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1.1Sorge il mattino in compagnia dell'alba
1.2Dinanzi al sol che di poi grande appare
1.3Su l'estremo orizzonte a render lieti
1.4Gli animali e le piante e i campi e l'onde.
1.5Allora il buon villan sorge dal caro
1.6Letto cui la fedel moglie e i minori
1.7Suoi figlioletti intiepidìr la notte:
1.8Poi sul dorso portando i sacri arnesi
1.9Che prima ritrovò Cerere o Pale
1.10Move seguendo i lenti bovi, e scote
1.11Lungo il picciol sentier da i curvi rami
1.12Fresca rugiada che di gemme al paro
1.13La nascente del sol luce rifrange.
1.14Allora sorge il fabbro, e la sonante
1.15Officina riapre, e all'opre torna
1.16L'altro dì non perfette; o se di chiave
1.17Ardua e ferrati ingegni all'inquieto
1.18Ricco l'arche assecura; o se d'argento
1.19E d'oro incider vuol gioielli e vasi
1.20Per ornamento a nova sposa o a mense.
2.1Ma che? Tu inorridisci e mostri in capo
2.2Qual istrice pungente irti i capelli
2.3Al suon di mie parole? Ah il tuo mattino
2.4Signor questo non è. Tu col cadente
2.5Sol non sedesti a parca cena, e al lume
2.6Dell'incerto crepuscolo non gisti
2.7Ieri a posar qual nei tugurj suoi
2.8Entro a rigide coltri il vulgo vile.
2.9A voi celeste prole a voi concilio
2.10Almo di semidei altro concesse
2.11Giove benigno: e con altr'arti e leggi
2.12Per novo calle a me guidarvi è d'uopo.
2.13Tu tra le veglie e le canore scene
2.14E il patetico gioco oltre più assai
2.15Producesti la notte: e stanco alfine
2.16In aureo cocchio col fragor di calde
2.17Precipitose rote e il calpestio
2.18Di volanti corsier lunge agitasti
2.19Il queto aere notturno; e le tenèbre
2.20Con fiaccole superbe intorno apristi
2.21Siccome allor che il Siculo terreno
2.22Da l'uno a l'altro mar rimbombar fèo
2.23Pluto col carro a cui splendeano innanzi
2.24Le tede de le Furie anguicrinite.
2.25Tal ritornasti a i gran palagi: e quivi
2.26Cari conforti a te porgea la mensa
2.27Cui ricoprien prurigginosi cibi
2.28E licor lieti di Francesi colli
2.29E d'Ispani e di Toschi o l'Ungarese
2.30Bottiglia a cui di verdi ellere Bromio
2.31Concedette corona, e disse: or siedi
2.32De le mense reina. Alfine il Sonno
2.33Ti sprimacciò di propria man le còltrici
2.34Molle cedenti, ove te accolto il fido
2.35Servo calò le ombrifere cortine:
2.36E a te soavemente i lumi chiuse
2.37Il gallo che li suole aprire altrui.
2.38Dritto è però che a te gli stanchi sensi
2.39Da i tenaci papaveri Morfèo
2.40Prima non solva che già grande il giorno
2.41Fra gli spiragli penetrar contenda
2.42De le dorate imposte; e la parete
2.43Pingano a stento in alcun lato i rai
2.44Del sol ch'eccelso a te pende sul capo.
3.1Or qui principio le leggiadre cure
3.2Denno aver del tuo giorno: e quindi io deggio
3.3Sciorre il mio legno, e co' precetti miei
3.4Te ad alte imprese ammaestrar cantando.
3.5Già i valetti gentili udìr lo squillo
3.6De' penduli metalli a cui da lunge
3.7Moto improvviso la tua destra impresse;
3.8E corser pronti a spalancar gli opposti
3.9Schermi a la luce; e rigidi osservàro
3.10Che con tua pena non osasse Febo
3.11Entrar diretto a saettarte i lumi.
3.12Ergi dunque il bel fianco, e sì ti appoggia
3.13Alli origlier che lenti degradando
3.14All'omero ti fan molle sostegno;
3.15E coll'indice destro lieve lieve
3.16Sovra gli occhi trascorri, e ne dilegua
3.17Quel che riman de la Cimmeria nebbia;
3.18Poi de' labbri formando un picciol arco
3.19Dolce a vedersi tacito sbadiglia.
3.20Ahi se te in sì vezzoso atto mirasse
3.21Il duro capitan quando tra l'arme
3.22Sgangherando la bocca un grido innalza
3.23Lacerator di ben costrutti orecchi,
3.24S'ei te mirasse allor, certo vergogna
3.25Avria di sè più che Minerva il giorno
3.26Che di flauto sonando al fonte scorse
3.27Il turpe aspetto de le guance enfiate.
4.1Ma il damigel ben pettinato i crini
4.2Ecco s'innoltra; e con sommessi accenti
4.3Chiede qual più de le bevande usate
4.4Sorbir tu goda in preziosa tazza.
4.5Indiche merci son tazza e bevande:
4.6Scegli qual più desii. S'oggi a te giova
4.7Porger dolci a lo stomaco fomenti
4.8Onde con legge il natural calore
4.9V'arda temprato, e al digerir ti vaglia,
4.10Tu il cioccolatte eleggi, onde tributo
4.11Ti diè il Guatimalese e il Caribeo
4.12Che di barbare penne avvolto ha il crine:
4.13Ma se noiosa ipocondria ti opprime,
4.14O troppo intorno a le divine membra
4.15Adipe cresce, de' tuoi labbri onora
4.16La nettarea bevanda ove abbronzato
4.17Arde e fumica il grano a te d'Aleppo
4.18Giunto e da Moca che di mille navi
4.19Popolata mai sempre insuperbisce.
4.20Certo fu d'uopo che da i prischi seggi
4.21Uscisse un regno, e con audaci vele
4.22Fra straniere procelle e novi mostri
4.23E teme e rischi ed inumane fami
4.24Superasse i confin per tanta etade
4.25Inviolati ancora: e ben fu dritto
4.26Se Pizzarro e Cortese umano sangue
4.27Più non stimàr quel ch'oltre l'Oceàno
4.28Scorrea le umane membra; e se tonando
4.29E fulminando alfin spietatamente
4.30Balzaron giù da i grandi aviti troni
4.31Re Messicani e generosi Incassi,
4.32Poi che nuove così venner delizie
4.33O gemma de gli eroi al tuo palato.
5.1Cessi 'l cielo però che in quel momento
5.2Che le scelte bevande a sorbir prendi,
5.3Servo indiscreto a te improvviso annunci
5.4O il villano sartor che non ben pago
5.5D'aver teco diviso i ricchi drappi
5.6Oso sia ancor con polizza infinita
5.7Fastidirti la mente; o di lugùbri
5.8Panni ravvolto il garrulo forense
5.9Cui de' paterni tuoi campi e tesori
5.10Il periglio s'affida; o il tuo castaldo
5.11Che già con l'alba a la città discese
5.12Bianco di gelo mattutin la chioma.
5.13Così zotica pompa i tuoi maggiori
5.14Al dì nascente si vedean dintorno:
5.15Ma tu gran prole in cui si fèo scendendo
5.16E più mobile il senso e più gentile
5.17Ah sul primo tornar de' lievi spirti
5.18All'uficio diurno ah non ferirli
5.19D'imagini sì sconce. Or come i detti
5.20Di costor soffrirai barbari e rudi;
5.21Come il penoso articolar di voci
5.22Smarrite titubanti al tuo cospetto;
5.23E tra l'obliquo profondar d'inchini
5.24Del calzar polveroso in su i tapeti
5.25Le impresse orme indecenti? Ahimè che fatto
5.26Il salutar licore agro e indigesto
5.27Ne le viscere tue te allor faria
5.28E in casa e fuori e nel teatro e al corso
5.29Ruttar plebeiamente il giorno intero!
