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1.1Salve, diletto e glorioso legno,
1.2salve, confitto in su la santa croce,
1.3per cui l'uman lignaggio è fatto degno!
2.1Spira nel petto mio, sì che la voce
2.2possa, piangendo, del tuo gran martire
2.3aprire alquanto, che per noi ti nòce.
3.1O benigno, clemente e giusto sire,
3.2che pel nostro peccar volesti scendere
3.3di cielo in terra e le tua grazie aprire!
4.1Essendo vero Idio, degnasti prendere
4.2umana carne e, tua bontà servando,
4.3a tutto 'l mondo le tue braccia stendere.
5.1Quanto la tua pietà mostrasti, quando
5.2quel che 'l mondo per sé non potea tôrre
5.3recuperasti, il tuo sangue versando!
6.1Non dovendo impunito il fallo sciôrre
6.2per la tua legge, tua iustizia e cura,
6.3a tua gran potestà volesti opporre.
7.1Né potea l'uon, finita creatura,
7.2peccando contro all'infinito Bene,
7.3esser sufficïente a tal fattura;
8.1ma, passando esso el termine, convene
8.2satisfar lui legato a tanti eccessi,
8.3per rivocarci nell'antica spene.
9.1Onde fu necessario e che dovessi
9.2crïatura perfetta esser congiunta
9.3con Dio, dove s'agiunse, e che potessi.
10.1Dunque, vera passibil carne assunta,
10.2a noi suo regno destinato aperse;
10.3onde più larga speme al mondo è giunta.
11.1Così vittima a noi se stesso offerse
11.2e per suo gregge, come buon pastore,
11.3e fame e sete e passion sofferse.
12.1O mirabile effetto, o grande amore,
12.2che, ricomprando il secol oggi adorno,
12.3si mostra assai che nel crear maggiore!
13.1Sendo del tuo martir presente il giorno,
13.2nel monte orasti con dolor sensibile,
13.3come di nostre spoglie cinto intorno,
14.1dicendo: «Padre mio, s'egli è possibile,
14.2questo calice dur da me sia tolto;
14.3se non, come tu vuoi, s'egli è impossibile»;
15.1di sanguigno liquor bagnando il volto,
15.2nostra fragil natura si dimostra
15.3e tua virtù dal primo effetto volto.
16.1Venuto il tempo alla salute nostra,
16.2da sì vil turba voluntario oppresso,
16.3abracci quel che ti tradisce e mostra.
17.1Ahi, cupidigia! ahi, velenoso eccesso,
17.2ch'a sì vil prezzo il tuo maestro vendi,
17.3a te suo corpo e suo sangue concesso!
18.1Poi ti diffidi di sua grazia e rendi,
18.2correndo al laccio, la pecunia inorma,
18.3onde più ch'al principio pecchi e scendi.
19.1Fuggita è del pastor l'amata torma,
19.2Pietro tagliando nella dura sorte
19.3quel che formato la tua man riforma;
20.1ché pensi tu quel che l'eccelsa corte
20.2seco non vuol da un discepol solo
20.3essere oggi difesa di sua morte.
21.1Così nel mezzo dell'armato stuolo
21.2legato e vinto, come al primo furo
21.3si convenia pel suo delitto e dolo,
22.1menato ad Anna ed a Caifas duro,
22.2dove tu sia beffato e più deriso
22.3con simulati testi e falso giuro,
23.1quivi sputato crudelmente il viso,
23.2così da quella man che tu formasti
23.3battuto inanzi al duro servo assiso,
24.1dicendo essere Idio, quanto peccasti
24.2o sacerdote, che la veste irato
24.3spogliando, allor te d'ogni ben privasti!
25.1Di qui nel gran pretorio di Pilato,
25.2quinci ad Erode, da Erode a quello
25.3ritorni, il qual non trova in te peccato.
26.1Quivi s'adoppia ogni tuo gran fragello,
26.2quando per tema a quella gente prava
26.3ti rende a' lupi, un mansueto agnello;
27.1poi sopra al sangue tuo le man si lava,
27.2come se forse la pulita palma
27.3purgassi quel che più la mente agrava.
28.1Omè, ché Pietro, che volea por l'alma
28.2per te dianzi, negò la terza volta,
28.3onde gli giunse al cor sì grieve salma.
29.1Ma, tua vera pietate a lui rivolta,
29.2rilevò presto la sua mente alquanto
29.3da lui, per tema oltre al voler disciolta.
30.1Felice pietra, o lacrimar tuo santo,
30.2ché nella tua fortezza solidata
30.3dove non mancò zelo abundò il pianto!
