about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Già vinta dell'inferno era la pugna,
1.2e lo spirto d'abisso si partìa
1.3vota stringendo la terribil ugna.
2.1Come lion per fame egli ruggìa
2.2bestemmiando l'Eterno, e le commosse
2.3idre a del capo sibilar per via.
3.1Allor timide l'ali aperse e scosse
3.2l'anima d'Ugo alla seconda vita
3.3fuor delle membra del suo sangue rosse
4.1e la mortal prigione ond'era uscita
4.2subito indietro a riguardar si volse
4.3tutta ancor sospettosa e sbigottita.
5.1Ma dolce con un riso la raccolse
5.2e confortolla l'angelo beato
5.3che contro Dite a conquistarla tolse.
6.1E, Salve, disse, o spirto fortunato,
6.2salve, sorella del bel numer una,
6.3cui rimesso è dal cielo ogni peccato.
7.1Non paventar: tu non berai la bruna
7.2onda d'Averno, da cui volta è in fuga
7.3tutta speranza di miglior fortuna.
8.1Ma la giustizia di lassù, che fruga
8.2severa, e in un pietosa in suo diritto,
8.3ogni labe dell'alma ed ogni ruga,
9.1nel suo registro adamantino ha scritto,
9.2che all'amplesso di Dio non salirai
9.3finché non sia di Francia ulto a il delitto.
10.1Le piaghe intanto e gl'infiniti guai,
10.2di che fosti gran parte, or per emenda
10.3piangendo in terra e contemplando andrai.
11.1E supplicio ti fia la vista orrenda
11.2dell'empia patria tua, la cui lordura
11.3par che del puzzo i firmamenti offenda;
12.1sì che l'alta vendetta è già matura,
12.2che fa dolce di Dio nel suo segreto
12.3l'ira ond'è colma la fatal misura a
13.1Così parlava; e riverente e cheto
13.2abbassò l'altro le pupille, e disse:
13.3Giusto e mite, o Signor, è il tuo decreto.
14.1Poscia l'ultimo sguardo al corpo affisse
14.2già suo consorte in vita, a cui le vene
14.3sdegno di zelo e di ragion trafisse;
15.1dormi in pace, dicendo, o di mie pene
15.2caro compagno, infin che del gran die
15.3l'orrido squillo a risvegliar ti viene.
16.1Lieve intanto la terra e dolci e pie
16.2ti sian l'aure e le piogge, e a te non dica
16.3parole il passeggier scortesi e rie.
17.1Oltra il rogo non vive ira nemica,
17.2e nell'ospite suolo, ov'io ti lasso,
17.3giuste son a l'alme, e la pietade è antica.
18.1Torse, ciò detto, sospirando il passo
18.2quella mest'ombra, e alla sua scorta dietro
18.3con volto s'avviò pensoso e basso;
19.1di ritroso fanciul tenendo il metro,
19.2quando la madre a' suoi trastulli il fura,
19.3che il piè va lento innanzi e l'occhio indietro.
20.1Già di sua veste rugiadosa e scura
20.2coprìa la notte il mondo, allor che diero
20.3quei duo le spalle alle romulee mura.
21.1E nel levarsi a volo ecco di Piero
21.2sull'altissimo tempio alla lor vista
21.3un cherubino minaccioso e fiero
22.1un di quei sette che in argentea lista
22.2mirò fra i sette candelabri ardenti
22.3il rapito di Patmo evangelista.
23.1Rote di fiamme gli occhi rilucenti
23.2e cometa che morbi e sangue adduce
23.3parean le chiome abbandonate ai venti.
24.1Di lugubre vermiglia orrida luce
24.2una spada brandìa, che da lontano
24.3rompea la notte e la rendea più truce;
25.1e scudo sostenea la manca mano
25.2grande così, che da nemica offesa
25.3tutto coprìa coll'ombra il Vaticano;
26.1com'aquila che sotto alla difesa
26.2di sue grand'ali rassicura i figli
26.3che non han l'arte delle penne a appresa,
27.1e, mentre la bufera entro i covigli
27.2tremar fa gli altri augei, questi a riposo
27.3stansi allo schermo de' materni artigli.
28.1Chinarsi in gentil atto ossequioso,
28.2oltre volando, i due minori spirti
28.3dell'alme chiavi al difensor sdegnoso.
29.1Indi veloci in men che nol so dirti
29.2giunsero dove gemebondo e roco
29.3il mar si frange tra le sarde sirti.
30.1Ed al raggio di luna incerto e fioco
30.2vider spezzate antenne, infrante vele,
30.3del regnator libecchio a orrendo gioco,
31.1e sbattuti dall'aspra onda crudele
31.2cadaveri e bandiere; e disperdea
31.3l'ira del vento i gridi e le querele.