6.1Non fia che attenda già ch'altri lo annunci
6.2Gradito ognor benchè improvviso il dolce
6.3Mastro che il tuo bel piè come a lui piace
6.4Guida e corregge. Egli all'entrar s'arresti
6.5Ritto sul limitare, indi elevando
6.6Ambe le spalle qual testudo il collo
6.7Contragga alquanto, e ad un medesmo tempo
6.8Il mento inchini, e con l'estrema falda
6.9Del piumato cappello il labbro tocchi.
6.10E non men di costui facile al letto
6.11Del mio signor t'innoltra o tu che addestri
6.12A modular con la flessibil voce
6.13Soavi canti; e tu che insegni altrui
6.14Come vibrar con maestrevol arco
6.15Sul cavo legno armoniose fila.
6.16Nè la squisita a terminar corona
6.17Che segga intorno a te manchi o signore
6.18Il precettor del tenero idioma
6.19Che da la Senna de le Grazie madre
6.20Pur ora a sparger di celeste ambrosia
6.21Venne all'Italia nauseata i labbri.
6.22All'apparir di lui l'Itale voci
6.23Tronche cedano il campo al lor tiranno:
6.24E a la nova inefabil melodia
6.25De' sovrumani accenti odio ti nasca
6.26Più grande in sen contro a le bocche impure
6.27Ch'osan macchiarse ancor di quel sermone
6.28Onde in Valchiusa fu lodata e pianta
6.29Già la bella Francese; e i culti campi
6.30All'orecchio de i re cantati furo
6.31Lungo il fonte gentil da le bell'acque.
7.1Or te questa o signor leggiadra schiera
7.2Al novo dì trattenga: e di tue voglie
7.3Irresolute ancora or quegli or questi
7.4Con piacevol discorso il vano adempia,
7.5Mentre tu chiedi lor tra i lenti sorsi
7.6Dell'ardente bevanda a qual cantore
7.7Nel vicin verno si darà la palma
7.8Sovra le scene; e s'egli è il ver che rieda
7.9L'astuta Frine che ben cento folli
7.10Milordi rimandò nudi al Tamigi;
7.11O se il brillante danzator Narcisso
7.12Torni pur anco ad agghiacciare i petti
7.13De' palpitanti Italici mariti.
7.14Così poi che gran pezzo a i novi albori
7.15Del tuo mattin teco scherzato fia
7.16Non senza aver da te rimosso in prima
7.17L'ipocrita pudore e quella schifa
7.18Che le accigliate gelide matrone
7.19Chiaman modestia, alfine o a lor talento
7.20O da te congedati escan costoro.
7.21Doman quindi potrai o l'altro forse
7.22Giorno a i precetti lor porgere orecchio
7.23Se a' bei momenti tuoi cure minori
7.24Porranno assedio. A voi divina schiatta
7.25Più assai che a noi mortali il ciel concesse
7.26Domabile midollo entro al cerèbro,
7.27Sì che breve lavoro unir vi puote
7.28Ampio tesor d'ogni scienza ed arte.
7.29Il vulgo intanto a cui non lice il velo
7.30Aprir de' venerabili misterj
7.31Fie pago assai poi che vedrà sovente
7.32Ire o tornar dal tuo palagio i primi
7.33D'arte maestri; e con aperte fauci
7.34Stupefatto berà le tue sentenze.
8.1Ma già vegg'io che le oziose lane
8.2Premer non sai più lungamente: e in vano
8.3Te l'ignavo tepor lusinga e molce,
8.4Però che te più gloriosi affanni
8.5Aspettan l'ore ad illustrar del giorno.
8.6O voi dunque del primo ordine servi
8.7Che di nobil signor ministri al fianco
8.8Siete incontaminati, or dunque voi
8.9Al mio divino Achille al mio Rinaldo
8.10L'armi apprestate. Ed ecco in un baleno
8.11I damigelli a' cenni tuoi star pronti.
8.12Già ferve il gran lavoro. Altri ti veste
8.13La serica zimarra ove bei fregi
8.14Diramansi Chinesi; altri se il chiede
8.15Più la stagione a te le membra copre
8.16Di stese infino al piè tiepide pelli;
8.17Questi al fianco ti cinge il bianco lino
8.18Che sciorinato poi cada e difenda
8.19I calzonetti; e quei d'alto curvando
8.20Il cristallino rostro in su le mani
8.21Ti versa onde odorate, e da le mani
8.22In limpido bacin sotto le accoglie;
8.23Quale il sapon del redivivo muschio
8.24Olezzante all'intorno; e qual ti porge
8.25Il macinato di quell'arbor frutto
8.26Che a Rodope fu già vaga donzella,
8.27E piagne in van sotto mutate spoglie
8.28Demofoonte ancor Demofoonte;
8.29Un di soavi essenze intrisa spugna
8.30Onde tergere i denti; e l'altro appresta
8.31Onde imbiancar le guance util licore.
9.1Assai Signore a te pensasti: or volgi
9.2L'alta mente per poco ad altri obbietti
9.3Non men degni di te. Sai che compagna
9.4Con cui partir de la giornata illustre
9.5I travagli e le glorie il ciel destina
9.6Al giovane signore. Impallidisci?
9.7Ahi non parlo di nozze. Antiquo e vieto
9.8Dottor sarei se così folle io dessi
9.9A te consiglio. Di tant'alte doti
9.10Già non orni così lo spirto e i membri
9.11Perchè in mezzo a la fulgida carriera
9.12Tu il tuo corso interrompa, e fuora uscendo
9.13Di cotesto a ragion detto bel mondo,
9.14In tra i severi di famiglia padri
9.15Relegato ti giacci a nodi avvinto
9.16Di giorno in giorno più noiosi e fatto
9.17Ignobil fabbro de la razza umana.
9.18D'altra parte il marito ahi quanto spiace,
9.19E lo stomaco move a i delicati
9.20Del vostr'orbe felice abitatori
9.21Qualor de' semplicetti avoli nostri
9.22Portar osa in ridevole trionfo
9.23La rimbambita fè la pudicizia
9.24Severi nomi. E qual non suole a forza
9.25Entro a' melati petti eccitar bile
9.26Quando i computi vili del castaldo
9.27Le vendemmie i ricolti i pedagoghi
9.28Di que' sì dolci suoi bambini altrui
9.29Gongolando ricorda; e non vergogna
9.30Di mischiar cotai fole a peregrini
9.31Subbietti a nuove del dir forme a sciolti
9.32Da volgar fren concetti, onde s'avviva
9.33De' begli spirti il conversar sublime.
9.34Non però tu senza compagna andrai;
9.35Chè tra le fide altrui giovani spose
9.36Una te n'offre inviolabil rito
9.37Del bel mondo onde sei parte sì cara.
10.1Tempo fu già che il pargoletto Amore
10.2Dato era in guardia al suo fratello Imene;
10.3Tanto la madre lor temea che il cieco
10.4Incauto nume perigliando gisse
10.5Misero e solo per oblique vie;
10.6E che, bersaglio a gl'indiscreti colpi
10.7Di senza guida e senza freno arciere,
10.8Immaturo al suo fin corresse il seme
10.9Uman che nato è a dominar la terra.
