spiaccia almeno
1.39Darmi nel tuo partir l'estremo bacio,
1.40L'estremo bacio, e il tuo fuggente spirto
1.41Venga in le labbra mie, passi entro al core
1.42Ove stia con amor mille e mill'anni,
1.43Si caro ognor come vivendo fue,
1.44Come morendo poi mi schianta l'alma.
1.45Ma lassa lassa, al pallido Acheronte
1.46Lunge ten fuggi, né il mio pianto ascolti,
1.47Al pallido Acheronte, al negro impero.
1.48Deh perché il tuo cammin seguir non posso?
1.49Or chi pensò giammai che il terzo cielo
1.50Porti invidia a colui che corre a morte,
1.51E di eterno regnar si dolga e pianga?
1.52Oh quanto più di me sei tu beata,
1.53O Regina infernal, ch'eterno avrai
1.54Teco il mio bello amante: a me sol pianto
1.55E memoria di lui nel core avanza.
1.56Ahi crudo Adon, come bellezza tanta
1.57Mettesti in rischio alle rabbiose fere,
1.58Né di lei né di me pietà ti venne?
1.59Così Vener dicea piangendo Adone.
1.60Sì mi piace il tuo dir, che meno assai
1.61Piace al tenero agnel novella fronde,
1.62Ed agli armenti tuoi l'erba d'aprile;
1.63Bench'è assai tempo, un sicilian pastore
1.64Quasi il medesmo udii cantar sovente,
1.65Giugnendo ancor de' pargoletti Amori
1.66Dolce risposta di Ciprigna al canto,
1.67Che, se ben mi sovvien, così dicea:
1.68Piangiam tutti ad ognor che piange Amore.
1.69O santa madre, il bello Adone è morto.
1.70O Vener bella ch'altrettanto pianto
1.71Versi dagli occhi ch'ei dal fianco sangue,
1.72E ciascun nel cader la terra adorna,
1.73Ché quel fa bianchi fior, quest'altro rose.
1.74Piangiamo Adon, ché il bello Adone è morto.
1.75Lascia, o bella Ciprigna, il bosco omai,
1.76Ché assai pianto ed onor porta il tuo sposo.
1.77Vedi or composto Adon per nostre mani
1.78Sopra il purpureo letto, il letto antico
1.79Che già fu di voi due sostegno spesso.
1.80Vedi ch'è morto, e morto è bello ancora,
1.81Tal che non morto, anzi dormir ne sembra,
1.82Qual fea più volte dalla caccia stanco,
1.83Ch'eri tacendo a riguardar sì fissa
1.84Pur de' fior che premea gelosa intorno.
1.85Vengan, Ciprigna, in questo aurato letto
1.86Quante ghirlande son, quante erbe e frondi,
1.87Quanto ha verde il terren, quanto ha il ciel chiaro,
1.88Quanto ha il mar lieto, e dolce e fresco d'acque,
1.89E col tuo vago fior si perda aprile;
1.90Ché dopo il morir suo, dopo il tuo pianto,
1.91Veder non si convien che notte e verno.
1.92Quanti ha incensi e liquor, quanto ha d'odore
1.93E l'Arabo e il Sabeo sopr'esso spanda,
1.94Ché altrove non avran più degno albergo.
1.95Tal piangean tutti i pargoletti Amori.
1.96E qual d'essi svegliea le crespe chiome,
1.97E ne onorava il ricco letto intorno;
1.98Quel donava gli stral, quell'altro l'arco,
1.99Quel la faretra, e il suo più caro pegno
1.100Dava in onor ciascun del bello Adone.
1.101Chi il sanguinoso ammanto al morto spoglia,
1.102Chi con bei vasi d'or chiare onde porta,
1.103Chi lava il fianco, chi battendo l'ali
1.104Cerca in lui rivocar gli ardenti spirti,
1.105Piangendo il bello Adon, ché Adone è morto.
1.106La face marital spense Imeneo,
1.107E la ghirlanda sua squarciossi in fronte,
1.108E invece del cantar gridava: Omei,
1.109Lasso al mio regno! il bello Adone è morto.
1.110Piangean le Grazie che l'amàr già tanto,
1.111Né con men doglia che Ciprigna stessa
1.112Gridando: Ahi lasse, il bello Adone è morto.
1.113Pianser le Parche, e lui piangendo accolse
1.114La sposa di Pluton, Cerbero il crudo
1.115Latrar non seppe, anzi piangendo il vide.
1.116Piangiamo il bello Adon, ché piange Amore.
1.117O Vener bella, più non senta oltraggio
1.118Il bel petto divin, le sante chiome;
1.119Fa' co' duri sospir, col pianto tregua,
1.120Ché in Dea mal si convien soverchia doglia.
1.121Così finio Dameta, e Dafni allora,
1.122Lui ringraziando, al sicilian Poeta
1.123Tutto ripien d'amor cantò cotale.
1.124O fortunato vecchio almo pastore,
1.125Per cui Sicilia eternamente ha vita
1.126E Siracusa tua perpetua lode,
1.127Se la zampogna mia, se il canto mai
1.128Oltre alle rive d'Arno il corso stende,
1.129Tu il mio maestro sei, tu scorta e duce,
1.130E quanto onor n'avrò da te mi fia.
1.131Così parlando, il ciel già bruno intorno
1.132Fece al fin segno al buon Dameta e Dafni
1.133Che tempo era a trovar l'albergo omai.
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