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1.1Batte a vol più sublime aura sicura
1.2la farfalletta dell'ingegno mio,
1.3lasciando la città della sozzura.
2.1E dirò come congiurato uscio
2.2a dannaggio di Francia il mondo tutto:
2.3tale il senno supremo era di Dio.
3.1Canterò l'ira dell'Europa e il lutto,
3.2canterò le battaglie ed in vermiglio
3.3tinto de' fiumi e di due mari il flutto.
4.1E d'altro pianto andar bagnata il ciglio
4.2la bell'alma vedrem, di che la diva
4.3mi va cantando l'affannoso esiglio.
5.1Il bestemmiar di quei superbi udiva
5.2la dolorosa; ed accennando al duce
5.3la fiera di Renallo ombra cattiva,
6.1come, disse, fra' morti si conduce
6.2colui? Di polpe non si veste e d'ossa?
6.3Non bee per gli occhi tuttavia la luce
7.1E l'altro: La sua salma ancor la scossa
7.2di morte non sentì; ma la governa
7.3dentro Marsiglia d'un demòn la possa;
8.1e l'alma geme fra i perduti eterna–
8.2mente perduta: né a tal fato è sola,
8.3ma molte che distingue ira superna.
9.1E in Erebo di queste assai ne vola
9.2dall'infame congrega, in che s'affida
9.3cotanto Francia, ahi stolta!, e si consola.
10.1Quindi un demone spesso ivi s'annida
10.2in uman corpo, e scaldane le vene,
10.3e siede e scrive nel senato e grida;
11.1mentre lo spirto alle cocenti pene
11.2d'Averno si martira. Or leva il viso,
11.3e vedi all'uopo chi dal ciel ne viene.
12.1Levò lo sguardo: ed ecco all'improvviso,
12.2là dove il cancro il piè d'Alcide abbranca
12.3e discende la via del paradiso,
13.1ecco aprirsi del ciel le porte a manca
13.2su i cardini di bronzo; e una virtude
13.3intrinseca le gira e le spalanca.
14.1Risonò d'un fragor profondo e rude
14.2dell' Olimpo la volta, e tre guerrieri
14.3calar fur visti di sembianze crude.
15.1Nere sul petto le corazze, e neri
15.2nella manca gli scudi, e nereggianti
15.3sul capo tremolavano i cimieri;
16.1e furtive dall'elmo e folgoranti
16.2scorrean le chiome della bionda testa
16.3per lo collo e per l'omero ondeggianti.
17.1La volubile bruna sopravvesta
17.2da brune penne ventilata addietro
17.3rendea rumor di pioggia e di tempesta.
18.1Del sopracciglio sotto l'arco tetro
18.2uscìan lampi dagli occhi, uscìa paura,
18.3e la faccia parea bollente vetro.
19.1Questi, e l'altro campion seduto a cura
19.2dell'estinto Luigi, angeli sono
19.3di terrore, di morte e di sventura.
20.1Venir son usi dell'Eterno al trono,
20.2quando acerba a' mortai volge la sorte
20.3e rompe la ragion del suo perdono.
21.1D'Egitto il primo l'incruente porte
21.2nell'arcana percosse orribil notte,
21.3che fur de' padri le speranze morte,
22.1L'altro è quel che sul campo estinte e rotte
22.2lasciò le forze che il superbo Assiro
22.3contro l'umile Giuda avea condotte.
23.1Dalla spada del terzo i colpi usciro,
23.2che di pianto sonanti e di ruina
23.3fischiar per l'aure di Sion s'udiro,
24.1quando la provocata ira divina
24.2al mite genitor fe' d'Absalone
24.3caro il censo costar di Palestina.
25.1L'ultimo fiero volator garzone
25.2uno è de' sei cui vide l'accigliato
25.3Ezechiello arrivar dall'aquilone,
26.1in mano aventi uno stocco affilato
26.2e percotenti ognun che per la via
26.3del Tais la fronte non vedean segnato.
