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1.1Nè tu contenderai benigna Notte,
1.2Che il mio Giovane illustre io cerchi e guidi
1.3Con gli estremi precetti entro al tuo regno.
2.1Già di tenebre involta e di perigli,
2.2Sola squallida mesta alto sedevi
2.3Su la timida terra. Il debil raggio
2.4De le stelle remote e de' pianeti,
2.5Che nel silenzio camminando vanno,
2.6Rompea gli orrori tuoi sol quanto è duopo
2.7A sentirli assai più. Terribil ombra
2.8Giganteggiando si vedea salire
2.9Su per le case e su per l'alte torri
2.10Di teschi antiqui seminate al piede.
2.11E upupe e gufi e mostri avversi al sole
2.12Svolazzavan per essa; e con ferali
2.13Stridi portavan miserandi augurj.
2.14E lievi dal terreno e smorte fiamme
2.15Sorgeano in tanto; e quelle smorte fiamme
2.16Di su di giù vagavano per l'aere
2.17Orribilmente tacito ed opaco;
2.18E al sospettoso adultero, che lento
2.19Col cappel su le ciglia e tutto avvolto
2.20Entro al manto sen gìa con l'armi ascose,
2.21Colpìeno il core, e lo strignean d'affanno.
2.22E fama è ancor che pallide fantasime
2.23Lungo le mura de i deserti tetti
2.24Spargean lungo acutissimo lamento,
2.25Cui di lontano per lo vasto buio
2.26I cani rispondevano ululando.
3.1Tal fusti o Notte allor che gl'inclit'avi,
3.2Onde pur sempre il mio garzon si vanta,
3.3Eran duri ed alpestri; e con l'occaso
3.4Cadean dopo lor cene al sonno in preda;
3.5Fin che l'aurora sbadigliante ancora
3.6Li richiamasse a vigilar su l'opre
3.7De i per novo cammin guidati rivi
3.8E su i campi nascenti; onde poi grandi
3.9Furo i nipoti e le cittadi e i regni.
4.1Ma ecco Amore, ecco la madre Venere,
4.2Ecco del gioco, ecco del fasto i Genj,
4.3Che trionfanti per la notte scorrono,
4.4Per la notte, che sacra è al mio signore.
4.5Tutto davanti a lor tutto s'irradia
4.6Di nova luce. Le inimiche tenebre
4.7Fuggono riversate; e l'ali spandono
4.8Sopra i covili, ove le fere e gli uomini
4.9Da la fatica condannati dormono.
4.10Stupefatta la Notte intorno vedesi
4.11Riverberar più che dinanzi al sole
4.12Auree cornici, e di cristalli e spegli
4.13Pareti adorne, e vesti varie, e bianchi
4.14Omeri e braccia, e pupillette mobili,
4.15E tabacchiere preziose, e fulgide
4.16Fibbie ed anella e mille cose e mille.
4.17Così l'eterno caos, allor che Amore
4.18Sopra posovvi e il fomentò con l'ale,
4.19Sentì il generator moto crearsi,
4.20Sentì schiuder la luce; e sè medesmo
4.21Vide meravigliando e i tanti aprirsi
4.22Tesori di natura entro al suo grembo.
5.1O de' miei studj glorioso alunno,
5.2Tu seconda me dunque, or ch'io t'invito
5.3Glorie novelle ad acquistar là dove
5.4O la veglia frequente o l'ampia scena
5.5I grandi eguali tuoi, degna de gli avi
5.6E de i titoli loro e di lor sorte
5.7E de i pubblici voti, ultima cura
5.8Dopo le tavolette e dopo i prandj
5.9E dopo i corsi clamorosi occùpa.
6.1Or dove ahi dove senza me t'aggiri
6.2Lasso! da poi che in compagnia del sole
6.3T'involasti pur dianzi a gli occhi miei?
6.4Qual palagio ti accoglie; o qual ti copre
6.5Da i nocenti vapor ch'Espero mena
6.6Tetto arcano e solingo; o di qual via
6.7L'ombre ignoto trascorri, ove la plebe
6.8Affrettando tenton s'urta e confonde?
7.1Ahimè, tolgalo il ciel, forse il tuo cocchio,
7.2Ove il varco è più angusto, il cocchio altrui
7.3Incontrò violento: e qual de i duo
7.4Retroceder convegna; e qual star forte,
7.5Dispùtano gli aurighi alto gridando.
