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1.1Alle tronche parole, all'improvviso
1.2dolor che di pietà l'angel dipinse,
1.3tremò quell'ombra e si fe' smorta in viso;
2.1e sull'orme così si risospinse
2.2del suo buon duca che davanti andava
2.3pien del crudo pensier che tutto il vinse,
3.1Senza far motto il passo accelerava,
3.2e l'aria intorno tenebrosa e mesta
3.3del suo volto la doglia accompagnava.
4.1Non stormiva una fronda alla foresta,
4.2e sol s'udìa tra' sassi il rio lagnarsi,
4.3siccome all'appressar della tempesta.
5.1Ed ecco manifeste al guardo farsi
5.2da lontano le torri, ecco l'orrenda
5.3Babilonia francese approssimarsi.
6.1Or qui vigor la fantasia riprenda,
6.2e l'ira e la pietà mi sian la musa
6.3che all'alto e fiero mio concetto ascenda.
7.1Curva la fronte e tutta in sé racchiusa
7.2la taciturna coppia oltre cammina;
7.3e giunge alfine alla città confusa,
8.1alla colma di vizi atra sentina,
8.2a Parigi, che tardi e mal si pente
8.3della sovrana plebe cittadina.
9.1Sul primo entrar a della città dolente
9.2stanno il Pianto, le Cure e la Follia
9.3che salta e nulla vede e nulla sente.
10.1Evvi il turpe Bisogno e la restìa
10.2Inerzia colle man sotto le ascelle
10.3l'uno all'altra appoggiati in su la via.
11.1Evvi l'arbitra Fame, a cui la pelle
11.2informasi dall'ossa e i lerci denti
11.3fanno orribile siepe alle mascelle.
12.1Vi son le rubiconde Ire furenti,
12.2e la Discordia pazza a il capo avvolta
12.3di lacerate bende e di serpenti.
13.1Vi son gli orbi Desiri, della stolta
13.2ciurmaglia i Sogni e le Paure smorte
13.3sempre il crin rabbuffate e sempre in volta.
14.1Veglia custode delle meste porte
14.2e le chiude a suo senno e le disserra
14.3l'ancella e insieme la riva? di Morte;
15.1la cruda, io dico, furibonda Guerra
15.2che nel sangue s'abbevera e gavazza
15.3e sol del nome fa tremar la terra.
16.1Stanle intorno l'Erinni, e le fan piazza,
16.2e allacciando le van l'elmo e la maglia
16.3della gorgiera e della gran corazza;
17.1mentre un pugnal battuto alla tanaglia
17.2de' fabbri di Cocito in man le caccia
17.3e la sprona e l'incuora alla battaglia
18.1un altra furia di più acerba faccia,
18.2che in Flegra già del cielo assalse il muro
18.3e armò di Briareo le cento braccia,
19.1di Diagora poscia e d'Epicuro
19.2dettò le carte, ed or le franche scuole
19.3empie di nebbia e di blasfema impuro,
20.1e con sistemi e con orrende fole
20.2sfida l'Eterno, e il tuono e le saette
20.3tenta rapirgli e il padiglion del sole.
21.1Come vide le facce maledette,
21.2arretrossi d'Ugon l'ombra turbata,
21.3ché in inferno arrivar la si credette:
22.1e in quel sospetto sospettò cangiata
22.2la sua sentenza, e dimandar volea
22.3se fra l'alme perdute iva dannata.
23.1Quindi tutta per tema si stringea
23.2al suo conducitor, che pensieroso
23.3le triste soglie già varcate avea.
24.1Era il giorno che, tolto al procelloso
24.2capro, il sol monta alla troiana stella,
24.3scarso il raggio vibrando e neghittoso;
25.1e compito del dì la nona ancella
25.2l'officio suo, il governo abbandonava
25.3del timon luminoso alla sorella:
26.1quando chiuso da nube oscura e cava
26.2l'angel coll'ombra inosservato e queto
26.3nella città di tutti i mali entrava.
27.1Ei procedea depresso ed inquieto
27.2nel portamento, i rai celesti empiendo
27.3di largo ad or ad or pianto segreto;
28.1e l'ombra si stupìa, quinci vedendo
28.2lagrimoso il suo duca e possedute
28.3quindi le strade da silenzio orrendo.
