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1.1Ardirò ancor fra i desinari illustri
1.2Sul meriggio innoltrarmi umil cantore,
1.3Poi che troppa di te cura mi punge
1.4Signor, ch'io spero un dì veder maestro
1.5E dittator di graziosi modi
1.6All'alma gioventù che Italia onora.
2.1Tal fra le tazze e i coronati vini
2.2Onde all'ospite suo fe' lieta pompa
2.3La punica regina, i canti alzava
2.4Jopa crinito; e la regina in tanto
2.5Dal bel volto straniero iva beendo
2.6L'oblivion del misero Sichèo:
2.7E tale, allor che l'orba Itaca in vano
2.8Chiedea a Nettun la prole di Laerte,
2.9Femio s'udìa co' versi e con la cetra
2.10La facil mensa rallegrar de' proci,
2.11Cui dell'errante Ulisse i pingui agnelli
2.12E i petrosi licori e la consorte
2.13Convitavano in folla. Amici or china
2.14Giovin Signore al mio cantar gli orecchi,
2.15Or che tra nuove Elise e nuovi proci
2.16E tra fedeli ancor Penelopèe
2.17Ti guidano a la mensa i versi miei.
3.1Già dall'alto del cielo il sol fuggendo
3.2Verge all'occaso: e i piccoli mortali
3.3Dominati dal tempo escon di novo
3.4A popolar le vie ch'all'oriente
3.5Spandon ombra già grande. A te null'altro
3.6Dominator fuor che te stesso è dato
3.7Stirpe di numi: e il tuo meriggio è questo.
4.1Al fin di consigliarsi al fido speglio
4.2La tua dama cessò. Cento già volte
4.3O chiese o rimandò novelli ornati;
4.4E cento ancor de le agitate ognora
4.5Damigelle or con vezzi or con garriti
4.6Rovesciò la fortuna. A sè medesma
4.7Quante volte convien piacque e dispiacque;
4.8E quante volte è duopo a sè ragione
4.9Fece e a' suoi lodatori. I mille intorno
4.10Dispersi arnesi al fin raccolse in uno
4.11La consapevol del suo cor ministra:
4.12Al fin velata di legger zendado
4.13È l'ara tutelar di sua beltade:
4.14E la seggiola sacra un po' rimossa
4.15Languidetta l'accoglie. Intorno a lei
4.16Pochi giovani eroi van rimembrando
4.17I cari lacci altrui, mentre da lunge
4.18Ad altra intorno i cari lacci vostri
4.19Pochi giovani eroi van rimembrando.
4.20Il marito gentil queto sorride
4.21A le lor celie; o, s'ei si cruccia alquanto,
4.22Del tuo lungo tardar solo si cruccia.
4.23Nulla però di lui cura te prenda
4.24Oggi o Signore. E s'ei del vulgo a paro
4.25Prostrò l'animo imbelle; e non sdegnosse
4.26Di chiamarsi marito, a par del vulgo
4.27Senta la fame esercitargli in petto
4.28Lo stimol fier de gli oziosi sughi
4.29Avidi d'esca: o se a i mariti alcuno
4.30D'anima generosa impeto resta,
4.31Ad altra mensa il piè rivolga; e d'altra
4.32Dama al fianco si assida, il cui marito
4.33Pranzi altrove lontan d'un'altra al fianco
4.34Che lungi abbia lo sposo: e così nuove
4.35Anella intrecci a la catena immensa
4.36onde alternando Amor l'anime avvince.
5.1Pur sia che vuol; tu baldanzoso innoltra
5.2ne le stanze più interne. Ecco precorre
5.3ad annunciarti al gabinetto estremo
5.4Il noto scalpiccio de' piedi tuoi.
5.5Già lo sposo t'incontra. In un baleno
5.6Sfugge dall'altrui man l'accorta mano
5.7De la tua dama: e il suo bel labbro in tanto
5.8Ti apparecchia un sorriso. Ognun s'arretra
5.9Che conosce tuoi dritti; e si conforta
5.10Con le adulte speranze, a te lasciando
5.11Libero e scarco il più beato seggio.
5.12Tal, colà dove in fra gelose mura
5.13Bizanzio ed Ispaàn guardano il fiore
5.14De la beltà che il popolato Egèo
5.15Manda e l'Armeno e il Tartaro e il Circasso
5.16Per delizia d'un solo, a bear entra
5.17L'ardente sposa il grave Musulmano.
5.18Nel maestoso passeggiar gli ondeggiano
5.19Le late spalle, e su per l'alta testa
5.20Le avvolte fasce: dall'arcato ciglio
5.21Intorno ei volge imperioso il guardo:
5.22Ed ecco al suo apparire umìl chinarsi
5.23E il piè ritrar l'effeminata occhiuta
5.24Turba che d'alto sorridendo ei spregia.
6.1Or comanda o signor che tutte a schiera
6.2Vengan le grazie tue; sì che a la dama
6.3Quanto elegante esser più puoi ti mostri.
6.4Tengasi al fianco la sinistra mano
6.5Sotto al breve giubbon celata; e l'altra
6.6Sul finissimo lin posi, e s'asconda
6.7Vicino al cor; sublime alzisi il petto;
6.8Sorgan gli omeri entrambi; a lei converso
6.9Scenda il duttile collo; a i lati un poco
6.10Stringansi i labbri; ver lo mezzo acuti
6.11Escano alquanto; e da la bocca poi,
6.12Compendiata in forma tal, sen fugga
6.13Un non inteso mormorio. Qual fia
6.14Che a tante di beltade arme possenti
6.15Schermo si opponga? Ecco la destra ignuda
6.16Già la bella ti cede. Or via la strigni;
6.17E con soavi negligenze al labbro
6.18Qual tua cosa l'appressa; e cader lascia
6.19Sovra i tiepidi avorj un doppio bacio.
6.20Siedi fra tanto; e d'una mano istrascica
6.21Più a lei vicin la seggioletta. Ognaltro
6.22Tacciasi; ma tu sol curvato alquanto
6.23Seco susurra ignoti detti, a cui
6.24Concordin vicendevoli sorrisi
6.25E sfavillar di cupidette luci,
6.26Che amor dimostri o che il somigli al meno.
7.1Ma rimembra o signor che troppo nuoce
7.2In amoroso cor lunga e ostinata
7.3Tranquillità. Nell'oceàno ancora
7.4Perigliosa è la calma. Ahi quante volte
7.5Dall'immobile prora il buon nocchiero
7.6Invocò la tempesta; e sì crudele
7.7Soccorso ancor gli fu negato; e giacque
7.8Affamato assetato estenuato
7.9Dal venenoso aere stagnante oppresso
7.10Fra le inutili ciurme al suol languendo!
7.11Dunque a te giovi de la scorsa notte
7.12Ricordar le vicende; e con obliqui
7.13Motti pugnerla alquanto, o se nel volto
7.14Paga più che non suole accôr fu vista
7.15Il novello straniero, e co' bei labbri
7.16Semiaperti aspettar quasi marina
7.17Conca la soavissima rugiada
7.18De' novi accenti; o se cupida troppo
7.19Col guardo accompagnò di loggia in loggia
7.20L'almo alunno di Marte, idol vegliante
7.21De' femminili voti, a la cui chioma
7.22Col lauro trionfal mille s'avvolgono
7.23E mille frondi dell'Idalio mirto.
7.24Colpevole o innocente allor la bella
7.25Dama improvviso adombrerà la fronte
7.26D'un nuvoletto di verace sdegno
7.27O simulato, e la nevosa spalla
7.28Scoterà un poco; e volgeransi al fine
7.29Gli altri a bear le sue parole estreme.
