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CCXLII

Rime

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1.1Da più lati fra noi, conte, risuona,
1.2che voi sèt'ito, ove disio d'onore
1.3sotto Bologna vi sospinge e sprona,
2.1per mostrar ivi il vostr'alto valore:
2.2valor degno di tanto cavaliero,
2.3ma non degno però di tant'amore.
3.1Io, quando a la ragion volgo il pensiero,
3.2godo meco, e gioisco, e vo lodando
3.3che così prode amante i ciel mi diêro.
4.1Ma quando poi ritorno al senso, quando
4.2penso ai perigli, onde la guerra è piena,
4.3che Marte a' figli suoi va procacciando,
5.1di timor in timor, di pena in pena
5.2meno questa noiosa e mesta vita
5.3(mentre voi foste qui, dolce e serena),
6.1me accusando ch'io non fossi ardita
6.2di finir con un colpo i dolor miei,
6.3anzi che voi da me féste partita.
7.1Felice è quella donna, a cui li dèi
7.2han dato amante men illustre in sorte,
7.3e men vago di spoglie e di trofei;
8.1col qual le sue dimore lunghe e corte
8.2trapassa lieta, avendol sempre a lato,
8.3fido, costante, valoroso e forte.
9.1Felice il tempo antico e fortunato,
9.2quando era il mondo semplice e innocente,
9.3poco a le guerre, a le rapine usato!
10.1Allor quella beata e queta gente,
10.2sotto una amica e cara povertate,
10.3menava i giorni suoi sicuramente.
11.1Allor le pastorelle innamorate
11.2avean mai sempre seco i lor pastori,
11.3dai quai non eran mai abbandonate.
12.1Con lor dai primi matutini albori
12.2scherzavan fin al dipartir del sole,
12.3lietamente cogliendo e frutti e fiori.
13.1Ed or di vaghe rose e di viole
13.2tessevan vaghe ghirlandette e care,
13.3come chi sacri altari onora e cole.
14.1Né la quiete lor potea turbare
14.2l'émpito de le guerre amaro ed empio,
14.3che l'umane allegrezze suol cangiare:
15.1guerre che fan di noi sì crudo scempio,
15.2guerre che turban sì l'umano stato,
15.3guerre suggetto d'ogni crudo essempio.
16.1Ben fu fiero colui, per cui trovato
16.2fu prima il ferro, causa a tanti mali,
16.3quanti il mondo prova ora ed ha provato.
17.1Le guerre e le battaglie de' mortali
17.2erano tutte in quella età novella
17.3contra i semplici e poveri animali;
18.1contra' quali il pastor, la pastorella
18.2con rete in spalla e con lacci e con cani
18.3givan cingendo questa selva e quella.
19.1Ma poi quegli appetiti ingordi, insani
19.2di posseder l'altrui robe e l'avere
19.3da l'antica pietà si fêr lontani.
20.1Quindi si cominciâr prima a vedere
20.2le crude guerre e strepiti de l'armi,
20.3che fan, misere noi, tanto temere.
21.1Allor sonare i bellicosi carmi
21.2s'udiro per citade e per campagne,
21.3contra' quai ogni stil convien che s'armi.
22.1Di lor convien ch'io mi lamenti e lagne:
22.2la lor mercede, il mio signor m'è lunge;
22.3per lor non è chi, lassa, m'accompagne.
23.1Voi, se zelo d'Amor pur poco punge,
23.2cavalier onorati, se si trova
23.3alcun, cui Marte dal suo ben disgiunge,
24.1dimostrate in altrui la vostra prova,
24.2perdonate cortesi al signor mio,
24.3in cui morir e viver sol mi giova.
25.1L'aspetto suo devria sol far restio
25.2l'émpito d'ogni cruda ed empia mano,
25.3senza che lo chiedessi umilment'io;
26.1la qual con quanto posso affetto umano,
26.2con quanta posso estrema cortesia
26.3(e giunga il prego mio presso e lontano)
27.1prego ch'ardito alcun di voi non sia
27.2d'offender pur un poco un signor tale,
27.3e turbar seco ancor la vita mia.
28.1E voi, conte, voi, animo reale,
28.2provato e riprovato in ogni impresa,
28.3deh, se di me pur poco ancor vi cale,
29.1quando sarà l'aspra battaglia accesa,
29.2andate cauto, ed abbiate rispetto
29.3a me, tutta per voi dubbia e sospesa.
30.1E pensate che sia nel vostro petto
30.2l'anima mia con la vostr'alma unita,
30.3quasi in suo proprio e suo alto ricetto.
31.1E sì come pensaste a la partita,
31.2pensate, conte, omai anco al ritorno,
31.3se voi cercate di tenermi in vita;
32.1ch'io vi vo richiamando notte e giorno.
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