32.1Sul lido intanto il dito si mordea
32.2la temeraria Libertà di Francia,
32.3che il cielo e l'acque disfidar parea.
33.1Poi del suo ardire si battea la guancia,
33.2venir mirando la riva? Brettagna
33.3a fulminarle dritta al cor la lancia,
34.1e dal silenzio suo scossa la Spagna
34.2tirar la spada anch'essa e la vendetta
34.3accelerar d'Italia e di Lamagna;
35.1mentre il Tirren che la gran preda aspetta
35.2già mormora e si duol che la sua spuma
35.3ancor non va di franco sangue infetta,
36.1e l'ira nelle sponde in van consuma,
36.2di Nizza inulto rimirando il lutto
36.3ed Oneglia a che ancor combatte e fuma.
37.1Allor che vide la ruina e il brutto
37.2oltraggio la francese anima schiva,
37.3non tenne il ciglio per pietade asciutto;
38.1ed il suo fido condottier seguiva
38.2vergognando e tacendo, infin che sopra
38.3fur di Marsiglia alla spietata riva.
39.1Di ferità, di rabbia orribil opra
39.2ei vider quivi, e Libertà che stolta
39.3in Dio medesmo l'empie mani adopra.
40.1Videro, ahi vista!, in mezzo della folta
40.2starsi una croce col divin suo peso
40.3bestemmiato a e deriso un'altra volta,
41.1e a piè del legno redentor disteso
41.2uom coperto di sangue tuttoquanto,
41.3da cento punte in cento parti offeso.
42.1Ruppe a tal vista in un più largo pianto
42.2l'eterea pellegrina; ed una vaga
42.3ombra cortese le si trasse a canto.
43.1Oh tu cui sì gran doglia il ciglio allaga,
43.2pietosa anima, disse, che qui giunta
43.3se dove di virtude il fio si paga,
44.1sòstati e m'odi. In quella spoglia emunta
44.2d'alma e di sangue (e l'accennò), per cui
44.3si dolce in petto la pietà ti spunta,
45.1albergo io m'ebbi: manigoldo fui
45.2e peccator; ma l'infinito amore
45.3di quei mi valse che morì per nui.
46.1Perocché dal costoro empio furore
46.2a gittar strascinato (ahi! parlo o taccio?)
46.3de' ribaldi il capestro al mio Signore,
47.1di man mi cadde l'esecrato laccio,
47.2e rizzarsi le chiome, e via per l'ossa
47.3correr m'intesi e per le gote il ghiaccio.
48.1Di crudi colpi allor rotta e percossa
48.2mi sentii la persona a, e quella croce
48.3fei del mio sangue anch'io fumante e rossa;
49.1mentre a Lui che quaggiù manda veloce
49.2al par de' sospir nostri il suo perdono
49.3il mio cor si volgea più che la voce.
50.1Quind'ei m'accolse Iddio clemente e buono,
50.2quindi un desir mi valse il paradiso,
50.3quindi beata eternamente io sono
51.1Mentre l'un sì parlò, l'altro in lui fiso
51.2tenea lo sguardo, e sì piangea, che un velo
51.3le lagrime gli fean per tutto il viso;
52.1simigliante ad un fior che in su lo stelo
52.2di rugiada si copre in pria che il sole
52.3co' raggi il venga a colorar dal cielo.
53.1Poi, gli amplessi mescendo e le parole,
53.2de' propri casi il satisfece anch'esso,
53.3siccome fra cortesi alme si suole.
54.1E questi, e l'altro, e il cherubino appresso,
54.2adorando la croce e nella polve
54.3in devoto cadendo atto sommesso,
55.1di Dio cantaro la bontà che solve
55.2le rupi in fonte ed ha sì larghe braccia
55.3che tutto prende ciò che a lei si volve.
56.1Sollecitando poscia la sua traccia
56.2l'alato duca, l'ombre benedette
56.3si disser vale e si baciaro in faccia.
57.1Ed una si rimase alle vedette,
57.2ad aspettar che su la rea Marsiglia
57.3sfreni l'arco di Dio le sue saette.
58.1Sovra il Rodano l'altra il vol ripiglia,
58.2e via trapassa d'Avignon la valle
58.3già di sangue civil fatta vermiglia;
59.1d'Avignon, che smarrito il miglior calle,
59.2alla pastura intemerata e fresca
59.3dell'ovile roman volse le spalle,
60.1per gir co' ciacchi di Parigi in tresca
60.2a cibarsi di ghiande, onde la Senna,
60.3novella Circe a, gli amatori adesca.