7.30Fors'anco rintuzzar di tue rampogne
7.31Saprà l'agrezza, e noverarti a punto
7.32Le visite furtive a i cocchi a i tetti
7.33E all'alte logge de le mogli illustri
7.34Di ricchi popolari, a cui sovente
7.35Scender per calle dal piacer segnato
7.36La maestà di cavalier non teme.
7.37Felice te, se mesta o disdegnosa
7.38Tu la guidi a la mensa; o se tu puoi
7.39Solo piegarla a tollerar de' cibi
7.40La nausea universal! Sorridan pure
7.41A le vostre dolcissime querele
7.42I convitati; e l'un l'altro percota
7.43Col gomito maligno. Ahi non di meno
7.44Come fremon lor alme! e quanta invidia
7.45Ti portan te mirando unico scopo
7.46Di sì bell'ire! Al solo sposo è dato
7.47In cor nodrir magnanima quiete,
7.48Aprir nel volto ingenuo riso e tanto
7.49Docil fidanza ne le innocue luci.
8.1Oh tre fiate avventurosi e quattro
8.2Voi del nostro buon secolo mariti
8.3Quanto diversi da' nostr'avi! Un tempo
8.4Uscìa d'averno con viperei crini,
8.5Con torbid'occhi irrequieti, e fredde
8.6Tenaci branche un indomabil mostro,
8.7Che ansando e anelando intorno giva
8.8A i nuziali letti, e tutto empiea
8.9Di sospetto e di fremito e di sangue.
8.10Allor gli antri domestici le selve
8.11L'onde le rupi alto ulular s'udièno
8.12Di femminili stridi. Allor le belle
8.13Dame con mani incrocicchiate, e luci
8.14Pavide al ciel tremando lagrimando
8.15Tra la pompa feral de le lugùbri
8.16Sale vedean dal truce sposo offrirsi
8.17Le tazze attossicate o i nudi stili.
8.18Ahi pazza Italia, il tuo furor medesmo
8.19Oltre l'alpe oltre il mar destò le risa
8.20Presso a gli emuli tuoi, che di gelosa
8.21Titol ti dièro; e t'è serbato ancora
8.22Ingiustamente. Non di cieco amore
8.23Vicendevol desire alterno impulso,
8.24Non di costume simiglianza or guida
8.25Giovani incauti al talamo bramato:
8.26Ma la prudenza co i canuti padri
8.27Siede librando il molto oro e i divini
8.28Antiquissimi sangui: e allor che l'uno
8.29Bene all'altro risponda, ecco Imenèo
8.30Scoter sue faci; e unirsi al freddo sposo,
8.31Di lui non già ma de le nozze amante
8.32La freddissima vergine, che in core
8.33Già i riti volge del bel mondo; e lieta
8.34La indifferenza maritale affronta.
8.35Così non fien de la crudel Megera
8.36Più temuti gli sdegni. Oltre Pirene
8.37Contenda or pur le desiate porte
8.38A i gravi amanti; e di femminee risse
8.39Turbi oriente. Italia oggi si ride
8.40Di quello ond'era già derisa: tanto
8.41Puote una sola età volger le menti.
9.1Ma già rimbomba d'una in altra sala
9.2Signore il nome tuo. Di già l'udìro
9.3L'ime officine ove al volubil tatto
9.4De gl'ingenui palati arduo s'appresta
9.5Solletico che molle i nervi scota
9.6E varia seco voluttà conduca
9.7Fino al centro dell'alma. In bianche spoglie
9.8Affrettansi a compir la nobil opra
9.9Gravi ministri: e lor sue leggi detta
9.10Una gran mente del paese uscita
9.11Ove Colberto e Risceliù fur chiari.
9.12Forse con tanta maestade in fronte
9.13Presso a le navi ond'Ilio arse e cadèo
9.14A gli ospiti famosi il grande Achille
9.15Disegnava la cena: e seco in tanto
9.16Le vivande cocean su i lenti fochi
9.17Pàtroclo fido e il guidator di carri
9.18Automedonte. O tu sagace mastro
9.19Di lusinghe al palato, udrai fra poco
9.20Sonar le lodi tue dall'alta mensa.
9.21Chi fia che ardisca di trovar mai fallo
9.22Nel tuo lavoro? Il tuo signor fia tosto
9.23Campion de le tue glorie: e male a quanti
9.24Cercator di conviti oseran motto
9.25Pronunciar contro a te; chè sul cocente
9.26Meriggio andran peregrinando poi
9.27Miseri e stanchi; e non avran cui piaccia
9.28Più popolar de le lor bocche i pranzi.
10.1Imbandita è la mensa. In piè d'un salto
10.2Alzati e porgi almo garzon la mano
10.3A la tua dama; e lei dolce cadente
10.4Sopra di te col tuo valor sostieni,
10.5E al pranzo l'accompagna. I convitati
10.6Vengan dopo di voi: quindi lo sposo
10.7Ultimo segua. O prole alta di numi,
10.8Non vergognate di donar voi anco
10.9Brevi al cibo momenti. A voi non vile
10.10Cura fia questa. A quei soltanto è vile
10.11Che il duro irrefrenabile bisogno
10.12Stimola e caccia. All'impeto di quello
10.13Cedan l'orso la tigre il falco il nibbio
10.14L'orca il delfino e quanti altri animanti
10.15Crescon qua giù: ma voi con rosee labbra
10.16La sola voluttade al pasto appelli,
10.17La sola voluttà che le celesti
10.18Mense apparecchia, e al nèttare convita
10.19I viventi per sè dei sempiterni.
11.1Vero forse non è; ma un giorno è fama
11.2Che fur gli uomini eguali: e ignoti nomi
11.3Fur nobili e plebei. Al cibo al bere
11.4All'accoppiarse d'ambo i sessi al sonno
11.5Uno istinto medesmo un'egual forza
11.6Sospingeva gli umani: e niun consiglio
11.7Nulla scelta d'obbietti o lochi o tempi
11.8Era lor conceduto. A un rivo stesso
11.9A un medesimo frutto a una stess'ombra
11.10Convenivano insieme i primi padri
11.11Del tuo sangue o signore e i primi padri
11.12De la plebe spregiata: e gli stess'antri
11.13E il medesimo suol porgeano loro
11.14Il riposo e l'albergo, e a le lor membra
11.15I medesmi animai le irsute vesti.
11.16Sola una cura a tutti era comune
11.17Di sfuggire il dolore: e ignota cosa
11.18Era il desire a gli uman petti ancora.
11.19L'uniforme de gli uomini sembianza
11.20Spiacque a' celesti: e a variar lor sorte
11.21Il Piacer fu spedito. Ecco il bel Genio,
11.22Qual già d'Ilio su i campi Iride o Giuno
11.23A la terra s'appressa: e questa ride
11.24Di riso ancor non conosciuto. Ei move
11.25E l'aura estiva del cadente rivo
11.26E dei clivi odorosi a lui blandisce
11.27Le vaghe membra; e lenemente sdrucciola
11.28Sul tondeggiar de' muscoli gentile.
11.29A lui giran dintorno i vezzi e i giochi;
11.30E come ambrosia le lusinghe scorrono
11.31Da le fraghe del labbro; e da le luci
11.32Socchiuse languidette umide fuora
11.33Di tremulo fulgore escon scintille,
11.34Ond'arde l'aere che scendendo ei varca.
