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XLVIII

Rime

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1.1Come l'augel, ch'a Febo è grato tanto,
1.2sovra Meandro, ove suol far soggiorno,
1.3quando s'accosta il suo ultimo giorno,
1.4move più dolci le querele e 'l canto,
2.1tal io, lontana dal bel viso santo,
2.2sovra il superbo d'Adria e ricco corno,
2.3morte, téma ed orror avendo intorno,
2.4affino, lassa, le querele e 'l pianto.
3.1E sono in questo a quell'uccel minore:
3.2che per quella, onde venne, istessa traccia
3.3ritorna a Febo il suo diletto olore;
4.1ed io, perché morendo mi disfaccia,
4.2non pur non torno a star col mio signore,
4.3ma temo che di me tutto gli spiaccia.
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