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1.1Quel che gli giorni a dietro
1.2noiava questa mia gravosa salma,
1.3di star fra queste selve erme ed oscure,
1.4or sol diletta l'alma;
1.5ché da Dio, sua mercé, tal grazie impetro
1.6che scorger ben mi fa le vie secure
1.7di gire a lui fuor de le inique cure.
1.8Or, rivolta la mente a la Reina
1.9del Ciel, con vera umiltade,
1.10per le solinghe strade
1.11senza intrico mortal l'alma camina
1.12già verso il suo riposo,
1.13che ad altra parte il pensier non inchina,
1.14fuggendo il tristo secol sì noioso,
1.15lieta e contenta in questo bosco ombroso.
1.16Quando da l'orïente
1.17spunta l'Aurora col vermiglio raggio
1.18e ne s'annuncia da le squille il giorno,
1.19allora al gran messaggio
1.20de la nostra salute alzo la mente
1.21e la contemplo d'alte glorie adorno
1.22nel basso tetto, dove fea soggiorno
1.23la gran Madre di Dio c'or regna in Cielo.
1.24Così, godendo nel mio petto umile,
1.25a lei drizzo il mio stile
1.26e 'l fral mio vel di roze veste velo
1.27e sol di servir lei,
1.28non d'altra cura, al cor mi giunge zelo,
1.29seguendo le vestigia di colei
1.30che dal deserto accolta fu tra i Dei.
1.31Quando da poi fuor sorge
1.32Febo, che fa nel mar la strada d'oro,
1.33tutta m'interna e l'allegrezza immensa
1.34c'ebbe del suo tesoro
1.35quella che tanta grazia or a me porge;
1.36ch'io la riveggio con la mente intensa
1.37mirare il figlio in caritate accensa,
1.38nato fra gli animai, con pio sembiante;
1.39e del sangue che manda al petto il core
1.40nodrire il suo Signore;
1.41e scerno il duce de l'eterno amante
1.42sotto povere veste
1.43spregiar le pompe del vulgo arrogante,
1.44colui che sol pregiò l'aspre foreste
1.45e fu fatto da Dio tromba celeste.
1.46Poi che 'l suo chiaro volto
1.47alzando, da le valli scaccia l'ombra
1.48il biondo Apollo col suo altero sguardo,
1.49un bel pensier m'ingombra:
1.50parmi veder Giesù nel tempio, involto
1.51fra saggi, disputar con parlar tardo,
1.52e lei, per ch'io d'amor m'infiammo ed ardo,
1.53versar dagli occhi, per letizia, pianto.
1.54Questi conforti incontra i duri oltraggi
1.55m'apportan questi faggi,
1.56lungi schivando di sirene il canto;
1.57ché per solinghe vie
1.58il bel gioven, a Dio diletto tanto,
1.59con le sue caste voglie e sante e pie
1.60vide il sentier de l'alte ierarchie.
1.61Alzato a mezo il polo
1.62il gran pianeta co' bollenti rai,
1.63ch'uccide i fiori in grembo a primavera,
1.64s'alcuno vide mai
1.65crucciato il padre contra il rio figliuolo,
1.66così contemplo Cristo, in voce altera
1.67predicando, ammonir la plebe fera
1.68e col cenno, del qual l'Inferno pave,
1.69romper le porte d'ogni duro core,
1.70cacciando il vizio fore.
1.71Quanto ti fu a vedere, o Dea, soave
1.72gli error conversi in cenere
1.73del caro figlio in abito sì grave?
1.74Quanto beata fu chi le sue tenere
1.75membra a Dio consacrò, sacrate a Venere?
1.76E se l'eterno Foco
1.77giunge tant'alto ch'al calar rimira,
1.78ti scorgo, o Signor mio, fra i tuoi fratelli
1.79senza minaccie od ira
1.80del tuo amor infiammarli a poco a poco,
1.81e co' leggiadri detti e gravi e belli
1.82render beati e pien di grazia quelli,
1.83lor rammentando pur la santa pace.
1.84La gioia del mio cor, ch'amo ed adoro,
1.85contemplo fra coloro,
1.86che i santi esempi tuoi raccoglie e tace.
1.87O via dolce e spedita
1.88trovata già nel vil secol fallace;
1.89e chi 'l primiero fu, dal Ciel m'addita
1.90sol de l'erèmo la tranquilla vita.
1.91Per voi, grotta felice,
1.92boschi intricati e rovinati sassi.
1.93Sinno veloce, chiare fonti e rivi,
1.94erbe che d'altrui passi
1.95segnate a me vedere unqua non lice,
1.96compagna son di quelli spirti divi,
1.97c'or là su stanno in sempiterno vivi,
1.98e nel solare e glorïoso lembo
1.99de la madre, del padre e del suo Dio
1.100spero vedermi anch'io
1.101sgombrata tutta dal terrestre nembo,
1.102e fra l'alme beate
1.103ogni mio bel pensier riporle in grembo.
1.104O mie rimote e fortunate strate,
1.105donde adopra il Signor la sua pietate!
1.106Quanto discovre e scalda il chiaro sole,
1.107canzon, è nulla ad un guardo di lei,
1.108ch'è Reina del Ciel, Dea degli dei.
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