11.35Al fin sul dorso tuo sentisti o terra
11.36Sua prima orma stamparsi: e tosto un lento
11.37Fremere soavissimo si sparse
11.38Di cosa in cosa; e ognor crescendo tutte
11.39Di natura le viscere commosse:
11.40Come nell'arsa state il tuono s'ode,
11.41Che di lontano mormorando viene,
11.42E col profondo suon di monte in monte
11.43Sorge; e la valle e la foresta intorno
11.44Mugon di smisurato alto rimbombo.
11.45Oh beati fra gli altri e cari al cielo
11.46Viventi a cui con miglior man Titàno
11.47Formò gli organi egregi, e meglio tese
11.48E di fluido agilissimo inondolli!
11.49Voi l'ignoto solletico sentiste
11.50Del celeste motore. In voi ben tosto
11.51La voglia s'infiammò, nacque il desio:
11.52Voi primieri scopriste il buono il meglio:
11.53Voi con foga dolcissima correste
11.54A possederli. Allor quel de i duo sessi,
11.55Che necessario in prima era sol tanto,
11.56D'amabile e di bello il nome ottenne.
11.57Al giudizio di Paride fu dato
11.58Il primo esempio: tra femminei volti
11.59A distinguer s'apprese: e fur sentite
11.60Primamente le grazie. Allor tra mille
11.61Sapor fur noti i più soavi. Allora
11.62Fu il vin preposto all'onda; e il vin si elesse
11.63Figlio de' tralci più riarsi, e posti
11.64A più fervido sol ne' più sublimi
11.65Colli dove più zolfo il suolo impingua.
11.66Così l'uom si divise: e fu il signore
11.67Da i mortali distinto, a cui nel seno
11.68Giacquero ancor l'èbeti fibre, inette
11.69A rimbalzar sotto a i soavi colpi
11.70De la nova cagione onde fur tocche;
11.71E quasi bovi al suol curvati ancora
11.72Dinanzi al pungol del bisogno andàro;
11.73E tra la servitude e la viltade
11.74E il travaglio e l'inopia a viver nati
11.75Ebber nome di plebe. Or tu garzone
11.76Che per mille feltrato invitte reni
11.77Sangue racchiudi, poi che in altra etade
11.78Arte forza o fortuna i padri tuoi
11.79Grandi rendette; poi che il tempo al fine
11.80Lor divisi tesori in te raccolse,
11.81Godi de gli ozj tuoi a te da i numi
11.82Concessa parte: e l'umil vulgo in tanto
11.83Dell'industria donato a te ministri
11.84Ora i piaceri tuoi, nato a recarli
11.85Su la mensa regal, non a gioirne.
12.1Ecco splende il gran desco. In mille forme
12.2E di mille sapor di color mille
12.3La variata eredità de gli avi
12.4Scherza in nobil di vasi ordin disposta.
12.5Già la dama s'appressa: e già da i servi
12.6Il morbido per lei seggio s'adatta.
12.7Tu signor di tua mano all'agil fianco
12.8Il sottopon sì che lontana troppo
12.9Ella non sieda o da vicin col petto
12.10Ahi di troppo non prema: indi un bel salto
12.11Spicca, e chino raccogli a lei del lembo
12.12Il diffuso volume: e al fin t'assidi
12.13Prossimo a lei. A cavalier gentile
12.14Il lato abbandonar de la sua dama
12.15Non fia lecito mai; se già non sorge
12.16Strana cagione a meritar ch'ei tolga
12.17Tanta licenza. Un nume ebber gli antiqui
12.18Immobil sempre, che al medesmo padre
12.19De gli dei non cedette allor ch'ei scese
12.20Il Campidoglio ad abitar, sebbene
12.21E Giuno e Febo e Venere e Gradivo
12.22E tutti gli altri dei da le lor sedi
12.23Per riverenza del tonante uscìro.
13.1Indistinto ad ognaltro il loco sia
13.2All'alta mensa intorno: e, s'alcun arde
13.3Ambizioso di brillar fra gli altri,
13.4Brilli altramente. Oh come i varj ingegni
13.5La libertà del genial convito
13.6Desta ed infiamma! Ivi il gentil motteggio,
13.7Malizioso svolazzando reca
13.8Sopra le penne fuggitive ed agita
13.9Ora i raccolti da la fama errori
13.10De le belle lontane, or de gli amanti
13.11Or de' mariti i semplici costumi;
13.12E gode di mirar l'intento sposo
13.13Rider primiero, e di crucciar con lievi
13.14Minacce in cor de la sua fida sposa
13.15I timidi segreti. Ivi abbracciata
13.16Co' festivi racconti esulta e scherza
13.17L'elegante licenza. Or nuda appare
13.18Come le Grazie; or con leggiadro velo
13.19Solletica più scaltra; e pur fatica
13.20Di richiamar de le matrone al volto
13.21Quella rosa natia che caro fregio
13.22Fu dell'avole nostre; ed or ne' campi
13.23Cresce solinga; e tra i selvaggi scherzi
13.24A le rozze villane il viso adorna.
13.25Forse a la bella di sua man le dapi
13.26Piacerà ministrar, che novi al senso
13.27Gusti otterran da lei. Tu dunque il ferro,
13.28Che forbito ti giace al destro lato,
13.29Quasi spada sollecito snudando,
13.30Fa che in alto lampeggi; e chino a lei
13.31Magnanimo lo cedi. Or si vedranno
13.32De la candida mano all'opra intenta
13.33I muscoli giocar soavi e molli:
13.34E le grazie piegandosi con essa
13.35Vestiran nuove forme, or da le dita
13.36Fuggevoli scorrendo, ora su l'alto
13.37De' bei nodi insensibili aleggiando,
13.38Ed or de le pozzette in sen cadendo
13.39Che de' nodi al confin v'impresse Amore.
13.40Mille baci di freno impazienti
13.41Ecco sorgon dal labbro a i convitati:
13.42Già s'arrischian già volano già un guardo
13.43Sfugge da gli occhi tuoi, che i vanni audaci
13.44Fulmina ed arde e tue ragion difende.
13.45Sol de la fida sposa a cui se' caro
13.46Il tranquillo marito immoto siede:
13.47E nulla impression l'agita o move
13.48Di brama o di timor; però che Imene
13.49Da capo a piè fatollo. Imene or porta
13.50Non più serti di rose al crine avvolti;
13.51Ma stupido papavero grondante
13.52Di crassa onda letèa, che solo insegna
13.53Pur dianzi era del Sonno. Ahi quante volte
13.54La dama delicata invoca il Sonno
13.55Che al talamo presieda; e seco in vece
13.56Trova Imenèo; e timida s'arretra
13.57Quasi al meriggio stanca villanella,
13.58Che fra l'erbe innocenti adagia il fianco
13.59Lieta e secura; e di repente vede
13.60Un serpe, e balza in piedi inorridita,
13.61E le rigide man stende, e ritragge
13.62Il cubito, e l'anelito sospende,
13.63E immota e muta e con le labbra aperte
13.64Il guarda obliquamente. Ahi quante volte
13.65Incauto amante a la sua lunga pena
13.66Cercò sollievo; e d'invocar credendo
13.67Imène, ahi folle! invocò il Sonno: e questi
13.68Di fredda oblivion l'alma gli asperse;
13.69E d'invincibil noia e di torpente
13.70Indifferenza gli ricinse il core.
14.1Ma se a la dama dispensar non piace
14.2Le vivande o non giova, allor tu stesso
14.3La bell'opra intraprendi. A gli occhi altrui
14.4Più così smaglierà l'enorme gemma,
14.5Dolc'esca a gli usurai che quella osàro
14.6A le promesse di signor preporre
14.7Villanamente: e contemplati fièno
14.8I manichetti, la più nobil opra
14.9Che tessesser giammai angliche Aracni.