7.6Sdegna invitto garzon sdegna d'alzare
7.7Fra il rauco suon di Stentori plebei
7.8Tu' amabil voce; e taciturno aspetta,
7.9Sia che a l'un piaccia rovesciar dal carro
7.10Lo suo rivale; o rovesciato anch'esso
7.11Perigliar tra le rote; e te per l'alto
7.12De lo infranto cristal mandar carpone.
7.13Ma l'avverso cocchier d'un picciol urto
7.14Pago sen fugge o d'un resister breve:
7.15Al fin libero andrai. Tu non pertanto
7.16Doman chiedi vendetta; alto sonare
7.17Fa il sacrilego fatto; osa pretendi,
7.18E i tribunali minimi e i supremi
7.19Sconvolgi agita assorda: il mondo s'empia
7.20Del grave caso; e per un anno almeno
7.21Parli di te, de' tuoi corsier, del cocchio
7.22E del cocchiere. Di sì fatte cose
7.23Voi progenie d'eroi famosi andate
7.24Ne le bocche de gli uomini gran tempo.
8.1Forse ciarlier fastidioso indugia
8.2Te con la dama tua nel vuoto corso.
8.3Forse a nova con lei gara d'ingegno
8.4Tu mal cauto venisti: e già la bella
8.5Teco del lungo repugnar s'adira;
8.6Già la man, che tu baci arretra, e tenta
8.7Liberar da la tua; e già minaccia
8.8Ricovrarsi al suo tetto, e quivi sola
8.9Involarse ad ognuno in fin che il sonno
8.10Venga pietoso a tranquillar suoi sdegni.
8.11Tu in van chiedi mercè; di mente in vano
8.12Tu a lei te stesso sconsigliata incolpi:
8.13Ella niega placarse. Il cocchio freme
8.14Dell'alterno clamore; e il cocchio in tanto
8.15Giace immobil fra l'ombra: e voi sue care
8.16Gemme il bel mondo impaziente aspetta.
8.17Ode il cocchiere al fin d'ambe le voci
8.18Un comando indistinto; e bestemmiando
8.19Sferza i corsieri; e via precipitando
8.20Ambo vi porta: e mal sa dove ancora.
9.1Folle! Di che temei? Sperdano i venti
9.2Ogni augurio infelice. Ora il mio eroe
9.3Fra l'amico tacer del vuoto corso
9.4Lieto si sta la fresca ora godendo
9.5Che dal monte lontan spira e consola.
9.6Siede al fianco di lui lieta non meno
9.7L'altrui cara consorte. Amor nasconde
9.8La incauta face; e il fiero dardo alzando
9.9Allontana i maligni. O nume invitto,
9.10Non sospettar di me; ch'io già non vegno
9.11Invido esplorator, ma fido amico
9.12De la coppia beata, a cui tu vegli.
9.13E tu signor tronca gl'indugi. Assai
9.14Fur gioconde quest'ombre, allor che prima
9.15Nacque il vago desio, che te congiunse
9.16All'altrui cara sposa or son due lune.
9.17Ecco il tedio a la fin serpe tra i vostri
9.18Così lunghi ritiri: e tempo è ormai
9.19Che in più degno di te pubblico agone
9.20Splendano i genj tuoi. Mira la Notte,
9.21Che col carro stellato alta sen vola
9.22Per l'eterea campagna; e a te col dito
9.23Mostra Tèseo nel ciel, mostra Polluce,
9.24Mostra Bacco ed Alcide e gli altri egregi,
9.25Che per mille d'onore ardenti prove
9.26Colà fra gli astri a sfolgorar salìro.
9.27Svegliati a i grandi esempi; e meco affretta.
10.1Loco è, ben sai, ne la città famoso,
10.2Che splendida matrona apre al notturno
10.3Concilio de' tuoi pari, a cui la vita
10.4Fora senza di ciò mal grata e vile.
10.5Ivi le belle, e di feconda prole
10.6Inclite madri ad obliar sen vanno
10.7Fra la sorte del gioco i tristi eventi
10.8De la sorte d'amore, onde fu il giorno
10.9Agitato e sconvolto. Ivi le grandi
10.10Avole auguste e i genitor leggiadri
10.11De' già celebri eroi il senso e l'onta
10.12Volgon de gli anni a rintuzzar fra l'ire
10.13Magnanime del gioco. Ivi la turba
10.14De la feroce gioventù divina
10.15Scende a pugnar con le mutabil'arme
10.16Di vaghi giubboncei, d'atti vezzosi,
10.17Di bei modi del dir stamane appresi;
10.18Mentre la vanità fra il dubbio marte
10.19Nobil furor ne' forti petti inspira;
10.20E con vario destin dando e togliendo
10.21La combattuta palma alto abbandona
10.22I leggeri vessilli all'aure in preda.