27.1Tale e tanta dal ciel se ne venìa
27.2dei procellosi arcangeli possenti
27.3la terribile e nera compagnia;
28.1come gruppo di folgori cadenti
28.2sotto povero ciel, quando sparute
28.3taccion le stelle e fremon l'onde e i venti.
29.1Il sibilo sentì delle battute
29.2ale Parigi: ed arretrò la Senna
29.3le sue correnti stupefatte e mute.
30.1Vogeso ne tremò, tremò Gebenna
30.2e il Bebricio Pirene, e lungo e roco
30.3corse un lamento per la mesta Ardenna.
31.1Al lor primo apparir dier ratto il loco
31.2l'assetate del Tartaro caterve,
31.3un grido alzando lamentoso e fioco.
32.1Come fugge talor delle proterve
32.2mosche lo sciame che alla beva intento
32.3sul vaso pastoral brulica e ferve,
33.1che al toccar della conca in un momento
33.2levansi tutte, e quale alla muraglia,
33.3qual si lancia alla mano e quale al mento:
34.1tal si dilegua l'infernal ciurmaglia;
34.2ed altri una pendente nuvoletta,
34.3d'ira sbuffando, a lacerar si scaglia;
35.1sovra il mar tremolante altri si getta,
35.2e sveglia le procelle; altri s'avvolve
35.3nel nembo genitor della saetta;
36.1si turbina taluno entro la polve,
36.2e tal altro col guizzo del baleno
36.3fende la terra e in fumo si dissolve.
37.1Dal sacro intanto orror del tempio uscièno
37.2di mezzo all'atterrate are deserte
37.3due donne in atto d'amarezza pieno.
38.1L'una velate e l'altra discoperte
38.2le dive luci avea, ma di gran pianto
38.3d'ambo le gote si parean coverte.
39.1Era un vel bianco della prima il manto,
39.2che parte cela e parte all'intelletto
39.3rivela il corpo immaculato e santo.
40.1Una veste inconsutile di schietto
40.2color di fiamma l'altra si cingea,
40.3siccome il pellican piagata il petto.
41.1E nella manca l'una e l'altra dea
41.2e nella dritta in mesto portamento
41.3una lucida coppa sostenea.
42.1E sculto ciascheduna un argomento
42.2avea di duolo, in bei rilievi espresso
42.3di nitid'oro e di forbito argento.
43.1In una sculto si vedea con esso
43.2il figlio e la consorte un re fuggire,
43.3pensoso più di lor che di sé stesso;
44.1e un dar subito all'arme ed un fremire
44.2di cruda plebe, e dietro al fuggitivo,
44.3siccome veltri dal guinzaglio, uscire;
45.1poi tra le spade ricondur cattivo
45.2e tra l'onte quel misero innocente,
45.3morto al gioire ed al patir sol vivo.
46.1Mirasi dopo una perversa gente
46.2cercar furendo a morte una regina,
46.3dir non so se più bella o più dolente;
47.1ed ancisi i custodi alla meschina,
47.2e per rabbia delusa, orrendo a dirsi!,
47.3trafitto il letto e la regal cortina.
48.1V'era l'urto in un'altra ed il ferirsi
48.2di cinquecento incontra a mille e mille,
48.3e dell'armi il fragor parea sentirsi.
49.1Formidabile il volto e le pupille,
49.2la Discordia scorrea tra l'irte lance,
49.3tra la polve, tra 'l fumo e le faville
50.1e i tronchi capi e le squarciate pance,
50.2agitando la face che sanguigna
50.3de' combattenti scolorìa le guance.
51.1Vienle appresso la Morte che digrigna
51.2i bianchi denti, ed i feriti artiglia
51.3con la grand'unghia antica e ferrugigna;
52.1e pria l'anime felle ne ronciglia
52.2fuor delle membra, e le rassegna in fretta
52.3fumanti e nude all'infernal famiglia;
53.1poi, ghermite le gambe, ne si getta
53.2i pesanti cadaveri alle spalle,
53.3né più vi bada, e innanzi il campo netta.