14.10Invidieran tua delicata mano
14.11I convitati; inarcheran le ciglia
14.12Al difficil lavoro: e d'oggi in poi
14.13Ti fia ceduto il trinciator coltello
14.14Che al cadetto guerrier serban le mense.
14.15Sia tua cura fra tanto errar su i cibi
14.16Con sollecita occhiata, e prontamente
14.17Scoprir qual d'essi a la tua bella è caro;
14.18E qual di raro augel, di stranio pesce
14.19Parte le aggrada. Il tuo coltello Amore
14.20Anatomico renda, Amor che tutte
14.21De gli animanti annoverar le membra
14.22Puote, e discerner sa qual aggian tutte
14.23Uso e natura. Più d'ognaltra cosa
14.24Però ti caglia rammentar mai sempre
14.25Qual più cibo le noccia o qual più giovi;
14.26E l'un rapisci a lei, l'altro concedi
14.27Come d'uopo a te pare. Oh dio, la serba
14.28Serbala a i cari figli. Essi, dal giorno
14.29Che le alleviàro il delicato fianco
14.30Non la rivider più: d'ignobil petto
14.31Esaurirono i vasi: e la ricolma
14.32Nitidezza lasciàro al sen materno.
14.33Sgridala, se a te par ch'avida troppo
14.34Al cibo agogni; e le ricorda i mali,
14.35Che forse avranno altra cagione, e ch'ella
14.36Al cibo imputerà nel dì venturo.
14.37Nè al cucinier perdona, a cui non calse
14.38Tanta salute. A te ne' servi altrui
14.39Ragion fu data in quel beato istante
14.40Che la noia e l'amore ambo vi strinse
14.41In dolce nodo; e pose ordini e leggi.
14.42Per te sgravato d'odioso incarco
14.43Ti fia grato colui che dritto vanta
14.44D'impor novo cognome a la tua dama;
14.45E pinte strascinar su gli aurei cocchi
14.46Giunte a quelle di lei le proprie insegne:
14.47Dritto sacro a lui sol, ch'altri giammai
14.48Audace non tentò divider seco.
14.49Vedi come col guardo a te fa cenno
14.50Pago ridendo, e a le tue leggi applaude;
14.51Mentre l'alta forcina in tanto ei volge
14.52Di gradite vivande al piatto ancora.
15.1Non però sempre a la tua bella intorno
15.2Sudin gli studj tuoi. Anco tal volta
15.3Fia lecito goder brevi riposi;
15.4E de la quercia trionfale all'ombra,
15.5Te de la polve olimpica tergendo,
15.6Al vario ragionar de gli altri eroi
15.7Porgere orecchio; e il tuo sermone a i loro
15.8Frammischiar ozioso. Uno già scote
15.9Le architettate del bel crine anella
15.10Su la guancia ondeggianti; e ad ogni scossa
15.11De' convitati a le narici manda
15.12Vezzoso nembo d'Arabi profumi.
15.13A lo spirto di lui l'alma natura
15.14Fu prodiga così che più non seppe
15.15Di che il volto abbellirgli; e all'arte disse:
15.16Tu compi il mio lavoro: e l'arte suda
15.17Sollecita dintorno all'opra illustre.
15.18Molli tinture preziose linfe
15.19Polvi pastiglie delicati unguenti
15.20Tutto arrischia per lui. Quanto di novo
15.21E mostruoso più sa tesser spola
15.22O bulino intagliar gallico ed anglo
15.23A lui primo concede. Oh lui beato
15.24Che primo ancor di non più viste forme
15.25Tabacchiera mostrò. L'etica invidia
15.26I grandi eguali a lui lacera e mangia;
15.27Ed ei pago di sè, superbamente
15.28Crudo, fa loro balenar su gli occhi
15.29L'ultima gloria onde Parigi ornollo.
15.30Forse altera così d'Egitto in faccia
15.31Vaga prole di Sèmele apparisti
15.32I giocondi rubini alto levando
15.33Del grappolo primiero: e tal tu forse
15.34Tessalico garzon mostrasti a Jolco
15.35L'auree lane rapite al fero drago.
16.1Or vedi or vedi qual magnanim'ira
16.2Nell'eroe che dell'altro a canto siede
16.3A sì novo spettacolo si desta!
16.4Vedi quanto ei s'affanna; e il pasto sembra
16.5Obliar declamando! Al certo al certo
16.6Il nemico è a le porte. Oimè i Penati
16.7Tremano e in forse è la civil salute!
16.8Ma no; più grave a lui più preziosa
16.9Cura lo infiamma. Oh depravato ingegno
16.10De gli artefici nostri! In van si spera
16.11Da la inerte lor man lavoro egregio
16.12Felice invenzion d'uom nobil degna.
16.13Chi sa intrecciar chi sa pulir fermaglio
16.14A patrizio calzar; chi tesser drappo
16.15Soffribil tanto che d'ornar presuma
16.16I membri di signor che un lustro a pena
16.17Conti di feudo? In van s'adopra e stanca
16.18Chi la lor mente sonnolenta e crassa
16.19Cerca destar: di là dall'alpi è d'uopo
16.20Appellar l'eleganza: e chi giammai
16.21Fuor che il genio di Francia osato avria
16.22Su i menomi lavori i grechi ornati
16.23Condur felicemente? Andò romito
16.24Il bongusto finora spaziando
16.25Per le auguste cornici e per gli eccelsi
16.26Timpani de le moli a i numi sacre
16.27O a gli uomini scettrati; ed or ne scende
16.28Vago al fin d'agitar gli austeri fregi
16.29Entro a le man di cavalieri e dame.
16.30Ben tosto si vedrà strascinar anco
16.31Fra i nuziali doni e i lievi veli
16.32Le greche travi: e docile trastullo
16.33Fien de la moda le colonne e gli archi
16.34Ove sedeano i secoli canuti.
17.1Commercio alto gridar, gridar commercio
17.2All'altro lato de la mensa or odi
17.3Con fanatica voce: e tra il fragore
17.4D'un peregrino d'eloquenza fiume
17.5Di bella novità stampate al conio
17.6Le forme apprendi, onde assai meglio poi
17.7Brillantati i pensier picchin lo spirto.
17.8Tu pur grida commercio: e un motto ancora
17.9La tua bella ne dica. Empiono è vero
17.10Il nostro suol di Cerere i favori,
17.11Che per folti di biade immensi campi
17.12Ergesi altera; e pur ne mostra a pena
17.13Tra le spighe confuso il crin dorato.
17.14Bacco e Vertunno i lieti poggi e il monte
17.15Ne coronan di poma: e Pale amica
17.16Latte ne preme a larga mano; e tonde
17.17Candidi velli; e per li prati pasce
17.18Mille al palato uman vittime sacre.
17.19Sorge fecondo il lin soave cura
17.20De' verni rusticali: e d'infinita
17.21Serie ne cinge le campagne il tanto
17.22Per la morte di Tisbe arbor famoso.
17.23Che vale or ciò? Su le natie lor balze
17.24Rodan le capre; ruminando il bue
17.25Per li prati natii vada; e la plebe
17.26Non dissimile a lor si nudra e vesta
17.27De le fatiche sue: ma a le grand'alme
17.28Di troppo agevol ben schife Cillenio
17.29Il comodo ministri, a cui le miglia
17.30Pregio acquistino e l'oro: e d'ogn'intorno
17.31Commercio risonar s'oda commercio.