11.1Ecco che già di cento faci e cento
11.2Gran palazzo rifulge. Multiforme
11.3Popol di servi baldanzosamente
11.4Sale scende s'aggira. Urto e fragore
11.5Di rote di flagelli e di cavalli
11.6Che vengono che vanno, e stridi e fischi
11.7Di gente, che domandan che rispondono,
11.8Assordan l'aria all'alte mura intorno.
11.9Tutto è strepito e luce. O tu, che porti
11.10La dama e il cavalier dolci mie cure,
11.11Primo di carri guidator, qua volgi;
11.12E fra il denso di rote arduo cammino
11.13Con Olimpica man splendi; e d'un corso
11.14Subentrando i grand'atrj, a dietro lascia
11.15Qual pria le porte ad occupar tendea.
11.16Quasi a propria virtù plauda al gran fatto
11.17Il generoso eroe: plauda la bella,
11.18Che con l'agil pensier scorre gli aurighi
11.19De le dive rivali; e novi al petto
11.20Sente nascer per te teneri orgogli.
12.1Ma il bel carro s'arresta: e a te signore,
12.2A te prima di lei sceso d'un salto,
12.3Affidata la dea, lieve balzando,
12.4Col sonante calcagno il suol percote.
12.5Largo dinanzi a voi fiammeggi e grondi,
12.6Sopra l'ara de' numi ad arder nato,
12.7Il tesoro dell'api: e a lei da tergo
12.8Pronta di servi mano a terra proni
12.9Lo smisurato lembo alto sospenda:
12.10Somma felicità, che lei sepàra
12.11Da le ricche viventi, a cui per anco,
12.12Misere! sopra il suol l'estrema veste
12.13Sibila per la polvere strisciando.
13.1Ahi, se fresco sdegnuzzo i vostri petti
13.2Dianzi forse agitò, tu chino e grave
13.3A lei porgi la destra; e seco innoltra,
13.4Quale Ibèro amador quando, raccolta
13.5Dall'un lato la cappa, contegnoso
13.6Guida l'amanza a diportarsi al vallo,
13.7Dove il tauro, abbassando i corni irati,
13.8Spinge gli uomini in alto; o gemer s'ode
13.9Crepitante Giudeo per entro al foco.
13.10Ma no; chè l'amorosa onda pacata
13.11Oggi siede per voi: e quanto è duopo
13.12A vagarvi il piacer solo la increspa
13.13Una lieve aleggiando aura soave.
13.14Snello adunque e vivace offri a la bella
13.15Mollemente piegato il destro braccio.
13.16Ella la manca v'inserisca. Premi
13.17Tu col gomito un poco. Anch'ella un poco
13.18Ti risponda premendo; e a la tua lena
13.19Dolce peso a portar tutta si doni,
13.20Mentre a piccioli salti ambo affrettate
13.21Per le sonanti scale alto celiando.
14.1Oh come al tuo venir gli archi e le volte
14.2De' gran titoli tuoi forte rimbombano!
14.3Come a quel suon volubili le porte
14.4Cedono spalancate; ed a quel suono
14.5Degna superbia in cor ti bolle; e face
14.6L'anima eccelsa rigonfiar più vasta!
14.7Entra in tal forma; e del tuo grande ingombra
14.8Gli spazj fortunati. Ecco di stanze
14.9Ordin lungo a voi s'apre. Altra di servi
14.10Infimo gregge alberga, ove tra lampi
14.11Di molteplice lume acceso e spento,
14.12E fra sempre incostanti ombre schiamazza
14.13Il sermon patrio e la facezia e il riso
14.14Dell'energica plebe. Altra di vaghi
14.15Zazzerati donzelli è certa sede,
14.16Ove accento stranier misto al natio
14.17Molle susurra: e s'apparecchia in tanto
14.18Copia di carte e multiforme avorio,
14.19Arme l'uno a la pugna, indice l'altro
14.20D'alti cimenti e di vittorie illustri.
14.21Al fin più interna, e di gran luce e d'oro
14.22E di ricchi tapeti aula superba
14.23Sta servata per voi prole de' numi.
14.24Io, di razza mortale ignoto vate,
14.25Come ardirò di penetrar fra i cori
14.26De' semidei, ne lo cui sangue in vano
14.27Gocciola impura cercheria con vetro
14.28Indagator colui che vide a nuoto
14.29Per l'onda genitale il picciol uomo?
