about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

LA BELLEZZA DELL'UNIVERSO

Poesie

PoeTree.it

1.1Della mente di Dio candida figlia,
1.2prima d'Amor germana, e di Natura
1.3amabile compagna e maraviglia;
2.1madre de' dolci affetti, e dolce cura
2.2dell'uom, che varca pellegrino errante
2.3questa valle d'esilio e di sciagura;
3.1vuoi tu, diva Bellezza, un risonante
3.2udir inno di lode, e nel mio petto
3.3un raggio tramandar del tuo sembiante?
4.1Senza la luce tua l'egro intelletto
4.2langue oscurato, e i miei pensier sen vanno
4.3smarriti in faccia al nobile subbietto.
5.1Ma qual principio al canto, o Dea, daranno
5.2le Muse? e dove mai degne parole
5.3dell'origine tua trovar potranno?
6.1Stavasi ancora la terrestre mole
6.2del Caos sepolta nell'abisso informe,
6.3e sepolti con lei la Luna e il Sole;
7.1e tu del sommo Facitor su l'orme
7.2spaziando, con esso preparavi
7.3di questo Mondo l'ordine e le forme.
8.1V'era l'eterna Sapienza, e i gravi
8.2suoi pensier ti venìa manifestando
8.3stretta in santi d'amor nodi soavi.
9.1Teco scorrea per l'Infinito; e quando
9.2dalle cupe del Nulla ombre ritrose
9.3l'onnipossente creator comando
10.1uscir fe' tutte le mondane cose,
10.2e al guerreggiar degli elementi infesti
10.3silenzio e calma inaspettata impose,
11.1tu con essa alla grande opra scendesti,
11.2e con possente man del furibondo
11.3Caos le tenebre indietro respingesti,
12.1che con muggito orribile e profondo
12.2là del Creato su le rive estreme
12.3s'odon le mura flagellar del Mondo;
13.1simili a un mar che per burrasca freme,
13.2e, sdegnando il confine, le bollenti
13.3onde solleva, e il lido assorbe e preme.
14.1Poi, ministra di luce e di portenti,
14.2del ciel volando pei deserti campi,
14.3seminasti di stelle i firmamenti.
15.1Tu coronasti di sereni lampi
15.2al Sol la fronte; e per te avvien che il crine
15.3delle comete rubiconde avvampi,
16.1che agli occhi di quaggiù, spogliate alfine
16.2del reo presagio di feral fortuna,
16.3invian fiamme innocenti e porporine.
17.1Di tante faci alla silente e bruna
17.2notte trapunse la tua mano il lembo,
17.3e un don le festi della bianca Luna;
18.1e di rose all'Aurora empiesti il grembo,
18.2che poi sovra i sopiti egri mortali
18.3piovon di perle rugiadose un nembo.
19.1Quindi alla terra indirizzasti l'ali,
19.2ed ebber dal poter de' tuoi splendori
19.3vita le cose inanimate e frali.
20.1Tumide allor di nutritivi umori
20.2si fecondâr le glebe, e si fêr manto
20.3di molli erbette e d'olezzanti fiori.
21.1Allor, degli occhi lusinghiero incanto,
21.2crebber le chiome ai boschi; e gli arbuscelli
21.3grato stillâr dalle cortecce il pianto;
22.1allor dal monte corsero i ruscelli
22.2mormorando, e la florida riviera
22.3lambîr freschi e scherzosi i venticelli.
23.1Tutta del suo bel manto Primavera
23.2coprìa la terra: ma la vasta idea
23.3del gran Fabbro compita ancor non era.
24.1Di sua vaghezza inutile parea
24.2lagnarsi il suolo; e con più bel desiro
24.3sguardo e amor di viventi alme attendea.
25.1Tu allor, raggiante d'un sorriso in giro,
25.2dei quattro venti su le penne tese
25.3l'aura mandasti del divino Spiro.
26.1La terra in sen l'accolse e la comprese,
26.2e un dolce movimento, un brividìo
26.3serpeggiar per le viscere s'intese;
27.1onde un fremito diede, e concepìo;
27.2e il suol, che tutto già s'ingrossa e figlia,
27.3la brulicante superficie aprìo.