17.32Tale da i letti de la molle rosa
17.33Sìbari un dì gridar soleva; e i lumi
17.34Disdegnando volgea da i frutti aviti
17.35Troppo per lei ignobil cura; e mentre
17.36Cartagin dura a le fatiche e Tiro
17.37Pericolando per l'immenso sale
17.38Con l'oro altrui le voluttà cambiava,
17.39Sìbari si volgea su l'altro lato;
17.40E non premute ancor rose cercando
17.41Pur di commercio novellava e d'arti.
18.1Ma chi è quell'eroe che tanta parte
18.2Colà ingombra di loco; e mangia e fiuta
18.3E guata; e de le altrui fole ridendo
18.4Sì superba di ventre agita mole?
18.5Oh di mente acutissima dotate
18.6Mamme del suo palato! Oh da' mortali
18.7Invidiabil anima che siede
18.8Fra l'ammiranda lor testura, e quindi
18.9L'ultimo del piacer deliquio sugge!
18.10Chi più acuto di lui penètra e intende
18.11La natura migliore? O chi più industre
18.12Converte a suo piacer l'aria la terra
18.13E il ferace di mostri ondoso abisso?
18.14Qualora ei viene al desco altrui paventano
18.15Suo gusto inesorabile le smilze
18.16Ombre de gli avi, che per l'aria lievi
18.17Aggiransi vegliando ancor dintorno
18.18A i ceduti tesori; e piangon lasse
18.19Le mal spese vigilie, i sobrj pasti,
18.20Le in preda all'aquilon case, le antique
18.21Digiune rozze, gli scommessi cocchi
18.22Forte assordanti per stridente ferro
18.23Le piazze e i tetti: e lamentando vanno
18.24Gl'in van nudati rustici, le fami
18.25Mal desiate, e de le sacre toghe
18.26L'armata in vano autorità sul vulgo.
19.1L'altro vicin chi fia? Per certo il caso
19.2Congiunse accorto i duo leggiadri estremi,
19.3Perchè doppio spettacolo campeggi;
19.4E l'un dell'altro al par più lustri e splenda.
19.5Falcato dio de gli orti, a cui la greca
19.6Làmsaco d'asinelli offrir solea
19.7Vittima degna, al giovane seguace
19.8Del sapiente di Samo i doni tuoi
19.9Reca sul desco. Egli ozioso siede
19.10Aborrendo le carni; e le narici
19.11Schifo raggrinza; e in nauseanti rughe
19.12Ripiega i labbri; e poco pane in tanto
19.13Rumina lentamente. Altro giammai
19.14A la squallida inedia eroe non seppe
19.15Durar sì forte: nè lassezza il vinse
19.16Nè deliquio giammai nè febbre ardente:
19.17Tanto importa lo aver scarze le membra
19.18Singolare il costume e nel bel mondo
19.19Onor di filosofico talento.
19.20Qual anima è volgar la sua pietate
19.21Serbi per l'uomo: e facile ribrezzo
19.22Dèstino in lei del suo simìle i danni
19.23O i bisogni o le piaghe. Il cor di questo
19.24Sdegna comune affetto; e i dolci moti
19.25A più lontano limite sospigne.
19.26Pera colui che prima osò la mano
19.27Armata alzar su l'innocente agnella
19.28E sul placido bue: nè il truculento
19.29Cor gli piegàro i teneri belati,
19.30Nè i pietosi mugiti, nè le molli
19.31Lingue lambenti tortuosamente
19.32La man che il loro fato aimè stringea.
20.1Tal ei parla o signor: ma sorge in tanto
20.2A quel pietoso favellar da gli occhi
20.3De la tua dama dolce lagrimetta
20.4Pari a le stille tremule brillanti,
20.5Che a la nova stagion gemendo vanno
20.6Da i palmiti di Bacco entro commossi
20.7Al tiepido spirar de le prim'aure
20.8Fecondatrici. Or le sovvien del giorno,
20.9Ahi fero giorno! allor che la sua bella
20.10Vergine cuccia de le Grazie alunna,
20.11Giovanilmente vezzeggiando, il piede
20.12Villan del servo con gli eburnei denti
20.13Segnò di lieve nota: e questi audace
20.14Col sacrilego piè lanciolla: ed ella
20.15Tre volte rotolò; tre volte scosse
20.16Lo scompigliato pelo, e da le vaghe
20.17Nari soffiò la polvere rodente:
20.18Indi i gemiti alzando, aita aita
20.19Parea dicesse; e da le aurate volte
20.20A lei la impietosita eco rispose;
20.21E dall'infime chiostre i mesti servi
20.22Asceser tutti; e da le somme stanze
20.23Le damigelle pallide tremanti
20.24Precipitàro. Accorse ognuno: il volto
20.25Fu d'essenze spruzzato a la tua dama:
20.26Ella rinvenne al fine. Ira e dolore
20.27L'agitavano ancor: fulminei sguardi
20.28Gettò sul servo; e con languida voce
20.29Chiamò tre volte la sua cuccia: e questa
20.30Al sen le corse; in suo tenor vendetta
20.31Chieder sembrolle: e tu vendetta avesti
20.32Vergine cuccia de le Grazie alunna.
20.33L'empio servo tremò; con gli occhi al suolo
20.34Udì la sua condanna. A lui non valse
20.35Merito quadrilustre: a lui non valse
20.36Zelo d'arcani ufici. Ei nudo andonne
20.37De le assise spogliato onde pur dianzi
20.38Era insigne a la plebe: e in van novello
20.39Signor sperò; chè le pietose dame
20.40Inorridìro; e del misfatto atroce
20.41Odiàr l'autore. Il perfido si giacque
20.42Con la squallida prole e con la nuda
20.43Consorte a lato su la via spargendo
20.44Al passeggero inutili lamenti:
20.45E tu vergine cuccia idol placato
20.46Da le vittime umane isti superba.
21.1Nè senza i miei precetti o senza scorta
21.2Inerudito andrai signor, qualora
21.3Il perverso destin dal fianco amato
21.4Ti allontani a la mensa. Avvien sovente
21.5Che con l'aio seguace o con l'amico
21.6Un grande illustre or l'alpi or l'oceàno
21.7Varchi e scenda in Ausonia, orribil ceffo
21.8Per natura o per arte, a cui Ciprigna
21.9Rose le nari; o sale impuro e crudo
21.10Snudò i denti ineguali. Ora il distingue
21.11Risibil gobba, or furiosi sguardi
21.12Obliqui o loschi: or rantoloso avvolge
21.13Fra le tumide fauci ampio volume
21.14Di voce, che gorgoglia, ed esce al fine
21.15Come da inverso fiasco onda che goccia;
21.16Or d'avi or di cavalli ora di Frini
21.17Instancabile parla; or de' celesti
21.18Le folgori deride. Aurei monili
21.19E nastri e gemme gloriose pompe
21.20L'ingombran tutto: e gran titolo suona
21.21Dinanzi a lui. Qual più tra noi risplende
21.22Inclita stirpe ch'onorar non voglia
21.23D'un ospite sì degno i Lari suoi?
21.24Ei però col compagno ammessi fièno
21.25Di Giuno a i fianchi: e tu lontan da lei
21.26Co' Silvani capripedi n'andrai
21.27Presso al marito; e pranzerai negletto
21.28Fra il popol folto de gli dei minori.
22.1Ma negletto non già da gli occhi andrai
22.2De la dama gentil, che a te rivolti
22.3Incontreranno i tuoi. L'aere a quell'urto
22.4Arderà di faville: e Amor con l'ali
22.5L'agiterà. Nel fortunato incontro
22.6I messagger pacifici dell'alma
22.7Cambieran lor novelle: e alternamente
22.8Spinti ritorneranno a voi con dolce
22.9Delizioso tremito su i cori.