14.30Qui tra i servi m'arresto; e qui da loro
14.31Nuove del mio signor virtudi ascose
14.32Tacito apprenderò. Ma tu sorridi
14.33Invisibil Camena; e me rapisci
14.34Invisibil con te fra li negati
14.35Ad ognaltro profano aditi sacri.
15.1Già il mobile de' seggi ordine augusto
15.2Sovra i tiepidi strati in cerchio volge:
15.3E fra quelli eminente i fianchi estende
15.4Il grave Canapè. Sola da un lato
15.5La matrona del loco ivi si posa;
15.6E con la man, che lungo il grembo cade
15.7Lentamente il ventaglio apre e socchiude.
15.8Or di giugner è tempo. Ecco le snelle
15.9E le gravi per molto adipe dame,
15.10Che a passi velocissimi s'affrettano
15.11Nel gran consesso. I cavalieri egregi
15.12Lor camminano a lato: ed elle, intorno
15.13A la sede maggior vortice fatto
15.14Di sè medesme, con sommessa voce
15.15Brevi note bisbigliano; e dileguansi
15.16Dissimulando fra le sedie umìli.
16.1Un tempo il Canapè nido giocondo
16.2Fu di risi e di scherzi, allor che l'ombre
16.3Abitar gli fu grato ed i tranquilli
16.4Del palagio recessi. Amor primiero
16.5Trovò l'opra ingegnosa. Io voglio, ei disse,
16.6Dono a le amiche mie far d'un bel seggio,
16.7Che tre ad un tempo nel suo grembo accoglia.
16.8Così, qualor de gl'importuni altronde
16.9Volga la turba, sederan gli amanti
16.10L'uno a lato dell'altro, ed io con loro.
16.11Disse, percosse ambe le palme; e l'ali
16.12Aprì volando impaziente all'opra.
16.13Ecco il bel fabbro lungo pian dispone
16.14Di tavole contesto, e molli cigne,
16.15A reggerlo vi dà vaghe colonne,
16.16Che del silvestre Pane i piè leggieri
16.17Imitano scendendo; al dorso poi
16.18V'alza patulo appoggio; e il volge a i lati,
16.19Come far soglion flessuosi acanti,
16.20O ricche corna d'Arcade montone.
16.21Indi, predando a le vaganti aurette
16.22L'ali e le piume, le condensa e chiude
16.23In tumido cuscin, che tutta ingombri
16.24La macchina elegante: e al fin l'adorna
16.25Di molli sete e di vernici e d'oro.
16.26Quanto il dono d'Amor piacque a le belle!
16.27Quanti pensier lor balenàro in mente!
16.28Tutte il chiesero a gara: ognuna il volle
16.29Ne le stanze più interne: applause ognuna
16.30A la innata energia del vago arnese,
16.31Mal repugnante e mal cedente insieme
16.32Sotto a i mobili fianchi. Ivi sedendo
16.33Si ritrasser le amiche; e da lo sguardo
16.34De' maligni lontane, a i fidi orecchi
16.35Si mormoràro i delicati arcani.
16.36Ivi la coppia de gli amanti a lato
16.37Dell'arbitra sagace o i nodi strinse;
16.38O calmò l'ira, e nuove leggi apprese.
16.39Ivi sovente l'amador faceto
16.40Raro volume all'altrui cara sposa
16.41Lesse spiegando; e con sorrisi arguti
16.42Fe' tra i fogli notar lepida imago.
16.43Il fortunato seggio invidia mosse
16.44De le sedie minori al popol vario:
16.45E fama è che talora invidia mosse
16.46Anco a i talami stessi. Ah perchè mai
16.47Vinto da insana ambizione uscìo
16.48Fra lo immenso tumulto e fra il clamore
16.49De le veglie solenni! Avvi due Genj
16.50Fastidiosi e tristi, a cui dier vita
16.51L'Ozio e la Vanità, che noti al nome
16.52Di Puntiglio e di Noia, erran cercando
16.53Gli alti palagi e le vigilie illustri
16.54De la prole de' numi. Un ne le mani
16.55Porta verga fatale, onde sospende
16.56Ne' miseri percossi ogni lor voglia;
16.57E di macchine al par, che l'arte inventi
16.58Modera l'alme a suo talento e guida:
16.59L'altro piove da gli occhi atro vapore;
16.60E da la bocca sbadigliante esala
16.61Alito lungo, che sembiante a i pigri
16.62Soffi dell'austro, si dilata e volve,
16.63E d'inane torpor le menti occùpa.