54.1Dietro è tutto di morti ingombro il calle:
54.2il sangue a fiumi il rio terreno ingrassa,
54.3e lubrico s'avvia verso la valle.
55.1Scorre intorno il Furor coll'asta bassa,
55.2scorre il Tumulto temerario, e il Fato
55.3ch'un ne percuote ed un ne salva e passa;
56.1scorre il lacero Sdegno insanguinato,
56.2e l'Orror co' capelli in fronte ritti,
56.3come l'istrice gonfio e rabbuffato.
57.1Al fine in compagnia de' suoi delitti
57.2vien la proterva Libertà francese,
57.3ch'ebbra il sangue si bee di quei trafitti.
58.1E son sì vivi i volti e le contese,
58.2che non tacenti ma parlanti e vere
58.3quelle immagini credi e quell'offese.
59.1Altra scena di pianto, onde il pensiere
59.2rifugge e in capo arricciasi ogni pelo,
59.3nella terza scultura il guardo fere.
60.1Sacro a all'inclita donna del Carmelo
60.2apriasi un tempio, e distendea la notte
60.3sul primo sonno de' mortali il velo:
61.1se non che dell'oscure artiche grotte
61.2languìan le mute abitatrici al cheto
61.3raggio di luna indebolite e rotte.
62.1Strascinavasi quivi un mansueto
62.2di ministri di Dio sacro drappello,
62.3ch'empio dannava popolar decreto.
63.1Un barbaro di lor si fea macello:
63.2ed ei, che schermo non avean di scudo
63.3al calar del sacrilego coltello,
64.1pietà, Signor, porgendo il collo ignudo,
64.2Signor, pietà, gridavano: e venìa
64.3in quella il colpo inesorato e crudo.
65.1Cadean le teste, e dalle gole uscìa
65.2parole e sangue, per la polve il nome
65.3di Gesù gorgogliando e di Maria.
66.1E l'un su l'altro si giacean, siccome
66.2scannate pecorelle; e fean ribrezzo
66.3l'aperte bocche e le riverse chiome.
67.1La luna il raggio ai visi esangui in mezzo
67.2pauroso mandava e verecondo,
67.3a tanta colpa non ben anco avvezzo;
68.1ed implorar parea d'un vagabondo
68.2nugolo il velo ed affrettar raminga
68.3gli atterriti cavalli ad altro mondo.
69.1Chi mi darà le voci ond'io dipinga
69.2il subbietto feral che quarto avanza,
69.3sì ch'ogni ciglio a lagrimar costringa
70.1Uom d'affannosa ma regal sembianza,
70.2a cui, rapita la corona e il regno,
70.3sol del petto rimasta è la costanza,
71.1venìa di morte a vil supplizio indegno
71.2chiamato, ahi lasso!, e ve 'l traevan quelli
71.3che fur dell'amor suo poc'anzi il segno.
72.1Quinci e quindi accorrean sciolte i capelli
72.2consorte e suora ad abbracciarlo, e gli occhi
72.3ognuna avea conversi in due ruscelli.
73.1Stretto al seno egli tiensi in su i ginocchi
73.2un dolente fanciullo; e par che tutto
73.3negli amplessi e ne' baci il cor trabocchi,
74.1e sì gli dica: Da' miei mali istrutto
74.2apprendi, o figlio, la virtude, e cògli
74.3di mie fortune dolorose il frutto.
75.1Stabile e santo nel tuo cor germogli
75.2il timor del tuo Dio, né mai d'un trono
75.3mai lo stolto desir l'alma t'invogli.
76.1E se l'ira del ciel sì tristo dono
76.2faratti, il padre ti rammenta, o figlio:
76.3ma serba a chi l'uccide il tuo perdono.
77.1Questi accenti parea, questo consiglio
77.2proferir l'infelice, e chete intanto
77.3gli discorrean le lagrime dal ciglio.
78.1Piangean tutti d'intorno; e dall'un canto
78.2le fiere guardie impietosite anch'esse
78.3sciogliean, poggiate sulle lance, il pianto.
