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CVIII

Rime

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1.1Poi che m'ha reso Amor le vive stelle,
1.2che mi guidano al ciel per dritta via,
1.3e ne le molte mie gravi tempeste
1.4m'hanno mai sempre ricondotta in porto
1.5di questo chiaro e fortunato mare,
1.6ch'indarno turban le procelle e i venti;
2.1udite, benigne aure, amici venti,
2.2e voi, occhi del cielo, ardenti stelle,
2.3mentre qui sovra questo altero mare,
2.4da la mia lunga e faticosa via,
2.5la mercede d'Amor, tornata in porto,
2.6lodo di lui gli strazi e le tempeste.
3.1Voi, voce, voi, sospir, voi le tempeste
3.2sète, voi sète i graziosi venti,
3.3che dimostrate poi sì dolce il porto,
3.4quando il sol arde e quando ardon le stelle;
3.5voi sète la sicura e dritta via,
3.6che ci guidate de' diletti al mare.
4.1Qual d'eloquenzia fia sì largo mare,
4.2e sì scarco di nubi e di tempeste,
4.3che possa dir senza arrestar fra via,
4.4mentre stan quete le procelle e i venti,
4.5la gioia che mi dan le mie due stelle,
4.6or c'hanno il mio signor ridotto in porto?
5.1Dolce, sicuro e grazioso porto,
5.2che del mio pianto l'infinito mare
5.3m'hai acquetato al raggio de le stelle,
5.4ch'ovunque splendon fugan le tempeste,
5.5sì ch'io non posso più temer ch'i venti
5.6turbin sì cara e dilettosa via!
6.1Menami, Amor, omai per questa via,
6.2fin che quest'alma giunga a l'altro porto,
6.3ch'io non vo' navigar con altri venti,
6.4né di questo cercar più largo mare,
6.5né nel viaggio mio vo' ch'altre stelle
6.6mi sieno scorte, e sgombrin le tempeste.
7.1Aspre tempeste ed importuni venti
7.2non n'impediran più del mar la via,
7.3or che le stelle mie m'han mostro il porto.
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