16.64Questa del Canapè coppia infelice
16.65Allor prese l'imperio; e i risi e i giochi
16.66Ed Amor ne sospinse. Il trono è questo
16.67Ove le madri de le madri eccelse
16.68De' primi eroi esercitan lor tosse;
16.69Ove l'inclite mogli, a cui beata
16.70Rendon la vita titoli distinti
16.71Sbadigliano distinte. Ah, se tu sai,
16.72Fuggi ratto o signor, fuggi da tanto
16.73Pernicioso influsso: e là fra i seggi
16.74De le più miti dèe, quindi remoto
16.75Con l'alma gioventù scherza e t'allegra.
17.1Quanta folla d'eroi! Tu, che modello
17.2D'ogni nobil virtù, d'ogn'atto eccelso,
17.3Esser dei fra' tuoi pari, i pari tuoi
17.4A conoscere apprendi; e in te raccogli
17.5Quanto di bello e glorioso e grande
17.6Sparse in cento di loro arte o natura.
17.7Altri di lor ne la carriera illustre
17.8Stampa i primi vestigi; altri gran parte
17.9Di via già corse; altri a la meta è giunto.
17.10In vano il vulgo temerario a gli uni
17.11Di fanciulli dà nome; e quelli adulti,
17.12Questi già vegli di chiamare ardisce:
17.13Tutti son pari. Ognun folleggia e scherza;
17.14Ognun giudica e libra; ognun del pari
17.15L'altro abbraccia e vezzeggia: in ciò sol tanto
17.16Non simili tra lor, che ognun sua cura
17.17Ha diletta fra l'altre onde più brilli.
18.1Questi è l'almo garzon, che con maestri
18.2Da la scutica sua moti di braccio
18.3Desta sibili egregi; e l'ore illustra
18.4L'aere agitando de le sale immense,
18.5Onde i prischi trofei pendono e gli avi.
18.6L'altro è l'eroe, che da la guancia enfiata
18.7E dal torto oricalco a i trivj annuncia
18.8Suo talento immortal, qualor dall'alto
18.9De' famosi palagi emula il suono
18.10Di messagger, che frettoloso arrive.
18.11Quanto è vago a mirarlo allor che in veste
18.12Cinto spedita, e con le gambe assorte
18.13In amplo cuoio, cavalcando a i campi
18.14Rapisce il cocchio, ove la dama è assisa
18.15E il marito e l'ancella e il figlio e il cane!
19.1Quegli or esce di là dove ne' fori
19.2Si ministran bevande ozio e novelle.
19.3Ei v'andò mattutin, partinne al pranzo,
19.4Vi tornò fino a notte: e già sei lustri
19.5Volgon da poi che il bel tenor di vita
19.6Giovinetto intraprese. Ah chi di lui
19.7Può sedendo trovar più grati sonni
19.8O più lunghi sbadigli; o più fiate
19.9D'atro rapè solleticar le nari;
19.10O a voce popolare orecchi e fede
19.11Prestar più ingordo e declamar più forte?
20.1Ecco che il segue del figliuol di Maia
20.2Il più celebre alunno, al cui consiglio
20.3Nel gran dubbio de' casi ognaltro cede;
20.4Sia che dadi versati, o pezzi eretti,
20.5O giacenti pedine, o brevi o grandi
20.6Carte mescan la pugna. Ei sul mattino
20.7Le stupide micranie o l'aspre tossi
20.8Molce giocando a le canute dame.
20.9Ei, già tolte le mense, i nati or ora
20.10Giochi a le belle declinanti insegna.
20.11Ei la notte raccoglie a sè dintorno
20.12Schiera d'eroi, che nobil estro infiamma
20.13D'apprender l'arte, onde l'altrui fortuna
20.14Vincasi e domi; e del soave amico
20.15Nobil parte de' campi all'altro ceda.
21.1Vuoi su lucido carro in dì solenne
21.2Gir trionfando al corso? Ecco quell'uno,
21.3Che al lavor ne presieda. E legni e pelli
21.4E ferri e sete e carpentieri e fabbri
21.5A lui son noti: e per l'Ausonia tutta
21.6È noto ei pure. Il Càlabro di feudi
21.7E d'ordini superbo; i duchi e i prenci,
21.8Che pascon Mongibello; e fin gli stessi
21.9Gran nipoti Romani a lui sovente
21.10Ne commetton la cura: ed ei sen vola
21.11D'una in altra officina in fin che sorga,
21.12Auspice lui, la fortunata mole.
