about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

SERMONE SULLA MITOLOGIA

Poesie

PoeTree.it

1.1Audace scuola boreal, dannando
1.2tutti a morte gli Dei, che di leggiadre
1.3fantasie già fiorîr le carte argive
1.4e le latine, di spaventi ha pieno
1.5delle Muse il bel regno. Arco e faretra
1.6toglie ad Amore, ad Imeneo la face,
1.7il cinto a Citerea. Le Grazie anch'esse,
1.8senza il cui riso nulla cosa è bella,
1.9anco le Grazie al tribunal citate
1.10de' novelli maestri alto seduti
1.11cesser proscritte e fuggitive il campo
1.12ai Lemuri e alle streghe. In tenebrose
1.13nebbie soffiate dal gelato Arturo
1.14si cangia (orrendo a dirsi!) il bel zaffiro
1.15dell'italico cielo; in procellosi
1.16venti e bufere le sue molli aurette;
1.17i lieti allori dell'aonie rive
1.18in funebri cipressi; in pianto il riso;
1.19e il tetro solo, il solo tetro è bello.
2.1E tu fra tanta, ohimè! strage di Numi
2.2e tanta morte d'ogni allegra idea,
2.3tu del Ligure Olimpo astro diletto,
2.4Antonietta, a cantar nozze m'inviti?
2.5E vuoi che al figlio tuo, fior de' garzoni,
2.6di rose còlte in Elicona io sparga
2.7il talamo beato? Oh me meschino!
2.8Spenti gli Dei che del piacere ai dolci
2.9fonti i mortali conducean, velando
2.10di lusinghieri adombramenti il vero,
2.11spento lo stesso re de' carmi Apollo,
2.12chi voce mi darà, lena e pensieri
2.13al subbietto gentil convenienti?
2.14Forse l'austero Genio inspiratore
2.15delle nordiche nenie? Ohimè! che nato
2.16sotto povero Sole, e fra i ruggiti
2.17de' turbini nudrito, ei sol di fosche
2.18idee si pasce, e le ridenti abborre,
2.19e abitar gode ne' sepolcri, e tutte
2.20in lugubre color pinger le cose.
2.21Chiedi a costui di lieti fiori un serto,
2.22onde alla Sposa delle Grazie alunna
2.23fregiarne il crin: che ti darà? Secondo
2.24sua qualitade natural, null'altro
2.25che fior tra i dumi del dolor cresciuti
3.1Tempo già fu, che, dilettando, i prischi
3.2dell'apollineo culto archimandriti
3.3di quanti la Natura in cielo e in terra
3.4e nell'aria e nel mar produce effetti,
3.5tanti Numi crearo: onde per tutta
3.6la celeste materia e la terrestre
3.7uno spirto, una mente, una divina
3.8fiamma scorrea, che l'alma era del mondo.
3.9Tutto avea vita allor, tutto animava
3.10la bell'arte de' vati. Ora il bel regno
3.11ideal cadde al fondo. Entro la buccia
3.12di quella pianta palpitava il petto
3.13d'una saltante Driade; e quel duro
3.14artico Genio destruttor l'uccise.
3.15Quella limpida fonte uscìa dell'urna
3.16d'un'innocente Naiade; ed, infranta
3.17l'urna, il crudele a questa ancor diè morte.
3.18Garzon superbo e di sé stesso amante
3.19era quel fior; quell'altro al Sol converso,
3.20una ninfa, a cui nocque esser gelosa.
3.21Il canto che alla queta ombra notturna
3.22ti vien sì dolce da quel bosco al core,
3.23era il lamento di regal donzella
3.24da re tiranno indegnamente offesa.
3.25Quel lauro onor de' forti e de' poeti,
3.26quella canna che fischia, e quella scorza
3.27che ne' boschi sabei lagrime suda,
3.28nella sacra di Pindo alta favella
3.29ebbero un giorno e sentimento e vita.
3.30Or d'aspro gelo aquilonar percossa
3.31Dafne morì; ne' calami palustri
3.32più non geme Siringa; ed in quel tronco
3.33cessò di Mirra l'odoroso pianto.
4.1Ov'è l'aureo tuo carro, o maestoso
4.2portator della luce, occhio del Mondo?
4.3Ove l'Ore danzanti? ove i destrieri
4.4fiamme spiranti dalle nari? Ahi misero!
4.5In un immenso, inanimato, immobile
4.6globo di foco ti cangiâr le nuove
4.7poetiche dottrine, alto gridando:
4.8- Fine ai sogni e alle fole, e regni il Vero. -
4.9Magnifico parlar! degno del senno
4.10che della Stoa dettò l'irte dottrine,
4.11ma non del senno che cantò d'Achille
4.12l'ira, e fu prima fantasia del Mondo.
4.13Senza portento, senza meraviglia
4.14nulla è l'arte de' carmi, e mal s'accorda
4.15la meraviglia ed il portento al nudo
4.16arido Vero che de' vati è tomba.
4.17Il mar che regno in prima era d'un Dio
4.18scotitor della terra, e dell'irate
4.19procelle correttore, il mar soggiorno
4.20di tanti Divi al navigante amici
4.21e rallegranti al suon di tube e conche
4.22il gran padre Oceàno ed Amfitrite,
4.23che divenne per voi? Un pauroso
4.24di sozzi mostri abisso. Orche deformi
4.25cacciâr di nido di Nereo le figlie,
4.26ed enormi balene al vostro sguardo
4.27fur più belle che Dori e Galatea.