79.1Cotai sul vaso acerbi fatti impresse
79.2l'artefice divino; e, se vietato,
79.3se conteso il dolor non gliel avesse,
80.1il resto de' tuoi casi effigiato
80.2v'avria pur anco, o re tradito, e degno
80.3di miglior scettro e di più giusto fato.
81.1E ben lo cominciò: ma l'alto sdegno
81.2quel lavoro interruppe, e alla pietate
81.3cesse alfin l'arte ed all'orror l'ingegno.
82.1Poiché, di doglia piene e d'onestate,
82.2si fur l'alme due dive a quel feroce
82.3spettacolo di sangue approssimate,
83.1sul petto delle man fero una croce;
83.2e, sull'illustre estinto il guardo fise,
83.3senza moto restarsi e senza voce,
84.1pallide e smorte come due recise
84.2caste viole o due ligustri occulti
84.3cui né l'aura né l'alba ancor sorrise.
85.1Poi con lagrime rotte da' singulti
85.2baciar l'augusta fronte, e ne serraro
85.3gli occhi nel sonno del Signor sepulti;
86.1ed, il corpo composto amato e caro,
86.2vi pregar sopra l'eterno riposo,
86.3disser l'ultimo vale, e sospiraro.
87.1E quindi in riverente atto pietoso
87.2il sacro sangue, di che tutto orrendo
87.3era intorno il terreno abbominoso,
88.1nell'auree tazze accolsero piangendo;
88.2ed ai quattro guerrier vestiti a bruno
88.3le presentar spumanti; una dicendo:
89.1sorga da questo sangue un qualcheduno
89.2vendicator, che col ferro e col foco
89.3insegua chi lo sparse: né veruno
90.1del delitto si goda, né sia loco
90.2che lo ricovri: i flutti avversi ai flutti,
90.3i monti ai monti, e l'armi all'armi invoco.
91.1Il tradimento tradimento frutti:
91.2l'esiglio, il laccio, la prigion, la spada
91.3tutti li perda e li disperda tutti.
92.1E chi sitìa più sangue a per man cada
92.2d'una virago, ed anima funébre
92.3a dissetarsi in Acheronte vada.
93.1E chi, riarso da superba febre,
93.2del capo altrui si fea sgabello al soglio
93.3sul patibolo chiuda le palpèbre,
94.1e gli emunga il carnefice l'orgoglio:
94.2né ciglio il pianga; né cor sia che, fuora
94.3del suo tardi morir, senta cordoglio.
95.1La veneranda dea parlava ancora;
95.2e già fuman le coppe, e a quei campioni
95.3il cherubico volto si scolora;
96.1pari a quel della luna, allor che proni
96.2ruota i pallidi raggi e in giù la tira
96.3il poter delle tessale canzoni.
97.1E l'occhio sotto l'elmo un terror spira,
97.2che buia e muta l'aria ne divenne,
97.3e tremò di quei sguardi e di quell'ira.
98.1Dei quattro opposti venti in su le penne
98.2tutti a un tempo fer vela i cherubini,
98.3ed ogni vento un cherubin sostenne.
99.1Già il sol lavava lacrimoso i crini
99.2nell'onde maure, e dal timon sciogliea
99.3impauriti i corridor divini;
100.1ché la memoria ancor retrocedea
100.2dal veduto delitto; e chini e mesti
100.3Espero all'auree stalle i conducea;
101.1mentre la notte di pensier funesti
101.2e di colpe nudrice e di rimorsi
101.3le mute riprendea danze celesti;
102.1quando per l'aria cheta erte levorsi
102.2le quattro oscure vision tremende,
102.3e l'una all'altra tenea volti i dorsi.
103.1Giunte là dove la folgore prende
103.2l'acuto volo e furibonda il seno
103.3della materna nuvola scoscende,
104.1inversero le coppe; e in un baleno
104.2imporporossi il cielo, e delle stelle
104.3livido fessi il virginal sereno.