21.13Poi di tele ricinta, e contro all'onte
21.14De la pioggia e del sol ben forte armata,
21.15Mille e più passi l'accompagna ei stesso
21.16Fuor de le mura; e con soave sguardo
21.17La segue ancor sin che la via declini.
22.1Vedi giugner colui, che di cavalli
22.2Invitto domator divide il giorno
22.3Fra i cavalli e la dama. Or de la dama
22.4La man tiepida preme; or de' cavalli
22.5Liscia i dorsi pilosi, ovver col dito
22.6Tenta a terra prostrato i ferri e l'ugna.
22.7Aimè misera lei quando s'indìce
22.8Fiera altrove frequente! Ei l'abbandona;
22.9E per monti inaccessi e valli orrende
22.10Trova i lochi remoti, e cambia o merca.
22.11Ma lei beata poi quand'ei sen torna
22.12Sparso di limo; e novo fasto adduce
22.13Di frementi corsieri; e gli avi loro
22.14E i costumi e le patrie a lei soletta
22.15Molte lune ripete! Or vedi l'altro,
22.16Di cui più diligente o più costante
22.17Non fu mai damigella o a tesser nodi
22.18O d'aurei drappi a separar lo stame.
22.19A lui turgide ancora ambe le tasche
22.20Son d'ascose materie. Eran già queste
22.21Prezioso tapeto, in cui distinti
22.22D'oro e lucide lane i casi apparvero
22.23D'Ilio infelice: e il cavalier, sedendo
22.24Nel gabinetto de la dama, ormai
22.25Con ostinata man tutte divise
22.26In fili minutissimi le genti
22.27D'Argo e di Frigia. Un fianco solo avanza
22.28De la bella rapita; e poi l'eroe,
22.29Pur giunto al fin di sua decenne impresa,
22.30Andrà superbo al par d'ambo gli Atridi.
23.1Ma chi l'opre diverse o i varj ingegni
23.2Tutti esprimer poria, poi che le stanze
23.3Folte già son di cavalieri e dame?
23.4Tu per quelle t'avvolgi. Ardito e baldo
23.5Vanne, torna, ti assidi, ergiti, cedi,
23.6Premi, chiedi perdono, odi, domanda,
23.7Sfuggi, accenna, schiamazza, entra e ti mesci
23.8A i divini drappelli; e a un punto empiendo
23.9Ogni cosa di te, mira e conosci.
24.1Là i vezzosi d'amor novi seguaci
24.2Lor nascenti fortune ad alta voce
24.3Confidansi all'orecchio; e ridon forte;
24.4E saltellando batton palme a palme:
24.5Sia che a leggiadre imprese Amor li guidi
24.6Fra le oscure mortali: o che gli assorba
24.7De le dive lor pari entro alla luce.
24.8Qui gli antiqui d'Amor noti campioni
24.9Con voci esìli e dall'ansante petto
24.10Fuor tratte a stento rammentando vanno
24.11Le superate al fin tristi vicende.
24.12Indi gl'imberbi eroi, cui diede il padre
24.13La prima coppia di destrier pur ieri,
24.14Con animo viril celiano al fianco
24.15Di provetta beltà, che a i risi loro
24.16Alza scoppi di risa; e il nudo spande,
24.17Che di veli mal chiuso i guardi cerca,
24.18Che il cercarono un tempo. Indi gli adulti,
24.19A la cui fronte il primo ciuffo appose
24.20Fallace parrucchier, scherzan vicini
24.21A la sposa novella; e di bei motti
24.22Tendonle insidia, ove di lei s'intrichi
24.23L'alma inesperta e il timido pudore.
24.24Folli! Chè a i detti loro ella va incontro
24.25Valorosa così come una madre
24.26Di dieci eroi. V'ha in altra parte assiso
24.27Chi di lieti racconti ovver di fole
24.28Non ascoltate mai raro promette
24.29A le dame trastullo; e ride e narra
24.30E ride ancor, benchè a le dame in tanto
24.31Sovra l'arco de' labbri aleggi e penda
24.32Insolente sbadiglio. Avvi chi altronde
24.33Con fortunato studio in novi sensi
24.34Le parole converte; o i simil suoni
24.35Pronto a colpir divinamente scherza.
24.36Alto al genio di lui plaude il ventaglio
24.37De le pingui matrone, a cui la voce
24.38Di vernacolo accento anco risponde.
