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CLVII

Rime

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1.1A che pur dir, o mio dolce signore,
1.2ch'esca frutto da me di lode degno,
1.3a che alzarmi a sì gradito segno,
1.4a che scrivendo procacciarmi onore,
2.1se da quel dì, ch'entrar mi fece Amore
2.2con l'arme de' vostr'occhi entro 'l suo regno,
2.3voi movete lo stil, l'arte, l'ingegno,
2.4sensi, spirti, pensier, voglie, alma e core?
3.1Se da me dunque nasce cosa buona,
3.2è vostra, non è mia: voi mi guidate,
3.3a voi si deve il pregio e la corona.
4.1Voi, non me, da qui indietro omai lodate
4.2di quanto per me s'opra e si ragiona;
4.3ché l'ingegno e lo stil, signor, mi date.
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