10.10Quindi la prole mal secura all'altra
10.11In cura dato avea sì lor dicendo:
10.12Ite o figli del par; tu più possente
10.13Il dardo scocca, e tu più cauto il reggi
10.14A certa meta. Così ognor congiunta
10.15Iva la dolce coppia; e in un sol regno,
10.16E d'un nodo comun l'alme strignea.
10.17Allora fu che il sol mai sempre uniti
10.18Vedea un pastore ed una pastorella
10.19Starsi al prato a la selva al colle al fonte:
10.20E la suora di lui vedeali poi
10.21Uniti ancor nel talamo beato
10.22Ch'ambo gli amici numi a piene mani
10.23Gareggiando spargean di gigli e rose.
10.24Ma che non puote anco in divini petti
10.25Se mai s'accende ambizion d'impero?
10.26Crebber l'ali ad Amor, crebbe l'ardire;
10.27Onde a brev'aere prima indi securo
10.28A vie maggior fidossi, e fiero alfine
10.29Entrò nell'alto, e il grande arco crollando
10.30E il capo risonar fece a quel moto
10.31Il duro acciar che a tergo la faretra
10.32Gli empie, e gridò: solo regnar vogl'io.
10.33Disse, e volto a la madre: Amore adunque
10.34Il più possente in fra gli dei, il primo
10.35Di Citerea figliuol ricever leggi,
10.36E dal minor german ricever leggi
10.37Vile alunno anzi servo? Or dunque Amore
10.38Non oserà fuor ch'una unica volta
10.39Fiedere un'alma come questo schifo
10.40Da me pur chiede? E non potrò giammai
10.41Da poi ch'io strinsi un laccio anco disciorlo
10.42A mio talento, e se m'aggrada, un altro
10.43Strignerne ancora? E lascerò pur ch'egli
10.44Di suoi unguenti impece a me i miei dardi
10.45Perchè men velenosi e men crudeli
10.46Scendano a i petti? Or via perchè non togli
10.47A me da le mie man quest'arco e queste
10.48Armi da le mie spalle, e ignudo lasci
10.49Quasi rifiuto de gli dei Cupido?
10.50Oh il bel viver che fia quando tu solo
10.51Regni in mio loco! Oh il bel vederti, lasso!
10.52Studiarti a torre da le languid'alme
10.53La stanchezza e il fastidio, e spander gelo
10.54Di foco in vece! Or genitrice intendi:
10.55Vaglio e vo' regnar solo. A tuo piacere
10.56Tra noi parti l'impero, ond'io con teco
10.57Abbia omai pace; e in compagnia d'Imene
10.58Me non veggan mai più le umane genti.
10.59Amor qui tacque; e minaccioso in atto
10.60Parve all'Idalia dea chieder risposta.
10.61Ella tenta placarlo, e preghi e pianti
10.62Sparge ma in van; tal ch'a i due figli volta
10.63Con questo dir pose al contender fine:
10.64Poi che nulla tra voi pace esser puote,
10.65Si dividano i regni: e perchè l'uno
10.66Sia dall'altro fratello ognor disgiunto
10.67Sien diversi tra voi e il tempo e l'opra.
10.68Tu che di strali altero a fren non cedi
10.69L'alme ferisci, e tutto il giorno impera;
10.70E tu che di fior placidi hai corona
10.71Le salme accoppia, e con l'ardente face
10.72Regna la notte. Or quindi almo Signore
10.73Venne il rito gentil che ai freddi sposi
10.74Le tenebre concede e de le spose
10.75Le caste membra; e a voi beata gente
10.76E di più nobil mondo il cor di queste
10.77E il dominio del dì largo destina.
11.1Dunque ascolta i miei detti, e meco apprendi
11.2Quai tu deggia il mattin cure a la bella
11.3Che spontanea o pregata a te si diede
11.4In tua dama quel dì lieto che a fida
11.5Carta, nè senza testimoni furo
11.6A vicenda commessi i patti santi
11.7E le condizion del caro nodo.
11.8Già la dama gentile i vaghi rai
11.9Al novo giorno aperse; e suo primiero
11.10Pensier fu dove teco ir più convenga
11.11A vegliar questa sera; e gravemente
11.12Consultò con lo sposo a lei vicino,
11.13O a baciarle la man pur dianzi ammesso.
11.14Ora è tempo o Signor che il fido servo
11.15E il più accorto tra' tuoi voli al palagio
11.16Di lei chiedendo se tranquilli sonni
11.17Dormìo la notte; e se d'immagin liete
11.18Le fu Mòrfeo cortese. È ver che ieri
11.19Al partir l'ammirasti in viso tinta
11.20Di freschissime rose; e più che mai
11.21Viva e snella balzar teco dal cocchio;
11.22E la vigile tua mano per vezzo
11.23Ricusar sorridendo allor che l'ampie
11.24Scale salì del maritale albergo:
11.25Ma ciò non basti ad acquetarti; e mai
11.26Non obliar sì giusti ufici. Ahi quanti
11.27Genj malvagi fra l'orror notturno
11.28Godono uscire, ed empier di perigli
11.29La placida quiete de' viventi!
11.30Poria, tolgalo il cielo, il picciol cane
11.31Con latrato improvviso i cari sogni
11.32Troncar de la tua dama; ond'ella, scossa
11.33Da subito capriccio, a rannicchiarse
11.34Astretta fosse di sudor gelato
11.35E la fronte bagnando e il guancial molle.
11.36Anco poria colui che sì de' tristi
11.37Come de' lieti sogni è genitore,
11.38Crearle in mente di nemiche idee
11.39In un congiunte orribile chimera;
11.40Tal che agitata e in ansioso affanno
11.41Gridar tentasse, e non però potesse
11.42Aprire a i gridi tra le fauci il varco.
11.43Sovente ancor de la passata sera
11.44La perduta nel gioco aurea moneta
11.45Non men che al cavalier suole a la dama
11.46Lunga vigilia cagionar: talora
11.47Nobile invidia de la bella amica
11.48Vagheggiata da molti: e talor breve
11.49Gelosia n'è cagione. A questo aggiugni
11.50Gl'importuni mariti i quai nel capo
11.51Ravvolgendosi ancor le viete usanze,
11.52Poi che cessero ad altri il giorno, quasi
11.53Aggian fatto gran cosa, aman d'Imene
11.54Con superstizion serbare i dritti,
11.55E dell'ombra notturna esser tiranni,
11.56Ahi con qual noia de le caste spose
11.57Ch'indi preveggon fra non molto il fiore
11.58Di lor fresca beltade a sè rapito.
12.1Mentre che il fido messagger sen rieda
12.2Magnanimo signor già non starai
12.3Ozioso però. Nel campo amato
12.4Pur in questo momento il buon cultore
12.5Suda e incallisce al vomere la mano
12.6Lieto che i suoi sudor ti fruttin poi
12.7Dorati cocchi e pellegrine mense.
12.8Ora per te l'industre artier sta fiso
12.9Allo scarpello all'asce al subbio all'ago:
12.10Ed ora in tuo favor contende o veglia
12.11Il ministro di Temi. Ecco te pure
12.12La tavoletta or chiama. Ivi i bei pregi
12.13De la natura accrescerai con l'arte,
12.14Ond'oggi, uscendo, del beante aspetto
12.15Beneficar potrai le genti, e grato
12.16Ricompensar di sue fatiche il mondo.