22.10Allor tu le ubbidisci; o se t'invita
22.11Le vivande a gustar, che a lei vicine
22.12L'ordin dispose; o se a te chiede in vece
22.13Quella che innanzi a te sue voglie pugne
22.14Non col soave odor, ma con le nove
22.15Leggiadre forme onde abbellir la seppe
22.16Dell'ammirato cucinier la mano.
22.17Con la mente si pascono le dive
22.18Sopra le nubi del brillante Olimpo:
22.19E lor labbra immortali irrita e move
22.20Non la materia, ma il divin lavoro.
22.21Nè allor men destro ad ubbidir sarai
22.22Che di raro licor la bella strigne
22.23Colmo bicchiere, a lo cui orlo intorno
22.24Serpe striscia dorata; e par che dica:
22.25Lungi o labbra profane: a i labbri solo
22.26De la diva che qui soggiorna e regna
22.27È il castissimo calice serbato:
22.28Nè cavalier con alito maschile
22.29Osi appannarne il nitido cristallo;
22.30Nè dama convitata unqua presuma
22.31I labbri apporvi; e sien pur casti e puri,
22.32E quanto esser può mai cari all'Amore.
22.33Tu al cenno de' bei guardi e de la destra,
22.34Che reggendo il bicchier sospesa ondeggia
22.35Affettuoso attendi. I lumi tuoi
22.36Di gioia sfavillando accolgan pronti
22.37Il brindisi segreto: e ti prepara
22.38In simil modo a tacita risposta.
23.1Ecco d'estro già punta ecco la Musa
23.2Brindisi grida all'uno e all'altro amante;
23.3All'altrui fida sposa a cui se' caro,
23.4E a te signor sua dolce cura e nostra.
23.5Quale annoso licor Lièo vi mesce,
23.6Tale Amore a voi mesca eterna gioia
23.7Non gustata al marito, e da coloro
23.8Invidiata che gustata l'hanno.
23.9Veli con l'ali sue sagace oblio
23.10Le alterne infedeltà che un cor dall'altro
23.11Porieno un giorno separar per sempre:
23.12E solo a gli occhi vostri Amor discopra
23.13Le alterne infedeltà, che in ambo i petti
23.14Ventilar ponno le cedenti fiamme.
23.15Di sempiterno indissolubil nodo
23.16Canti augurj per voi vano cantore:
23.17Nostra nobile musa a voi desia
23.18Sol quanto piace a voi durevol nodo.
23.19Duri fin che a voi piace: e non si scioglia
23.20Senza che Fama sopra l'ale immense
23.21Tolga l'alta novella; e grande n'empia
23.22Col reboato dell'aperta tromba
23.23L'ampia cittade e dell'Enotria i monti,
23.24E le piagge sonanti, e s'esser puote,
23.25La bianca Teti e Guadiana e Tule.
23.26Il mattutino gabinetto il corso
23.27Il teatro e la mensa in vario stile
23.28Ne ragionin gran tempo. Ognun ne chieda
23.29Il dolente marito: ed ei dall'alto
23.30La lamentabil favola cominci.
23.31Tal su le scene, ove agitar solea
23.32L'ombre tinte di sangue Argo piagnente,
23.33Squallido messo al palpitante coro
23.34Narrava come furiando Edipo
23.35Al talamo sen corse incestuoso,
23.36Come le porte rovescionne, come
23.37Al subito spettacolo ristette
23.38Quando vicina del nefando letto
23.39Vide in un corpo solo e sposa e madre
23.40Pender strozzata; e del fatale uncino
23.41Le mani armosse; e con le proprie mani
23.42A sè le care luci da la testa
23.43Con le man proprie misero strapposse.
24.1Ma già volge al suo fine il pranzo illustre:
24.2Già Como e Dionisio al desco intorno
24.3Rapidissimamente in danza girano
24.4Con la libera Gioia. Ella saltando
24.5Or questo or quel de' convitati lieve
24.6Tocca col dito: e al suo toccar scoppiettano
24.7Brillanti vivacissime scintille,
24.8Ch'altre ne destan poi. Sonan le risa:
24.9Il clamoroso disputar s'accende:
24.10La nobil vanità pugne le menti:
24.11E l'amor di sè sol, baldo scorrendo,
24.12Porge un scettro a ciascuno; e dice: regna.
24.13Questi i concilj di Bellona, e quegli
24.14Pènetra i tempj de la Pace. Un guida
24.15I condottieri: a i consiglier consiglio
24.16L'altro dona; e divide e capovolge
24.17Con seste ardite il pelago e la terra.
24.18Qual di Pallade l'arti e de le Muse
24.19Giudica e libra; qual ne scopre acuto
24.20L'alte cagioni; e i gran principj abbatte
24.21Cui creò la natura, e che tiranni
24.22Sopra il senso de gli uomini regnàro
24.23Gran tempo in Grecia, e nel paese Tosco
24.24Rinacquer poi più poderosi e forti.
25.1Cotanto adunque di saper fia dato
25.2A nobil capo? Oh letti oh specchi oh mense
25.3Oh corsi oh scene oh feudi oh sangue oh avi
25.4Che per voi non s'apprende? Or tu signore
25.5Co' voli arditi del felice ingegno
25.6Sovra ognaltro t'innalza. Il campo è questo
25.7Ove splender più dei. Nulla scienza,
25.8Sia quant'esser mai puote arcana o grande,
25.9Ti spaventi giammai. Se cosa udisti
25.10O leggesti al mattino onde tu deggia
25.11Gloria sperar; qual cacciator che segue
25.12Circuendo la fera, e sì la guida
25.13E volge di lontan che a poco a poco
25.14A le insidie s'accosta e dentro piomba,
25.15Tal tu il sermone altrui volgi sagace
25.16Fin che là cada ove spiegar ti giove
25.17Il tuo novo tesoro. E se pur ieri
25.18Scesa in Italia pellegrina forma
25.19Del parlar t'è già nota, allor tu studia
25.20Materia espor che favellando ammetta
25.21La nova gemma; e poi che il punto hai colto,
25.22Ratto la scopri; e sfolgorando abbaglia
25.23Qual altra è mente che superba andasse
25.24Di squisita eloquenza a i gran convivj.
25.25In simil guisa il favoloso mago,
25.26Che fe' gran tempo desiar l'amante
25.27All'animosa vergin di Dordona,
25.28Da i cavalier che l'assalìen bizzarri
25.29Oprar lasciava ogni lor possa ed arte;
25.30Poi ecco in mezzo a la terribil pugna
25.31Strappava il velo a lo incantato scudo;
25.32E quei sorpresi dal bagliore immenso
25.33Ciechi spingeva e soggiogati a terra.
26.1Talor di Zoroastro o d'Archimede
26.2Discepol sederà teco a la mensa.
26.3Tu a lui ti volgi, seco lui ragiona,
26.4Suo linguaggio ne apprendi; e quello poi
26.5Qual se innato a te fosse alto ripeti.
26.6Nè paventar quel che l'antica fama
26.7Narra de' lor compagni. Oggi la diva
26.8Urania il crin compose; e gl'irti alunni
26.9Smarriti vergognosi balbettanti
26.10Trasse da le lor cave, ove già tempo
26.11Col profondo silenzio e con la notte
26.12Tenean consiglio: e le servili braccia
26.13Fornìen di leve onnipotenti, ond'alto
26.14Salisser poi piramidi obelischi
26.15Ad eternar de' popoli superbi
26.16I gravi casi: o pur con feri dicchi
26.17Stavan contra i gran letti: o di pignone
26.18Audace armati, spaventosamente
26.19Cozzavan con la piena, e giù a traverso
26.20Spezzate rovesciate dissipavano
26.21Le tetre corna: decima fatica
26.22D'Ercole invitto. Ora i selvaggi amici
26.23Urania ingentilì. Baldi e leggiadri
26.24Nel gran mondo li guida, o tra il clamore
26.25De' frequenti convivi, o pur tra i vezzi
26.26De' gabinetti; ove a la docil dama
26.27E al caro cavalier mostran qual via
26.28Venere tenga, e in quante forme o quali
26.29Suo volto lucidissimo si cangi.