29.1Muto de' bronzi il sacro squillo, e mute
29.2l'opre del giorno, e muto lo stridore
29.3dell'aspre incudi e delle seghe argute:
30.1sol per tutto un bisbiglio ed un terrore,
30.2un domandare, un sogguardar sospetto,
30.3una mestizia che ti piomba al core;
31.1e cupe voci di confuso affetto,
31.2voci di madri pie che gl'innocenti
31.3figli si serran trepidando al petto,
32.1voci di spose che ai mariti ardenti
32.2contrastano l'uscita e sulle soglie
32.3fan di lagrime intoppo e di lamenti.
33.1Ma tenerezza e carità di moglie
33.2vinta è da furia di maggior possanza,
33.3che dall'amplesso coniugal gli scioglie.
34.1Poiché fera menando oscena danza
34.2scorrean di porta in porta affaccendati
34.3fantasmi di terribile sembianza;
35.1de' Druidi i fantasmi insanguinati,
35.2che fieramente dalla sete antiqua
35.3di vittime nefande stimolati,
36.1a sbramarsi venìan la vista obliqua
36.2del maggior de' misfatti onde mai possa
36.3la loro superbir semenza iniqua.
37.1Erano in veste d'uman sangue rossa;
37.2sangue e tabe grondava ogni capello,
37.3e ne cadea una pioggia ad ogni scossa.
38.1Squassan altri un tizzone, altri un flagello
38.2di chelidri e di verdi anfesibene,
38.3altri un nappo di tòsco, altri un coltello:
39.1e con quei serpi percotean le schiene
39.2e le fronti mortali, e fean, toccando
39.3con gli arsi tizzi, ribollir le vene.
40.1Allora delle case infuriando
40.2uscìan le genti, e si fuggìa smarrita
40.3da tutti i petti la pietade in bando.
41.1Allor trema la terra oppressa e trita
41.2da cavalli, da rote e da pedoni;
41.3e ne mormora l'aria sbigottita;
42.1simile al mugghio di remoti tuoni,
42.2al notturno del mar roco lamento,
42.3al profondo ruggir degli aquiloni.
43.1Che cor, misero Ugon, che sentimento
43.2fu allora il tuo, che di morte vedesti
43.3l'atro vessillo volteggiarsi al vento?
44.1E il terribile palco erto scorgesti,
44.2ed alzata la scure, e al gran misfatto
44.3salir bramosi i manigoldi e presti;
45.1e il tuo buon rege, il re più grande, in atto
45.2d'agno innocente fra digiuni lupi,
45.3sul letto de' ladroni a morir tratto;
46.1e fra i silenzi delle turbe cupi
46.2lui sereno avanzar la fronte e il passo
46.3in vista che spetrar potea le rupi?
47.1Spetrar le rupi e sciorre in pianto un sasso:
47.2non le galliche tigri. Ahi! dove spinto
47.3l'avete, o crude? Ed ei v'amava! oh lasso!
48.1Ma piangea il sole di gramaglia cinto
48.2e stava in forse di voltar le rote
48.3da questa Tebe che l'antica ha vinto.
49.1Piangevan l'aure per terrore immote,
49.2e l'anime del cielo cittadine
49.3scendean col pianto anch'esse in su le gote;
50.1l'anime che costanti e pellegrine
50.2per la causa di Cristo e di Luigi
50.3lassù per sangue diventar divine.
51.1Il duol di Francia intanto e i gran litigi
51.2mirava Iddio dall'alto, e giusto e buono
51.3pesava il fato della rea Parigi.
52.1Sedea sublime sul tremendo trono;
52.2e sulla lance d'or quinci ponea
52.3l'alta sua pazienza e il suo perdono,
53.1dell'iniqua città quindi mettea
53.2le scelleranze tutte; e nullo ancora
53.3piegar de' due gran carchi si vedea.
54.1Quando il mortal giudizio e l'ultim'ora
54.2dell'augusto infelice alfin v'impose
54.3l'Onnipotente. Cigolando allora
55.1traboccar le bilancie ponderose:
55.2grave in terra cozzò la mortal sorte,
55.3balzò l'altra alle sfere, e si nascose,
56.1In quel punto al feral palco di morte
56.2giunge Luigi. Ei v'alza il guardo, e viene
56.3fermo alla scala, imperturbato e forte.