105.1Inversero le coppe; e piobber quelle
105.2il fatal sangue, che tempesta roggia
105.3par di vivi carboni di fiammelle.
106.1Sotto la strana rubiconda pioggia
106.2ferve irato il terren che la riceve,
106.3e rompe in fumo: e il fumo in alto poggia,
107.1e i petti invade penetrante e lieve
107.2e le menti mortali, e fa che d'ira
107.3alto incendio da tutte si solleve.
108.1Arme fremon le genti, arme cospira
108.2l'orto e l'occaso, l'austro e l'aquilone,
108.3e tutta quanta Europa arme delira.
109.1Quind'escono del fier settentrione
109.2l'aquile bellicose, e coll'artiglio
109.3sfrondano il franco tricolor bastone.
110.1Quinci move dall'anglico coviglio
110.2il biondo imperator della foresta
110.3il tronco stelo a vendicar del giglio.
111.1Al fraterno ruggito alza la testa
111.2l'annoverese impavido cavallo
111.3e il campo colla soda unghia calpesta.
112.1D'altra parte sdegnosa esce del vallo
112.2e maestosa la gran donna ibera
112.3al crudele di Marte orrido ballo;
113.1e, scossa la cattolica bandiera,
113.2in su la rupe pirenea s'affaccia,
113.3tratto il brando e calata la visiera;
114.1e la celtica putta alto minaccia,
114.2e l'osceno berretto alla ribalda
114.3scompiglia in capo e per lo fango il caccia.
115.1Ma del prisco valor ripiena e calda
115.2la sovrana dell'Alpi in su l'entrata
115.3ponsi d'Italia, e ferma tiensi e salda;
116.1e alla nemica la fatal giornata a
116.2di Guastalla e d'Assietta ella rammenta
116.3e l'ombra di Bellisìe invendicata,
117.1che rabbiosa s'aggira e si lamenta
117.2in val di Susa e arretra per paura
117.3qualunque la vendetta ancor ritenta.
118.1Mugge fra tanto tempestosa e scura
118.2da lontan l'onda della sarda Teti,
118.3scoglio del franco ardire e sepoltura.
119.1Mugge l'onda tirrena irrequieti
119.2levando i flutti, e non aver si pente
119.3da pria sommersi i mal raccolti abeti.
120.1Mugge l'onda d'Atlante orribilmente,
120.2mugge l'onda britanna; e al suo muggito
120.3rimormorar la baltica si sente.
121.1Fin dall'estremo americano lito
121.2il mar s'infuria; e il Lusitan n'ascolta
121.3nel buio della notte il gran ruggito.
122.1Sgomentossi, ristette, e a quella volta
122.2drizzò l'orecchio di Bassville anch'essa
122.3l'attonit'ombra in suo dolor sepolta.
123.1Palpitando ristette; e alla convessa
123.2region sollevando la pupilla
123.3traverso all'ombra sanguinosa e spessa,
124.1vide in su per la truce aria tranquilla
124.2correr spade infocate; ed aspri e cupi
124.3n'intese i cozzi ed un clangor di squilla.
125.1Quindi gemere i boschi, urlar le rupi,
125.2e piangere le fonti e le notturne
125.3strigi solinghe, e ulular cagne e lupi;
126.1e la quiete abbandonar dell'urne
126.2pallid'ombre fur viste, e per le vie
126.3vagolar sospirose e taciturne;
127.1starsi i fiumi, sudar sangue le pie
127.2immagini de' templi, ed involato
127.3temer le genti eternamente il die.
128.1O pietosa mia guida, che campato
128.2m'hai dal lago d'Averno, e che mi porti
128.3a sciogliere per gli occhi il mio peccato;
129.1certo di stragi e di sangue e di morti
129.2segni orrendi vegg'io: ma come? e donde?
129.3E a chi propizie volgeran le sorti?
130.1Al suo duce sì disse, e avea feconde
130.2di pianto la francese ombra le ciglia.
130.3Vienne meco, e il saprai, l'altro risponde;
131.1ed amoroso per la man la piglia.
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