28.1Dalle gravide glebe, oh maraviglia!
28.2fuori allor si lanciò scherzante e presta
28.3la vaga delle belve ampia famiglia.
29.1Ecco dal suolo liberar la testa,
29.2scuoter le giubbe, e tutto uscir d'un salto
29.3il biondo imperator della foresta:
30.1ecco la tigre e il leopardo in alto
30.2spiccarsi fuora della rotta bica,
30.3e fuggir nelle selve a salto a salto.
31.1Vedi sotto la zolla, che l'implica,
31.2divincolarsi il bue, che pigro e lento
31.3isviluppa le gran membra a fatica.
32.1Vedi pien di magnanimo ardimento
32.2sovra i piedi balzar ritto il destriero,
32.3e nitrendo sfidar nel corso il vento;
33.1indi il cervo ramoso, ed il leggiero
33.2daino fugace, e mille altri animanti,
33.3qual mansueto, e qual ritroso e fiero.
34.1Altri per valli e per campagne erranti,
34.2altri di tane abitator crudeli,
34.3altri dell'uomo difensori e amanti.
35.1E lor di macchia differente i peli
35.2tu di tua mano dipingesti, o Diva,
35.3con quella mano che dipinse i cieli.
36.1Poi de' color più vaghi, onde l'estiva
36.2stagion delle campagne orna l'aspetto,
36.3e de' freschi ruscei smalta la riva,
37.1l'ale spruzzasti al vagabondo insetto,
37.2e le lubriche anella serpentine
37.3del più caduco vermicciuol negletto.
38.1Né qui ponesti all'opra tua confine;
38.2ma vie più innanzi la mirabil traccia
38.3stender ti piacque dell'idee divine.
39.1Cinta adunque di calma e di bonaccia,
39.2delle marine interminabil'onde
39.3lanciasti un guardo su l'azzurra faccia.
40.1Penetrò nelle cupe acque profonde
40.2quel guardo, e con bollor grato Natura
40.3intiepidille, e diventâr feconde;
41.1e tosto vari d'indole e figura
41.2guizzaro i pesci, e fin dall'ime arene
41.3tutta increspâr la liquida pianura.
42.1I delfin snelli colle curve schiene
42.2uscîr danzando; e mezzo il mar copriro
42.3col vastissimo ventre orche e balene.
43.1Fin gli scogli e le sirti allor sentiro
43.2il vigor di quel guardo e la dolcezza,
43.3e di coralli e d'erbe si vestiro.
44.1Ma che? Non son, non sono, alma Bellezza,
44.2il mar, le belve, le campagne, i fonti
44.3il sol teatro della tua grandezza:
45.1anche sul dorso dei petrosi monti
45.2talor t'assidi maestosa, e rendi
45.3belle dell'alpi le nevose fronti;
46.1talor sul giogo abbrustolato ascendi
46.2del fumante Etna, e nell'orribil veste
46.3delle sue fiamme ti ravvolgi e splendi.
47.1Tu del nero aquilon su le funeste
47.2ale per l'aria alteramente vieni,
47.3e passeggi sul dorso alle tempeste:
48.1ivi spesso d'orror gli occhi sereni
48.2ti copri, e mille intorno al capo accenso
48.3rugghiano i tuoni e strisciano i baleni.
49.1Ma sotto il vel di tenebror sì denso
49.2non ti scorge del vulgo il debil lume,
49.3che si confonde nell'error del senso.
50.1Sol ti ravvisa di Sofia l'acume,
50.2che nelle sedi di Natura ascose
50.3ardita spinge del pensier le piume.
51.1Nel danzar delle stelle armoniose
51.2ella ti vede, e nell'occulto amore
51.3che informa e attragge le create cose.
52.1Te ricerca con occhio indagatore,
52.2di botaniche armato acute lenti,
52.3nelle fibre or d'un'erba ed or d'un fiore:
53.1te dei corpi mirar negli elementi
53.2sogliono al gorgoglìo d'acre vasello
53.3i chimici curvati e pazienti.