57.1Già vi monta, già il sommo egli ne tiene;
57.2e va sì pien di maestà l'aspetto,
57.3ch'ai manigoldi fa tremar le vene.
58.1E già battea furtiva ad ogni petto
58.2la pietà rinascente, ed anco parve
58.3che del furor sviato avria l'effetto.
59.1Ma fier portento in questo mezzo apparve:
59.2sul patibolo infame all'improvviso
59.3asceser quattro smisurate larve,
60.1Stringe ognuna un pugnal di sangue intriso;
60.2alla strozza un capestro le molesta;
60.3torvo il cipiglio, dispietato il viso,
61.1e scomposte le chiome in sulla testa,
61.2come campo di biada già matura
61.3nel cui mezzo passata è la tempesta.
62.1E sulla fronte arroncigliata e scura
62.2scritto in sangue ciascuna il nome avea,
62.3nome terror de' regi e di natura.
63.1Damiens l'uno, Ankastrom l'altro dicea,
63.2e l'altro Ravagliacco; ed il suo scritto
63.3il quarto colla man si nascondea.
64.1Da queste Dire avvinto il derelitto
64.2Sire Capeto dal maggior de' troni
64.3alla mannaia già facea tragitto.
65.1E a quel giusto simil che fra' ladroni
65.2perdonando spirava ed esclamando:
65.3padre, padre, perché tu m'abbandoni?
66.1per chi a morte lo tragge anch'ei pregando,
66.2il popol mio, dicea, che sì delira,
66.3e il mio spirto, Signor, ti raccomando.
67.1In questo dir con impeto e con ira
67.2un degli spettri sospingendo il venne
67.3sotto il taglio fatal; l'altro ve 'l tira.
68.1Per le sacrate auguste chiome il tenne
68.2la terza furia, e la sottil rudente
68.3quella quarta recise alla bipenne.
69.1Alla caduta dell'acciar tagliente
69.2s'aprì tonando il cielo, e la vermiglia
69.3terra si scosse e il mare orribilmente.
70.1Tremonne il mondo, e per la maraviglia
70.2e pel terror dal freddo al caldo polo
70.3palpitando i potenti alzar le ciglia.
71.1Tremò levante ed occidente. Il solo
71.2barbaro celta, in suo furor più saldo,
71.3del ciel derise e della terra il duolo;
72.1e di sua libertà spietato e baldo
72.2tuffò le stolte insegne e le man ladre
72.3nel sangue del suo re fumante e caldo,
73.1e si dolse che misto a quel del padre
73.2quello pur anco non scorreva, ahi rabbia!,
73.3del regal figlio e dell'augusta madre.
74.1Tal di lioni un branco, a cui non abbia
74.2l'ucciso tauro appien sazie le canne,
74.3anche il sangue ne lambe in su la sabbia;
75.1poi ne' presepi insidiando vanne
75.2la vedova giovenca ed il torello,
75.3e rugghia, e arrota tuttavia le zanne;
76.1ed ella, che i ruggiti ode al cancello,
76.2di doppio timor trema, e di quell'ugne
76.3si crede ad ogni scroscio esser macello.
77.1Tolta al dolor delle terrene pugne
77.2apriva intanto la grand'alma il volo,
77.3che alla prima cagion la ricongiugne.
78.1E ratto intorno le si fea lo stuolo
78.2di quell'ombre beate, onde la fede
78.3stette e di Francia sanguinossi il suolo.
79.1E qual le corre al collo, e qual si vede
79.2stender le braccia, e chi l'amato volto
79.3e chi la destra e chi le bacia il piede.
80.1Quando repente della calca il folto
80.2ruppe un ombra dogliosa, e con un rio
80.3di largo pianto sulle guance sciolto,
81.1me, gridava, me me lasciate al mio
81.2signor prostrarmi. Oh date il passo! E presta
81.3al piè regale il varco ella s'aprìo.
82.1Dolce un guardo abbassò su quella mesta
82.2Luigi: e, Chi sei? disse; e qual ti tocca
82.3rimorso il core? e che ferita è questa?
83.1Alzati, e schiudi al tuo dolor la bocca.
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