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LE NOZZE DI CADMO E D'ERMIONE

Poesie

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1.1Il giorno ch'Ermion, di Citerea
1.2alma prole e di Marte, iva di Cadmo
1.3all'eccelso connubio, e la seguia
1.4tutta, fuor Giuno, degli Dei la schiera,
1.5gratulando al marito e presentando
1.6di cari doni la beata sposa,
1.7col Delio Apollo a salutarla anch'esse
1.8comparvero le Muse. Una ghirlanda
1.9stringea ciascuna d'olezzanti fiori
1.10(sempre olezzanti, perché mai non muore
1.11il fior che da castalia onda è nudrito),
1.12e tal di quelli una fragranza uscìa,
1.13ch'anco i sensi celesti inebbriava,
1.14e tutta odor d'Olimpo era la reggia.
1.15De' bei serti immortali adunque in prima
1.16le divine sorelle incoronaro
1.17dell'aureo letto nuzial la sponda;
1.18indi al canto si diero, e alle carole.
1.19Della danza Tersicore guidava
1.20i volubili giri; e in queste note
1.21l'amica degli Eroi Calliopea
1.22col guardo in sé raccolto il labbro apriva:
2.1Così cantava. All'ultime parole,
2.2di non lieto avvenire annunziatrici,
2.3Cadmo chinò pensoso il ciglio, e scura
2.4nube di duolo d'Ermion si sparse
2.5sulla candida fronte. Anco de' Numi
2.6si contristâr gli aspetti, ed un silenzio
2.7ne seguì doloroso. Allor la Diva
2.8col dolce lampo d'un sorriso intera
2.9ridestando la gioia in ogni petto,
2.10sull'auree corde fe' volar quest'inno:
3.1Tal era della Diva il canto arcano,
3.2della Diva Calliope a cui tutte
3.3stanno dinanzi le future cose,
3.4e, secondo che il tempo le rivolve
3.5nel suo rapido corso, a tutte dona
3.6e forma e voce e qualitade e vita
3.7con tal di sensi e di dottrine un velo
3.8ch'occhio vulgar nol passa: onde agli stolti
3.9la delfica favella altro non sembra
3.10che canora follia. Povero il senno
3.11che in quei deliri ascoso il ver non vede!
3.12Né sa quanta de' carmi è la potenza
3.13su la reina opinion che a nullo
3.14de' viventi perdona e a tutti impera!
4.1Stava tacito attento alle parole
4.2profetiche di tanta arte il felice
4.3insegnatore, e nel segreto petto
4.4dell'alto volo, a cui l'uman pensiero
4.5le ben trovate cifre avrian sospinto,
4.6pregustava la gioia, e della sorte
4.7già tetragono ai colpi si sentia.
4.8Preser le Muse da quel giorno usanza
4.9di far liete de' canti d'Elicona
4.10degli Eccelsi le nozze, ovunque in pregio
4.11son d'Elicona i dolci canti. Or quale,
4.12qual v'ha sponda che sia, come l'Insùbre,
4.13dalle Grazie sorrisa e dalle Muse?
4.14Qual tempio sorge a queste Dee più caro
4.15che l'eretto da te, spirto gentile,
4.16nelle cui vene del Trivulzio sangue
4.17vive intero l'onor? Alto fragore
4.18d'oricalchi guerrieri e d'armi orrende
4.19empiea, Signor, le risonanti volte
4.20delle tue sale un dì, scuola di Marte,
4.21quand'il grand'avo tuo, fulmin di guerra,
4.22delle italiche spade era la prima.
4.23Or che in regno di pace entro i lombardi
4.24elmi la lidia tessitrice ordisce
4.25l'ingegnosa sua tela, e col ferrigno
4.26dente agli appesi aviti brandi il lampo
4.27la ruggine consuma, a te concede
4.28altra gloria e più bella e senza pianti
4.29senza stragi e rovine il santo amore
4.30de' miti studi del silenzio amici,
4.31che da Febo guidati e da Sofia
4.32traggon l'uom del sepolcro e il fanno eterno.
4.33Qui dell'arte di Cadmo e della sua
4.34imitatrice i monumenti accolti
4.35di grave meraviglia empion la vista
4.36de' riguardanti: qui, di Pindo e Cirra
4.37posti i gioghi in oblio, l'Ascrée fanciulle
4.38fermano il seggio, e grato a te le invia
4.39il gran padre Alighier che per te monde
4.40d'ogni labe contempla le severe
4.41del suo nobil Convito alte dottrine.
4.42Odi il suon delle cetre, odi il tripudio
4.43delle danze, ed Amor vedi che gitta
4.44via le bende, e la terza e quarta rosa
4.45del tuo bel cespo ad Imeneo consegna:
4.46ed allegro Imeneo nel più ridente
4.47suol le trapianta, che Panaro e Trebbia
4.48irrighino di chiare onde felici;
4.49e germogli n'aspetta che faranno
4.50liete d'odori e l'una e l'altra riva
4.51di generose piante ambo superbe.
5.1Or voi d'ambrosia rugiadose il crine,
5.2il cui sorriso tutte cose abbella,
5.3voi dell'inclita Bice al fianco assise,
5.4Grazie figlie di Giove, accompagnate
5.5le due da voi nudrite alme donzelle,
5.6e vengano con voi l'arti dilette
5.7in che posero entrambe un lungo amore,
5.8l'animatrice delle tele, e quella
5.9che di musiche note il cor ricrea:
5.10onde la vita coniugal sia tutta
5.11di dolce aspersa e di ridenti idee
5.12simiglianti alle prime di Natura
5.13vergini fantasie che in piante e in fiori
5.14scherzano senza legge, e son più belle.
6.1E tu, ben nato Idillio mio, che i modi
6.2di Tebe osasti con ardir novello
6.3all'avene sposar di Siracusa,
6.4vanne al fior de' gentili, a Lui che fermo
6.5nella parte miglior del mio pensiero
6.6tien della vera nobiltà la cima
6.7e de' cortesi è re, vanne e gli porgi
6.8queste parole: "Amico ai buoni, il Cielo
6.9di doppie illustri nozze oggi beati
6.10rende i tuoi lari, ed il canuto e fido
6.11de' tuoi studi compagno all'allegrezza
6.12che l'anima t'inonda, il suo confonde
6.13debole canto che di stanco ingegno
6.14dagli affanni battuto è tardo figlio;
6.15ma non è tardo il cor che, come spira
6.16riverente amistade, a te lo sacra."
6.17Questo digli e non altro. E s'ei dimanda
6.18come del viver mio si volga il corso,
6.19di' che ad umìl ruscello egli è simìle,
6.20su le cui rive impetuosa e dura
6.21i fior più cari la tempesta uccise.
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