13.1Ogni cosa è già pronta. All'un de' lati
13.2Crepitar s'odon le fiammanti brage
13.3Ove si scalda industrioso e vario
13.4Di ferri arnese a moderar del fronte
13.5Gl'indocili capei. Stuolo d'Amori
13.6Invisibil sul foco agita i vanni,
13.7E per entro vi soffia alto gonfiando
13.8Ambe le gote. Altri di lor v'appressa
13.9Pauroso la destra; e prestamente
13.10Ne rapisce un de' ferri: altri rapito
13.11Tenta com'arda in su l'estrema cima
13.12Sospendendol dell'ala; e cauto attende
13.13Pur se la piuma si contragga o fume:
13.14Altri un altro ne scote; e de le ceneri
13.15Fuligginose il ripulisce e terge.
13.16Tali a le vampe dell'Etnèa fucina,
13.17Sorridente la madre, i vaghi Amori
13.18Eran ministri all'ingegnoso fabbro:
13.19E sotto a i colpi del martel frattanto
13.20L'elmo sorgea del fondator Latino.
14.1All'altro lato con la man rosata
14.2Como e di fiori inghirlandato il crine
14.3I bissi scopre ove di Idalj arredi
14.4Almo tesor la tavoletta espone.
14.5Ivi e nappi eleganti e di canori
14.6Cigni morbide piume; ivi raccolti
14.7Di lucide odorate onde vapori;
14.8Ivi di polvi fuggitive al tatto
14.9Color diversi o ad imitar d'Apollo
14.10L'aurato biondo o il biondo cenerino
14.11Che de le sacre Muse in su le spalle
14.12Casca ondeggiando tenero e gentile.
14.13Che se a nobil eroe le fresche labbra
14.14Repentino spirar di rigid'aura
14.15Offese alquanto, v'è stemprato il seme
14.16De la fredda cucurbita: e se mai
14.17Pallidetto ei si scorga, è pronto all'uopo
14.18Arcano a gli altri eroi vago cinabro.
14.19Nè quando a un semideo spuntar sul volto
14.20Pustula temeraria osa pur fosse,
14.21Multiforme di nei copia vi manca,
14.22Ond'ei l'asconda in sul momento, ed esca
14.23Più periglioso a saettar co i guardi
14.24Le belle inavvedute, a guerrier pari
14.25Che, già poste le bende a la ferita,
14.26Più glorioso e furibondo insieme
14.27Sbaragliando le schiere entra nel folto.
15.1Ma già velocemente il mio Signore
15.2Tre volte e quattro il gabinetto scorse
15.3Col crin disciolto e su gli omeri sparso,
15.4Quale a Cuma solea l'orribil maga
15.5Quando agitata dal possente nume
15.6Vaticinar s'udia. Così dal capo
15.7Evaporar lasciò de gli olj sparsi
15.8Il nocivo fermento e de le polvi
15.9Che roder gli porien la molle cute,
15.10O d'atroci emicranie a lui lo spirto
15.11Trafigger lungamente. Or ecco avvolto
15.12Tutto in candidi lini a la grand'opra
15.13E più grave del dì s'appresta e siede.
15.14Nembo dintorno a lui vola d'odori
15.15Che a le varie manteche ama rapire
15.16L'aura vagante lungo i vasi ugnendo
15.17Le leggerissim'ale di farfalla:
15.18E lo speglio patente a lui dinanzi
15.19Altero sembra di raccor nel seno
15.20L'imagin diva; e stassi a gli occhi suoi
15.21Severo esplorator de la tua mano
16.1O di bel crin volubile architetto.
16.2O di bel crin volubile architetto
16.3Tu pria chiedi all'eroe qual più gli aggrade
16.4Spargere al crin, se i gelsomini o il biondo
16.5Fior d'arancio piuttosto o la giunchiglia
16.6O l'ambra preziosa a gli avi nostri.
16.7Ma se la sposa altrui cara all'eroe
16.8Del talamo nuzial si lagna, e scosse
16.9Pur or da lungo peso i casti lombi,
16.10Ah fuggi allor tutti gli odori ah fuggi;
16.11Chè micidial potresti a un sol momento
16.12Più vite insidiar: semplici sieno
16.13I tuoi balsami allor: nè oprarli ardisci
16.14Pria che di lor deciso aggian le nari
16.15Del mio signore e tuo. Pon mano poi
16.16Al pettin liscio, e con l'ottuso dente
16.17Lieve solca le chiome; indi animoso
16.18Le turba e le scompiglia; e alfin da quella
16.19Alta confusion traggi e dispiega,
16.20Opra di tua gran mente, ordin superbo.
16.21Io breve a te parlai; ma il tuo lavoro
16.22Breve non fia però; nè al termin giunto
16.23Prima sarà che da' più strani eventi
16.24S'involva o tronchi all'alta impresa il filo.
16.25Fisa i guardi a lo speglio; e là sovente
16.26Il mio signor vedrai morder le labbra
16.27Impaziente, ed arrossir nel volto.
16.28Sovente ancor, se men dell'uso esperta
16.29Parrà tua destra, del convulso piede
16.30Udrai lo scalpitar breve e frequente,
16.31Non senza un tronco articolar di voce
16.32Che condanni e minacci. Anco t'aspetta
16.33Veder talvolta il cavalier sublime
16.34Furiando agitarsi, e destra e manca
16.35Porsi a la chioma, e dissipar con l'ugne
16.36Lo studio di molt'ore in un momento.
16.37Che più? Se per tuo male un dì vaghezza
16.38D'accordar ti prendesse al suo sembiante
16.39Gli edifici del capo, e non curassi
16.40Ricever leggi da colui che venne
16.41Pur ier di Francia, ah quale atroce folgore,
16.42Meschino! allor ti penderia sul capo?
16.43Tu allor l'eroe vedresti ergers'in piedi,
16.44E per gli occhi versando ira e dispetto
16.45Mille strazj imprecarti, e scender fino
16.46Ad usurpar le infami voci al vulgo
16.47Per farti onta maggiore, e di bastone
16.48Il tergo minacciarti, e violento
16.49Rovesciare ogni cosa, al suol spargendo
16.50Rotti cristalli e calamistri e vasi
16.51E pettini ad un tempo. In simil guisa,
16.52Se del tonante all'ara o de la Dea
16.53Che ricovrò dal Nilo il turpe Phallo
16.54Tauro spezzava i raddoppiati nodi
16.55E libero fuggìa, vedeansi a terra
16.56Cader tripodi tazze bende scuri
16.57Litui coltelli, e d'orridi mugiti
16.58Commosse rimbombar le arcate volte,
16.59E d'ogni lato astanti e sacerdoti
16.60Pallidi all'urto e all'impeto involarse
16.61Del feroce animal che pria sì queto
16.62Gìa di fior cinto; e sotto a la man sacra
16.63Umiliava le dorate corna.
16.64Tu non pertanto coraggioso e forte
16.65Dura e ti serba a la miglior fortuna.
16.66Quasi foco di paglia è foco d'ira
16.67In nobil petto. Il tuo signor vedrai
16.68Mansuefatto a te chieder perdono,
16.69E sollevarti oltr'ogni altro mortale
16.70Con preghi e scuse a niun altro concesse;
16.71Tal che securo sacerdote a lui
16.72Immolerai lui stesso, e pria d'ognaltro
16.73Larga otterrai del tuo lavor mercede.
17.1Or Signore a te riedo. Ah non sia colpa
17.2Dinanzi a te s'io travviai col verso
17.3Breve parlando ad un mortal cui degni
17.4Tu de gli arcani tuoi. Sai che a sua voglia
17.5Questi ogni dì volge e governa i capi
17.6De' semidei più chiari: e le matrone
17.7Che da i sublimi cocchi alto disdegnano
17.8Chinar lo sguardo a la pedestre turba,
17.9Non disdegnan sovente entrar con lui
17.10In festevoli motti allor ch'esposti
17.11A la sua man sono i ridenti avorj
17.12Del bel collo e del crin l'aureo volume.