4.28Quel Nettuno che rapido da Samo
4.29move tre passi, e al quarto è giunto in Ega;
4.30quel Giove che al chinar del sopracciglio
4.31tremar fa il Mondo, e allor ch'alza lo scettro
4.32mugge il tuono al suo piede, e la trisulca
4.33folgor s'infiamma di partir bramosa;
4.34quel Pluto che, al fragor della battaglia
4.35fra gl'Immortali, dal suo ferreo trono
4.36balza atterrito, squarciata temendo
4.37sul suo capo la Terra e fra i sepolti
4.38intromessa la luce, eran pensieri
4.39che del sublime un dì tenean la cima.
4.40Or che giacquer Nettuno e Giove e Pluto
4.41dal vostro senno fulminati, ei sono
4.42nomi e concetti di superbo riso,
4.43perché il Ver non v'impresse il suo sigillo,
4.44e passò la stagion delle pompose
4.45menzogne achee. Di fé quindi più degna
4.46cosa vi torna il comparir d'orrendo
4.47spettro sul dorso di corsier morello
4.48venuto a via portar nel pianto eterno
4.49disperata d'amor cieca donzella,
4.50che, abbracciar si credendo il suo diletto,
4.51stringe uno scheltro spaventoso, armato
4.52d'un oriuolo a polve e d'una ronca;
4.53mentre a raggio di luna oscene larve
4.54danzano a tondo, e orribilmente urlando
4.55gridano: pazienza, pazienza.
4.56Ombra del grande Ettorre, ombra del caro
4.57d'Achille amico, fuggite, fuggite,
4.58e povere d'orror cedete il loco
4.59ai romantici spettri. Ecco, ecco il vero
4.60mirabile dell'arte, ecco il sublime.
5.1Di gentil poesia fonte perenne
5.2(a chi saggio v'attigne), veneranda
5.3mitica Dea! qual nuovo error sospinge
5.4oggi le menti a impoverir del Bello
5.5dall'idea partorito, e in te sì vivo,
5.6la delfica favella? E qual bizzarro
5.7consiglio di Maron chiude e d'Omero
5.8a te la scuola, e ti consente poi
5.9libera entrar d'Apelle e di Lisippo
5.10nell'officina? Non è forse ingiusto
5.11proponimento, all'arte, che sovrana
5.12con eletto parlar sculpe e colora,
5.13negar lo dritto delle sue sorelle?
5.14Dunque di Psiche la beltade, o quella
5.15che mise Troia in pianto ed in faville,
5.16in muta tela o in freddo marmo espressa,
5.17sarà degli occhi incanto e meraviglia;
5.18e se loquela e affetti e moto e vita
5.19avrà ne' carmi, volgerassi in mostro?
5.20Ah! riedi al primo officio, o bella Diva,
5.21riedi, e sicura in tua ragion col dolce
5.22delle tue vaghe fantasie l'amaro
5.23tempra dell'aspra Verità. Nol vedi?
5.24Essa medesma, tua nemica in vista,
5.25ma in segreto congiunta, a sé t'invita:
5.26ché non osando timida ai profani
5.27tutta nuda mostrarsi, il trasparente
5.28mistico vel di tue figure implora,
5.29onde mezzo nascosa e mezzo aperta,
5.30come rosa che al raggio mattutino
5.31vereconda si schiude, in più desio
5.32pungere i cuori ed allettar le menti.
5.33Vien, ché tutta per te fatta più viva
5.34ti chiama la Natura. I laghi, i fiumi,
5.35le foreste, le valli, i prati, i monti,
5.36e le viti e le spiche e i fiori e l'erbe
5.37e le rugiade e tutte alfin le cose
5.38(da che fur morti i Numi, onde ciascuna
5.39avea nel nostro immaginar vaghezza
5.40ed anima e potenza) a te dolenti
5.41alzan la voce e chieggono vendetta.
5.42E la chiede dal ciel la luna e il sole
5.43e le stelle, non più rapite in giro
5.44armonioso, e per l'eterea volta
5.45carolanti, non più mosse da dive
5.46intelligenze, ma dannate al freno
5.47della legge che tira al centro i pesi:
5.48potente legge di Sofia, ma nulla
5.49ne' liberi d'Apollo immensi regni,
5.50ove il diletto è prima legge, e mille
5.51mondi il pensiero a suo voler si crea.
6.1Rendi dunque ad Amor l'arco e gli strali,
6.2rendi a Venere il cinto; ed essa il ceda
6.3a te, divina Antonietta, a cui
6.4(meglio che a Giuno nel meonio canto)
6.5altra volta l'avea già conceduto,
6.6quando, novella Venere, di tua
6.7folgorante beltà nel vago aprile
6.8d'amor l'alme rapisti, e mancò poco
6.9che lungo il mar di Giano a te devoti
6.10non fumassero altari e sacrifici.
6.11Tu, donna di virtù, che all'alto core
6.12fai pari andar la gentilezza, e sei
6.13dolce pensiero delle Muse, adopra
6.14tu quel magico cinto a porre in fuga
6.15le danzanti al lunar pallido raggio
6.16maliarde del Norte. Ed or che brilla
6.17nel tuo larario d'Imeneo la face,
6.18di Citerea le veci adempi, e desta
6.19ne' talami del figlio, allo splendore
6.20di quelle tede, gl'innocenti balli
6.21delle Grazie mai sempre a te compagne.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)