31.1In te non dilezion già simulata
31.2oggi il Maestro tuo discerne e mira,
31.3ma sol la tua costanzia esser turbata.
32.1O benigno Fattor, qual degna lira
32.2giugne a tanto misterio presso al segno,
32.3per mostrar la tua doglia acerva e dira?
33.1Tu che, formato l'uno e l'altro regno,
33.2oggi di spine incoronato e tinto
33.3di sangue il volto prezioso e degno,
34.1portando in collo il tuo suplicio avinto
34.2al crudel monte, alle spietate soglie
34.3con tanta ingiuria strascinato e spinto,
35.1quivi nudato, e le tue sante spoglie
35.2già per sorta divise, onde la voce
35.3del gran profeta si dimostra e scioglie,
36.1confitto apresso e su levato in croce
36.2fra dua ladron con sì crudele offensa
36.3da gente ingrata, iniqua, aspra e feroce,
37.1o pietà grande, o caritate immensa,
37.2voci che mille e mille cori accendono
37.3di quella turba essiziale infensa,
38.1«Padre, perdona a questi che m'offendono»
38.2dicesti, posto in così gran martoro,
38.3«perché quel che si faccin non intendono».
39.1Ove c'insegna, perdonando a loro,
39.2quanto all'alma gentil lasciar la 'ngiuria
39.3e pregar pel nimico è bel tesoro.
40.1A quel ch'è a destra teco a simil furia,
40.2confessando te Idio, non per dottrina,
40.3oggi prometti la tua degna curia.
41.1A dichiarar tua potestà divina
41.2non derelitta e ch'è del cielo aperta
41.3la via per la tua morte a noi vicina,
42.1alla tua madre lacrimosa, incerta
42.2vòlto, mostri Giovanni per suo figlio,
42.3al qual commendi lei con voce aperta,
43.1dicendo: «Donna», a non turbargli il ciglio,
43.2essemplo a noi quanto l'amor materno
43.3servar convenga in ogni gran periglio.
44.1Poi con gran voce al tuo Padre superno
44.2«Elì, Elì, Signor, perché lasciato?»
44.3Signor, dicendo
45.1benigno Padre d'ogni colpa scemo,
45.2ch'ancor non sazio di cotal suplizio,
45.3per rivocarci al tuo regno supremo,
46.1nel quinto verbo tuo dicesti: «Sizio»
46.2sì natural, sì del tuo men fedele
46.3armento, che t'ha posto a tanto essizio,
47.1al qual portò la manna. Il vin col fele
47.2gusti; così mutata, la tua vigna
47.3oggi t'ha dato aceto aspro e crudele.
48.1Ma non cessando tua bontà benigna,
48.2quasi le voglie tue tutte adempiute
48.3per riparar l'uman gregge maligna,
49.1- Consumato - dicendo, ogni salute
49.2nostra è perfetta, ogni scrittura impleta,
49.3dove tutte le grazie son compiute.
50.1Ogni turba celeste, ogni profeta,
50.2ogni figura, ogni misterio è giunto,
50.3ogni vate e sibilla oggi quieta.
51.1Come nel legno il primo fallo assunto,
51.2oggi pel legno al Sommo Ben si varca,
51.3il qual Iacob al ciel vide congiunto.
52.1Così Noè salvato fu nell'arca,
52.2onde la schiatta sua degna risurga,
52.3che fu di grazia e di spendor sì carca.
53.1Così il serpente dove ogni uon si purga
53.2fu posto in alto dal gran duce antico,
53.3al qual benigno il ciel par che assurga.
54.1Col legno similmente il gran nemico
54.2tuffato e vinto, con la virga il mare
54.3diviso, quel ch'a Dio fu tanto amico
55.1con essa già converse l'acque amare
55.2in dolci e fuor del duro sasso atinto
55.3liquor, donde la sua potenzia appare.
56.1Simile il popol da Malech vinto,
56.2levando in croce Moisè le mani,
56.3così l'altar d'Abram del legno è cinto.
57.1O ciechi, stolti e miseri profani,
57.2che più dunque vi resta che v'accenda
57.3a sì grato pastor, diversi cani?
58.1Gesù inclinato nelle man commenda
58.2lo Spirto al Padre, onde il principio venne,
58.3sì che ogni nostro fine a lui si renda;
59.1alla qual voce e morte non sostenne
59.2e cielo e terra, che s'aperse e scosse,
59.3né labefatta sua natura teme.