54.1Ma più le tracce del divin tuo bello
54.2discopre la sparuta Anatomia
54.3allorché armata di sottil coltello
55.1i cadaveri incide, e l'armonia
55.2delle membra rivela, e il penetrale
55.3di nostra vita attentamente spia.
56.1O uomo, o del divin dito immortale
56.2ineffabil lavor, forma e ricetto
56.3di spirto, e polve moribonda e frale,
57.1chi può cantar le tue bellezze? Al petto
57.2manca la lena, e il verso non ascende
57.3tanto, che arrivi all'alto mio concetto.
58.1Fronte che guarda il cielo, e al cielo tende;
58.2chioma che sopra gli omeri cadente
58.3or bionda, or bruna, il capo orna e difende;
59.1occhio, dell'alma interprete eloquente,
59.2senza cui non avria dardi e faretra
59.3Amor, né l'ali, né la face ardente;
60.1bocca dond'esce il riso che penètra
60.2dentro i cuori, e l'accento si disserra,
60.3ch'or severo comanda, or dolce impetra;
61.1mano che tutto sente e tutto afferra,
61.2e nell'arti incallisce, e ardita e pronta
61.3cittadi innalza, e opposti monti atterra;
62.1piede, su cui l'uman tronco si ponta,
62.2e parte e riede, e or ratto ed or restìo
62.3varca pianure, e gioghi aspri sormonta;
63.1e tutta la persona entro il cuor mio
63.2la maraviglia piove, e mi favella
63.3di quell'alto Saper che la compìo.
64.1Taccion d'amor rapiti intorno ad ella
64.2la terra, il cielo; ed: - Io, son io, - v'è sculto,
64.3- delle create cose la più bella. -
65.1Ma qual nuovo d'idee dolce tumulto!
65.2Qual raggio amico delle membra or viene
65.3a rischiararmi il laberinto occulto?
66.1Veggo muscoli ed ossa, e nervi e vene,
66.2veggo il sangue e le fibre, onde s'alterna
66.3quel moto che la vita urta e mantiene;
67.1ma nei legami della salma interna,
67.2ammiranda prigion! cerco, e non veggio
67.3lo spirto che la move e la governa.
68.1Pur sento io che quivi ha stanza e seggio,
68.2e dalla luce di ragion guidato
68.3in tutte parti il trovo, e lo vagheggio.
69.1O spirto, o immago dell'Eterno, e fiato
69.2di quelle labbra, alla cui voce il seno
69.3si squarciò dell'abisso fecondato,
70.1dove andâr l'innocenza ed il sereno
70.2della pura beltà, di cui vestito
70.3discendesti nel carcere terreno?
71.1Ahi, misero! t'han guasto e scolorito
71.2lascivia, ambizion, ira ed orgoglio,
71.3che alla colpa ti fêro il turpe invito!
72.1La tua ragione trabalzâr dal soglio,
72.2e lacero, deluso ed abbattuto
72.3t'abbandonâr nell'onta e nel cordoglio,
73.1siccome incauto pellegrin caduto
73.2nella man de' ladroni, allorché dorme
73.3il Mondo stanco e d'ogni luce muto.
74.1Eppur sul volto le reliquie e l'orme,
74.2fra il turbo degli affetti e la rapina,
74.3serbi pur anco dell'antiche forme;
75.1ancor dell'alta origine divina
75.2i sacri segni riconosco; ancora
75.3sei bello e grande nella tua rovina:
76.1qual ardua antica mole, a cui talora
76.2la folgore del cielo il fianco scuota,
76.3od il tempo che tutto urta e divora,
77.1piena di solchi, ma pur salda e immota
77.2stassi, e d'offese e d'anni carca aspetta
77.3un nemico maggior che la percota.
78.1Fra l'eccidio e l'orror della soggetta
78.2colpevole Natura, ove l'immerse
78.3stolta lusinga e una fatal vendetta,
79.1più bella intanto la Virtude emerse,
79.2qual astro che splendor nell'ombre acquista,
79.3e in riso i pianti di quaggiù converse.
80.1Per lei gioconda e lusinghiera in vista
80.2s'appresenta la Morte, e l'amarezza
80.3d'ogni sventura col suo dolce è mista:
81.1lei guarda il ciel dalla superna altezza
81.2con amanti pupille; e per lei sola
81.3s'apparenta dell'uomo alla bassezza.