27.1Nè del poeta temerai che beffi
27.2Con satira indiscreta i detti tuoi;
27.3O che a maligne risa esponer osi
27.4Tuo talento immortale. All'alta mensa
27.5Voi lo innalzaste; e tra la vostra luce
27.6Beato l'avvolgeste; e de le Muse
27.7A dispetto e d'Apollo al sacro coro
27.8L'ascriveste de' vati. Ei de la mensa
27.9Fece il suo Pindo: e guai a lui se quindi
27.10Le dee sdegnate giù precipitando
27.11Con le forchette il cacciano. Meschino!
27.12Più non poria su le dolenti membra
27.13Del suo infermo signor chiedere aita
27.14Da la buona Salute; o con alate
27.15Odi ringraziar, nè tesser inni
27.16Al barbato figliuol di Febo intonso.
27.17Più del giorno natale i chiari albori
27.18Salutar non potrebbe; e l'auree frecce
27.19Nomi-sempiternanti all'arco imporre.
27.20Non più gli urti festevoli, o sul naso
27.21L'elegante scoccar d'illustri dita
27.22Fora dato sperare. A lui tu dunque
27.23Non disdegna o signor volger talora
27.24Tu' amabil voce; a lui tu canta i versi
27.25Del delicato cortigian d'Augusto,
27.26O di quel che tra Venere e Lièo
27.27Pinse Trimalcion: la Moda impone
27.28Ch'Arbitro o Flacco a i begli spirti ingombri
27.29Spesso le tasche. Oh come il vate amico
27.30Te udrà meravigliando il sermon prisco
27.31O sciogliere o frenar qual più ti piace!
27.32E per la sua faretra e per li cento
27.33Destrier focosi che in Arcadia pasce
27.34Ti giurerà che di Donato al paro
27.35Il difficil sermone intendi e gusti!
28.1E questo ancor di rammentar fia tempo
28.2I novi Sofi che la Gallia o l'Alpe
28.3Ammirando persegue; e dir qual arse
28.4De' volumi infelici, o andò macchiato
28.5D'infame nota; e quale asilo appresti
28.6Filosofia al morbido Aristippo
28.7Del secol nostro, e qual ne appresti al novo
28.8Diogene dell'auro sprezzatore
28.9E della opinione de' mortali.
28.10Lor famosi volumi, o a te discesi
28.11Per calle obliquo e compri a gran tesoro,
28.12O da cortese man prestati, fièno
28.13Lungo ornamento a lo tuo speglio innante.
28.14Poi che brevi gli avrai scorsi momenti
28.15Ornandoti o a la man garrendo indotta
28.16Del parrucchier; poi che t'avran più notti
28.17Conciliato il facil sonno, al fine
28.18Anco a lo speglio passeran di lei,
28.19Che comuni ha con te studj e licèo,
28.20Ove togato in cattedra elegante
28.21Siede interprete Amore. Or fia la mensa
28.22Il favorevol loco, onde al sol esca
28.23De' brevi studj il glorioso frutto.
28.24Chi por freni oserà d'inclita stirpe
28.25All'animo a la mente? Il vulgo tema
28.26Oltre natura: e quei cui dona il vulgo
28.27Titol di saggio mediti romito
28.28Il ver celato; e al fin cada adorando
28.29La sacra nebbia che lo avvolge intorno.
28.30Ma tu come sublime aquila vola
28.31Dietro a i sofi novelli. Alto dia plauso
28.32Tutta la mensa al tuo poggiare audace.
28.33Te con lo sguardo e con l'orecchio beva
28.34La dama da le tue labbra rapita:
28.35Con cenno approvator vezzosa il capo
28.36Pieghi sovente: e il calcolo e la massa
28.37E la inversa ragion sonino ancora
28.38Su la bocca amorosa. Or più non odia
28.39De le scole il sermone Amor maestro:
28.40E l'accademia e i portici passeggia
28.41De' filosofi al fianco; e con la molle
28.42Mano accarezza le cadenti barbe.
28.43Ma guardati o signor guardati oh dio
28.44Dal tossico mortal che fuora esala
28.45Da i volumi famosi: e occulto poi
28.46Sa per le luci penetrato all'alma
28.47Gir serpendo ne' cori; e con fallace
28.48Lusinghevole stil corromper tenta
28.49Il generoso de le stirpi orgoglio,
28.50Che ti scevra dal vulgo. Udrai da quelli
28.51Che ciascun de' viventi all'altro è pari;
28.52E caro a la natura e caro al cielo
28.53È non manco di te colui che regge
28.54I tuoi destrieri e quel ch'ara i tuoi campi;
28.55E che la tua pietade o il tuo rispetto
28.56Devrien fino a costor scender vilmente.
28.57Folli sogni d'infermo! Intatti lascia
28.58Così strani consigli: e solo attigni
28.59Ciò che la dolce voluttà rinfranca,
28.60Ciò che scioglie i desiri e ciò che nudre
28.61La libertà magnanima. Tu questo
28.62Reca solo a la mensa; e sol da questo
28.63Plauso cerca ed onor: così dell'api
28.64L'industrioso popolo ronzando
28.65Gira di fiore in fior di prato in prato;
28.66E i dissimili sughi raccogliendo
28.67Tesoreggia nell'arnie: un giorno poi
28.68Ne van colme le pàtere dorate
28.69Sopra l'ara de' numi; e d'ogni lato
28.70Ribocca la fragrante alma dolcezza.
29.1Or versa pur dall'odorato grembo
29.2I tuoi doni o Pomona; e l'ampie colma
29.3Tazze che d'oro e di color diversi
29.4Fregia il Sassone industre. E tu da i greggi
29.5Rustica Pale coronata vieni
29.6Di melissa olezzante o di ginebro;
29.7E co' lavori tuoi di presso latte
29.8Declina vergognando a chi ti chiede;
29.9Ma deporli non osa. In su la mensa
29.10Porien deposti le celesti nari
29.11Pungere ahi troppo; e con ignobil senso
29.12Gli stomachi agitar: soli torreggino
29.13Sul ripiegato lino in varia forma
29.14I latti tuoi cui di serbato verno
29.15Assodarono i sali, e fecer atti
29.16A dilettar con subito rigore
29.17Di convitato cavalier le labbra.
30.1Tu signor che farai poi che la dama
30.2Con la mano e col piè lieve puntando
30.3Move in giro i begli occhi; e altrui dà cenno
30.4Che di sorger è tempo? In piè d'un salto
30.5Balza primo di tutti; a lei soccorri,
30.6La seggiola rimovi, la man porgi,
30.7Guidala in altra stanza, e più non soffri
30.8Che lo stagnante de le dapi odore
30.9Il celabro le offenda. Ivi con gli altri
30.10Gratissimo vapor la invita, ond'empie
30.11L'aere il caffè, che preparato fuma
30.12In tavola minor, cui vela ed orna
30.13Indica tela. Ridolente gomma
30.14Quinci arde in tanto, e va lustrando e purga
30.15L'aere profano, e fuor caccia de' cibi
30.16Le volanti reliquie. Egri mortali,
30.17Che la miseria e la fidanza un giorno
30.18Sul meriggio guidàro a queste porte
30.19Tumultuosa ignuda atroce folla
30.20Di tronche membra e di squallide facce
30.21E di bare e di grucce, or via da lunge
30.22Vi confortate; e per le alzate nari
30.23Del divin prandio il nettare beete,
30.24Che favorevol aura a voi conduce:
30.25Ma non osate i limitari illustri
30.26Assediar, fastidioso offrendo
30.27Spettacolo di mali a i nostri eroi.
