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1.1"O tu che se' di là dal fiume sacro",
1.2volgendo suo parlare a me per punta,
1.3che pur per taglio m'era paruto acro,
2.1ricominciò, seguendo sanza cunta,
2.2"dì, dì se questo è vero; a tanta accusa
2.3tua confession conviene esser congiunta".
3.1Era la mia virtù tanto confusa,
3.2che la voce si mosse, e pria si spense
3.3che da li organi suoi fosse dischiusa.
4.1Poco sofferse; poi disse: "Che pense?
4.2Rispondi a me; ché le memorie triste
4.3in te non sono ancor da l'acqua offense".
5.1Confusione e paura insieme miste
5.2mi pinsero un tal "sì" fuor de la bocca,
5.3al quale intender fuor mestier le viste.
6.1Come balestro frange, quando scocca
6.2da troppa tesa la sua corda e l'arco,
6.3e con men foga l'asta il segno tocca,
7.1sì scoppia' io sottesso grave carco,
7.2fuori sgorgando lagrime e sospiri,
7.3e la voce allentò per lo suo varco.
8.1Ond'ella a me: "Per entro i mie' disiri,
8.2che ti menavano ad amar lo bene
8.3di là dal qual non è a che s'aspiri,
9.1quai fossi attraversati o quai catene
9.2trovasti, per che del passare innanzi
9.3dovessiti così spogliar la spene?
10.1E quali agevolezze o quali avanzi
10.2ne la fronte de li altri si mostraro,
10.3per che dovessi lor passeggiare anzi?".
11.1Dopo la tratta d'un sospiro amaro,
11.2a pena ebbi la voce che rispuose,
11.3e le labbra a fatica la formaro.
12.1Piangendo dissi: "Le presenti cose
12.2col falso lor piacer volser miei passi,
12.3tosto che 'l vostro viso si nascose".
13.1Ed ella: "Se tacessi o se negassi
13.2ciò che confessi, non fora men nota
13.3la colpa tua: da tal giudice sassi!
14.1Ma quando scoppia de la propria gota
14.2l'accusa del peccato, in nostra corte
14.3rivolge sé contra 'l taglio la rota.
15.1Tuttavia, perché mo vergogna porte
15.2del tuo errore, e perché altra volta,
15.3udendo le serene, sie più forte,
16.1pon giù il seme del piangere e ascolta:
16.2sì udirai come in contraria parte
16.3mover dovieti mia carne sepolta.
17.1Mai non t'appresentò natura o arte
17.2piacer, quanto le belle membra in ch'io
17.3rinchiusa fui, e che so' 'n terra sparte;
18.1e se 'l sommo piacer sì ti fallio
18.2per la mia morte, qual cosa mortale
18.3dovea poi trarre te nel suo disio?
19.1Ben ti dovevi, per lo primo strale
19.2de le cose fallaci, levar suso
19.3di retro a me che non era più tale.
20.1Non ti dovea gravar le penne in giuso,
20.2ad aspettar più colpo, o pargoletta
20.3o altra vanità con sì breve uso.
21.1Novo augelletto due o tre aspetta;
21.2ma dinanzi da li occhi d'i pennuti
21.3rete si spiega indarno o si saetta".
22.1Quali fanciulli, vergognando, muti
22.2con li occhi a terra stannosi, ascoltando
22.3e sé riconoscendo e ripentuti,
23.1tal mi stav'io; ed ella disse: "Quando
23.2per udir se' dolente, alza la barba,
23.3e prenderai più doglia riguardando".
24.1Con men di resistenza si dibarba
24.2robusto cerro, o vero al nostral vento
24.3o vero a quel de la terra di Iarba,
25.1ch'io non levai al suo comando il mento;
25.2e quando per la barba il viso chiese,
25.3ben conobbi il velen de l'argomento.
26.1E come la mia faccia si distese,
26.2posarsi quelle prime creature
26.3da loro aspersion l'occhio comprese;
27.1e le mie luci, ancor poco sicure,
27.2vider Beatrice volta in su la fiera
27.3ch'è sola una persona in due nature.
28.1Sotto 'l suo velo e oltre la rivera
28.2vincer pariemi più sé stessa antica,
28.3vincer che l'altre qui, quand'ella c'era.
29.1Di penter sì mi punse ivi l'ortica,
29.2che di tutte altre cose qual mi torse
29.3più nel suo amor, più mi si fé nemica.
30.1Tanta riconoscenza il cor mi morse,
30.2ch'io caddi vinto; e quale allora femmi,
30.3salsi colei che la cagion mi porse.
31.1Poi, quando il cor virtù di fuor rendemmi,
31.2la donna ch'io avea trovata sola
31.3sopra me vidi, e dicea: "Tiemmi, tiemmi!".
32.1Tratto m'avea nel fiume infin la gola,
32.2e tirandosi me dietro sen giva
32.3sovresso l'acqua lieve come scola.
33.1Quando fui presso a la beata riva,
33.2"Asperges me" sì dolcemente udissi,
33.3che nol so rimembrar, non ch'io lo scriva.
34.1La bella donna ne le braccia aprissi;
34.2abbracciommi la testa e mi sommerse
34.3ove convenne ch'io l'acqua inghiottissi.
35.1Indi mi tolse, e bagnato m'offerse
35.2dentro a la danza de le quattro belle;
35.3e ciascuna del braccio mi coperse.
36.1"Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle;
36.2pria che Beatrice discendesse al mondo,
36.3fummo ordinate a lei per sue ancelle.
37.1Merrenti a li occhi suoi; ma nel giocondo
37.2lume ch'è dentro aguzzeranno i tuoi
37.3le tre di là, che miran più profondo".
38.1Così cantando cominciaro; e poi
38.2al petto del grifon seco menarmi,
38.3ove Beatrice stava volta a noi.
39.1Disser: "Fa che le viste non risparmi;
39.2posto t'avem dinanzi a li smeraldi
39.3ond'Amor già ti trasse le sue armi".
40.1Mille disiri più che fiamma caldi
40.2strinsermi li occhi a li occhi rilucenti,
40.3che pur sopra 'l grifone stavan saldi.
41.1Come in lo specchio il sol, non altrimenti
41.2la doppia fiera dentro vi raggiava,
41.3or con altri, or con altri reggimenti.
42.1Pensa, lettor, s'io mi maravigliava,
42.2quando vedea la cosa in sé star queta,
42.3e ne l'idolo suo si trasmutava.
43.1Mentre che piena di stupore e lieta
43.2l'anima mia gustava di quel cibo
43.3che, saziando di sé, di sé asseta,
44.1sé dimostrando di più alto tribo
44.2ne li atti, l'altre tre si fero avanti,
44.3danzando al loro angelico caribo.
45.1"Volgi, Beatrice, volgi li occhi santi",
45.2era la sua canzone, "al tuo fedele
45.3che, per vederti, ha mossi passi tanti!
46.1Per grazia fa noi grazia che disvele
46.2a lui la bocca tua, sì che discerna
46.3la seconda bellezza che tu cele".
47.1O isplendor di viva luce etterna,
47.2chi palido si fece sotto l'ombra
47.3sì di Parnaso, o bevve in sua cisterna,
48.1che non paresse aver la mente ingombra,
48.2tentando a render te qual tu paresti
48.3là dove armonizzando il ciel t'adombra,
49.1quando ne l'aere aperto ti solvesti?
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