60.1Così ciascuna pietra si percosse
60.2e ruppe insieme ognun degli elementi.
60.3A sì terribil voce si riscosse
61.1tanti corpi beati in monimenti,
61.2a far ciascun del suscitare attenso,
61.3aperti al suon di sì pietosi accenti.
62.1Simile il sol, da' sua raggi dimenso,
62.2nella più densa notte il giorno aduce,
62.3per la pietà del suo Fattore immenso,
63.1volendo insieme la sua degna luce
63.2finir col suo Motor, lasciando il cielo;
63.3ma nol consente sì benigno duce.
64.1Così del tempio ad imo a sommo il velo
64.2diviso, mostrò ben ch'alcuno obietto
64.3non potea più celar l'eterno zelo.
65.1Ecco ch'ancor non sazi, il santo petto
65.2ferito, onde acqua e sangue manifesta
65.3redenzione e battesimo perfetto,
66.1Maria, più ch'altra sconsolata e mesta,
66.2che gusti ogni tormento, ogni atto crudo,
66.3dove nostra speranza e fede resta,
67.1omè, l'anima tua, omè, il tuo scudo
67.2padre, sposo diletto e figliuol pio,
67.3a torto è in croce lacerato e nudo,
68.1per guida, essemplo a tutto 'l popol rio,
68.2ch'a seguir lui ciascun si spogli e privi
68.3d'ogni concupiscenzia e van desio,
69.1perché gli occhi piangenti, anzi dua rivi,
69.2non rivolgi a costui? perché non stringi
69.3baciando e sua piè preziosi e divi?
70.1Forse per lui di non veder t'infingi
70.2tanto misero scempio, o Madalena,
70.3che' tua capei del giusto sangue tingi.
71.1O veramente d'ogni grazia piena,
71.2tu ch'ogni colpa da te mondi e lavi
71.3per fruire altra vita più serena!
72.1Dove se' Pietro, che cotanto amavi
72.2costui cogli altri dieci, o tu fedele
72.3Giovanni, posto in tanti pensier gravi?
73.1Dura gregge di Dio troppo crudele,
73.2perché il tuo Redentore oggi non piagni,
73.3tanto che s'apri il tuo core infedele?
74.1Perché il volto di lacrime non bagni,
74.2ingrata, col tuo cor sempre più tardo?
74.3Perché Maria col duol non acompagni?
75.1Omè, ch'i' tremo, io mi consumo e ardo
75.2quel che colpa e ignoranza tien coverto
75.3aprir, dolce Gesù, quand'io ti sguardo!
76.1Benché ogni effetto a te sia sempre aperto,
76.2ogni nostro volere, e che tua grazia
76.3passi sempre di lungi il nostro merto,
77.1pel giusto sangue tuo, di che si sazia
77.2oggi l'umana spezie e che tu versi
77.3tra gente cruda alla tuo doglia insazia,
78.1per tanti acerbi, crudi e sì diversi
78.2tormenti e per ciascuna santa piaga,
78.3ove restoron vinti i nostri aversi,
79.1per la tua morte, che nel mondo appaghi
79.2ogni cor impio da' tua lacci sciolto,
79.3propizia e degna d'ogni ben presaga,
80.1perdona al popol tuo, benché rivolto
80.2per contrari sentier, com'altri il guida,
80.3nell'umane delizie fisso e involto!
81.1Perdona alla mia patria, che si fida
81.2troppo con seco nella tua clemenzia
81.3e che solo sforzata «Merzé!» grida!
82.1Perdona a me, che, nella tua presenzia
82.2piangendo, scrivo come mille offese
82.3per dimostrarci la tua gran potenzia
83.1perdonasti in un punto a quel che chiese
83.2perdon morendo, benché poi né pria
83.3non si trovassi don tanto cortese!
84.1E benché io non sia posto in compagnia
84.2con teco in croce dalla destra mano,
84.3onde sempre ogni grazia a noi s'invia
85.1nella vendemmia del tuo sangue umano,
85.2ove giugnendo in tua figura santa
85.3ferisca il raggio nel mio petto insano,
86.1e se la contrizion mia non è tanta
86.2suplisca e basti tua bontà perfetta,
86.3di che ciel, terra oggi piangendo canta.
87.1Volgi l'anima stanca a più diletta
87.2vita, questa tua ancilla a miglior foce,
87.3dove lieta posar con teco aspetta
88.1lassù, cantando con più degna boce:
88.2«Salve diletto e glorioso legno,
88.3salve, confitto in su la santa croce,
89.1per cui l'uman lignaggio è fatto degno!»
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