24.39Ma le giovani madri, al latte avvezze
24.40Di più nuove dottrine, il sottil naso
24.41Aggrinzan fastidite; e pur col guardo
24.42Chieder sembran pietade a i belli spirti,
24.43Che lor siedono a lato; e a cui gran copia
24.44D'erudita efemeride distilla
24.45Volatile scienza entro a la mente.
24.46Altri altrove pugnando audace innalza
24.47Sovra d'ognaltro il palafren, ch'ei sale,
24.48O il poeta o il cantor, che lieti ei rende
24.49De le sue mense. Altri dà vanto all'else
24.50Lucido e bello de la spada, ond'egli
24.51Solo, e per casi non più visti, al fine
24.52Fu dal più dotto Anglico artier fornito.
24.53Altri grave nel volto ad altri espone
24.54Qual per l'appunto a gran convito apparve
24.55Ordin di cibi: ed altri stupefatto,
24.56Con profondo pensier con alte dita
24.57Conta di quanti tavolieri a punto
24.58Grande insolita veglia andò superba.
24.59Un fra l'indice e il medio inflessi alquanto,
24.60Molle ridendo, al suo vicin la gota
24.61Preme furtivo: e l'un da tergo all'altro
24.62Il pendente cappel sotto all'ascella
24.63Ratto invola; e del colpo a sè dà plauso.
25.1Qual d'ogni lato i molti servi in tanto
25.2E seggi e tavolieri e luci e carte
25.3Supellettile augusta entran portando?
25.4E sordo stropicciar di mossi scanni,
25.5E cigolio di tavole spiegate
25.6Odo vagar fra le sonanti risa
25.7Di giovani festivi e fra le acute
25.8Voci di dame cicalanti a un tempo,
25.9Come intorno a selvaggio antico moro
25.10Sull'imbrunir del dì garrulo stormo
25.11Di frascheggianti passere novelle?
26.1Sola in tanto rumor tacita siede
26.2La matrona del loco: e chino il fronte
26.3E increspate le ciglia, i sommi labbri
26.4Appoggia in sul ventaglio, arduo pensiere
26.5Macchinando tra sè. Medita certo
26.6Come al candor come al pudor si deggia
26.7La cara figlia preservar, che torna
26.8Doman da i chiostri, ove il sermon d'Italia
26.9Pur giunse ad obliar, meglio erudita
26.10De le Galliche grazie. Oh qual dimane
26.11Ne i genitor, ne' convitati, a mensa
26.12Ben cicalando ecciterai stupore
26.13Bella fra i lari tuoi vergin straniera!
27.1Errai. Nel suo pensier volge di cose
27.2L'alta madre d'eroi mole più grande:
27.3E nel dubbio crudel col guardo invoca
27.4De le amiche l'aita; e a sè con mano
27.5Il fido cavalier chiede a consiglio.
27.6Qual mai del gioco a i tavolier diversi
27.7Ordin porrà, che de le dive accolte
27.8Nulla obliata si dispetti; e nieghi
27.9Più qui tornare ad aver scorno ed onte?
27.10Come, con pronto antiveder, del gioco
27.11Il dissimil tenore a i genj eccelsi
27.12Assegnerà conforme; ond'altri poi
27.13Non isbadigli lungamente, e pianga
27.14Le mal gittate ore notturne, e lei
27.15De lo infelice oro perduto incolpi?
27.16Qual paro e quale al tavolier medesmo
27.17E di campioni e di guerriere audaci
27.18Fia che tra loro a tenzonar congiunga;
27.19Sì che giammai, per miserabil caso,
27.20La vetusta patrizia, ella e lo sposo
27.21Ambo di regi favolosa stirpe,
27.22Con lei non scenda al paragon, che al grado
27.23Per breve serie di scrivani or ora
27.24Fu de' nobili assunta: e il cui marito
27.25Gli atti e gli accenti ancor serba del monte?
27.26Ma che non può sagace ingegno e molta
27.27D'anni e di casi esperienza? Or ecco
27.28Ella compose i fidi amanti; e lungi
27.29De la stanza nell'angol più remoto
27.30Il marito costrinse, a dì sì lieti
27.31Sognante ancor d'esser geloso. Altrove
27.32Le occulte altrui, ma non fuggite all'occhio
27.33Dotto di lei benchè nascenti a pena
27.34Dolci cure d'amor, fra i meno intenti
27.35O i meno acuti a penetrar nell'alte
27.36Dell'animo latèbre, in grembo al gioco
27.37Pose a crescer felici: e già in duo cori
27.38Grazia e mercè de la bell'opra ottiene.