31.1E a te nobil garzon la tazza in tanto
31.2Apprestar converrà, che i lenti sorsi
31.3Ministri poi de la tua bella a i labbri
31.4E memore avvertir s'ella più goda,
31.5O sobria o liberal temprar col dolce
31.6La bollente bevanda: o se più forse
31.7L'ami così come sorbir la gode
31.8Barbara sposa, allor che molle assisa
31.9Ne' broccati di Persia al suo signore
31.10Con le dita pieghevoli il selvoso
31.11Mento vezzeggia; e la svelata fronte
31.12Alzando il guarda; e quelli sguardi han possa
31.13Di far che a poco a poco di man cada
31.14Al suo signore la fumante canna.
31.15Mentre i labbri e la man v'occupa e scalda
31.16L'odoroso licor, sublimi cose
31.17Macchinerà tua infaticabil mente.
31.18Quale oggi coppia di corsier de' il carro
31.19Condur de la tua bella; o l'alte moli
31.20Che per le fredde piagge educa il Cimbro;
31.21O quei che abbeverò la Drava; o quelli
31.22Che a le vigili guardie un dì fuggìro
31.23De la stirpe Campana: oggi qual meglio
31.24Si convegna ornamento a i dorsi alteri;
31.25Se semplici e negletti, o se pomposi
31.26Di ricche nappe e variate stringhe
31.27Andran su l'alto collo i crin volando,
31.28E sotto a cuoi vermigli e ad auree fibbie
31.29Ondeggeranno li ritondi fianchi.
31.30Quale oggi cocchio trionfanti al corso
31.31Vi porterà; se quel cui l'oro copre
31.32Fulgido al sole; e de' vostr'alti aspetti
31.33Per cristallo settemplice concede
31.34Al popolo bearsi; o quel, che tutto
31.35Caliginoso e tristo e a la marmorea
31.36Tomba simìl che de' vostr'avi chiude
31.37I cadaveri eccelsi, ammette a pena
31.38Cupido sguardo altrui. Cotanta mole
31.39Di cose a un tempo sol nell'alto ingegno
31.40Tu verserai; poi col supremo auriga
31.41Arduo consiglio ne terrai; non senza
31.42Qualche lieve garrir con la tua dama.
31.43Servi l'auriga ogni tua legge: e in tanto
31.44Altra cura subentri. Or mira i prodi
31.45Compagni tuoi che, ministrato a pena
31.46Dolce conforto di vivande a i membri,
31.47Già scelto il campo, e già distinti in bande
31.48Preparansi giocando a fieri assalti.
31.49Così a queste, o signore, illustre inganno
31.50Ore lente si faccia. E s'altri ancora
31.51Vuole Amor che s'inganni; altronde pugni
31.52La turba convitata; e tu da un lato
31.53Sol con la dama tua quel gioco eleggi,
31.54Che due sol tanto a un tavoliere ammetta.
32.1Già per ninfa gentil tacito ardea
32.2D'insoffribile ardor misero amante,
32.3Cui null'altra eloquenza usar con lei
32.4Fuor che quella de gli occhi era concesso:
32.5Poi che il rozzo marito ad Argo eguale
32.6Vigilava mai sempre; e quasi biscia
32.7Ora piegando or allungando il collo
32.8Ad ogni verbo con gli orecchi acuti
32.9Era presente. Oimè, come con cenni
32.10O con notate tavole giammai
32.11O con servi sedotti a la sua bella
32.12Chieder pace ed aita? Ogni d'Amore
32.13Stratagemma finissimo vincea
32.14La gelosia del rustico marito.
32.15Che più lice sperare? Al tempio ei viene
32.16Del nume accorto che le serpi annoda
32.17All'aurea verga, e il capo e le calcagna
32.18D'ali fornisce. A lui si prostra umìle;
32.19E in questi detti lagrimando il prega.
32.20“O propizio a gli amanti, o buon figliuolo
32.21De la candida Maia, o tu che d'Argo
32.22Deludesti i cent'occhi, e a lui rapisti
32.23La guardata giovenca, i preghi accogli
32.24D'un amante infelice; e a lui concedi
32.25Se non gli occhi ingannar, gli orecchi almeno
32.26D'importuno marito”. Ecco si scote
32.27Il divin simulacro, a lui s'inchina,
32.28Con la verga pacifica la fronte
32.29Gli percote tre volte: e il lieto amante
32.30Sente dettarsi ne la mente un gioco,
32.31Che i mariti assordisce. A lui diresti
32.32Che l'ali del suo piè concesse ancora
32.33Il supplicato dio, cotanto ei vola
32.34Velocissimamente a la sua donna.
32.35Là bipartita tavola prepara,
32.36Ov'èbano ed avorio intarsiati
32.37Regnan sul piano, e partono alternando
32.38In due volte sei case ambe le sponde.
32.39Quindici nere d'èbano rotelle
32.40E d'avorio bianchissimo altrettante
32.41Stan divise in due parti; e moto e norma
32.42Da duo dadi gittati attendon, pronte
32.43Gli spazj ad occupar, e quinci e quindi
32.44Pugnar contrarie. Oh cara a la fortuna
32.45Quella che corre innanzi all'altre; e seco
32.46Trae la compagna, onde il nemico assalto
32.47Forte sostenga! Oh giocator felice
32.48Chi pria l'estrema casa occupa; e l'altro
32.49De gli spazj a sè dati ordin riempie
32.50Con doppio segno! Ei trionfante allora
32.51Da la falange il suo rival combatte;
32.52E in proprio ben rivolge i colpi ostili.
32.53Al tavolier s'assidono ambidue
32.54L'amante cupidissimo e la ninfa.
32.55Quella una sponda ingombra e questi l'altra.
32.56Il marito col gomito s'appoggia
32.57All'un de' lati; ambo gli orecchi tende;
32.58E sotto al tavolier di quando in quando
32.59Guata con gli occhi. Or l'agitar de i dadi
32.60Entro a sonanti bòssoli comincia,
32.61Ora il picchiar de' bòssoli sul piano,
32.62Ora il vibrar lo sparpagliar l'urtare
32.63Il cozzar de i duo dadi, or de le mosse
32.64Rotelle il martellar. Torcesi e freme
32.65Sbalordito il geloso: a fuggir pensa,
32.66Ma rattienlo il sospetto. Il fragor cresce
32.67Il rombazzo il frastono il rovinio:
32.68Ei più regger non puote, in piedi balza,
32.69E con ambe le man tura gli orecchi.
32.70Tu vincesti o Mercurio. Il cauto amante
32.71Poco disse: e la bella intese assai.
32.72Tal ne la ferrea età, quando gli sposi
32.73Folle superstizion chiamava allarme
32.74Giocato fu. Ma poi che l'aureo venne
32.75Secol di novo; e che del prisco errore
32.76Si spogliàro i mariti, al sol diletto
32.77La dama e il cavalier volsero il gioco
32.78Che la necessità trovato avea.
32.79Fu superfluo il romor: di molle panno
32.80La tavola vestissi e de' patenti
32.81Bòssoli il sen: lo schiamazzio molesto
32.82Tal rintuzzossi: e durò al gioco il nome,
32.83Che ancor l'antico strepito dinota.
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