17.13Però m'odi benigno or ch'io t'apprendo
17.14L'ore a passar più graziose intanto
17.15Che il pettin creator doni a le chiome
17.16Leggiadra o almen non più veduta forma.
18.1Breve libro elegante a te dinanzi
18.2Tra gli arnesi vedrai che l'arte aduna
18.3Per disputare a la natura il vanto
18.4Del renderti sì caro a gli occhi altrui.
18.5Ei ti lusingherà forse con liscia
18.6Purpurea pelle onde vestito avrallo
18.7O Mauritano conciatore o Siro:
18.8E d'oro fregi delicati e vago
18.9Mutabile color che il collo imite
18.10De la colomba v'avrà sparso intorno
18.11Squisito legator Batavo o Franco:
18.12E forse incisa con venereo stile
18.13Vi fia serie d'imagini interposta,
18.14Lavor che vince la materia, e donde
18.15Fia che nel cor ti si ridesti e viva
18.16La stanca di piaceri ottusa voglia.
18.17Or tu il libro gentil con lenta mano
18.18Togli, e non senza sbadigliare un poco
18.19Aprilo a caso o pur là dove il parta
18.20Tra l'uno e l'altro foglio indice nastro.
19.1O de la Francia Proteo multiforme
19.2Scrittor troppo biasmato e troppo a torto
19.3Lodato ancor, che sai con novi modi
19.4Imbandir ne' tuoi scritti eterno cibo
19.5A i semplici palati, e se' maestro
19.6Di color che a sè fingon di sapere,
19.7Tu appresta al mio signor leggiadri studj
19.8Con quella tua fanciulla all'Anglo infesta,
19.9Onde l'Enrico tuo vinto è d'assai,
19.10L'Enrico tuo che in vano abbatter tenta
19.11L'Italian Goffredo ardito scoglio
19.12Contro a la Senna d'ogni vanto altera.
19.13Tu de la Francia onor, tu in mille scritti
19.14Celebrata da' tuoi novella Aspasia
19.15Taide novella a i facili sapienti
19.16De la Gallica Atene i tuoi precetti
19.17Tu pur detta al mio eroe: e a lui non meno
19.18Pasci l'alto pensier tu che all'Italia,
19.19Poi che rapìrle i tuoi l'oro e le gemme,
19.20Invidiasti il fedo loto ancora
19.21Onde macchiato è il Certaldese o l'altro
19.22Per cui va sì famoso il pazzo Conte.
19.23Questi o signore i tuoi studiati autori
19.24Fieno e mill'altri che guidàro in Francia
19.25I bendati Sultani i Regi Persi
19.26E le peregrinanti Arabe dame,
19.27O che con penna liberale a i cani
19.28Ragion donàro e a i barbari sedili,
19.29E dier feste e conviti e liete scene
19.30A i polli ed alle gru d'amor maestre.
19.31Oh pascol degno d'anima sublime
19.32Oh chiara oh nobil mente! A te ben dritto
19.33È che s'incurvi riverente il vulgo,
19.34E gli oracoli attenda. Or chi fie dunque
19.35Sì temerario che in suo cor ti beffe
19.36Qualor partendo da sì gravi studj
19.37Del tuo paese l'ignoranza accusi,
19.38E tenti aprir col tuo felice raggio
19.39La Gotica caliggine che annosa
19.40Siede su gli occhi a le misere genti?
19.41Così non mai ti venga estranea cura
19.42Questi a troncar sì preziosi istanti
19.43In cui del pari e a la dorata chioma
19.44Splendor dai novo ed al celeste ingegno.
20.1Non pertanto avverrà che tu sospenda
20.2Quindi a poco il versar de' libri amati,
20.3E che ad altro ti volga. A te quest'ora
20.4Condurrà il merciaiol che in patria or torna
20.5Pronto inventor di lusinghiere fole
20.6E liberal di forastieri nomi
20.7A merci che non mai varcàro i monti.
20.8Tu a lui credi ogni detto. E chi vuoi ch'ose
20.9Unqua mentire ad un tuo pari in faccia?
20.10Ei fia che venda se a te piace o cambi
20.11Mille fregi e lavori a cui la moda
20.12Di viver concedette un giorno intero
20.13Tra le folte d'inezie illustri tasche:
20.14Poi lieto se n'andrà con l'una mano
20.15Pesante di molt'oro; e in cor gioiendo
20.16Spregerà le bestemmie imprecatrici
20.17E il gittato lavoro e i vani passi
20.18Del calzolar diserto e del drappiere;
20.19E dirà lor: ben degna pena avete
20.20O troppo ancor religiosi servi
20.21De la necessitade, antiqua è vero
20.22Madre e donna dell'arti, or nondimeno
20.23Fatta cenciosa e vile. Al suo possente
20.24Amabil vincitor v'era assai meglio
20.25O miseri ubbidire. Il lusso il lusso
20.26Oggi sol puote dal ferace corno
20.27Versar su l'arti a lui vassalle applausi
20.28E non contesi mai premj e ricchezze.
21.1L'ore fien queste ancor che a te ne vegna
21.2Il delicato miniator di belle
21.3Che de la corte d'Amatunta uscìo
21.4Stipendiato ministro atto a gli affari
21.5Sollecitar dell'amorosa diva.
21.6Or tu l'affretta impaziente e sprona
21.7Sì ch'a te porga il desiato avorio
21.8Che de le amate forme impresso ride,
21.9Sia che il pennel cortese ivi dispieghi
21.10L'alme sembianze del tuo viso, ond'aggia
21.11Tacito pasco allor che te non vede
21.12La pudica d'altrui sposa a te cara;
21.13Sia che di lei medesma al vivo esprima
21.14Il vago aspetto; o se ti piace ancora
21.15D'altra beltà furtiva a te presenti
21.16Con più largo confin le amiche membra.
21.17Doman fie poi che la concessa imago
21.18Entro arnese gentil per te si chiuda
21.19Con opposto cristallo ove tu faccia
21.20Sovente paragon di tua beltade
21.21Con la beltà de la tua dama; o a i guardi
21.22Degl'invidi la tolga, e in sen l'asconda
21.23Sagace tabacchiera; o a te riluca
21.24Sul minor dito in fra le gemme e l'oro;
21.25O de le grazie del tuo viso desti
21.26Soavi rimembranze al braccio avvolta
21.27Dell'altrui fida sposa a cui se' caro.
21.28Ed ecco alfin che a le tue luci appare
21.29L'artificio compiuto. Or cauto osserva
21.30Se bene il simulato al ver s'adegue,
21.31Vie più rigido assai se il tuo sembiante
21.32Esprimer denno i colorati punti
21.33Che l'arte ivi dispose. Or brune troppo
21.34A te parran le guance, or fia ch'ecceda
21.35Mal frenata la bocca, or qual conviene
21.36A camuso Etiòpe il naso fia.
21.37Anco sovente d'accusar ti piaccia
21.38Il dipintor che non atteggi ardito
21.39L'agili membra e il dignitoso busto;
21.40O che mal tra le leggi a la tua forma
21.41Dia contorno o la posi o la panneggi.
21.42È ver che tu del grande di Crotone
21.43Non conosci la scola, e mai tua destra
21.44Non abbassossi a la volgar matita
21.45Che fu nell'altra età cara a' tuoi pari
21.46Cui non gustate ancora eran più dolci
21.47E più nobili cure a te serbate.