27.39Qua gl'illustri e le illustri; e là gli estremi
27.40Ben seppe unir de' novamente compri
27.41Feudi, e de' prischi gloriosi nomi
27.42Cui mancò la fortuna. Anco le piacque
27.43Accozzar le rivali, onde spiarne
27.44I mal chiusi dispetti. Anco per celia
27.45Più secoli adunò, grato aspettando
27.46E per gli altri e per sè riso dall'ire
27.47Settagenarie, che nel gioco accense
27.48Fien, con molta raucedine e con molto
27.49Tentennar di parrucche e cuffie alate.
28.1Già per l'aula beata a cento intorno
28.2Dispersi tavolier seggon le dive
28.3Seggon gli eroi, che dell'Esperia sono
28.4Gloria somma o speranza. Ove di quattro
28.5Un drappel si raccoglie: e dove un altro
28.6Di tre soltanto. Ivi di molti e grandi
28.7Fogli dipinti il tavolier si sparge:
28.8Qui di pochi e di brevi. Altri combatte;
28.9Altri sta sopra a contemplar gli eventi
28.10De la instabil fortuna e i tratti egregi
28.11Del sapere o dell'arte. In fronte a tutti
28.12Grave regna il consiglio: e li circonda
28.13Maestoso silenzio. Erran sul campo
28.14Agevoli ventagli, onde le dame
28.15Cercan ristoro all'agitato spirto
28.16Dopo i miseri casi. Erran sul campo
28.17Lucide tabacchiere. Indi sovente
28.18Un'util rimembranza un pronto avviso
28.19Con le dita si attigne: e spesso volge
28.20I destini del gioco e de la veglia
28.21Un atomo di polve. Ecco sen ugne
28.22La panciuta matrona intorno al labbro
28.23Le calugini adulte: ecco sen ugne
28.24Le nari delicate e un po' di guancia
28.25La sposa giovinetta. In vano il guardo
28.26D'esperto cavalier, che già su lei
28.27Medita nel suo cor future imprese,
28.28Le domina dall'alto i pregi ascosi:
28.29E in van d'un altro timidetto ancora
28.30Il pertinace piè l'estrema punta
28.31Del bel piè le sospigne. Ella non sente
28.32O non vede o non cura. Entro a que' fogli,
28.33Ch'ella con man sì lieve ordina o turba,
28.34De le pompe muliebri a lei concesse
28.35Or s'agita la sorte. Ivi è raccolto
28.36Il suo cor la sua mente. Amor sorride;
28.37E luogo e tempo a vendicarsi aspetta.
29.1Chi la vasta quiete osa da un lato
29.2Romper con voci successive or aspre
29.3Or molli or alte ora profonde, sempre
29.4Con tenore ostinato al par di secchi,
29.5Che scendano e ritornino piagnenti
29.6Dal cupo alveo dell'onda; o al par di rote,
29.7Che sotto al carro pesante, per lunga
29.8Odansi strada scricchiolar lontano?
29.9L'ampia tavola è questa, a cui s'aduna
29.10Quanto mai per aspetto e per maturo
29.11Senno il nobil concilio ha di più grave
29.12O fra le dive socere o fra i nonni
29.13O fra i celibi già da molti lustri
29.14Memorati nel mondo. In sul tapeto
29.15Sorge grand'urna, che poi scossa in volta
29.16La dovizia de' numeri comparte
29.17Fra i giocator, cui numerata è innanzi
29.18D'immagini diverse alma vaghezza.
29.19Qual finge il vecchio, che con man la negra
29.20Sopra le grandi porporine brache
29.21Veste raccoglie; e rubicondo il naso
29.22Di grave stizza alto minaccia e grida
29.23L'aguzza barba dimenando. Quale
29.24Finge colui, che con la gobba enorme
29.25E il naso enorme e la forchetta enorme
29.26Le cadenti lasagne avido ingoia.
29.27Quale il multicolor zanni leggiadro,
29.28Che, col pugno posato al fesso legno,
29.29Sovra la punta dell'un piè s'innoltra;
29.30E la succinta natica rotando,
29.31Altrui volge faceto il nero ceffo.
29.32Nè d'animali ancor copia vi manca,
29.33O al par d'umana creatura l'orso
29.34Ritto in due piedi, o il miccio, o la ridente
29.35Simmia, o il caro asinello, onde a sè grato
29.36E giocatrici e giocator fan speglio.
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