61.1Lasciò Garonna addietro, e di Gebenna
61.2le cave rupi e la pianura immonda
61.3che ancor la strage camisarda accenna.
62.1Lasciò l'irresoluta e stupid'onda
62.2d'Arari a dritta, e Ligeri a mancina,
62.3disdegnoso a del ponte e della sponda.
63.1Indi varca la falda tigurina,
63.2a cui fe' Giulio dell'augel di Giove
63.3sentir la prima il morso e la rapina.
64.1Poi Niverno trascorre, ed oltre move
64.2fino alla riva u' d'Arco la donzella
64.3fe' contra gli Angli le famose prove.
65.1Di là ripiega inverso la Rocella
65.2il remeggio dell'ali, e tutto mira
65.3il suol che l'aquitana onda flagella.
66.1Quindi ai celtici boschi si rigira
66.2pieni del canto che il chiomato bardo
66.3sposava al suon di bellicosa lira.
67.1Traversa Normandia, traversa il tardo
67.2sbocco di Senna e il lido che si fiede
67.3dal mar britanno infino al mar piccardo.
68.1Poi si converte ai gioghi onde procede
68.2la Mosa e al piano che la Marna lava,
68.3e orror per tutto, e sangue e pianto vede.
69.1Libera vede andar la colpa, e schiava
69.2la virtù, la giustizia, e sue bilance
69.3in man del ladro e di vil ciurma prava,
70.1a cui le membra grave–olenti e rance
70.2traspaiono da' sai sdruciti e sozzi,
70.3né fur mai tinte per pudor le guance.
71.1Vede luride forche e capi mozzi,
71.2vede piene le piazze e le contrade
71.3di fiamme, d'ululati e di singhiozzi.
72.1Vede in preda al furor d'ingorde spade
72.2le caste chiese, e Cristo in sacramento
72.3fuggir ramingo per deserte strade,
73.1e i sacri bronzi in flebile lamento
73.2giù calar dalle torri e liquefarsi
73.3in rie bocche di morte e di spavento.
74.1Squallide vede le campagne ed arsi
74.2i pingui cólti, e le falci e le stive
74.3in duri stocchi e in lance trasmutarsi.
75.1Odi frattanto risonar le rive
75.2non di giocondi pastorali accenti,
75.3non d'avene, di zuffoli e di pive,
76.1ma di tamburi e trombe e di tormenti:
76.2e il barbaro a soldato al villanello
76.3le mèssi invola e i lagrimati armenti.
77.1E invan si batte l'anca il meschinello,
77.2invan si straccia il crin disperso e bianco
77.3in su la soglia del deserto ostello:
78.1ché non pago d'avergli il ladron franco
78.2rotta del caro pecoril la sbarra,
78.3i figli, i figli strappagli dal fianco;
79.1e del pungulo invece e della marra
79.2d'armi li cinge dispietate e strane,
79.3e la ronca converte in scimitarra.
80.1All'orbo padre intanto ahi! non rimane
80.2chi la cadente vita gli sostegna,
80.3chi sovra il desco gli divida il pane.
81.1Quindi lasso la luce egli disdegna,
81.2e brancolando per dolor già cieco
81.3si querela che morte ancor non vegna;
82.1ne pietà di lui sente altri che l'eco,
82.2che cupa ne ripete e lamentosa
82.3le querimonie dall'opposto speco.
83.1Fremé d'orror, di doglia generosa
83.2allo spettacol fero e miserando
83.3la conversa d'Ugon alma sdegnosa,
84.1e si fe' del color ch'il ciel è quando
84.2le nubi immote e rubiconde a sera
84.3par che piangano il dì che va mancando.
85.1E tutta pinta di rossor com'era
85.2parlar, dolersi, dimandar volea,
85.3ma non usciva la parola intera
86.1ché la piena del cor lo contendea:
86.2e tuttavolta il suo diverso affetto
86.3palesemente col tacer dicea.
87.1Ma la scorta fedel, che dall'aspetto
87.2del pensier s'avvisò, dolce alla sua
87.3dolorosa seguace ebbe sì detto:
88.1sospendi il tuo terror, frena la tua
88.2indignata pietà, ché ancor non hai
88.3nell'immenso suo mar volta la prua.
89.1S'or sì forte ti duoli, oh! che farai,
89.2quando l'orrido palco e la bipenne...
89.3quando il colpo fatal..., quando vedrai?...
90.1E non finì; ché tal gli sopravvenne
90.2per le membra immortali un brividìo,
90.3che a quel truce pensier troncò le penne;
91.1sì che la voce in un sospir morìo.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)