21.48Ma che non puote quel d'ogni scienza
21.49Gusto trionfator che all'ordin vostro
21.50In vece di maestro il ciel concesse;
21.51E d'onde a voi coniò le altere menti
21.52Acciò che possan dell'uman confine
21.53Oltre passar la paludosa nebbia;
21.54E d'etere più puro abitatrici
21.55Non fallibili scêrre il vero e il bello?
21.56Però qual più ti par loda o riprendi
21.57Non men fermo d'allor che a scranna siedi
21.58Raffael giudicando o l'altro egregio
21.59Che del gran nome suo l'Adige onora;
21.60E a le tavole ignote i noti nomi
21.61Grave comparti di color che primi
21.62Furo nell'arte. Ah s'altri è sì procace
21.63Ch'osi rider di te, costui pavente
21.64L'augusta maestà del tuo cospetto,
21.65Si volga a la parete, e mentre cerca
21.66Por freno in van col morder de le labbra
21.67A lo scrosciar de le importune risa
21.68Che scoppian da' precordj, violenta
21.69Convulsione a lui deforme il volto,
21.70E lo affoghi aspra tosse e lo punisca
21.71Di sua temerità. Ma tu non pensa
21.72Ch'altri ardisca di te rider giammai;
21.73E mai sempre imperterrito decidi.
22.1Or giunta è alfin del dotto pettin l'opra:
22.2E il maestro elegante intorno spande
22.3Da la man scossa polveroso nembo,
22.4Onde a te innanzi tempo il crine imbianchi.
22.5D'orribil piato risonar s'udìo
22.6Già la corte d'Amore. I tardi vegli
22.7Grinzuti osàr co' giovani nipoti
22.8Contendere di grado in faccia al soglio
22.9Del comune lor dio. Rise la fresca
22.10Gioventude animosa; e d'agri motti
22.11Libera punse la senil baldanza.
22.12Gran tumulto nascea, se non che Amore
22.13Ch'ogni diseguaglianza odia in sua corte
22.14A spegner mosse i perigliosi sdegni:
22.15E a quei che militando incanutìro
22.16Suoi servi apprese a simular con arte
22.17I duo bei fior che in giovanile gota
22.18Educa e nudre di sua man natura:
22.19Indi fe' cenno; e in un balen fur visti
22.20Mille alati ministri alto volando
22.21Scoter lor piume, onde fioccò leggera
22.22Candida polve che a posar poi venne
22.23Su le giovani chiome; e in bianco volse
22.24E il biondo e il nero e l'odiato rosso.
22.25L'occhio così nell'amorosa reggia
22.26Più non distinse le due opposte etadi:
22.27E solo vi restò giudice il tatto.
22.28Tu pertanto o signor tu che se' il primo
22.29Fregio ed onor dell'Acidalio regno
22.30I sacri usi ne serba. Ecco che sparsa
22.31Già da provvida man la bianca polve
22.32In piccolo stanzin con l'aere pugna,
22.33E de gli atomi suoi tutto riempie
22.34Egualmente divisa. Or ti fa core,
22.35E in seno a quella vorticosa nebbia
22.36Animoso ti avventa. Oh bravo! oh forte!
22.37Tale il grand'avo tuo tra il fumo e il foco
22.38Orribile di Marte furiando
22.39Gittossi allor che i palpitanti Lari
22.40De la patria difese, e ruppe e in fuga
22.41Mise l'oste feroce. Ei nondimeno
22.42Fuligginoso il volto e d'atro sangue
22.43Asperso e di sudore e co' capelli
22.44Stracciati ed irti de la mischia uscìo
22.45Spettacol fero a i cittadini stessi
22.46Per sua man salvi; ove tu, assai più vago
22.47E leggiadro a vederse in bianca spoglia
22.48Scenderai quindi a poco a bear gli occhi
22.49De la cara tua patria a cui dell'avo
22.50Il forte braccio e il viso almo celeste
22.51Del nipote dovean portar salute.
23.1Non vedi omai qual con solerte mano
23.2Rechin di vesti a te pubblico arredo
23.3I damigelli tuoi? Rodano e Senna
23.4Le tesserono a gara; e qui cucille
23.5Opulento sartor cui su lo scudo
23.6Serpe intrecciato a forbici eleganti
23.7Il titol di monsù: nè sol dà leggi
23.8A la materia la stagion diverse,
23.9Ma qual più si conviene al giorno e all'ora
23.10Varj sono il lavoro e la ricchezza.
23.11Vieni o fior de gli eroi vieni; e qual suole
23.12Nel più dubbio de' casi alto monarca
23.13Avanti al trono suo convocar lento
23.14Di satrapi concilio a cui nell'ampia
23.15Calvizie de la fronte il senno appare;
23.16Tal di limpidi spegli a un cerchio in mezzo
23.17Grave t'assidi, e lor sentenza ascolta.
23.18Un giacendo al tuo piè mostri qual deggia
23.19Liscia e piana salir su per le gambe
23.20La docil calza: un sia presente al volto,
23.21Un dietro al capo: e la percossa luce
23.22Quinci e quindi tornando, a un tempo solo
23.23Tutto al giudizio de' tuoi guardi esponga
23.24L'apparato dell'arte. Intanto i servì
23.25A te sudino intorno; e qual piegate
23.26Le ginocchia in sul suol prono ti stringa
23.27Il molle piè di lucidi fermagli;
23.28E qual del biondo crin che i nodi eccede
23.29Su le schiene ondeggiante in negro velo
23.30I tesori raccoglia; e qual già pronto
23.31Venga spiegando la nettarea veste.
23.32Fortunato garzone a cui la moda
23.33In fioriti canestri e di vermiglia
23.34Seta coperti preparò tal copia
23.35D'ornamenti e di pompe! Ella pur ieri
23.36A te dono ne fèo. La notte intera
23.37Faticaron per te cent'aghi e cento;
23.38E di percossi e ripercossi ferri
23.39Per le tacite case andò il rimbombo:
23.40Ma non in van poi che di novo fasto
23.41Oggi superbo nel bel mondo andrai;
23.42E per entro l'invidia e lo stupore
23.43Passerai de' tuoi pari eguale a un dio
23.44Folto bisbiglio sollevando intorno.
24.1Figlie de la memoria inclite suore
24.2Che invocate scendendo i feri nomi
24.3De le squadre diverse e de gli eroi
24.4Annoveraste a i grandi che cantàro
24.5Achille Enea e il non minor Buglione,
24.6Or m'è d'uopo di voi. Tropp'ardua impresa
24.7E insuperabil senza vostr'aita
24.8Fia ricordare al mio signor di quanti
24.9Leggiadri arnesi graverà sue vesti
24.10Pria che di sè nel mondo esca a far pompa.
24.11Ma qual di tanti e sì leggiadri arnesi
24.12Sì felice sarà che innanzi a gli altri
24.13Signor venga a formar tua nobil soma?
24.14Tutti importan del pari. Ecco l'astuccio
24.15Di pelli rilucenti ornato e d'oro
24.16Sdegnar la turba, e gli occhi tuoi primiero
24.17Occupar di sua mole. Esso a cent'usi
24.18Opportuno si vanta: e ad esso in grembo
24.19Atta a gli orecchi a i denti a i peli all'ugne
24.20Vien forbita famiglia. A i primi onori
24.21Seco s'affretta d'odorifer'onda
24.22Pieno cristal che a la tua vita in forse
24.23Doni conforto allor che il vulgo ardisca
24.24Troppo accosto vibrar da la vil salma
24.25Fastidiosi effluvj a le tue nari.
