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I

Poesie

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1.1Fortuna, a cui el mondo è sottoposto,
1.2ignorante m'ha messo, a dire in rima,
1.3avendo l'alma a gran cose disposto.
2.1O sagro Appollo, l'ornata tua lima
2.2opera in me con ogni ingegno e arte,
2.3acciò che del mio dir sia fatto stima!
3.1E tu fratel di Giove, o sagro Marte,
3.2alla tua deità ricorro ogni ora,
3.3ché spero dir di te la maggior parte!
4.1O Caliopè, che Parnasso onora
4.2colle compagne tue superbo coro,
4.3che io non sia del vostro aiuto fora!
5.1Porgete aiuto al detto mio sonoro,
5.2perch'io stimo sanza vostro segno
5.3non esser sofficiente al mio lavoro;
6.1fate bastare a me tanto lo 'ngegno
6.2che tedio non venisse a' circostanti
6.3e che 'l mio lavor paia lor degno;
7.1fate e carmini mie esser servanti
7.2quale a quel ch'a operare si richiede,
7.3usando aperte note e degni canti!
8.1Folle è colui che faticando crede
8.2aprestar quel che niega la ragione,
8.3ché perde spesso il tempo e no' s'avede.
9.1Però principio darò al mio sermone;
9.2acciò ch'io mostri allo scriver l'effetto,
9.3alla mia barca volgerò il timone.
10.1O gran re d'Araona, qual dispetto
10.2t'ha fatto venir contro al fiorentino
10.3popul, che t'era servidor perfetto?
11.1Credi tu sempre aver prono il destino
11.2e che Fortuna ti sia tanto amica
11.3ch'ella non voglia mancarti, Re, el dimino?
12.1Ricordati di Cesar la fatica,
12.2quanto in altura e in basso
12.3pervenne e fu la sua vita mendica!
13.1Ricordati di Roma el gran fracasso,
13.2che, dominando gran parte del mondo,
13.3Fortuna la fé poi tornare in basso!
14.1O falso Re, i tuoi sottil disegni
14.2non ti rïusciranno delle iure:
14.3ver no' non de' tener tuoi sensi pregni
15.1e perché la cosa è in forse, o pure
15.2noi sperïamo al buon provedimento,
15.3che non ci prenderai così di fure.
16.1O lungi, Re, tuo mal pensamento
16.2tu irne a noi a farci disinore,
16.3ché vedi che n'andasti malcontento!
17.1O Marte, nostro segno e protettore,
17.2tu già ci liberasti nel pisano
17.3terren, quando acquistamo tanto onore;
18.1e 'l giorno dell'apostolo sovrano
18.2tu sollevasti el borgo sotto Anghiari
18.3e 'l sagro popul tutto con giusta mano!
19.1Adunque e' preghi nostri non son rari
19.2a domandare aiuto or che bisogna;
19.3però libraci da' nostri aversari!
20.1Quante volte intervien che l'altrui rogna
20.2crede grattar che mostra il suo male,
20.3e son le voglie sue come un che sogna.
21.1Tu hai la fama e nome di reale,
21.2ma' gesti tuoi alle imprese che fai
21.3non ti fanno allo escetro essere equale.
22.1Tu debbi alla giustizia sempre mai
22.2por la corona e colla benda scesa
22.3insegnar la cagion ch'affermerai:
23.1quale è quella cagion, sagra Maesta,
23.2ti fé passare in nostro terreno,
23.3disiderando incoronar tua testa?
24.1Credi tu che ci venga el mondo meno?
24.2credi tu fare a no' come a Renato,
24.3che indegnamente gli mettesti il freno?
25.1Non t'essere in disegni confortato,
25.2né per frode sottometter nostro segno,
25.3però che tu aresti invan pensato;
26.1non pensar tu incoronarti del regno
26.2d'Italia per forza di tua gente,
26.3perché el nome tuo non è ben degno.
27.1Noi ci aterem con quel dire eminenti
27.2che 'l buon Giovanni Aguto ci disse,
27.3che sempre guadagnò co' discendenti.
28.1E se l'autor, che pone, el ver ne disse,
28.2Darïo re, che fu sì copïoso
28.3di gente, vedi che Allesandro lo sconfisse.
29.1Più volte fu già alcuno vetturioso
29.2verso il popul roman; vedi che poi
29.3fu di lui, ch'el fenìe assai doglioso.
30.1El barbero Anibàle lui e' suoi
30.2credette avere Roma in sua balìa:
30.3del tutto fa aver sua nota a noi.
31.1Costor, torcendo alla ragion la via,
31.2cupidi della voglia del dimino
31.3Fortuna diè lor poi tal ricadia.
32.1Quanto torto fai al fiorentino,
32.2che a tua testa sempr'ha riverenza,
32.3tenendoti per ottimo vicino!
33.1Né più di Cesar fu impalidita
33.2la fronte allor che 'l suo parente Bruto
33.3si dimostrò per tore a lui la vita,
34.1quando ciascun di noi ebbe veduto
34.2il venir tuo sanza ottima cagione,
34.3conoscendo perché eri venuto.
35.1Fortuna ti tien dritto il gonfalone;
35.2ma guarda ch'or giustizia nollo abassi,
35.3ché spesso son invan gli openïone.
36.1Non credette Parìs che' sua passi
36.2fussin cagion di sottometter Troia,
36.3né che nimica gente l'acquistassi.
37.1Credette Catellina aver gran gioia,
37.2avendo Fiesole al suo segno recato;
37.3tu vedi che lasciò il nome a Pistoia.
38.1Ventura t'ha gran tempo seguitato
38.2nelle tue imprese; mancando, forse ancora
38.3ella potrebbe lasciarti disolato
39.1el ben, che d'alcun modo non si cont'ora.
39.2Tu pure non ci ha' al mondo aprezzati,
39.3quanto meriterebe tua dimora.
40.1El ciel, le stelle, e pianeti e' fati
40.2ci prometton vittoria contro a te,
40.3po' che contro al dover ci hai stimolati.
41.1Noi pure abbiamo a Dio ritta la fé
41.2che la tua gran superbia non ci danni,
41.3e groria n'aspettian contro a te, Re.
42.1O sagro nostro pastor san Giovanni,
42.2tu sempre fusti di noi avocato,
42.3per trarci da' dolori e futur danni,
43.1con giusta pace il popul tuo sagrato
43.2fiducia avendo all'usitato amore,
43.3che inverso a questa patria ha' dimostrato!
43.4E tu, che fusti nostro buon pastore,
44.1Zanobi santo, colle giunte mani
44.2pregando te colla mente e col core
45.1ch'a questi nostri punti estremi e strani
45.2ci sia p¢rto l'aiuto in questo istremo,
45.3che noi otteniam contro a Catalani!
46.1La fantasia mi vien ognor più meno;
46.2adunque il pregar nostro s'asaldisca,
46.3fatto nel tempio vostro alto e sereno,
47.1che questo grande re non preterisca
47.2far contra noi, poi che giustamente
47.3non è dover che sua impresa finisca.
48.1E, quanto noi possiamo, umilemente
48.2preghiam la Somma Bontà infinita
48.3ch'aiuto ci conceda verilmente.
49.1Come diliberasti della vita
49.2el tuo profeta Giona, così voglia
49.3libera mantener Firenze ardita,
50.1ché costui, che cerca maggior soglia,
50.2contro ogni ragione oppressando,
50.3da sua potenzia tua virtù ci scioglia,
51.1ciascun te umil sovente pregando
51.2che ci difenda dal crudelle artiglio
51.3di questo re, che ci crede avere in bando
52.1e liber mantenere il nostro giglio!
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