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ELEGIA.

Rime

PoeTree.it

1.1Com'è duro, ad altrui mostrando fuore
1.2Sereno il volto, aver tristizia e noia,
1.3E ne' sembianti riso, e pianto al core!
1.4Non puote uom tanto mai finger la gioia
1.5Che 'l duol non paia, né per festa o gioco
1.6Si può tutto coprir quel che ci annoia.
1.7A che stolto piango io? pur so che poco
1.8Mi val dolermi; o tristi miei pensieri,
1.9Deh fuggite, importuni, in altro loco.
1.10Bacco non v'ama, e i desir foschi e neri
1.11Con dolce vin da sé discaccia via,
1.12Né seco vuol ch'io curi d'oggi o d'ieri.
1.13Quanto dannoso ogni spergiuro sia
1.14Ben tu lo sai, che già Teseo vedesti
1.15Tant'empio a te, quant'a lui fosti pia.
1.16Quanto pregando invan, lassa! piangesti
1.17Mentre fuggir dalla deserta arena
1.18Scorgevi i legni ne' tuoi danni presti!
1.19Oh quel beato, che per l'altrui pena
1.20Schiva i perigli d'amorosa vita,
1.21Che di Scille e Cariddi e Sirti è piena!
1.22Non v'affidate, amanti, a chi v'invita
1.23Ad esser servi, che ne' dolci sguardi
1.24Null'è più fede, che nel cielo è gita.
1.25Siate a' prieghi di donna accorti, e tardi
1.26Ai cari baci lor, ch'io so per pruova
1.27Che quei son vivo foco, e questi dardi.
1.28E se pur chi prometta oggi si truova
1.29Pei suoi begli occhi, e per le chiome d'oro,
1.30E Venere e Giunon chiamando a pruova,
1.31Siate allor saggi, e men crediate loro,
1.32Ché de' giuri in amor si ride Giove,
1.33E vana preda son d'Austro e di Coro.
1.34Poi giovin colma di bellezze nuove
1.35Sovente il Ciel senza vendetta offende
1.36Ché in lei l'ira di Dio tarda si muove.
1.37Che dunque indarno la mia lingua intende
1.38A dolersi di lei, quantunque ognora
1.39Sol di false lusinghe il core incende?
1.40Come vorrei per fin che vien l'aurora,
1.41Cintia, con voi restar la notte intera,
1.42Né poi partirmi tutto 'l giorno ancora!
1.43O contra ogni ragion perfida e fera,
1.44Perfida, e benché a me perfida, sola
1.45Che il mio cor sempre brama, onora e spera.
1.46Torna a me, Bacco, ché giust'ira invola
1.47Ogni dolcezza, ahimè! che tosto parte
1.48Che lunge son dalla tua santa scola.
1.49Non s'io vedessi in più vicina parte
1.50Cintia accor lieti mille nuovi amanti,
1.51E me schernendo sol porre in disparte;
1.52Dar vorrei loco a più sospiri e pianti,
1.53Ma star con Bacco; e Venere e Cupido
1.54Non sian più meco come fûro innanti.
1.55Quanto di me più del dover m'affido!
1.56Cintia, di quanto follemente dico
1.57Mercè, perdon, divotamente grido.
1.58Anzi d'ogn'altro ben privo e mendico
1.59Veggia ove inonda il Nilo, o giace il Reno,
1.60A' venti, all'aria, al ciel fatto inimico;
1.61Ch'io pensi mai nel vostro amato seno
1.62Altri scaldarsi, o d'altrui baci indegni
1.63Il bel viso macchiar vago e sereno.
1.64E se miei falli pur chiamasti degni
1.65D'aspra vendetta, il duro ferro e 'l foco
1.66Siano a sfogar di voi l'ire e gli sdegni;
1.67Ma donando ad altrui quel molto o poco
1.68Che pur mi deste, allor tal fôra pena,
1.69Che in Dite non avria, non ch'altro, loco.
1.70E s'alcuna fu mai di fede piena
1.71Voce amorosa, per quegli occhi giuro
1.72Che m'arser tutto, e non gli scôrsi appena,
1.73Che il chiaro sguardo mi sia torbo e scuro,
1.74E quel vago parlar piano e soave
1.75Sia sempre a molti, e a me cruccioso e duro,
1.76Se nel mondo ebbi ancor pena sì grave
1.77Come quel giorno, ond'arrossiste alquanto,
1.78Ch'io dissi: O del mio cor catena e chiave,
1.79Ecco un che il riso mio rivolge in pianto.
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