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1.1O voi che siete in piccioletta barca,
1.2desiderosi d'ascoltar, seguiti
1.3dietro al mio legno che cantando varca,
2.1tornate a riveder li vostri liti:
2.2non vi mettete in pelago, ché forse,
2.3perdendo me, rimarreste smarriti.
3.1L'acqua ch'io prendo già mai non si corse;
3.2Minerva spira, e conducemi Appollo,
3.3e nove Muse mi dimostran l'Orse.
4.1Voialtri pochi che drizzaste il collo
4.2per tempo al pan de li angeli, del quale
4.3vivesi qui ma non sen vien satollo,
5.1metter potete ben per l'alto sale
5.2vostro navigio, servando mio solco
5.3dinanzi a l'acqua che ritorna equale.
6.1Que' glorïosi che passaro al Colco
6.2non s'ammiraron come coi farete,
6.3quando Ias¢n vider fatto bifolco.
7.1La concreata e perpetüa sete
7.2del deïforme regno cen portava
7.3veloci quasi come 'l ciel vedete.
8.1Beatrice in suso, e io in lei guardava;
8.2e forse in tanto in quanto un quadrel posa
8.3e vola e da la noce si dischiava,
9.1giunto mi vidi ove mirabil cosa
9.2mi torse il viso a sé; e però quella
9.3cui non potea mia cura essere ascosa,
10.1volta ver' me, sì lieta come bella,
10.2" Drizza la mente in Dio grata", mi disse,
10.3"che n'ha congiunti con la prima stella".
11.1Parev' a me che nube ne coprisse
11.2lucida, spessa, solida e pulita,
11.3quasi adamante che lo sol ferisse.
12.1Per entro sé l'etterna margarita
12.2ne ricevette, com'acqua recepe
12.3raggio di luce permanendo unita.
13.1S'io era corpo, e qui non si concepe
13.2com'una dimensione altra patio,
13.3ch'esser convien se corpo in corpo repe,
14.1accender ne dovria più il disio
14.2di veder quella essenza in che si vede
14.3come nostra natura e Dio s'unio.
15.1Lì si vedrà ciò che tenem per fede,
15.2non dimostrato, ma fia per sé noto
15.3a guisa del ver primo che l'uom crede.
16.1Io rispuosi: "Madonna, sì devoto
16.2com'esser posso più, ringrazio lui
16.3lo qual dal mortal mondo m'ha remoto.
17.1Ma ditemi: che son li segni bui
17.2di questo corpo, che là giuso in terra
17.3fan di Cain favoleggiare altrui?".
18.1Ella sorrise alquanto, e poi: "S'elli erra
18.2l'oppinïon", mi disse, "d' mortali
18.3dove chiave di senso no diserra,
19.1certo non ti dovrien punger li strali
19.2d'ammirazione omai, poi dietro ai sensi
19.3vedi che la ragione ha corte l'ali.
20.1Ma dimmi quel che tu da te ne pensi".
20.2E io: "Ciò che n'appar qua sù diverso
20.3credo che fanno i corpi rari e densi".
21.1Ed ella: "Certo assai vedrai sommerso
21.2nel falso il creder tuo, se bene ascolti
21.3l'argomentar ch'io li farò avverso.
22.1La spera ottava vi dimostra molti
22.2lumi, li quali e nel quale e nel quanto
22.3notar si posson di diversi volti.
23.1Se raro e denso ciò facesser tanto,
23.2una sola virtù sarebbe in tutti,
23.3più e men distribuita e altrettanto.
24.1Virtù diverse esser convegnon frutti
24.2di princìpi formali, e quei, for ch'uno,
24.3seguiterieno a tua ragion distrutti.
25.1Ancor, se raro fosse di quel bruno
25.2cagion che tu dimandi, o d'oltre in parte
25.3fora di sua materia sì digiuno
26.1esto pianeto, o, sì come comparte
26.2lo grasso e 'l magro un corpo, così questo
26.3nel suo volume cangerebbe carte.
27.1Se 'l primo fosse, fora manifesto
27.2ne l'eclissi del sol, per trasparere
27.3lo lume come in altro raro ingesto.
28.1Questo non è: però è da vedere
28.2de l'altro; e s'elli avvien ch'io l'altro cassi,
28.3falsificato fia lo tuo parere.
29.1S'elli è che questo raro non trapassi,
29.2esser conviene un termine da onde
29.3lo suo contrario più passar non lassi;
30.1e indi l'altrui raggio si rifonde
30.2così come color torna per vetro
30.3lo qual di retro a sé piombo nasconde.
31.1Or dirai tu ch'el si dimostra tetro
31.2ivi lo raggio più che in altre parti,
31.3per esser lì refratto più a retro.
32.1Da questa istanza può deliberarti
32.2esperïenza, se già mai la provi,
32.3ch'esser suol fonte ai rivi di vostr'arti.
33.1Tre specchi prenderai; e i due rimovi
33.2da te d'un modo, e l'altro, più rimosso,
33.3tr'ambo li primi li occhi tuoi ritrovi.
34.1Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso
34.2ti stea un lume che i tre specchi accenda
34.3e torni a te da tutti ripercosso.
35.1Ben che nel quanto tanto non ti stenda
35.2la vista più lontana, lì vedrai
35.3come convien ch'igualmente risplenda.
36.1Or, come ai colpi de li caldi rai
36.2de la neve riman nudo il suggetto
36.3e dal colore e dal freddo primai,
37.1così rimaso te ne l'intelletto
37.2voglio informar di luce sì vivace,
37.3che ti tremolerà nel suo aspetto.
38.1Dentro dal ciel de la divina pace
38.2si gira un corpo ne la cui virtute
38.3l'esser di tutto suo contento giace.
39.1Lo ciel seguente, c'ha tante vedute,
39.2quell'esser parte per diverse essenze,
39.3da lui distratte e da lui contenute.
40.1Li altri giron per varie differenze
40.2le distinzion che dentro da sé hanno
40.3dispongono a lor fine e lor semenze.
41.1Questi organi del mondo così vanno,
41.2come tu vedi omai, di grado in grado,
41.3che di sù prendono e di sotto fanno.
42.1Riguarda bene omai sì com'io vado
42.2per questo loco al vero che disiri,
42.3sì che poi sappi sol tener lo guado.
43.1Lo moto e la virtù d'i santi giri,
43.2come dal fabbro l'arte del martello,
43.3da' beati motori convien che spiri;
44.1e 'l ciel cui tanti lumi fanno bello,
44.2de la mente profonda che lui volve
44.3prende l'image e fassene suggello.
45.1E come l'alma dentro a vostra polve
45.2per differenti membra e conformate
45.3a diverse potenze si risolve,
46.1così l'intelligenza sua bontate
46.2multiplicata per le stelle spiega,
46.3girando sé sovra sua unitate.
47.1Virtù diversa fa diversa lega
47.2col prezïoso corpo ch'ella avviva,
47.3nel qual, sì come vita in voi, si lega.
48.1Per la natura lieta onde deriva,
48.2la virtù mista per lo corpo luce
48.3come letizia per pupilla viva.
49.1Da essa vien ciò che da luce a luce
49.2par differente, non da denso e raro;
49.3essa è formal principio che produce,
50.1conforme a sua bontà, lo turbo e 'l chiaro.
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