24.26Nè men pronto di quello e all'uopo stesso
24.27L'imitante un cuscin purpureo drappo
24.28Reca turgido il sen d'erbe odorate
24.29Che l'aprica montagna in tuo favore
24.30Al possente meriggio educa e scalda.
24.31Ecco vien poi da cristallina rupe
24.32Tolto nobil vasello. Indi traluce
24.33Prezioso confetto ove a gli aromi
24.34Stimolanti s'unì l'ambra o la terra
24.35Che il Giappon manda a profumar de' grandi
24.36L'etereo fiato, o quel che il Caramano
24.37Fa gemer latte dall'inciso capo
24.38De' papaveri suoi; perchè se mai
24.39Non ben felice amor l'alma t'attrista,
24.40Lene serpendo per li membri acquete
24.41A te gli spirti, e ne la mente induca
24.42Lieta stupidità che mille adune
24.43Imagin dolci e al tuo desio conformi.
24.44A tanto arredo il cannocchial succeda
24.45E la chiusa tra l'oro Anglica lente.
24.46Quel notturno favor ti presti allora
24.47Che al teatro t'assidi, e t'avvicini
24.48O i piè leggeri o le canore labbra
24.49Da la scena remota; o con maligno
24.50Guardo dell'alte vai logge spiando
24.51Le abitate tenèbre; o miri altronde
24.52Gli ognor nascenti e moribondi amori
24.53De le tenere dame, onde s'appresti
24.54All'eloquenza tua nel dì venturo
24.55Lunga e grave materia. A te la lente
24.56Nel giorno assista; e de gli sguardi tuoi
24.57Economa presieda; e sì li parta
24.58Che il mirato da te vada superbo,
24.59Nè i mal visti accusarte osin giammai.
24.60La lente ancor su l'occhio tuo sedendo
24.61Irrefragabil giudice condanni
24.62O approvi di Palladio i muri e gli archi
24.63O di Tizian le tele: essa a le vesti
24.64A i libri a i volti feminili applauda
24.65Severa o li dispregi: e chi del senso
24.66Comun sì privo fia che insorger osi
24.67Contro al sentenziar de la tua lente?
24.68Non per questa però sdegna o signore
24.69Giunto a lo speglio in Gallico sermone
24.70Il vezzoso giornal, non le notate
24.71Eburnee tavolette a guardar preste
24.72Tuoi sublimi pensier fin ch'abbian luce
24.73Doman tra i belli spirti; e non isdegna
24.74La picciola guaìna ove al tuo cenno
24.75Mille ognora stan pronti argentei spilli.
24.76Oh quante volte a cavalier sagace
24.77Ho vedut'io le man render beate
24.78Uno apprestato a tempo unico spillo!
24.79Ma dove ahi dove inonorato e solo
24.80Lasci 'l coltello a cui l'oro e l'acciaro
24.81Donàr gemina lama, e a cui la madre
24.82De la gemma più bella d'Anfitrite
24.83Diè manico elegante, onde il colore
24.84Con dolce variar l'iride imìta?
24.85Verrà il tempo verrà che ne' superbi
24.86Convivj ognaltro avanzerai per fama
24.87D'esimio trinciatore; e i plausi e i gridi
24.88De' tuoi gran pari ecciterai qualora,
24.89Pollo o fagian con le forcine in alto
24.90Sospeso, a un colpo il priverai dell'anca
24.91Mirabilmente. Or qual più resta omai
24.92Onde colmar tue tasche inclito ingombro?
24.93Ecco a molti colori oro distinto,
24.94Ecco nobil testuggine su cui
24.95Voluttuose imagini lo sguardo
24.96Invitan de gli eroi. Copia squisita
24.97Di fumido rapè quivi è serbata
24.98E di spagna oleoso, onde lontana
24.99Pur come suol fastidioso insetto
24.100Da te fugga la noia. Ecco che smaglia
24.101Cupido a te di circondar le dita
24.102Vivo splendor di preziose anella.
24.103Ami la pietra ove si stanno ignude
24.104Sculte le Grazie, e che il Giudeo ti fece
24.105Creder opra d'Argivi allor ch'ei chiese
24.106Tanto tesoro, e d'erudito il nome
24.107Ti compartì prostrandosi a' tuoi piedi?
24.108Vuoi tu i lieti rubini? O più t'aggrada
24.109Sceglier quest'oggi l'Indico adamante
24.110Là dove il lusso incantator costrinse
24.111La fatica e il sudor di cento buoi
24.112Che pria vagando per le tue campagne
24.113Facean sotto a i lor piè nascere i beni?
24.114Prendi o tutti o qual vuoi; ma l'aureo cerchio
24.115Che sculto intorno è d'amorosi motti
24.116Ognor teco si vegga, e il minor dito
24.117Premati alquanto, e sovvenir ti faccia
24.118Dell'altrui fida sposa a cui se' caro.
24.119Vengane alfin de gli orioi gemmati
24.120Venga il duplice pondo; e a te de l'ore
24.121Che all'alte imprese dispensar conviene
24.122Faccia rigida prova. Ohimè che vago
24.123Arsenal minutissimo di cose
24.124Ciondola quindi, e ripercosso insieme
24.125Molce con soavissimo tintinno!
24.126Ma v'hai tu il meglio? Ah sì che i miei precetti
24.127Sagace prevenisti. Ecco risplende
24.128Chiuso in breve cristallo il dolce pegno
24.129Di fortunato amor: lungi o profani,
24.130Chè a voi tant'oltre penetrar non lice.
25.1Compiuto è il gran lavoro. Odi Signore
25.2Sonar già intorno la ferrata zampa
25.3De' superbi corsier che irrequieti
25.4Ne' grand'atrj sospinge arretra e volge
25.5La disciplina dell'ardito auriga.
25.6Sorgi e t'appresta a render baldi e lieti
25.7Del tuo nobile incarco i bruti ancora.
25.8Ma a possente signor scender non lice
25.9Da le stanze superne infin che al gelo
25.10O al meriggio non abbia il cocchier stanco
25.11Durato un pezzo, onde l'uom servo intenda
25.12Per quanto immensa via natura il parta
25.13Dal suo signore. Or dunque i miei precetti
25.14Io seguirò, chè varie al tuo mattino
25.15Portar dee cure il variar de' giorni:
25.16Tu dolce intanto prenderai solazzo
25.17Ad agitar fra le tranquille dita
25.18Dell'oriolo i ciondoli vezzosi.
26.1Signore al ciel non è cosa più cara
26.2Di tua salute: e troppo a noi mortali
26.3È il viver de' tuoi pari util tesoro.
26.4Uopo è talor che da gli egregi affanni
26.5T'allevj alquanto, e con pietosa mano
26.6Il teso per gran tempo arco rallente.
26.7Tu dunque allor che placida mattina
26.8Vestita riderà d'un bel sereno
26.9Esci pedestre, e le abbattute membra
26.10All'aura salutar snoda e rinfranca.
26.11Di nobil cuoio a te la gamba calzi
26.12Purpureo stivaletto, onde giammai
26.13Non profanin tuo piè la polve o il limo
26.14Che l'uom calpesta. A te s'avvolga intorno
26.15Veste leggiadra che sul fianco sciolta
26.16Sventoli andando; e le formose braccia
26.17Stringa in maniche anguste a cui vermiglio
26.18O cilestro ermesino orni gli estremi
26.19Del bel color che l'elitropio tigne
26.20O pur d'oriental candido bisso
26.21Voluminosa benda indi a te fasci
26.22La snella gola. E il crin... Ma il crin signore
26.23Forma non abbia ancor da la man dotta
26.24Dell'artefice suo; chè troppo fora,
26.25Ahi troppo grave error lasciar tant'opra
26.26De le licenziose aure in balìa.