82.1Ma dove, o Diva del mio canto, vola
82.2l'audace immaginar? dove il pensiero
82.3del tuo Vate guidasti e la parola?
83.1Torna, amabile Dea, torna al primiero
83.2cammin terrestre, né mostrarti schiva
83.3di minor vanto e di minore impero.
84.1Torna; e se cerchi errante fuggitiva
84.2devoti per l'Europa animi ligi,
84.3e tempio degno di sì bella Diva,
85.1non t'aggirar del morbido Parigi
85.2cotanto per le vie, né sulle sponde
85.3della Neva, dell'Istro e del Tamigi.
86.1Volgi il guardo d'Italia alle gioconde
86.2alme contrade, e per miglior cagione
86.3del fiume tiberin férmati all'onde.
87.1Non è straniero il loco e la magione.
87.2Qui fu dove dal Cigno venosino
87.3vagheggiar ti lasciasti, e da Marone;
88.1e qui reggesti del Pittor d'Urbino
88.2i sovrani pennelli, e di quel d'Arno
88.3"Michel più che mortale Angel divino".
89.1Ferve d'alme sì grandi, e non indarno,
89.2il Genio redivivo. Al suol romano
89.3d'Augusto i tempi e di Leon tornarno
90.1Vedrai stender giulive a te la mano
90.2Grandezza e Maestà, tue suore antiche
90.3che ti chiaman da lungi in Vaticano.
91.1T'infioreranno le bell'Arti amiche
91.2la via dovunque volgerai le piante,
91.3te propizia invocando alle fatiche.
92.1Per te all'occhio divien viva e parlante
92.2la tela e il masso; ed il pensiero è in forsi
92.3di crederlo insensato, o palpitante;
93.1per te di marmi i duri alpestri dorsi
93.2spoglian le balze tiburtine, e il monte
93.3che Circe empieva di leoni e d'orsi;
94.1onde poi mani architettrici e pronte
94.2di moli aggravan la latina arena
94.3d'eterni fianchi e di superba fronte:
95.1per te risuona la notturna scena
95.2di possente armonia che l'alme bea,
95.3e gli affetti lusinga ed incatena;
96.1e questa Selva, che la selva Ascrea
96.2imita, e suona di febeo concento,
96.3tutta è spirante del tuo nume, o Dea;
97.1e questi lauri che tremar fa il vento,
97.2e queste che premiam tenere erbette
97.3sono d'un tuo sorriso opra e portento.
98.1E tue pur son le dolci canzonette
98.2che ad Imeneo cantar dianzi s'intese
98.3l'arcade schiera su le corde elette.
99.1Stettero al grato suon l'aure sospese,
99.2e il bel Parrasio a replicar fra nui
99.3di Luigi e Costanza il nome apprese.
100.1Ambo cari a te sono, e ad ambidui
100.2su l'amabil sembiante un feritore
100.3raggio imprimesti de' begli occhi tui;
101.1raggio che prese poi la via del core,
101.2e di virtù congiunto all'aurea face
101.3fe' nell'alme avvampar quella d'Amore.
102.1Vien dunque, amica Diva. Il Tempo edace,
102.2fatal nemico, colla man rugosa
102.3ti combatte, ti vince e ti disface.
103.1Egli il color del giglio e della rosa
103.2toglie alle gote più ridenti, e stende
103.3dappertutto la falce ruinosa.
104.1Ma se teco Virtù s'arma e discende
104.2nel cuor dell'uomo ad abitar sicura,
104.3passa il veglio rapace, e non t'offende;
105.1e solo, allorché fia che di Natura
105.2ei franga la catena, e urtate e rotte
105.3dell'Universo cadano le mura,
106.1e spalancando le voraci grotte
106.2l'assorba il Nulla, e tutto lo sommerga
106.3nel muto orror della seconda notte,
107.1al fracassato Mondo allor le terga
107.2darai fuggendo, e su l'eterea sede,
107.3ove non fia che Tempo ti disperga,
107.4stabile fermerai l'eburneo piede.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)