26.27Nè senz'arte però vada negletto
26.28Su gli omeri a cader; ma o che natura
26.29A te il nodrisca; o che da ignote fronti
26.30Il più famoso parrucchier lo involi,
26.31E lo adatti al tuo capo, in sul tuo capo
26.32Ripiegato l'afferri e lo sospenda
26.33Con testugginei denti il pettin curvo.
26.34Ampio cappello alfin che il disco agguagli
26.35Del gran lume Febeo tutto ti copra,
26.36E allo sguardo profan tuo nume asconda.
26.37Poi che così le belle membra ornate
26.38Con artificj negligenti avrai,
26.39Esci soletto a respirar talora
26.40I mattutini fiati: e lieve canna
26.41Brandendo con la man, quasi baleno
26.42Le vie trascorri, e premi ed urta il vulgo
26.43Che s'oppone al tuo corso. In altra guisa
26.44Fora colpa l'uscir; però che andrièno
26.45Mal dal vulgo distinti i primi eroi.
27.1Tal giorno ancora, o d'ogni giorno forse
27.2Fien qualch'ore serbate al molle ferro
27.3Che i peli a te rigermoglianti a pena
27.4D'in su la guancia miete; e par che invidj
27.5Ch'altri fuor che sè solo indaghi o scopra
27.6Unqua il tuo sesso. Arroge a questo il giorno
27.7Che di lavacro universal convienti
27.8Terger le vaghe membra. È ver che allora
27.9D'esser mortal dubiterai; ma innalza
27.10Tu allor la mente a i grandi aviti onori
27.11Che fino a te per secoli cotanti
27.12Misti scesero al chiaro altero sangue;
27.13E il pensier ubbioso al par di nebbia
27.14Per lo vasto vedrai aere smarrirsi
27.15A i raggi de la gloria onde t'investi;
27.16E di te pago sorgerai qual pria
27.17Gran semideo che a sè solo somiglia.
27.18Fama è così che il dì quinto le Fate
27.19Loro salma immortal vedean coprirsi
27.20Già d'orribili scaglie, e in feda serpe
27.21Volta strisciar sul suolo a sè facendo
27.22De le inarcate spire impeto e forza:
27.23Ma il primo sol le rivedea più belle
27.24Far beati gli amanti e a un volger d'occhi
27.25Mescere a voglia lor la terra e il mare.
28.1Assai l'auriga bestemmiò finora
28.2I tuoi nobili indugi: assai la terra
28.3Calpestàro i cavalli. Or via veloce
28.4Reca o servo gentil, reca il cappello
28.5Ch'ornan fulgidi nodi: e tu frattanto
28.6Fero genio di Marte a guardar posto
28.7De la stirpe de' numi il caro fianco,
28.8Al mio giovan eroe cigni la spada
28.9Corta e lieve non già, ma qual richiede
28.10La stagion bellicosa al suol cadente,
28.11E di triplice taglio armata e d'else
28.12Immane. Quanto esser può mai sublime
28.13L'annoda pure onde la impugni all'uopo
28.14La destra furibonda in un momento.
28.15Nè disdegnar con le sanguigne dita
28.16Di ripulire ed ordinar quel nastro
28.17Onde l'else è superbo. Industre studio
28.18È di candida mano. Al mio signore
28.19Dianzi donollo, e gliel appese al brando
28.20L'altrui fida consorte a lui sì cara.
28.21Tal del famoso Artù vide la corte
28.22Le infiammate d'amor donzelle ardite
28.23Ornar di piume e di purpuree fasce
28.24I fatati guerrier; sì che poi lieti
28.25Correan mortale ad incontrar periglio
28.26In selve orrende fra i giganti e i mostri.
29.1Volgi o invitto campion, volgi tu pure
29.2Il generoso piè dove la bella
29.3E de gli eguali tuoi scelto drappello
29.4Sbadigliando t'aspetta all'alte mense.
29.5Vieni, e godendo, nell'uscire il lungo
29.6Ordin superbo di tue stanze ammira.
29.7Or già siamo all'estreme: alza i bei lumi
29.8A le pendenti tavole vetuste
29.9Che a te de gli avi tuoi serbano ancora
29.10Gli atti e le forme. Quei che in duro dante
29.11Strigne le membra, e cui sì grande ingombra
29.12Traforato collar le grandi spalle,
29.13Fu di macchine autor; cinse d'invitte
29.14Mura i Penati; e da le nere torri
29.15Signoreggiando il mar, verso le aduste
29.16Spiagge la predatrice Africa spinse.
29.17Vedi quel magro a cui canuto e raro
29.18Pende il crin da la nuca, e l'altro a cui
29.19Su la guancia pienotta e sopra il mento
29.20Serpe triplice pelo? Ambo s'adornano
29.21Di toga magistral cadente a i piedi:
29.22L'uno a Temi fu sacro: entro a' Licei
29.23La gioventù pellegrinando ei trasse
29.24A gli oracoli suoi; indi sedette
29.25Nel senato de' padri; e le disperse
29.26Leggi raccolte, ne fe' parte al mondo:
29.27L'altro sacro ad Igeia. Non odi ancora
29.28Presso a un secol di vita il buon vegliardo
29.29Di lui narrar quel che da' padri suoi
29.30Nonagenarj udì, com'ei spargesse
29.31Su la plebe infelice oro e salute
29.32Pari a Febo suo nume? Ecco quel grande
29.33A cui sì fosco parruccon s'innalza
29.34Sopra la fronte spaziosa; e scende
29.35Di minuti botton serie infinita
29.36Lungo la veste. Ridi? Ei novi aperse
29.37Studj a la patria; ei di perenne aita
29.38I miseri dotò; portici e vie
29.39Stese per la cittade; e da gli ombrosi
29.40Lor lontani recessi a lei dedusse
29.41Le pure onde salubri, e ne' quadrivj
29.42E in mezzo a gli ampli fori alto le fece
29.43Salir scherzando a rinfrescar la state
29.44Madre di morbi popolari. Oh come
29.45Ardi a tal vista di beato orgoglio
29.46Magnanimo garzon! Folle! A cui parlo?
29.47Ei già più non m'ascolta: odiò que' ceffi
29.48Il suo guardo gentil: noia lui prese
29.49Di sì vieti racconti: e già s'affretta
29.50Giù per le scale impaziente. Addio
29.51De gli uomini delizia e di tua stirpe,
29.52E de la patria tua gloria e sostegno.
29.53Ecco che umìli in bipartita schiera
29.54T'accolgono i tuoi servi. Altri già pronto
29.55Via se ne corre ad annunciare al mondo
29.56Che tu vieni a bearlo; altri a le braccia
29.57Timido ti sostien mentre il dorato
29.58Cocchio tu sali, e tacito e severo
29.59Sur un canto ti sdrai. Apriti o vulgo
29.60E cedi il passo al trono ove s'asside
29.61Il mio signore. Ah te meschin s'ei perde
29.62Un sol per te de' preziosi istanti!
29.63Temi il non mai da legge o verga o fune
29.64Domabile cocchier: temi le rote
29.65Che già più volte le tue membra in giro
29.66Avvolser seco, e del tuo impuro sangue
29.67Corser macchiate, e il suol di lunga striscia,
29.68Spettacol miserabile! segnàro.
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